2019-08-27
Caos vaccini nelle scuole italiane. Con la crisi resta il decreto Lorenzin
La norma sull'obbligo flessibile, voluta dal governo gialloblù, è ferma da tempo in Senato. Di conseguenza scatteranno le vecchie sanzioni per gli studenti non in regola. E l'Anagrafe nazionale non è ancora a regime.L'ultima settimana di agosto, con l'avvicinarsi del ritorno a scuola, rende nuovamente attuale il tema delle vaccinazioni obbligatorie. Entro le prime due settimane di settembre, in base al calendario regionale, in tutta Italia suonerà la prima campanella dell'anno scolastico 2019/20. Per gli studenti tra i 6 e i 16 anni non in regola con gli obblighi vaccinali, scatteranno le sanzioni economiche tra 100 e 500 euro, mentre non saranno ammessi alla scuola dell'infanzia i bambini da zero a sei anni che non sono stati vaccinati. Lo stabilisce il decreto Lorenzin (legge 119/2017) che resta in vigore, dato che non è stata approvata la nuova norma, proposta un anno fa in Senato da Lega e M5s, che prevede l'obbligo flessibile. Difficile pensare che qualcosa possa cambiare in questi giorni di caos istituzionale, tra una prospettiva di governo giallorosso e le nuove elezioni. È quindi scaduto il 10 luglio scorso l'ultimo appello per i genitori dei minori (fino a 16 anni) per dimostrare di essere in regola con le dieci vaccinazioni obbligatorie (antipoliomielitica, antidifterica, antitetanica, antiepatite B, antipertosse, antihaemophilus influenzae b, antimorbillo, antirosolia, antiparotite, antivaricella). Molte Regioni hanno previsto, per i genitori resistenti, una proroga al 20 luglio, per presentare a scuola almeno l'appuntamento preso per la vaccinazione con le Aziende sanitarie locali (Asl) di riferimento. È infatti restata sulla carta, per molti, l'unica novità prevista per questo nuovo anno scolastico: la comunicazione diretta scuola-Asl. «Ai genitori/tutori/affidatari», si legge sul sito del ministero, «non è più richiesto di presentare, all'atto dell'iscrizione, la documentazione sulle vaccinazioni», perché «le Asl trasmettono direttamente alle scuole le informazioni contenute nelle anagrafi vaccinali informatizzate ormai attive». La realtà è alquanto diversa e articolata. Anche se il ministro della Salute, Giulia Grillo, ha istituito lo scorso settembre, per decreto, l'Anagrafe nazionale, i dati di aprile dello stesso ministero mostrano che solo 11 Regioni sono a regime (Veneto, Puglia, Lombardia, Friuli Venezia Giulia, Toscana, Abruzzo, Lazio, Umbria, Campania, Basilicata, Calabria, più Trento). Faticano invece Piemonte, Liguria, Valle d'Aosta, Emilia Romagna, Marche, Molise e Bolzano. Asl e Regione non dialogano in Sicilia, mentre in Sardegna, in alcune aree, manca l'informatizzazione. Sulla copertura vaccinale, sono tranquillizzanti gli ultimi dati del ministero (luglio 2019). Per l'antipolio (usata come indicatore per l'esavalente) è stata raggiunta quasi ovunque, per i 24 mesi di età, la soglia minima del 95% per l'immunità di gregge, in grado cioè di evitare che possano essere contagiati bambini immunodepressi che, per ragioni di salute (malattie/terapie), non possono essere vaccinati. Nonostante il +1,38% rispetto al 2017, resta al 93,2%, la copertura contro morbillo-parotite-rosolia: per il morbillo sono in aumento i casi a livello mondiale. Intanto, contro lo zoccolo duro di irriducibili No vax, stimato intorno all'1% degli studenti, sono partiti i primi provvedimenti che, in mancanza di una legge nazionale, sono decisi dai singoli Comuni. A fine aprile, l'amministrazione di Rimini ha previsto il pagamento di 50 euro per ogni giorno in cui i genitori hanno portato a scuola i figli che non erano in regola coi vaccini. Sono circa 60 le famiglie sanzionate e il conto è quasi di 90.000 euro. Nonostante i ricorsi presentati, i giudici del Tar hanno dato ragione all'amministrazione e confermato le sanzioni. Attualmente nel Riminese sono ancora 3.473 i minori non in regola e 31 sono già stati esclusi dalla scuola dell'infanzia. A Bologna e provincia sono 300-400 i bimbi sotto i sei anni che non andranno all'asilo. Bolzano, roccaforte No vax, ha comunicato la decadenza dell'iscrizione ai circa 470 bambini iscritti alle scuole materne, ma non in regola con i vaccini. Per gli scolari dai 6 ai 16 anni (circa 5.000) scatteranno multe da 167 a 500 euro. In Lombardia 20.000 minori non potranno andare all'asilo. In Veneto non sono in regola 15.000 bimbi tra zero e sei anni: solo nel 2018 sono state perse 1.500 iscrizioni alle scuole materne. Sono pronti i verbali con una sanzione da 180 euro per i genitori No vax di quasi 50.000 studenti. In assenza di indicazioni, le Regioni stanno decidendo autonomamente se imporre la sanzione una tantum oppure ogni anno scolastico. La scelta degli irriducibili potrebbe costare più del previsto.
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