2020-11-19
Caos Regioni, anche la Puglia presto «rossa»
Il governatore della Puglia, Michele Emiliano (Ansa)
Michele Emiliano è orientato a chiedere il passaggio nella fascia più grave, con ipotesi di zone diverse per provincia. Da ieri pure l'Abruzzo in semi lockdown. Luca Zaia: «Subito ristori o nessun territorio chiuderà». Oggi tavolo tra Francesco Boccia, ministero della Salute, governatori, Iss.Il governo crea ancora caos nel rapporto con le Regioni. Se negli ultimi due giorni i governatori hanno dovuto fare i conti con il diniego di Roma (in testa il ministro della Salute Roberto Speranza) rispetto a una revisione e semplificazione dei famigerati 21 parametri, c'è attesa per la giornata di oggi. Ieri, infatti, il ministro per gli Affari regionali Francesco Boccia si è deciso, dopo la pressante richiesta della Conferenza delle Regioni, a convocare una riunione in videoconferenza per oggi alle 16: ci saranno i presidenti di Regione e, per il governo, oltre a Boccia, parteciperà anche Speranza, insieme al presidente dell'Iss, Silvio Brusaferro.I governatori hanno valide ragioni per contestare un sistema complicato, non del tutto trasparente, e che soprattutto nasconde dietro un paravento tecnico decisioni ad altissima intensità politica ed economica. Non solo: il disappunto più grave riguarda la difficoltà di risalire la china una volta che si sia stati declassati. Se infatti è facilissimo per una regione passare dal giallo all'arancione oppure dall'arancione al rosso, il cammino inverso è in salita ripidissima, una missione quasi impossibile: occorre avere per 14 giorni tutti i parametri propri della fascia superiore, e, se per caso si sgarra un giorno, il conteggio riparte da capo. In pratica, un vicolo cieco. Ma non è l'unico fronte. Ieri Luca Zaia è tornato sul tema rovente dei ristori dopo le ordinanze regionali: «Sui ristori ci sono notizie in contrapposizione, chi ha avuto e chi non ha avuto nulla: servirebbe una contabilità ufficiale e la può fare solo il governo». E ancora: «Auspico che il governo dia informazioni su chi ha avuto queste risorse. L'ordinanza di Veneto, Emilia-Romagna e Friuli Venezia Giulia ha l'intesa del ministro della Salute e impegna il governo sui ristori. Sarebbe imbarazzante che ci fosse un ristoro solo per le misure attivate a livello nazionale, il governo dovrà assumere decisioni nei prossimi provvedimenti, altrimenti nessuna realtà locale li prenderà e non ci sarà più nessuno che metterà in atto restrizioni. Vorrebbe dire predicare bene e razzolare male, se così fosse sarebbe una forma di sottrazione dell'autonomia subdola e strisciante».Sul fronte delle restrizioni, intanto, da ieri è zona rossa (e non più arancione) anche l'Abruzzo, per decisione del governatore Marco Marsilio, che ha deciso di non attendere il report settimanale dell'Iss: «Abbiamo anticipato la decisione del ministero perché abbiamo già i dati di questa settimana e non possiamo aspettare che la marea ci travolga. Si tratta di tutelare la salute e non di giocare a chi la tira più in lungo». Qualcosa del genere potrebbe accadere molto presto anche in Puglia, forse già nella giornata di domani, venerdì, quando il governatore Michele Emiliano potrebbe comunicare al governo questo orientamento. I numeri dei contagi nella Regione preoccupano, e anche la pressione sugli ospedali appare via via meno sostenibile. Un'ipotesi intermedia potrebbe essere quella di creare zone rosse subregionali, cioè solo in alcune province, quelle più colpite dall'andamento della pandemia, in particolare Foggia e Bat (Barletta-Andria-Trani).Discorso inverso per la Lombardia, che invece confida in notizie più positive: «Noi abbiamo già iniziato una fase di leggero ma significativo miglioramento. Il nostro Rt è sceso in maniera sostanziale, tanto che in base ai numeri noi rientreremmo oggi in una zona arancione», ha detto il governatore Attilio Fontana ospite di Mattino 5. Resta però il problema dei 14 giorni richiesti per risalire la corrente, e infatti ecco la puntualizzazione di Fontana: «È ovvio che, in base al dpcm, quando si entra in una certa zona, i dati in miglioramento si debbano confermare per due settimane prima di poter passare a minori restrizioni, quindi noi fino al 27 novembre resteremo in zona rossa». «Noi - ha aggiunto Fontana - abbiamo avuto una salita costante e anche molto violenta dei ricoveri in ospedale e nelle terapie intensive. Adesso siamo in una fase in cui c'è un aumento, ma molto più ridotto. Diciamo che siamo arrivati in cima al plateau, a questa sorta di montagna, adesso siamo in una fase in cui camminiamo in pianura e presto inizierà la discesa».Il governatore lombardo ha tenuto a rivendicare che questi primi risultati positivi derivano dalle sue ordinanze, non dalle misure nazionali successive: «Questi miglioramenti non sono determinati dal lockdown dello Stato, perché gli effetti di una misura si vedono dopo almeno 15 giorni. Adesso stiamo vivendo i risultati che derivano all'ordinanza della Regione Lombardia del 22 ottobre. Tra qualche giorno inizieremo a vedere i risultati del lockdown nazionale». Conclusione di Fontana: «Questi risultati, merito di sacrifici, devono indurre tutti i lombardi a continuare a rispettare le regole del distanziamento e dell'uso delle mascherine, per consolidare il trend».Tornando a Roma, non cessa di esternare la sottosegretaria Sandra Zampa, che sembra essersi autoincaricata di decidere come debba svolgersi il Natale delle famiglie italiane: «Faremo di tutto perché il Natale sia reso più tradizionale possibile, ma è ovvio che non si potrà minimamente cedere alla tentazione di lasciare, e che rivediamo il film che abbiamo già visto durante l'estate», è stata la predica di ieri della sottosegretaria.
Sehrii Kuznietsov (Getty Images)