2024-04-20
Parlano di dignità e candidano la Salis per soffiare qualche voto alla Schlein
Angelo Bonelli e Nicola Fratoianni (Ansa)
Angelo Bonelli e Nicola Fratoianni travestono con motivazioni umanitarie la scelta di puntare sulla militante incarcerata. Ma l’intento reale è chiaro: approfittare del mesto dietrofront dem sulla maestra per rubare preferenze al Pd.Volendo fare dell’amara ironia si potrebbe notare che l’Alleanza Verdi e Sinistra ha una vera passione per le figurine e i guai giudiziari. Prima i super progressisti hanno presentato alle elezioni Aboubakar Soumahoro, superficiale emblema dei migranti sfruttati, e non è andata benissimo. In quel caso, i problemi con la giustizia sono arrivati dopo l’elezione, e non hanno toccato direttamente il candidato (attualmente ben imbullonato in Parlamento) ma i suoi famigliari. Nella vicenda di Ilaria Salis, invece, le accuse sono note prima ancora della candidatura: chissà, forse stavolta gli amici di Avs volevano evitare sorprese. Il punto politico - anzi, i punti - sono però molto molto seri. La candidatura della Salis arriva dopo un patetico tira e molla portato avanti dal Partito democratico, che prima ha fatto trapelare l’intenzione di schierare la militante antifa alle Europee, poi si è mestamente tirato indietro dopo le proteste dei ras interni, terrorizzati all’idea di perdere anche soltanto mezza preferenza. Al termine della manfrina, che immaginavamo conclusa, ecco il colpo di scena: Angelo Bonelli e Nicola Fratoianni si sono accaparrati la starlette rifiutata dalla compagine cugina. La mossa, ovviamente, viene impacchettata dentro tutte le migliori intenzioni. Da Avs spiegano che «la scelta vuole tutelare i diritti e la dignità di una cittadina europea, anche dall’inerzia delle autorità italiane per ottenere una rapida scarcerazione in favore degli arresti domiciliari negati con l’ultima decisione dai giudici ungheresi». Per Bonelli&Fratoianni il «gesto può servire a denunciare metodi incivili di detenzione, soprattutto verso chi è ancora in attesa di un giudizio. In tal modo Europa Verde e Sinistra Italiana intendono portare nel futuro Parlamento europeo iniziative legislative per la salvaguardia dei diritti delle persone coinvolte in procedimenti penali in tutti i Paesi dell’Unione».Secondo i progressisti, «l’idea è che intorno alla candidatura di Ilaria Salis si possa generare una grande e generosa battaglia affinché l’Unione europea difenda i principi dello Stato di diritto e riaffermi l’inviolabilità dei diritti umani fondamentali su tutto il suo territorio e in ognuno degli Stati membri». Il ragionamento e le dichiarazioni di intenti sono estremamente suggestive. Peccato che non siano del tutto oneste. Non può sfuggire, infatti, che la spregiudicata mossa dei rossoverdi serva soprattutto a rubacchiare un poco di visibilità al Pd e in particolare a Elly Schlein. Con la pubblicità gratuita che la Salis otterrà dai media (in particolare quelli di sinistra, ovviamente) Avs punta a strappare un po' di consensi in più, sottraendoli ai dem. La militante antifa è molto sostenuta da una area che non è esattamente organica al Partito democratico, e sicuramente sarebbe più disponibile a sostenere il conglomerato di sinistra radicale. In poche parole, con i voti della Salis Avs avrà vita più facile e può sperare di superare la soglia di sbarramento al 4% prevista per le elezioni europee. Senza la candidata Vip, non è affatto detto che i due compari e i loro sodali sarebbero in grado di saltare l’ostacolo. Significa, in soldoni, che dietro le belle parole c’è un concreto interesse elettorale. Niente di illecito, per carità, ma almeno sia detto senza troppe ipocrisie pelose. Certo, può anche darsi che la scelta di Bonelli&Fratoianni sia motivata esclusivamente da un profondo amore per i diritti e la dignità umana. Ci sia concesso, tuttavia, di esercitare il beneficio del dubbio. Non risulta infatti che i due si siano stracciati le vesti per gli altri 19 italiani in attesa di giudizio in Ungheria. E non risulta nemmeno che abbiano candidato un detenuto italiano come forma di sensibilizzazione per il trattamento (spesso analogo o peggiore a quello riservato alla Salis) che ricevono nelle nostre carceri. Ieri Elisabetta Piccolotti, moglie di Fratoianni ed esponente di Avs, ha dichiarato a radio GiornaleRadio che «la destra e il governo dovrebbero dimostrare di avere un po’ di coerenza e trattare tutti i cittadini allo stesso modo, a prescindere dall’orientamento politico». Benissimo: ma allora perché non comincia il suo partitino a trattare tutti allo stesso modo? La sensazione è che pensino soltanto alla Salis perché il suo caso permette di inveire su Viktor Orbàn e di conseguenza sulla maggioranza che con lui ha buoni rapporti. E poi perché si tratta di una antifa che potrebbe aver rovinato di botte un militante identitario, azione che evidentemente i compagni italici apprezzano. Se poi i super liberal fossero realmente interessati al rispetto dei diritti della persona su tutto il territorio europeo, ci chiediamo come mai non lo siano stati anche nel recente passato, quando a essere nemmeno troppo metaforicamente reclusi erano i cittadini italiani. Quanto la dignità di migliaia e migliaia di persone veniva calpestata in Italia, dove stavano Bonelli e Fratoianni? Quando la classe lavoratrice che loro fingono di difendere veniva oppressa dal regime sanitario e molti perdevano il posto di lavoro, Avs che faceva? Se ne fregava, come la gran parte dei partiti di ogni ordine e collocazione. Adesso, invece, all’improvviso tornano a interessarsi ai diritti. Bonelli celebrava il green pass, e proponeva leggi per censurare i presunti negazionisti climatici. Ma si è scoperto libertario al punto da candidare una attivista accusata di violenze pesanti e incarcerata all’estero. Si vede che lo Stato di diritto interessa solo se serve a scroccare due voti.
Nel riquadro: Mauro Micillo, responsabile Divisione IMI Corporate & Investment Banking di Intesa Sanpaolo (Getty Images)
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