2021-04-03
Martedì Veneto, Marche e Trento passano in fascia intermedia grazie al dato dell'incidenza. Italia blindata da oggi fino a lunedì.Tasso di positività stabile al 6,6%. Silvio Brusaferro: «Meno contagi tra sanitari e over 80».Lo speciale contiene due articoli.È un vademecum sempre più complicato, quello con cui gli italiani avranno a che fare per i giorni a cavallo della Pasqua, riguardo a spostamenti e chiusure. Un dedalo di norme governative e ordinanze regionali che si intrecciano e si sovrappongono, delineando un quadro complicato che è estremamente difficile padroneggiare. Per di più, con un «giallo» che ha coinvolto Veneto, Marche e Trento. Per quanto possibile, proviamo a fare chiarezza, a partire da ciò che sarà consentito e cosa no da oggi e fino lunedì 5 aprile compreso. In questi tre giorni tutta l'Italia è da considerarsi zona rossa, con tutte le limitazioni che ne derivano, in primis il divieto di spostamento dalla propria abitazione, se non per motivi di comprovata necessità e previa autocertificazione. L'unica «concessione» pasquale riguarda la possibilità di visitare parenti o amici, per una sola volta al giorno tra le 5 e le 22, in numero non maggiore di due adulti accompagnati eventualmente da minori di 14 anni o adulti non autosufficienti. Restano chiusi, dunque, bar e ristoranti (che potranno però fare asporto e consegna a domicilio) e centri commerciali, oltre naturalmente a parrucchieri, centri estetici, cinema, teatri, palestre, piscine e centri sportivi. Per i pranzi delle feste di Pasqua il governo raccomanda vivamente di non «aprire» alle persone non conviventi, ricordando che feste e assembramenti sono vietati, mentre è possibile recarsi alle funzioni religiose. Un capitolo molto contrastato è quello delle seconde case, poiché alcune ordinanze regionali si sono aggiunte a quanto stabilito dall'esecutivo, creando una situazione eterogenea. Il decreto del governo consente infatti di raggiungere le seconde case anche fuori dalla propria regione di residenza solo al nucleo convivente, purché dimostri di aver maturato il titolo alla proprietà o all'affitto prima del 14 gennaio di quest'anno. Le decisioni di alcuni governatori, però, hanno reso lettera morta questa possibilità: in Toscana, Valle D'Aosta, Alto Adige, Marche, Calabria e Piemonte delle ordinanze hanno vietato ai non residenti di recarsi nelle seconde case, mentre in Liguria Giovanni Toti è andato oltre, vietandolo anche ai residenti. In Sicilia e Sardegna sarà possibile per tutti raggiungere le seconde case, previo tampone con esito negativo. Decisioni che non hanno mancato di sollevare polemiche, se confrontate con la beffarda possibilità, per chi ha prenotato un viaggio all'Estero, di raggiungere l'aeroporto anche se questo è ubicato fuori dai propri confini regionali e andare a trascorrere le vacanze altrove, mentre in Italia restano chiuse tutte le strutture ricettive. A poco è valsa, in questo senso, la «pezza» messa dal governo all'ultimo minuto, introducendo l'obbligo di una mini-quarantena di cinque giorni per chi rientra dai viaggi. Anche sulle chiusure, alcune regioni hanno legiferato in senso più restrittivo, come il Piemonte, che chiude i supermercati alle 13 domani e lunedì o la Toscana, che ha deciso di chiudere, sempre a Pasqua e Pasquetta, tutte le attività commerciali. Da martedì 6, poi, varrà l'ultimo dl approvato dal governo, che di fatto impedisce il ritorno a zona gialla per tutte le Regioni fino al 30 aprile, salvo verificare, in base all'andamento del contagio, la possibilità di alcune aperture. Da quel giorno, sappiamo già che Veneto, Marche e provincia autonoma di Trento raggiungeranno Basilicata, Lazio, Liguria, Molise, Sicilia, Sardegna, Umbria, Veneto e Bolzano in zona arancione, mentre resteranno in zona rossa Calabria, Campania, Emilia-Romagna, Friuli Venezia Giulia, Lombardia, Piemonte, Puglia, Toscana e Valle D'Aosta. Per queste ultime regioni, dunque, la situazione non cambierà di molto rispetto ai prossimi tre giorni, salvo la fine della possibilità di visitare amici e parenti, mentre chi passerà in arancione potrà circolare liberamente all'interno della propria regione e recarsi nei negozi a fare shopping. Resta però il mistero sulla scelta relativa a Veneto, Marche e Trento, che è arrivata in modo sorprendente, e per certi versi «misterioso»: i consueti parametri, infatti, avrebbero suggerito la permanenza in rosso, ma fonti del ministero, interpellate da La Verità, sostengono che se il dato dell'incidenza scende sotto quota 250 anche per una sola volta nell'arco di una sola settimana, è lecito il passaggio in arancione, a differenza che nel caso dell'Rt, che deve rimanere sotto la soglia di rischio per 14 giorni consecutivi. Ad ogni modo, ciò comporterà, per gli esercenti che dovranno riaprire, non pochi problemi dato il brevissimo preavviso, a dispetto della promessa fatta da Mario Draghi di non ripetere i «blitz» del venerdì sera del suo predecessore. Per il resto, l'incidenza generale di casi ogni 100mila abitanti, ha fatto registrare una diminuzione, attestandosi a 232, contro i 240 della scorsa settimana, mentre l'indice Rt nazionale è tornato sotto l'1, a 0,98 (la scorsa settimana era a da 1,08). <div class="rebellt-item col1" id="rebelltitem1" data-id="1" data-reload-ads="false" data-is-image="False" data-href="https://www.laverita.info/cambio-a-sorpresa-dal-rosso-allarancio-caos-sui-criteri-e-nessun-preavviso-2651336652.html?rebelltitem=1#rebelltitem1" data-basename="casi-in-discesa-e-rt-sotto-l-1-l-iss-la-curva-e-in-lento-calo" data-post-id="2651336652" data-published-at="1617392867" data-use-pagination="False"> Casi in discesa e Rt sotto l'1. L'Iss: «La curva è in lento calo» Trend in calo dei contagi ma peggiora la situazione nelle terapie intensive. Sono stati 21.932 i positivi al test del coronavirus in Italia nelle 24 ore scorse (23.649 giovedì) secondo i dati del ministero della Salute. Sale così ad almeno 3.629.000 il numero di persone che hanno contratto il virus Sars-CoV-2 (compresi guariti e morti) dall'inizio dell'epidemia Le vittime 481, giovedì erano 501, per un totale di 110.328 morti da febbraio 2020. Le persone guarite o dimesse sono in tutto 2.953.377 e 19.620 quelle uscite ieri dall'incubo Covid (20.712 il giorno prima). Gli attuali positivi risultano essere in tutto 565.295 (di questi, sono in isolamento domiciliare 532.887 pazienti). La Regione con più casi giornalieri ieri è stata la Lombardia (+3.941), seguita da Campania (+2.057), Puglia (+2.044), Piemonte (+1.942), Lazio (+1.918) e Emilia Romagna (+1.830). Sono stati eseguiti 331.154 test tra molecolari e antigenici. Il tasso di positività resta stabile al 6,6%. Rispetto al picco di venerdì 12 marzo con 26.824 casi, il trend della curva appare in decrescita. «Una decrescita molto lenta» ha detto il presidente dell'Istituto Superiore di Sanità, Silvio Brusaferro, nel suo intervento alla conferenza stampa sull'analisi dei dati del monitoraggio settimanale della cabina di regia Iss-ministero della Salute. Scende a 0,98 sotto la soglia d'allarme di 1 il valore dell'Rt nazionale che la scorsa settimana era a da 1,08. L'incidenza si attesta a 232 casi ogni 100.000 abitanti contro i 240 della scorsa settimana. Per il direttore generale della Prevenzione del ministero della Salute, Gianni Rezza, ha ribadito che «La situazione è in leggero miglioramento, ma persiste un elevato carico sul sistema sanitario, ora al 41%, contro il 39% della scorsa settimana che rischia di continuare ancora a lungo. Quindi ci sono dei segnali che ci dicono che da una parte l'infezione sta leggermente diminuendo ma dall'altro il carico sui servizi assistenziali resta pesante». Secondo l'esperto per quanto riguarda la variante inglese e brasiliana «abbiamo visto focolai anche tra i bambini più piccoli e gli adolescenti, e ci sono dati umbri che mostrano incidenze molto elevate». Inoltre, la circolazione di varianti a maggior trasmissibilità è «largamente dominante nel Paese il che indica la necessità di non ridurre le attuali misure di restrizione e mantenere la drastica riduzione delle interazioni fisiche». Inoltre, ha precisato Rezza il ritorno alla normalità può avvenire in tempi relativamente brevi se «aumentiamo il numero delle vaccinazioni». Anche Brusaferro si è detto preoccupato per la situazione ospedaliera: «I ricoveri sono ancora in crescita (ieri i nuovi ingressi in rianimazione sono stati 232), con un'età media intorno ai 40-50 anni e destano preoccupazione anche se l'andamento delle vaccinazioni sta rapidamente crescendo». Il presidente Iss ha fatto notare che i casi vanno abbassandosi in modo più marcato tra il personale sanitario e gli over 80 proprio «a conferma della validità delle vaccinazioni». E proprio in base alla curva pandemica e all'Rt, dopo le festività pasquali in rosso, ieri pomeriggio il ministro della salute Roberto Speranza ha firmato il provvedimento sui colori delle regioni dal 7 aprile: Veneto, Marche e Provincia autonoma di Trento passano da rosso ad arancione come Sicilia, Sardegna, Liguria, Lazio, Umbria, Abruzzo, Molise, Basilicata e la Provincia di Bolzano. Restano rosse Calabria, Campania, Puglia, Toscana, Emilia Romagna, Piemonte, Valle d'Aosta, Lombardia e Friuli Venezia Giulia.
Mario Venditti (Ansa)
Dopo lo scoop di «Panorama», per l’ex procuratore di Pavia è normale annunciare al gip la stesura di «misure coercitive», poi sparite con l’istanza di archiviazione. Giovanni Bombardieri, Raffaele Cantone, Nicola Gratteri e Antonio Rinaudo lo sconfessano.
L’ex procuratore aggiunto di Pavia, Mario Venditti, è inciampato nei ricordi. Infatti, non corrisponde al vero quanto da lui affermato a proposito di quella che appare come un’inversione a «u» sulla posizione di Andrea Sempio, per cui aveva prima annunciato «misure coercitive» e, subito dopo, aveva chiesto l’archiviazione. Ieri, l’ex magistrato ha definito una prassi scrivere in un’istanza di ritardato deposito delle intercettazioni (in questo caso, quelle che riguardavano Andrea Sempio e famiglia) che la motivazione alla base della richiesta sia il fatto che «devono essere ancora completate le richieste di misura coercitiva». Ma non è così. Anche perché, nel caso di specie, ci troviamo di fronte a un annuncio al giudice per le indagini preliminari di arresti imminenti che non arriveranno mai.
Alessia Pifferi (Ansa)
Cancellata l’aggravante dei futili motivi e concesse le attenuanti generiche ad Alessia Pifferi: condanna ridotta a soli 24 anni.
L’ergastolo? È passato di moda. Anche se una madre lascia morire di stenti la sua bambina di un anno e mezzo per andare a divertirsi. Lo ha gridato alla lettura della sentenza d’appello Viviana Pifferi, la prima accusatrice della sorella, Alessia Pifferi, che ieri ha schivato il carcere a vita. Di certo l’afflizione più grave, e che non l’abbandonerà finché campa, per Alessia Pifferi è se si è resa conto di quello che ha fatto: ha abbandonato la figlia di 18 mesi - a vederla nelle foto pare una bambola e il pensiero di ciò che le ha fatto la madre diventa insostenibile - lasciandola morire di fame e di sete straziata dalle piaghe del pannolino. Nel corso dei due processi - in quello di primo grado che si è svolto un anno fa la donna era stata condannata al carcere a vita - si è appurato che la bambina ha cercato di mangiare il pannolino prima di spirare.
Toga (iStock). Nel riquadro, Roberto Crepaldi
La toga progressista: «Voterò no, ma sono in disaccordo con il Comitato e i suoi slogan. Separare le carriere non mi scandalizza. Il rischio sono i pubblici ministeri fuori controllo. Serviva un Csm diviso in due sezioni».
È un giudice, lo anticipiamo ai lettori, contrario alla riforma della giustizia approvata definitivamente dal Parlamento e voluta dal governo, ma lo è per motivi diametralmente opposti rispetto ai numerosi pm che in questo periodo stanno gridando al golpe. Roberto Crepaldi ritiene, infatti, che l’unico rischio della legge sia quello di dare troppo potere ai pubblici ministeri.
Magistrato dal 2014 (è nato nel 1985), è giudice per le indagini preliminari a Milano dal 2019. Professore a contratto all’Università degli studi di Milano e docente in numerosi master, è stato componente della Giunta di Milano dell’Associazione nazionale magistrati dal 2023 al 2025, dove è stato eletto come indipendente nella lista delle toghe progressiste di Area.
Antonella Sberna (Totaleu)
Lo ha dichiarato la vicepresidente del Parlamento Ue Antonella Sberna, in un'intervista a margine dell'evento «Facing the Talent Gap, creating the conditions for every talent to shine», in occasione della Gender Equality Week svoltasi al Parlamento europeo di Bruxelles.






