2022-09-26
Calenda e Renzi sognavano doppia cifra e terzo posto. Invece si fermano al sesto
Matteo Renzi e Carlo Calenda (Ansa)
Iv e Azione, unitisi a un mese dalle urne auspicando un Draghi bis, incassano un esito deludente. Nonostante il grande pompaggio mediatico, ottengono meno dell’8%.«Vorrei prendere un voto che sia robustamente sopra le due cifre. Dodici, tredici, quattordici per cento. Vediamo. Penso che dobbiamo arrivarci e come è successo a Roma ci arriveremo. Sotto il 10% sarebbe un insuccesso». Così parlò Carlo Calenda il 21 settembre forse anche per alzare l’asticella, galvanizzare i fan e neutralizzare il voto utile. Di certo, fissando la linea Maginot per il Terzo Polo. Che, se le proiezioni di stanotte saranno confermate, rischia di diventare il sesto. La terza proiezione Swg sul Senato per La7 diffusa attorno alle una e mezzo vedeva l’alleanza di Azione e Italia Viva viaggiare al 7,7 per cento. Addirittura sotto Forza Italia, indicata all’8,2 per cento. La prima proiezione sulla Camera stimava invece il Terzo Polo al 7,8% e Fi all’8 per cento. La partita giocata sul campo dei moderati, se i dati verranno confermati, conferma che Azione/Italia Viva ha tolto più al Pd che al partito di Silvio Berlusconi. E pensare che scavalcare Forza Italia era uno degli obiettivi di Calenda dopo la rottura dell’alleanza con i dem, solo cinque giorni dopo il bacio sulla guancia a Enrico Letta. Una frattura che ha portato al capolinea anche la confederazione fra Azione e +Europa (a Roma le proiezioni di stanotte davano Emma Bonino in netto vantaggio nel derby per il Senato con l’ex alleato, in un collegio con affluenza record).Cosa è andato storto? Qualche giorno fa in un’intervista Calenda aveva ribadito la sua agenda: «Si sa perfettamente che cosa vogliamo fare ed è l’unica soluzione che salva l’Italia: mandare in stallo il sistema politico e andare avanti con Mario Draghi». In attesa di capire quanto linee e agende saranno condivise dopo il voto dal partner Matteo Renzi, non sembra aver funzionato la strategia di evocare continuamente in campagna elettorale la personalità di Draghi e il programma del suo governo (bocciato dal voto di ieri), per cercare di convogliare a proprio vantaggio una certa porzione di elettorato. Che però non è solo quello del salottino di Twitter. A pesare per il Terzo Polo è stato anche il voto al Sud con Mara Carfagna nel collegio uninominale di Fuorigrotta (Na) staccata dal vincitore Sergio Costa e anche da Luigi di Maio e Maria Rosaria Rossi. Calenda ieri ha votato al seggio di via del Lavatore a Roma: «Come diceva Pericle, un cittadino che non si occupa dello Stato non lo consideriamo innocuo ma inutile, quindi votate», ha detto ai giornalisti. Quanto a Renzi, è andato al seggio a Firenze con la moglie Agnese e poi è partito per Tokio per partecipare ai funerali di Stato di Shinzo Abe. La domanda ora è: quali saranno le prossime mosse del «dinamico duo» alla luce del risultato del voto? E quanto reggerà un binomio nato quasi a sorpresa a un mese dalle elezioni portando a bordo le ormai quasi ex ministre Elena Bonetti, Mariastella Gelmini e Carfagna? Già prima di cominciare la partita i condottieri del Terzo Polo hanno invocato ripetutamente la riedizione del governo Draghi (contro la volontà dello stesso Draghi) sostenuto da una maggioranza di unità nazionale. Quasi auspicando una guida tecnica che renda inutile il voto di ieri e necessario passare a un secondo tempo per fronteggiare l’autunno terribile che ci aspetta. Calenda e Renzi, si chiedono gli analisti politici, tenteranno di aggregare gli eventuali voti dei propri parlamentari a quelli delle più consistenti forze politiche nell’ipotesi che questi fossero insufficienti per raggiungere la richiesta maggioranza in entrambe le Camere? Chissà. Secondo le prime proiezioni di stanotte in merito alla distribuzione dei seggi in Senato il Terzo Polo avrebbe tra i 9 e 11 seggi su una maggioranza di 101 (per costituire un gruppo a palazzo Madama servono 10 senatori). Maria Elena Boschi, capogruppo di Italia viva alla Camera, ha ostentato serenità: «Siamo la novità, abbiamo seminato bene. Questo è solo l’inizio di un progetto». Già qualche sera fa, prima che di abbracciare Calenda alla Terrazza sul Gianicolo, Renzi aveva fatto capire che questa esperienza elettorale potrebbe sfociare in un progetto più strutturato. Assicurando che la chimica col compagno di viaggio ha retto finora. «Abbiamo litigato, ma non ve lo abbiamo fatto vedere». Già. Resta il fatto che Matteo non ha fatto come l’ultimo dei giapponesi ma è volato a Tokyo lasciando a Carlo il compito di commentare il risultato. In realtà il leader di Azione lo farà solo oggi in una conferenza stampa mentre ieri sera ha preferito seguire le prime proiezioni da casa. E senza twittare. «La soglia psicologica? Tra il 7,5 e il 9%», è stato il commento degli organizzatori del comitato elettorale del Terzo Polo raccolti ieri sera attorno alle 23 dall’agenzia Adnkronos. Quindi sotto quel 10% che per Calenda significava un insuccesso. Vedremo oggi dai risultati definitivi se sarà una Caporetto.