Secondo i dati Fifa, il 2023 è stato l'anno in cui i club hanno sborsato più soldi in commissioni per servizi agli agenti: 807 milioni di euro, cifra record e in aumento del 42,5% rispetto al 2022.
Secondo i dati Fifa, il 2023 è stato l'anno in cui i club hanno sborsato più soldi in commissioni per servizi agli agenti: 807 milioni di euro, cifra record e in aumento del 42,5% rispetto al 2022.Il ruolo degli agenti Fifa, quelli che una volta venivano chiamati più semplicemente «procuratori», è ormai sempre più centrale nel mondo del calcio. Una figura attorno alla quale si muovono enormi quantità di denaro legate alle commissioni che i club pagano per finalizzare il trasferimento dei giocatori durante le sessioni di calciomercato. Basti pensare che il numero di trasferimenti internazionali con un agente che agisce per conto di un calciatore ha raggiunto il livello record nel 2023 con un totale di 3.353 trasferimenti, pari al 15,4% di tutti i trasferimenti e superiore dell’8,4% rispetto all'anno precedente.A rendere l'idea di ciò è utile consultare l'ultimo report pubblicato dalla Fifa, secondo cui il 2023 è stato l'anno in cui le squadre hanno pagato di più in commissioni per servizi agli agenti dei calciatori: 888,1 milioni di dollari, che con la conversione attuale sono pari a poco più di 807 milioni di euro. Si tratta di una cifra record, aumentata del 42,5& rispetto a quella del 2022, quando i club avevano sborsato «solo» 623,2 milioni di dollari, e superiore di più di un terzo rispetto al massimo storico precedente relativo al 2019, stimato in 654,7 milioni di dollari.Nonostante questo sia stato l'anno della grande ascesa del mercato arabo, che in estate ha «saccheggiato» i club europei facendo man bassa di calciatori importanti, la percentuale maggiore di tutti gli agenti di club è stata impiegata di gran lunga dalle squadre europee, che rappresentano anche il piatto forte (86,6%) della spesa globale per i procuratori. Allo stesso modo, i club europei hanno impiegato l'86,6% di tutti gli agenti dei club che hanno acquistato un calciatore e l'82,6% di tutti quelli delle squadre che hanno ceduto. L'importo maggiore delle commissioni per i servizi degli agenti è stato pagato dai club inglesi, per un totale complessivo di oltre 280 milioni di dollari. E proprio per quanto riguarda l'Arabia Saudita, i club della Roshn Saudi League, pur non avendo investito nell'assunzione di agenti, hanno registrato la seconda spesa più grande per le commissioni da corrispondere agli agenti di club con 86 milioni di dollari. La Lega che invece ha registrato la cifra maggiore di commissioni legate ai trasferimenti in uscita è stata la Corea del Sud, con il 31,6%. Un dato interessante è quello che riguarda il calcio femminile. Per la prima volta in assoluto, infatti, i club di calcio professionistico hanno speso più di un milione di dollari per i servizi degli agenti dei club, per un esborso totale di poco meno di 1,4 milioni di dollari, con una presenza di un procuratore in 125 trasferimenti, numero record con un incremento di oltre il 20% rispetto al 2022.Va ricordato come il processo per ottenere una licenza e diventare un agente di calcio ai sensi del regolamento Fifa Football Agent (FFAR) è stato aperto lo scorso 9 gennaio. Durante il periodo coperto dal rapporto (dal 1° gennaio al 30 novembre), la FIFA ha ricevuto 19.973 richieste di licenza. Sul numero totale dei candidati all'esame, 9.207 hanno sostenuto l'esame in una delle due date. Delle 9.207 persone che hanno sostenuto l'esame, il 32,6% lo ha superato.
Johann Chapoutot (Wikimedia)
Col saggio «Gli irresponsabili», Johann Chapoutot rilegge l’ascesa del nazismo senza gli occhiali dell’ideologia. E mostra tra l’altro come socialdemocratici e comunisti appoggiarono il futuro Führer per mettere in crisi la Repubblica di Weimar.
«Quella di Weimar è una storia così viva che resuscita i morti e continua a porre interrogativi alla Germania e, al di là della Germania, a tutte le democrazie che, di fronte al periodo 1932-1933, a von Papen e Hitler, ma anche a Schleicher, Hindenburg, Hugenberg e Thyssen, si sono trovate a misurare la propria finitudine. Se la Grande Guerra ha insegnato alle civiltà che sono mortali, la fine della Repubblica di Weimar ha dimostrato che la democrazia è caduca».
(Guardia di Finanza)
I finanzieri del Comando Provinciale di Palermo, grazie a una capillare attività investigativa nel settore della lotta alla contraffazione hanno sequestrato oltre 10.000 peluches (di cui 3.000 presso un negozio di giocattoli all’interno di un noto centro commerciale palermitano).
I peluches, originariamente disegnati da un artista di Hong Kong e venduti in tutto il mondo dal colosso nella produzione e vendita di giocattoli Pop Mart, sono diventati in poco tempo un vero trend, che ha generato una corsa frenetica all’acquisto dopo essere stati indossati sui social da star internazionali della musica e del cinema.
In particolare, i Baschi Verdi del Gruppo Pronto Impiego, attraverso un’analisi sulla distribuzione e vendita di giocattoli a Palermo nonché in virtù del costante monitoraggio dei profili social creati dagli operatori del settore, hanno individuato sette esercizi commerciali che disponevano anche degli iconici Labubu, focalizzando l’attenzione soprattutto sul prezzo di vendita, considerando che gli originali, a seconda della tipologia e della dimensione vengono venduti con un prezzo di partenza di circa 35 euro fino ad arrivare a diverse migliaia di euro per i pezzi meno diffusi o a tiratura limitata.
A seguito dei preliminari sopralluoghi effettuati all’interno dei negozi di giocattoli individuati, i finanzieri ne hanno selezionati sette, i quali, per prezzi praticati, fattura e packaging dei prodotti destavano particolari sospetti circa la loro originalità e provenienza.
I controlli eseguiti presso i sette esercizi commerciali hanno fatto emergere come nella quasi totalità dei casi i Labubu fossero imitazioni perfette degli originali, realizzati con materiali di qualità inferiore ma riprodotti con una cura tale da rendere difficile per un comune acquirente distinguere gli esemplari autentici da quelli falsi. I prodotti, acquistati senza fattura da canali non ufficiali o da piattaforme e-commerce, perlopiù facenti parte della grande distribuzione, venivano venduti a prezzi di poco inferiori a quelli praticati per gli originali e riportavano loghi, colori e confezioni del tutto simili a questi ultimi, spesso corredati da etichette e codici identificativi non conformi o totalmente falsificati.
Questi elementi, oltre al fatto che in alcuni casi i negozi che li ponevano in vendita fossero specializzati in giocattoli originali di ogni tipo e delle più note marche, potevano indurre il potenziale acquirente a pensare che si trattasse di prodotti originali venduti a prezzi concorrenziali.
In particolare, in un caso, l’intervento dei Baschi Verdi è stato effettuato in un negozio di giocattoli appartenente a una nota catena di distribuzione all’interno di un centro commerciale cittadino. Proprio in questo negozio è stato rinvenuto il maggior numero di pupazzetti falsi, ben 3.000 tra esercizio e magazzino, dove sono stati trovati molti cartoni pieni sia di Labubu imbustati che di scatole per il confezionamento, segno evidente che gli addetti al negozio provvedevano anche a creare i pacchetti sorpresa, diventati molto popolari proprio grazie alla loro distribuzione tramite blind box, ossia scatole a sorpresa, che hanno creato una vera e propria dipendenza dall’acquisto per i collezionisti di tutto il mondo. Tra gli esemplari sequestrati anche alcune copie più piccole di un modello, in teoria introvabile, venduto nel mese di giugno a un’asta di Pechino per 130.000 euro.
Soprattutto in questo caso la collocazione all’interno di un punto vendita regolare e inserito in un contesto commerciale di fiducia, unita alla cura nella realizzazione delle confezioni, avrebbe potuto facilmente indurre in errore i consumatori convinti di acquistare un prodotto ufficiale.
I sette titolari degli esercizi commerciali ispezionati e destinatari dei sequestri degli oltre 10.000 Labubu falsi che, se immessi sul mercato avrebbero potuto fruttare oltre 500.000 euro, sono stati denunciati all’Autorità Giudiziaria per vendita di prodotti recanti marchi contraffatti.
L’attività s’inquadra nel quotidiano contrasto delle Fiamme Gialle al dilagante fenomeno della contraffazione a tutela dei consumatori e delle aziende che si collocano sul mercato in maniera corretta e che, solo nell’ultimo anno, ha portato i Baschi Verdi del Gruppo P.I. di Palermo a denunciare 37 titolari di esercizi commerciali e a sequestrare oltre 500.000 articoli contraffatti, tra pelletteria, capi d’abbigliamento e profumi recanti marchi delle più note griffe italiane e internazionali.
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Stefano Arcifa
Parla il neopresidente dell’Aero Club d’Italia: «Il nostro Paese primeggia in deltaplano, aeromodellismo, paracadutismo e parapendio. Rivorrei i Giochi della gioventù dell’aria».
Per intervistare Stefano Arcifa, il nuovo presidente dell’Aero Club d’Italia (Aeci), bisogna «intercettarlo» come si fa con un velivolo che passa alto e veloce. Dalla sua ratifica da parte del governo, avvenuta alla fine dell’estate, è sempre in trasferta per restare vicino ai club, enti federati e aggregati, che riuniscono gli italiani che volano per passione.
Arcifa, che cos’è l’Aero Club d’Italia?
«È il più antico ente aeronautico italiano, il riferimento per l’aviazione sportiva e turistica italiana, al nostro interno abbracciamo tutte le anime di chi ha passione per ciò che vola, dall’aeromodellismo al paracadutismo, dagli ultraleggeri al parapendio e al deltaplano. Da noi si insegna l’arte del volo con un’attenzione particolare alla sicurezza e al rispetto delle regole».
Riccardo Molinari (Ansa)
Il capogruppo leghista alla Camera: «Stiamo preparando un pacchetto sicurezza bis: rafforzeremo la legittima difesa ed estenderemo la legge anti sgomberi anche alla seconda casa. I militari nelle strade vanno aumentati».
«Vi racconto le norme in arrivo sul comparto sicurezza, vogliamo la legittima difesa “rinforzata” e nuove regole contro le baby gang. L’esercito nelle strade? I soldati di presidio vanno aumentati, non ridotti. Landini? Non ha più argomenti: ridicolo scioperare sulla manovra».
Riccardo Molinari, capogruppo della Lega alla Camera, la Cgil proclama l’ennesimo sciopero generale per il 12 dicembre.
«Non sanno più di cosa parlare. Esaurito il filone di Gaza dopo la firma della tregua, si sono gettati sulla manovra. Ma non ha senso».






