2021-11-17
Assieme al mattone in Cina fallisce pure il calcio
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Un rendering del nuovo Guangzhou Evergrande Soccer Stadium (Ansa)
La crisi del settore immobiliare cinese ha affossato diversi club della Super League: dal Guangzhou Evergrande al Jiangsu Suning, e ora a tremare è l'Hebei Fortune.Il presidente Xi Jinping aveva raccontato nel 2016 il suo grande sogno di vedere la Cina rispettata e ammirata sulla scena mondiale calcistica con l'obiettivo di vincere una coppa del mondo entro il 2050. Ma intanto è penultima nel girone di qualificazione a Qatar 2022.Lo speciale contiene due articoli.Doveva essere una delle tante nuove frontiere del calcio mondiale con investimenti multi miliardari tra ingaggi di calciatori provenienti dall'Europa e la costruzione di stadi nuovi e invece, la bolla del calcio cinese si è sgonfiata nel giro di pochi anni con il risultato di diversi club costretti a fare i conti con debiti e fallimenti, stelle in fuga e un progetto di crescita a livello giovanile che di fatto non è mai decollato che di riflesso non ha permesso alla Nazionale del Dragone di fare quel salto di qualità che auspicavano da Pechino, con l'obiettivo mancato di partecipare alla prossima e imminente coppa del mondo in Qatar visto il penultimo posto nel girone di qualificazione.Dopo che già negli ultimi anni il governo cinese aveva imposto ai club un drastico taglio delle spese per l'acquisto di calciatori provenienti dall'estero, la recente crisi che ha coinvolto il settore immobiliare cinese ha affossato diverse squadre della Super League: dal Guangzhou Evergrande, costretto a vendere la maggior parte dei suoi giocatori, al Jiangsu Fc che ha dovuto addirittura cessare le attività dopo che Suning, società che ne deteneva la proprietà, ha deciso di non finanziare più la squadra. Parliamo di due dei club più importanti in Cina. Il Guangzhou Evergrande, la più antica e titolata squadra cinese che dopo essere stata rilevata nel 2010 dall'omonimo colosso immobiliare ha sì arricchito la sua bacheca con importanti trofei come due Champions League asiatiche nel 2013 e nel 2015 e 8 titoli nazionali in 9 stagioni sotto la guida degli italiani Marcello Lippi e Fabio Cannavaro, quest'ultimo costretto alle dimissioni lo scorso settembre proprio a causa della difficilissima situazione finanziaria, ma sta vedendo ora svanire anche il costosissimo e ambizioso progetto della costruzione del nuovo stadio, il Guangzhou Evergrande Soccer Stadium, un impianto dalla capienza di 100.000 posti e un costo di 1,7 miliardi. Il Jiangsu Fc ha vinto il campionato nel 2020 e il 21 febbraio di quest'anno, attraverso un comunicato ha fatto sapere di aver sospeso tutte le attività della società a causa di difficoltà finanziarie.E adesso, in queste settimane, a rischiare grosso è l'Hebei Fortune. Nello scorso mese di ottobre, il club con sede a Langfang che in passato aveva speso molti milioni per avere in squadra giocatori come Ezequiel Lavezzi e Javier Mascherano, pagati rispettivamente con ingaggi da 27,5 e 7 milioni di euro a stagione, ha dovuto sospendere le attività delle formazioni del proprio settore giovanile e cessare le operazioni d'ufficio a causa delle difficoltà finanziarie. A confermare questa difficile situazione è stato anche uno dei giocatori in forza all'Hebei, Lei Tenglong, che a margine di un'intervista ha detto che quando era stato ingaggiato il club lo aveva informato «di una situazione economica piuttosto cupa». Il difensore cinese ha poi aggiunto che «oggi è diventato tutto molto più difficile e la società lotta per portare avanti le operazioni quotidiane», chiedendo poi aiuto al governo affinché possa intervenire per salvare l'Hebei dal fallimento. Così come il Guangzhou Evergrande, anche le sorti dell'Hebei dipendono dalla società proprietaria, la China Fortune Land Development, una delle aziende immobiliari che hanno investito in maniera pesante in questi ultimi anni nel calcio cinese.<div class="rebellt-item col1" id="rebelltitem1" data-id="1" data-reload-ads="false" data-is-image="True" data-href="https://www.laverita.info/calcio-cina-2655749949.html?rebelltitem=1#rebelltitem1" data-basename="un-flop-che-riguarda-anche-la-nazionale" data-post-id="2655749949" data-published-at="1637150660" data-use-pagination="False"> Un flop che riguarda anche la Nazionale Ansa Lunedì scorso la Cina ha inchiodato sul pareggio l'Australia, durante le qualificazioni per i mondiali in Qatar 2022. La squadra cinese è stata esaltata sui giornali, ma in realtà si tratta di un risultato che serve a poco per arrivare a Doha. La Cina è penultima in classifica, dietro anche all'Oman e vanta appena 5 punti in più dell'ultima, ovvero il Vietnam. Il fallimento calcistico cinese è sotto gli occhi di tutti. Certo, la pandemia di Covid 19 ha avuto il suo impatto, ma non è solo per questo motivo che il calcio sta diventando uno dei più grandi fallimenti del governo cinese. E pensare che il presidente Xi Jinping aveva nel 2016 raccontato il suo grande sogno di vedere la Cina rispettata e ammirata sulla scena mondiale calcistica. Del resto, grazie al calcio, il Partito Comunista cinese pensava di poter dimostrare di non avere nulla di meno rispetto alle altre super potenze mondiali. La rincorsa della Cina a dimostrare di essere uguale agli altri va avanti ormai da decenni. Nascono per questo motivo i grandi investimenti nell'ultimo decennio, in patria e all'estero. Basti pensare alla costruzione di stadi avveniristici come quello di Guangzhou o agli oltre 500 milioni di euro investiti nella Super League per accaparrarsi giocatori stranieri. L'obiettivo sarebbe stato quello di diventare competitivi almeno entro 20 anni e magari nel 2050 arrivare a vincere una Coppa del mondo. Il problema è che adesso, non andando in Qatar e con la scelta del governo di rompere gli accordi con le società straniere, potrebbe volerci molto più tempo. Per aumentare la passione calcistica, la Cina è arrivata a inserire persino nel curriculum scolastico il calcio come materia. Sono state create diverse scuole calcio. Ma ci vorrà molto tempo per vedere dei risultati. L'unico giocatore uscito dalla cantera di Shanghai è Wu Lei, attaccante dell'Espanyol, anche chiamato il Maradona cinese. Ha avuto un maestro come l'allenatore Marcello Lippi, ex ct dell'Italia, ma non è bastato. Bisogna ricordare che la nazionale maschile cinese si è qualificata per la Coppa del Mondo solo una volta, nel 2002, e ha perso tutte e tre le partite del torneo. La Cina ha raggiunto il suo punto più alto nella classifica della Fifa nel 1998, arrivando al 37° posto. Da allora continua a oscillare. La vera speranza di Pechino è di ospitare un giorno una Coppa del mondo. Ma l'unica possibilità potrebbe essere nel 2034, perché dopo il Qatar i prossimi mondiali saranno negli Stati Uniti e poi con tutta probabilità nel 2030 in Africa o Sud America.
Operazioni di soccorso dopo il crollo ai Fori Imperiali (Getty Images)
Una donna in preghiera in una chiesa nei pressi di Lagos, Nigeria (Getty Images)