2024-01-10
Caccia, il problema delle predazioni del lupo sui cani arriva alla Camera
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Ieri, presso la Sala Matteotti della Camera dei Deputati, è stato presentato il report intitolato Il lupo tra fantasie e realtà, uno studio promosso dall'iniziativa dell'onorevole Francesco Bruzzone, in collaborazione con la Federazione italiana della caccia e il Coordinamento delle cacciatrici Federcaccia, per analizzare a fondo il fenomeno delle predazioni del lupo a carico dei cani da caccia, domestici e da guardiania.Quello delle predazioni del lupo ai danni dei cani, siano essi da caccia, domestici o da guardiania, è un problema serio che non va sottovalutato. Ecco perché, ieri, alla presenza del sottosegretario di Stato per le politiche agricole alimentari e forestali, il senatore Patrizio La Pietra, è stato presentato presso la Sala Matteotti della Camera dei Deputati, il report intitolato Il lupo tra fantasie e realtà.Si tratta di uno studio promosso dall'iniziativa dell'onorevole Francesco Bruzzone, componente della XIII Commissione (Agricoltura) della Camera e responsabile del Dipartimento della Lega per la gestione della fauna selvatica, in collaborazione con la Federazione italiana della caccia e il Coordinamento delle cacciatrici Federcaccia, per analizzare a fondo il fenomeno delle predazioni del lupo a carico dei cani e dell'impatto che questo predatore ha nei confronti degli altri animali. Un fenomeno che oltre a boschi e ambienti rurali ha visto aumentare in modo costante le sue manifestazioni anche in contesti urbani, come cortili e strade di paesi o città innalzando anche l’allarme sociale e la preoccupazione dei cittadini.L’iniziativa del Coordinamento Cacciatrici Federcaccia con il supporto di Federcaccia Nazionale, in collaborazione con l’Ufficio Studi e Ricerche della Federazione, di raccogliere e catalogare episodi comprovati riguardanti gli attacchi e le predazioni dei cani da parte del lupo non è e non vuole sostituire il lavoro scientifico di tecnici e ricercatori, ma è improntato al massimo rigore e serietà, separando i fatti dalle chiacchiere col preciso intento di prendere le distanze da chi per vari e diversi interessi tende da un lato a ridimensionare o dall’altro a esagerare gli effetti della presenza del lupo.Al momento della sua chiusura in tipografia lo scorso 31 agosto 2023 erano state registrate circa 400 predazioni, tutte attentamente verificate, solo una parte di quelle avvenute e per i più svariati motivi non denunciate o non attribuibili con certezza e quindi scartate. Da allora il lavoro del Coordinamento non si è fermato e il gruppo di lavoro continua a raccogliere e registrare predazioni che si verificano con sempre maggiore frequenza. Un fenomeno che non è possibile ignorare per una richiesta di sicurezza da parte della società, ma anche e soprattutto perché la sua gestione rappresenta un elemento cruciale per garantire una convivenza pacifica ed equilibrata tra l’uomo e il lupo.«È necessario che le Istituzioni e la politica adempiano al loro ruolo e prendano atto di quanto sta accadendo» ha dichiarato il presidente nazionale di Federcaccia Massimo Buconi. «Lo sta facendo l’Europa, dove la Presidente Ursula von der Leyen ha dichiarato che "il ritorno dei lupi è una buona notizia per la biodiversità in Europa. Ma la concentrazione di branchi di lupi in alcune regioni europee è diventata un pericolo reale" e la Commissione europea propone di rendere il lupo protetto anziché rigorosamente protetto. Lo stanno facendo molti Stati europei e la vicina Svizzera. E ci fa piacere che rispondendo al nostro stimolo in questo senso lo faccia oggi la politica italiana». Il presidente di Federcaccia, al termine del suo intervento alla Camera, ha poi concluso: «Il lupo, lo ripeto ancora per evitare ogni strumentalizzazione che ogni volta in cui si affronta il tema della sua gestione, come di quella di altri carnivori o di qualsivoglia specie, viene subito prontamente messa in atto, non è una specie cacciabile e in tutta sincerità non interessa ai cacciatori che lo diventi. Lo Stato ha uomini e risorse professionali adeguate ad affrontare se lo vorrà la questione. Ma come cittadini che vivono la ruralità e sostengono le attività a questa legate, siamo interessati a che la gestione del lupo e dei conflitti che la sua presenza genera, vengano affrontati dalle Istituzioni». A fare da eco alle parole di Buconi, sono arrivate poi quelle di Isabella Villa, responsabile del Coordinamento Cacciatrici: «Come sottolineato dal presidente, il nostro report si propone di fornire una fotografia dettagliata di quanto sta accadendo, con la predazione dei cani da caccia, ma non solo. Non sono isolati i casi di cani predati mentre si trovavano a passeggio, a guinzaglio, con i proprietari. Una fotografia comunque incompleta perché ancora troppe persone preferiscono non denunciare, anche se in questo senso stiamo notando un certo cambiamento di mentalità. Si sta evidenziando uno stato di allarme sempre più diffuso, dove sindaci invitano la gente a non uscire la notte per evitare incontri indesiderati. Un chiaro limite alla libertà dei cittadini oltre alla prova che il rischio c’è e se ne è consapevoli. Basti pensare che dal 31 agosto, data della chiusura del report in tipografia, ad oggi sono state registrate oltre 150 predazioni a danno di cani, dato comunque sottostimato nonostante una maggiore sensibilità a denunciare. Ringrazio dunque l’on. Bruzzone per la sua sensibilità sul tema». Ha preso parte al dibattito anche la dottoressa Giorgia Romeo, esperta di eco-etologia della fauna selvatica con esperienza pluriennale di numerosi progetti relativi al lupo, illustrando il quadro complessivo del «fenomeno lupo» in Italia, basato sui più recenti dati a disposizione della comunità scientifica nazionale. «Le conoscenze attuali» - ha dichiarato la studiosa - «ci consentono di comporre un quadro abbastanza preciso di presenza e distribuzione del lupo in Italia. Le azioni di conservazione intraprese negli anni hanno favorito la naturale e graduale espansione della specie. Un fenomeno che oggi arriva ad interessare anche aree periurbane con possibili interazioni che necessitano un’accura e valutata gestione». L'onorevole Bruzzone si è detto «lieto di aver organizzato questa presentazione, definita di grande importanza per sensibilizzare i colleghi parlamentari e le istituzioni in generale su questo tema». L'onorevole ha aggiunto: «C'è una forte aumento della presenza del lupo nel Paese. La politica deve dare una risposta. So che non è facile, ma credo sia doveroso. Anche perché, ricordiamocelo, la fauna selvatica è proprietà dello Stato, questi animali sono di proprietà dello Stato, e quindi lo Stato non può tirarsi indietro, non può girarsi dall'altra parte e fare finta di niente. L'appello che faccio alla politica e alla scienza è quello di fare in modo che la risposta dello Stato ci sia. Sia chiaro: nessuna caccia al lupo, ma una sensibilità verso gli animali domestici e di affezione che meritano una maggiore tutela».Al termine degli interventi ha preso la parola il sottosegretario per le Politiche agricole alimentari e forestali, il senatore Patrizio La Pietra: «In Italia per troppo tempo è mancata una vera gestione della fauna. E senza gestione non ci può essere sostenibilità. Oggi si parla di lupo, ma la gestione è mancata con i cinghiali, con i corvidi, con le nutrie, con i cormorani… portando a una esplosione di situazioni fuori equilibrio. Fortunatamente la politica sta prendendo coscienza di questo, anche se ci troviamo di fronte a resistenze animaliste fortissime. Per quanto riguarda il lupo stiamo lavorando su un nuovo ‘piano lupo’. Probabilmente non sarà risolutore al 100 per 100 ma rispetto al vecchio piano fa passi avanti importanti. Ci sono da rivedere parametri e linee di azione. Dobbiamo metterci a un tavolo, eliminare le pregiudiziali ideologiche che non servono e attivare una gestione faunistica essenziale per il benessere di tutto il patrimonio faunistico del Paese». Presente all'evento, in rappresentanza di Ispra, anche Piero Genovesi, il quale ha espresso il suo apprezzamento per il report elaborato dal Coordinamento: «Seguiamo questo tema con attenzione e ringraziamo la Federcaccia e il Coordinamento che hanno raccolto dati per noi preziosi. L’Italia è il Paese con più lupi d'Europa, e questo aumenta i conflitti e le possibili interazioni con l’uomo e gli animali domestici. La predazione non scatena solo un aspetto economico ma anche un aspetto emotivo che non può essere ignorato. Siamo in una fase dinamica e l’aumento di conflitti deve aprire a forme di gestione».
Giorgia Meloni ad Ancona per la campagna di Acquaroli (Ansa)
«Nessuno in Italia è oggetto di un discorso di odio come la sottoscritta e difficilmente mi posso odiare da sola. L'ultimo è un consigliere comunale di Genova, credo del Pd, che ha detto alla capogruppo di Fdi «Vi abbiamo appeso a testa in giù già una volta». «Calmiamoci, riportiamo il dibattito dove deve stare». Lo ha detto la premier Giorgia Meloni nel comizio di chiusura della campagna elettorale di Francesco Acquaroli ad Ancona. «C'é un business dell'odio» ha affermato Giorgia Meloni. «Riportiamo il dibattito dove deve stare. Per alcuni è difficile, perché non sanno che dire». «Alcuni lo fanno per strategia politica perché sono senza argomenti, altri per tornaconto personale perché c'e' un business dell'odio. Le lezioni di morale da questi qua non me le faccio fare».
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