2022-10-11
Burioni infetto conferma: i diktat sono inutili
La virostar, che ha appena fatto la quarta dose, è positiva. Ed è costretta a scontrarsi con la realtà in diretta: «Il vaccino non blocca il contagio, protegge soltanto chi se lo fa». Allora perché è ancora obbligatorio per i sanitari e per poter accedere a ospedali e Rsa?Inevitabilmente, al danno pesante si aggiunge l’umiliante beffa. Perché se Roberto Burioni, oltre a pagarlo, lo ascoltassimo fino in fondo, forse potremmo persino cavarne una magra soddisfazione. E invece no: da mesi e mesi e mesi gli viene concesso di pontificare dall’ambito (e costosetto) pulpito di Che tempo che fa, ovviamente senza contraddittorio e soprattutto senza conseguenze nel caso in cui - come avviene troppo spesso - pronunci clamorose castronerie. Per altro, tutto ciò accade in un contesto decisamente particolare, che ormai da un paio d’anni contempla la quasi totale cancellazione delle voci dissenzienti. Se infatti alle intemerate burionesche da Fabio Fazio venissero affiancate - magari in altri programmi di analoga visibilità, se non proprio nello stesso contenitore - altre esposizioni meno ideologizzate e più attinenti alla realtà, sicuramente il dibattito risulterebbe più equilibrato e si potrebbe più facilmente tollerare il debordare dell’ego del castigatore di somari.Manco a dirlo, niente di tutto questo avviene. Per un Burioni che comizia in libertà ci sono fior di medici che sono stati insultati, vilipesi e financo sospesi per aver pronunciato in favore di telecamera frasi leggermente devianti dal discorso dominante. E quelli che non sono stati attaccati o angariati, semplicemente vengono tenuti ben lontani dagli studi tv. Che questa sia la situazione, è fin troppo noto. E ci si augura che il nuovo esecutivo provveda quanto prima a farsi sentire per tentare di raddrizzare le storture della discussione pubblica almeno parzialmente. Intanto però abbiamo il somarologo, e a quanto risulta dobbiamo tenercelo anche in questa stagione catodica. Dunque, per fare di necessità virtù, ci viene spontaneo desiderare che le sue parole vengano ascoltate sempre, e non soltanto quando risultano utili per sostenere la linea oppressiva della Cattedrale sanitaria. Prendiamo, ad esempio, l’ultima, straordinaria, apparizione del nostro. Invece di accomodarsi nel salotto di Rai 3, ospite dell’amico Fazio, egli si è collegato da casa. Motivo? Si è buscato il Covid. Curiosa coincidenza, pochi giorni fa il professore aveva sbandierato sui social la sua impresa: «Mi sono vaccinato con la quarta dose», aveva scritto. «Consiglio a chi può di fare lo stesso, i casi stanno aumentando ed è meglio farsi trovare con una protezione supplementare, garantita da tutti i vaccini disponibili. Meglio un uovo oggi che il Covid domani. La quarta dose funziona».Beh, funzionerà pure, però lui la malattia se l’è presa, guarda un po’. Tanto che da Fazio ha snocciolato alcune considerazioni di notevole interesse. «Il vaccino», ha detto, «non ha più grande efficacia nel proteggere contro l’infezione: fino alla Delta aveva notevole efficacia, quindi green pass e obbligo avevano un senso. Ma io, a casa col Covid, sono l’esempio del fatto che il vaccino non protegge contro l’infezione». Ecco, qui ci sono almeno due questioni che meritano di essere approfondite. La prima è in qualche modo retroattiva e riguarda la (presunta) protezione offerta dal green pass. In realtà, basta controllare i dati per rendersene conto, la «protezione dall’infezione» non c’era mai stata, tant’è che da quando la tessera verde e l’obbligo sono stati introdotti si sono contati milioni di contagi e ricoveri, e persino decessi. Quindi Burioni, forse per non smentire sé stesso, dice una cosa non vera (sai che novità). Più suggestiva è però la seconda parte del suo ragionamento, cioè quella in cui si occupa dell’attuale manifestazione del virus. Inutile soffermarsi troppo sul fatto che Burioni inviti tutti a vaccinarsi con la quarta dose a prescindere: non ci possiamo aspettare nulla di diverso da lui, e non vale nemmeno la pena tentare un dialogo a partire dai dati sugli effetti avversi o da altro. C’è però nel suo discorso qualche passaggio che le istituzioni sanitarie o comunque i partecipanti alla pubblica contesa sul Covid potrebbero e anzi dovrebbero considerare seriamente.Dopo le dichiarazioni da Fazio, il somarologo ha voluto fare alcune precisazioni sui social. «Purtroppo, nonostante le attenzioni, anche io mi sono preso il Covid», ha scritto. «A chi dice che il vaccino non funziona vorrei fare notare che mi sono collegato da casa e non da una stanza di ospedale, dove probabilmente sarei finito senza vaccino». Di nuovo, inutile fargli notare che ci sono anche fior di non vaccinati che hanno preso il virus senza finire ricoverati, forse anche perché - come sostengono autorevoli esperti - la malattia odierna non è più quella di due anni fa. Dunque andiamo diretti sull’altra affermazione burionesca: «Mentre fino alla variante Delta ci vaccinavamo anche per proteggere gli altri», ha scritto il professore, «da Omicron in poi il vaccino protegge soprattutto chi se lo fa. Insomma, è come mettersi il casco, ed è meglio metterselo per il proprio bene».Posto che il vaccino non ha mai avuto nulla di altruistico, il punto toccato dal simpatico Roberto è centrale. Siamo convinti che abbia ragione, tanto che lo mandiamo in video a istruire le masse? Ottimo: egli ha spiegato che il vaccino è, nei fatti, una questione privata, e non serve a evitare i contagi. Ebbene, diteci: per quale motivo, allora, ci sono ancora categorie professionali sottoposte all’obbligo? Perché per accedere ad alcuni servizi essenziali viene richiesta ai cittadini la vaccinazione? Che senso ha? Se siamo tutti d’accordo - Burioni compreso - sul fatto che il siero non ferma l’infezione, perché fino al 31 dicembre insistere con discriminazioni inutili? E, soprattutto, perché proseguire con il martellamento sull’iniezione, visto che si tratta di una scelta individuale priva di ricadute sugli altri? Tanto più che oggi il numero dei guariti è elevato, motivo in più per smetterla con il terrorismo.Per quanto ci riguarda, riteniamo che a Burioni gioverebbe una revisione della propria attività televisiva e pubblicistica. Non ci dimentichiamo le sue uscite violente sui non vaccinati, le offese e le contraddizioni che ha inanellato a ripetizione. Non ci sono sfuggite le dolcezze cioccolatose che si è scambiato con Fazio, il quale se lo tiene come collaboratore a nostre spese. Tuttavia cerchiamo di trarre il meglio dalle attuali condizioni e domandiamo: visto che il somarologo lo paghiamo e lo facciamo parlare, perché lo prendiamo sul serio solo se dice di iniettarsi qualcosa? Perché non riflettiamo profondamente su ciò che ha detto riguardo la protezione dal contagio? Il vaccino non protegge, ha decretato, ergo le restrizioni e gli obblighi sono inutili. E vanno tolti: non fra mesi, adesso. Se quelli del ministero della Salute non si fidano, si facciano pure confortare da Burioni. Qualora non possedessero il suo numero, potrebbero agevolmente chiedere in Rai.
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