2024-10-14
Il «buono» Tusk chiude le frontiere
Il premier polacco, ben visto a Bruxelles, vieta ai migranti di chiedere asilo: «Spinti da Minsk per destabilizzarci». Ma è una scusa che copre la stretta contro il caos sociale.«Dobbiamo riprendere il controllo al 100% su chi arriva qui». Chi avrà mai pronunciato una frase del genere? Forse un pericoloso sovranista? Forse qualche esponente fascistissimo della destra tedesca o austriaca? Oppure un leghista, un seguace di Marine Le Pen o ancora un vassallo di Viktor Orbán? Niente di tutto questo. A scandire queste parole è stato Donald Tusk, primo ministro della Polonia.Non che abbia detto una bestialità, anzi ha perfettamente ragione a rivendicare il controllo dei confini. Solo che Tusk non è il tipico cattivone destrorso che i progressisti europei amano odiare. Al contrario, egli è andato al potere con la totale approvazione delle gerarchie europee. Si è presentato come un europeista di ferro, unica alternativa alla destra cattolica del partito Legge e giustizia che ha domandato a Varsavia per anni. Quando è stato eletto, a Bruxelles fu festa grande, i giornali mainstream - compresi quelli italiani - si profusero in una montagna di complimenti e gioirono come se Tusk fosse una specie di messia giunto a riportare la pace e il benessere in una terra funestata dalle tenebre conservatrici. Tanto era gradito che gli fu pure permesso di effettuare un feroce repulisti nella televisione pubblica, attuato al fine di eliminare tutti i cronisti vicini ai suoi avversari politici (roba che se l’avesse fatta uno di destra tutti avrebbero gridato al ritorno della dittatura).Del resto nulla si poteva dire di male sul caro Donald, se non altro perché la Polonia - anche in virtù di una storica e in parte giustificata russofobia - è sempre stata l’avanguardia del bellicismo europeo nel conflitto ucraino. Insomma, Tusk è uno dei (cosiddetti e auto eletti) buoni. Epperò, guarda caso, l’immigrazione di massa non gli piace e ha trovato una bella scusa per chiudere le frontiere. Sabato ha fatto sapere che la Polonia vieterà temporaneamente ai migranti di richiedere asilo sul suo territorio. Come riporta il Telegraph, Tusk «ha affermato che la sospensione del diritto di richiedere asilo è necessaria perché la Bielorussia, alleata della Russia, incanala i migranti verso il confine polacco come parte di una guerra ibrida per destabilizzare l’Ue. Ma Tusk, che è stato presidente del Consiglio europeo durante i negoziati sulla Brexit, ha anche inquadrato la mossa come parte di sforzi più ampi per inasprire le politiche migratorie della Polonia».Capito? Con la scusa che i migranti vengono utilizzati dalla Bielorussia come una sorta di arma, Donald Tusk chiude le frontiere e rende più severe le politiche migratorie polacche. «Se qualcuno vuole venire in Polonia, deve rispettare gli standard polacchi, i costumi polacchi, deve volersi integrare», ha detto ai giornalisti. Non solo: ha spiegato che la Germania, che nel corso degli anni, ha accolto parecchi migranti e ne ha ricavato «esperienze negative». Sentite che discorso: «Se ci sono troppe persone di altre culture, allora la cultura nativa si sente minacciata».Niente male. Il leader di Piattaforma civica, europeista d’acciaio gradito ai capoccioni di Bruxelles e presentato come l’ultimo bagliore di luce prima della notte destrorsa, adesso parla come il capo di un movimento identitario, discetta di scontro di civiltà, parla di culture che entrano in conflitto e spiega che bisogna controllare gli ingressi degli stranieri per evitare problemi sociali derivati dalla difficile convivenza. Però maschera le restrizioni come una misura di contrasto alla guerra ibrida condotta dalla Russia con la complicità di Minsk.La gabola russa serve al presidente polacco per un motivo: Tusk ha bisogno dell’autorizzazione di Bruxelles onde evitare che le restrizioni gli vengano demolite da qualche tribunale internazionale. «Chiederò questo, chiederò il riconoscimento in Europa per la mia decisione», ha detto Tusk. «Questo perché sappiamo molto bene come viene utilizzato il diritto d’asilo dal presidente bielorusso Alexander Lukashenko, dal presidente russo Vladimir Putin... dai trafficanti di esseri umani... Il diritto di asilo viene utilizzato esattamente contro l’essenza del diritto di asilo».Splendida trovata, da cui forse dovrebbero prendere esempio anche i nostri politici. Si possono chiudere le frontiere e poi, se qualcuno protesta, è sufficiente dire che «ha stato Putin» e tutto si risolve.
«Haunted Hotel» (Netflix)
Dal creatore di Rick & Morty arriva su Netflix Haunted Hotel, disponibile dal 19 settembre. La serie racconta le vicende della famiglia Freeling tra legami familiari, fantasmi e mostri, unendo commedia e horror in un’animazione pensata per adulti.