L’Unione partorisce il nuovo regolamento sugli stoccaggi: obbligo di riempimento all’80% (che ci vede virtuosi, a differenza dei tedeschi) e aiuto a chi non può immagazzinare (che ci obbligherà a cedere 900 milioni di metri cubi a Grecia e Slovenia).
L’Unione partorisce il nuovo regolamento sugli stoccaggi: obbligo di riempimento all’80% (che ci vede virtuosi, a differenza dei tedeschi) e aiuto a chi non può immagazzinare (che ci obbligherà a cedere 900 milioni di metri cubi a Grecia e Slovenia).La fucina di norme situata a Bruxelles fa i doppi turni e non smette di produrre mostri degni di un libro di H.P. Lovecraft. Il Consiglio dell’Ue e l’Europarlamento hanno raggiunto ieri un accordo per un regolamento comune sugli stoccaggi di gas. Il regolamento sancisce alcuni obblighi relativi al riempimento minimo, alla cosiddetta «solidarietà» e alla certificazione dei soggetti che operano nel settore.Il regolamento è stato proposto dalla Commissione europea il 23 marzo scorso. Ieri, completando il trilogo, Consiglio e Parlamento hanno trovato un compromesso su un testo che ora sarà sottoposto alla approvazione del Comitato dei rappresentanti permanenti in seno al Consiglio. Il regolamento sarà poi adottato in prima lettura dal Parlamento europeo e infine dal Consiglio.Il regolamento fissa nell’80% il riempimento minimo degli stoccaggi di gas per questo anno termico (aprile 2022-marzo 2023), e nel 90% a partire dall’anno prossimo, secondo una certa traiettoria mensile. L’obbligo di riempimento non è una novità per l’Italia. Già il decreto-legge 1 marzo 2022, n. 17, ha fissato nel 90% il quantitativo minimo di riempimento per gli stoccaggi italiani. Molto prima, oltre 20 anni fa, il d.lgs n.164/2000, all’art. 12 comma 11-ter aveva già stabilito che una quota di stoccaggio dovesse obbligatoriamente essere riservata alla riserva strategica, pari a un certo volume calcolato di anno in anno a cura del Mite. Per il corrente anno termico, il quantitativo di gas in stoccaggio strategico è stato fissato, con comunicato del Mite il 10 gennaio scorso, in 4,62 miliardi di metri cubi. Il decreto legislativo n. 164/2000 fissa altresì alcuni parametri relativi all’esercizio del servizio di stoccaggio, come l’obbligo di contrarre, tali da renderlo prudente e controllato.Il regolamento europeo arriva con molto ritardo rispetto alla legislazione vigente in Italia, più avanzata. Non si può dire lo stesso della Germania, anzi questa stretta sugli stoccaggi arriva proprio perché la Germania si è comportata in maniera imprudente, penalizzando tutta l’Europa. Circa 10 miliardi di metri cubi di stoccaggio in Germania erano infatti in concessione ad Astora, una società del gruppo Gazprom. Nel corso dell’estate 2021 Astora non ha provveduto al nuovo riempimento in vista dell’inverno, ritenendo di non farlo e non avendo obbligo di contrarre con altri eventualmente intenzionati, perché la legge tedesca non lo prevede. All’inizio dell’inverno 21-22 in Germania mancavano quindi non meno di 7 miliardi di metri cubi dagli stoccaggi Astora. Questa è stata certamente una delle concause dell’innalzamento vertiginoso dei prezzi del gas nel mese di dicembre 2021. In seguito all’invasione dell’Ucraina, la Germania ha nazionalizzato gli asset di Astora, e ora il riempimento di questi stoccaggi è stato affidato a compagnie nazionali. Ma il ritardo accumulato è grave.In merito alla solidarietà, poiché non tutti gli Stati membri dispongono di strutture di stoccaggio sul proprio territorio, secondo il nuovo regolamento a questi dovrà essere consentito, tramite un accordo, di avere accesso alle riserve stoccate in altri Stati membri fisicamente connessi. Gli Stati senza impianti di stoccaggio utilizzeranno una capacità pari al 15% del loro consumo annuo di gas negli ultimi cinque anni, sostenendone il costo.Se guardiamo all’Italia, gli Stati membri connessi fisicamente che non hanno impianti di stoccaggio sono la Slovenia e la Grecia, i quali hanno consumi annui di circa 1 e 5 miliardi di metri cubi rispettivamente. Applicando il parametro del 15% del consumo come indicato nel regolamento, risulta che circa 900 milioni di metri cubi di gas negli stoccaggi italiani dovrebbero essere riservati a Slovenia e Grecia. Si tratta di poco più del 5% degli stoccaggi totali italiani. Gli accordi tra Stati dovranno stabilire anche la remunerazione del servizio di stoccaggio prestato e il costo del gas eventualmente fornito.Ad oggi l’Italia ha riempito i propri stoccaggi commerciali per soli 3,2 miliardi di metri cubi, pari a circa il 25% del volume disponibile, in ampio ritardo rispetto agli anni precedenti, come abbiamo già evidenziato nelle scorse settimane. Se consideriamo anche la riserva strategica, il riempimento è pari a 7,7 miliardi di metri cubi, cioè poco più del 45% dello spazio disponibile. In altre parole, dobbiamo correre.Consiglio e Parlamento hanno infine introdotto una certificazione obbligatoria per tutti i gestori dei sistemi di stoccaggio, onde evitare rischi di influenze esterne sulle infrastrutture di stoccaggio critiche, nell’ottica di mantenere la sicurezza degli approvvigionamenti energetici. Evidentemente il caso Astora ha lasciato il segno. Gli operatori non certificati dovranno rinunciare alla proprietà o al controllo degli impianti di stoccaggio, mentre gli operatori certificati non potranno chiudere gli stoccaggi senza autorizzazione dello stato.Nulla di nuovo, quindi, nel modus operandi dell’Unione. Se per una volta ci troviamo meglio piazzati di altri, ecco che arriva Bruxelles e ci sottrae una parte degli stoccaggi. Per non parlare dell’ipocrisia per cui, all’improvviso, per evitare «influenze esterne» diventano importanti le frontiere e diventa importante sapere chi facciamo entrare entro i nostri confini.
Franz Botrè (nel riquadro) e Francesco Florio
Il direttore di «Arbiter» Franz Botrè: «Il trofeo “Su misura” celebra la maestria artigiana e la bellezza del “fatto bene”. Il tema di quest’anno, Winter elegance, grazie alla partnership di Loro Piana porterà lo stile alle Olimpiadi».
C’è un’Italia che continua a credere nella bellezza del tempo speso bene, nel valore dei gesti sapienti e nella perfezione di un punto cucito a mano. È l’Italia della sartoria, un’eccellenza che Arbiter celebra da sempre come forma d’arte, cultura e stile di vita. In questo spirito nasce il «Su misura - Trofeo Arbiter», il premio ideato da Franz Botrè, direttore della storica rivista, giunto alla quinta edizione, vinta quest’anno da Francesco Florio della Sartoria Florio di Parigi mentre Hanna Bond, dell’atelier Norton & Sons di Londra, si è aggiudicata lo Spillo d’Oro, assegnato dagli studenti del Master in fashion & luxury management dell’università Bocconi. Un appuntamento, quello del trofeo, che riunisce i migliori maestri sarti italiani e internazionali, protagonisti di una competizione che è prima di tutto un omaggio al mestiere, alla passione e alla capacità di trasformare il tessuto in emozione. Il tema scelto per questa edizione, «Winter elegance», richiama l’eleganza invernale e rende tributo ai prossimi Giochi olimpici di Milano-Cortina 2026, unendo sport, stile e territorio in un’unica narrazione di eccellenza. A firmare la partnership, un nome che è sinonimo di qualità assoluta: Loro Piana, simbolo di lusso discreto e artigianalità senza tempo. Con Franz Botrè abbiamo parlato delle origini del premio, del significato profondo della sartoria su misura e di come, in un mondo dominato dalla velocità, l’abito del sarto resti l’emblema di un’eleganza autentica e duratura.
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A rischiare di cadere nella trappola dei «nuovi» vizi anche i bambini di dieci anni.
Dopo quattro anni dalla precedente edizione, che si era tenuta in forma ridotta a causa della pandemia Covid, si è svolta a Roma la VII Conferenza nazionale sulle dipendenze, che ha visto la numerosa partecipazione dei soggetti, pubblici e privati del terzo settore, che operano nel campo non solo delle tossicodipendenze da stupefacenti, ma anche nel campo di quelle che potremmo definire le «nuove dipendenze»: da condotte e comportamenti, legate all’abuso di internet, con giochi online (gaming), gioco d’azzardo patologico (gambling), che richiedono un’attenzione speciale per i comportamenti a rischio dei giovani e giovanissimi (10/13 anni!). In ordine alla tossicodipendenza, il messaggio unanime degli operatori sul campo è stato molto chiaro e forte: non esistono droghe leggere!
Messi in campo dell’esecutivo 165 milioni nella lotta agli stupefacenti. Meloni: «È una sfida prioritaria e un lavoro di squadra». Tra le misure varate, pure la possibilità di destinare l’8 per mille alle attività di prevenzione e recupero dei tossicodipendenti.
Il governo raddoppia sforzi e risorse nella lotta contro le dipendenze. «Dal 2024 al 2025 l’investimento economico è raddoppiato, toccando quota 165 milioni di euro» ha spiegato il premier Giorgia Meloni in occasione dell’apertura dei lavori del VII Conferenza nazionale sulle dipendenze organizzata dal Dipartimento delle politiche contro la droga e le altre dipendenze. Alla presenza del presidente della Repubblica Sergio Mattarella, a cui Meloni ha rivolto i suoi sentiti ringraziamenti, il premier ha spiegato che quella contro le dipendenze è una sfida che lo Stato italiano considera prioritaria». Lo dimostra il fatto che «in questi tre anni non ci siamo limitati a stanziare più risorse, ci siamo preoccupati di costruire un nuovo metodo di lavoro fondato sul confronto e sulla condivisione delle responsabilità. Lo abbiamo fatto perché siamo consapevoli che il lavoro riesce solo se è di squadra».
Antonio Scoppetta (Ansa)
- Nell’inchiesta spunta Alberto Marchesi, dal passato turbolento e gran frequentatore di sale da gioco con toghe e carabinieri
- Ora i loro legali meditano di denunciare la Procura per possibile falso ideologico.
Lo speciale contiene due articoli
92 giorni di cella insieme con Cleo Stefanescu, nipote di uno dei personaggi tornati di moda intorno all’omicidio di Garlasco: Flavius Savu, il rumeno che avrebbe ricattato il vicerettore del santuario della Bozzola accusato di molestie.
Marchesi ha vissuto in bilico tra l’abisso e la resurrezione, tra campi agricoli e casinò, dove, tra un processo e l’altro, si recava con magistrati e carabinieri. Sostiene di essere in cura per ludopatia dal 1987, ma resta un gran frequentatore di case da gioco, a partire da quella di Campione d’Italia, dove l’ex procuratore aggiunto di Pavia Mario Venditti è stato presidente fino a settembre.
Dopo i problemi con la droga si è reinventato agricoltore, ha creato un’azienda ed è diventato presidente del Consorzio forestale di Pavia, un mondo su cui vegliano i carabinieri della Forestale, quelli da cui provenivano alcuni dei militari finiti sotto inchiesta per svariati reati, come il maresciallo Antonio Scoppetta (Marchesi lo conosce da almeno vent’anni).





