2025-03-04
Bruxelles fa dietrofront sulle multe ma il motore dell’auto resta ingolfato
Responsive (Async)
Responsive
Fixed
AMP
WordPress
Ursula Von der Leyen, che domani presenterà il piano per il settore, dà tre anni ai produttori per mettersi in regola con i limiti CO2 ed evitare sanzioni. Lega e Fdi: primo passo ma non basta. Mercato giù del 6,2% pure a febbraio.A Bruxelles ci si comincia a rendere conto che o si cambia o il declino economico è inevitabile. Certo ancora non è l’abiura di una politica ambientalista tanto ideologica quanto miope ma sono piccoli aggiustamenti di rotta per arginare i danni a un settore che vive la più grande crisi della sua storia. Il tema è quello delle multe per le case produttrici che non rispettano i nuovi tetti sulle emissioni di CO2, in vigore dal primo gennaio scorso, a causa del netto calo della domanda di auto elettriche. La presidente della Commissione Europea, Ursula von der Leyen, parlando ai giornalisti a Bruxelles al termine di una riunione del dialogo strategico con il settore automotive, ha annunciato che intende proporre un emendamento mirato al regolamento delle emissioni in modo che le aziende automobilistiche «abbiano tre anni di tempo invece di uno per adeguarsi agli standard di conformità», ed evitare le sanzioni. Questo non vuol dire che saranno messe in discussione le scadenze della transizione ecologica. Anzi la presidente per evitare qualsiasi illusione in tal senso, ha puntualizzato che «gli obiettivi rimangono gli stessi e ad essi dobbiamo attenerci», ma bisogna anche «ascoltare le voci che chiedono più pragmatismo in questi tempi difficili e neutralità tecnologica. Le aziende avranno più spazi di manovra». Quindi una sterzata di buon senso intensamente sollecitata più volte, da tutte le associazioni delle case automobilistiche europee. Le dichiarazioni sono solo un’anticipazione del Piano di azione per l’automotive che verrà rivelato nel dettaglio domani. La presidente ha annunciato tempi stretti dicendosi convinta che «un emendamento così mirato alla normativa in vigore sulle emissioni potrebbe essere concordato rapidamente dal Parlamento europeo e dal Consiglio Ue». Infine ha ribadito che saranno «accelerati i lavori sulla revisione, prevista entro la fine di quest’anno, riguardo al 2035 verso l’obiettivo dell’immissione sul mercato solo di veicoli nuovi a zero emissioni, con la piena neutralità tecnologica come principio fondamentale».Le imprese ora possono tirare un sospiro di sollievo anche se la rotta contro le auto endotermiche è confermata in pieno. È un aggiustamento di percorso che l’Italia chiedeva da tempo e sul quale il ministro del Made in Italy, Adolfo Urso, si è speso in prima persona creando un fronte di consensi con altri Paesi. «Salvata l’industria di settore, Bruxelles ci dà ragione» è stata la reazione a caldo di Urso che ha sottolineato come così «è stata eliminata la tagliola delle multe che avrebbe determinato il collasso del settore. Ora avanti con la piena neutralità tecnologica, l’autonomia strategica nella produzione di batterie e un piano incentivi europeo».Parole di soddisfazione dalla Lega. «L’Europa ancora una volta si accorge dopo anni che aveva ragione la Lega, che con i suoi alleati ha sempre criticato le follie green di questa Commissione», ha commentato Paolo Borchia, capo delegazione della Lega al Parlamento europeo.Il capo delegazione di FdI, Carlo Fidanza, insiste sulla «neutralità tecnologica che deve essere pienamente ristabilito, non solo per gli e-fuels ma per tutte le tecnologie a partire dai biocarburanti».Intanto il termometro del mercato continua a segnare rosso. A febbraio le immatricolazioni si sono fermate a 137.922 unità, in calo del 6,3% rispetto alle 147.170 di febbraio 2024, pari a circa 9.300 vetture in meno. Il bilancio dei primi due mesi è sconfortante. Con 271.638 immatricolazioni, il mercato segna una flessione del 6,1% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Rispetto al 2019, il calo è del 21%. Le elettriche ora hanno una quota di mercato del 5%, un miglioramento rispetto al 3,4% dello stesso mese del 2024, quando il settore era in attesa degli incentivi governativi. Tuttavia è una percentuale invariata rispetto a gennaio scorso e suggerisce una stabilizzazione della domanda. Le ibride plug-in (PHEV) sono passate dal +3,6% di gennaio 2025 e dal +3,2% di febbraio 2024 al +4,5% nel mese scorso. Le vetture elettrificate hanno una quota di mercato del 9,5%.Il presidente dell’Unrae, Michele Crisci si aspettava di più da Bruxelles: «La Commissione non parla più di incentivi europei alla domanda». Con questo scenario risulta paradossale l’obbligo dell’elettrificazione delle flotte aziendali. Il vicepremier e ministro Matteo Salvini, insieme ai colleghi della Repubblica Ceca, della Slovacchia e della Bulgaria ha firmato una lettera ufficiale per chiedere alla Commissione Ue di non introdurre «quote» obbligatorie di auto elettriche nelle flotte aziendali. Nel riconoscere l’opportunità di individuare incentivi per stimolare l’acquisto di auto a emissioni zero da parte delle imprese, i quattro ministri hanno stigmatizzato il ricorso a «mandati obbligatori» che rischiano di produrre effetti negativi specie per la filiera della logistica, con una ricaduta sul consumatore finale. L’auspicio è che anche su questo dossier la Commissione riveda l’approccio ideologico del «tutto-elettrico» per dare piena attuazione al principio della neutralità tecnologica dando spazio anche ai veicoli alimentati con carburanti alternativi.