2023-02-26
Bruxelles ci ha sgridato per 83 volte. Mattarella protesta solo sui balneari
Sergio Mattarella (Imagoeconomica)
Il capo dello Stato punta i piedi per la misura sull’affitto dei lidi nel Milleproroghe. La sinistra si spertica in lodi al custode della Costituzione. Peccato che la Carta affidi la sovranità all’Aula e non al Colle né alla Ue.Sapete quante sono le procedure di infrazione a carico del nostro Paese per violazione del diritto dell’Unione europea? Quelle in corso sono 59, a cui però se ne devono aggiungere altre 24 per il mancato recepimento delle direttive emanate da Bruxelles. In totale, fanno 83 pratiche aperte per non aver rispettato le norme Ue. Peggio riescono a fare solo la Spagna e la Grecia, mentre noi ce la giochiamo con il Belgio, la Polonia e la Bulgaria, vale a dire non proprio con campioni da prendere a esempio quanto a correttezza delle regole. Ma in che cosa consistono le violazioni del diritto dell’Unione da parte dell’Italia? Ho sfogliato l’elenco delle procedure e ho trovato di tutto, dalla mancata tutela degli interessi dei consumatori all’assenza di coordinamento dei sistemi di sicurezza sociale, dai ritardati pagamenti delle spese di giustizia alla cattiva applicazione delle decisioni relative alla qualità dell’ambiente e dell’aria, per finire con l’assenza di misure utili per contrastare la diffusione di contenuti terroristici online.Tuttavia, al Quirinale non sono allarmati per queste violazioni del diritto comunitario, anche se quasi tutte sono state contestate nel periodo in cui al Colle c’era Sergio Mattarella. No, la sola cosa che toglie il sonno al presidente della Repubblica fino a quasi minacciare di non controfirmare il decreto del governo sono i balneari, a cui l’esecutivo guidato da Giorgia Meloni non ha tolto l’affitto delle spiagge, rinviando la gara per l’assegnazione delle concessioni. La faccenda degli incubi notturni del capo dello Stato è finita sulla prima pagina di quasi tutti i giornali, mandando in solluchero gli editorialisti di sinistra, i quali si sono affrettati a parlare di schiaffo del Quirinale contro «una destra senza più freni».I corazzieri in servizio permanente hanno sguainato le penne per scrivere che in questo modo Mattarella ha difeso la Costituzione. «Il capo dello Stato avrebbe avuto eccellenti giustificazioni per bocciare il Milleproroghe» ha sostenuto ieri La Stampa, che si è spinta fino a parlare di scempio legislativo del decreto di governo per il rinvio di un anno delle gare delle spiagge. «Così si calpestano le direttive europee da cui dipendono i miliardi del Pnrr» è il lamento. Non solo: «Nel Milleproroghe si trova di tutto, anche quello che non avrebbe dovuto esserci: dalle normative sui dipendenti pubblici alle misure organizzative della pubblica amministrazione con oneri posti a carico dello Stato, con rifinanziamenti di leggi scadute e, al posto di legittimi rinvii, discipline introdotte di sana pianta» e, udite udite, «ex novo, con lo strumento sbagliato». Ora, può essere che i corazzieri del Colle abbiano la lingua lunga, ma di certo hanno la memoria corta. Infatti, il Milleproroghe esiste da oltre due decenni e ogni governo ci mette di tutto, «anche quello che non dovrebbe esserci». Leggo dal sito di fact checking Open polis: «Con il termine Milleproroghe si fa riferimento a un decreto legge che il governo emana solitamente una volta l’anno. Il contenuto di tale norma prevede appunto la proroga di scadenze o il rinvio dell’entrata in vigore di alcune disposizioni». Il Milleproroghe è un decreto omnibus, che interviene in settori anche molto diversi, il cui unico elemento comune è la necessità di rinviare le scadenze. Esattamente ciò che è stato fatto a proposito dei balneari. Peraltro, il decreto che oggi suscita tanto scandalo sulla stampa di sinistra è stato oggetto anche di una sentenza della Corte costituzionale che, più di dieci anni fa, stabilì che la misura «deve obbedire alla ratio unitaria di intervenire con urgenza sulla scadenza di termini il cui decorso sarebbe dannoso per interessi ritenuti rilevanti dal governo e dal parlamento». Non è forse questo il caso in oggetto? Per evitare un provvedimento - a prescindere da ciò che si pensi della gara d’appalto delle spiagge - il governo ha usato il suo legittimo potere per rinviare tutto di un anno. E dove sta lo scandalo? Semmai c’è da discutere sul cosiddetto diritto dell’Unione, che si può disattendere se non piace al Colle e ai suoi corifei, ma non si può in alcun modo violare qualora i cappellani della Repubblica non siano d’accordo. In questo Paese, oltre alle procedure d’infrazione europee, abbiamo migliaia di sentenze della Cedu (Corte europea dei diritti dell’uomo) di Strasburgo che ci condannano per processi ritenuti troppo lunghi o per il mancato rispetto di alcune regole fondamentali, riguardanti l’affollamento delle carceri e la libertà di stampa. Però di tutto ciò i paladini che si battono contro il Milleproroghe se ne infischiano, perché le censure che obbligano il governo a risarcire le vittime non riguardano il governo Meloni. La Costituzione (che Mattarella dovrebbe difendere) dice che il popolo è sovrano e la sovranità la esercita attraverso il Parlamento. Dunque, sono le Camere a dover decidere se prorogare le concessioni ai balneari, così come sono sempre deputati e senatori a stabilire quali siano le misure utili per il Paese. Gli italiani hanno scelto di farsi guidare da una maggioranza, ma non hanno scelto né di essere guidati da Mattarella né di avere come premier Ursula von der Leyen. Corazzieri e portinai se ne facciano una ragione.Ps. A proposito di diritto comunitario, nelle pagine successive parliamo di una nuova direttiva che consentirebbe a Bruxelles di censurare i social network a sua discrezione per ragioni supreme. In pratica, se dovesse ritenere che sui vaccini non si debba discutere o che le ragioni di una guerra non possano essere dibattute, l’autorità europea potrebbe semplicemente «spegnere» i social, come avviene in Turchia o in Iran. Forse è di questo che gli indignati speciali dovrebbero parlare, altro che balneari. Vi dice niente l’articolo 21 della Costituzione?
Jose Mourinho (Getty Images)