2025-11-15
Starmer sta con i ricchi: niente patrimoniale
Il governo laburista britannico, molto ammirato dai progressisti nostrani, fa retromarcia sulla supertassa ai milionari per paura di una fuga di capitali. Sale così il debito che fa innervosire i mercati: Borse ko anche per i dubbi su un taglio di tassi della Fed.Settimana negativa per i mercati globali, colpiti da un mix di tensioni macro, dubbi sulle mosse delle banche centrali e segnali di rallentamento dalla Cina. I listini europei hanno chiuso in rosso, mentre Piazza Affari si è distinta in negativo. A pesare: vendite diffuse su bancari e titoli ciclici, con pochi nomi capaci di resistere.Le incertezze su un possibile taglio dei tassi da parte della Fed a dicembre, dopo due riduzioni nel 2025, hanno raffreddato l’entusiasmo degli investitori. Alcuni membri del Fomc, tra cui Neel Kashkari, hanno mostrato scetticismo sul proseguimento della fase accomodante, rimarcando un’inflazione ancora lontana dal target. La probabilità implicita di un taglio si è ridotta sotto il 50%. Allo stesso tempo, prende corpo l’idea che la corsa dei titoli legati all’Intelligenza artificiale stia gonfiando una nuova bolla. Anche i dati macro cinesi hanno deluso: a ottobre, produzione industriale (+4,9%) e vendite al dettaglio (+2,9%) sono cresciute meno del previsto, mentre gli investimenti fissi sono scesi dell’1,7%.Piazza Affari ha chiuso la seduta del 14 novembre in calo dell’1,7%, a 43.994 punti, segnando la peggiore performance in Europa. A pesare sono stati soprattutto i bancari: Unicredit ha perso il 4,45%, Bper il 3,81%, Banco Bpm il 3,27%, Intesa il 3,09%. Unica eccezione Mediobanca (+0,56%). Le prese di profitto hanno colpito un settore reduce da un lungo rally, penalizzato anche dalle incertezze sui tassi. Tra gli industriali, Stellantis ha ceduto circa il 3%, Leonardo l’1,9%, Saipem l’1,8%, Prysmian l’1,2%, Ferrari l’1%, Stm il 2%. Brembo ha perso oltre il 2%. Male anche i consumer: Diasorin -2%, Campari -1,7%, Moncler -1,9%, Hera -1,2%, Poste -0,2%. Italgas ha ceduto lo 0,2%. Si sono difese meglio le utility. Enel, dopo una trimestrale solida, ha chiuso poco mossa. Snam ha guadagnato lo 0,67%, Terna è salita dell’1,03% spinta da risultati e obiettivi per il futuro migliorati. In rialzo anche Azimut (+3,5%) dopo le recenti tensioni regolamentari. Bene Recordati (+1,34%) e Telecom Italia (+0,65%).Fuori dal Ftse Mib, spiccano i rialzi di PharmaNutra (+3,1%), Cembre (+2,9%) e GVS (+2,6%), grazie a trimestrali solide. Sul versante opposto, cadute pesanti per Rai Way (-7,8%), WIIT (-5,7%) e Reply (-5,6%), penalizzate da risultati sotto le attese. Erg ha perso il 3,5%. Le altre Borse europee hanno seguito Milano, seppure con ribassi meno ampi. Il Dax ha chiuso a -0,7% (23.877 punti), il Cac 40 a -0,76%, il Ftse 100 britannico a -1,11% (9.698 punti). A Londra, pesa la retromarcia fiscale del governo di Keir Starmer (insieme alla ministra delle Finanze, Rachel Reeves), che ha rinunciato all’aumento dell’imposizione sul reddito, alimentando dubbi sulla tenuta dei conti. Fitch ha avvertito che il rispetto delle regole fiscali sarà cruciale per mantenere il rating.Negli Stati Uniti, dopo un’apertura debole, i listini hanno recuperato: nella serata europea di ieri il Nasdaq era in salita a +0,8%, l’S&P 500 invariato e il Dow Jones -0,2%. Il mercato resta diviso tra chi sconta un rallentamento dell’economia e chi teme tassi troppo alti per troppo tempo. In Asia, giornata ugualmente molto negativa: Tokyo -1,76%, Kospi -3,8%, Hang Seng -1,8%, Shanghai -1%, Shenzhen -1,3%. Il sentiment resta fragile e reattivo ai dati macro e alle dichiarazioni delle banche centrali. Sul mercato delle materie prime, l’oro ha perso l’1,5% a 4.108 dollari/oncia. Il petrolio è salito di oltre il 2% grazie a tensioni geopolitiche. Sul fronte obbligazionario, lo spread Btp-Bund è sceso a 82 punti base, con il rendimento del decennale italiano al 3,45%, segno di fiducia sui conti pubblici.La volatilità resta insomma elevata. Gli operatori attendono segnali più chiari da parte della Fed e nuovi dati su inflazione e lavoro per ricalibrare le attese. Piazza Affari paga la sua esposizione ai titoli più sensibili al ciclo, mentre gli investitori si rifugiano in settori difensivi. In assenza di svolte macro, l’ultimo trimestre dell’anno si preannuncia all’insegna della cautela, con volumi più selettivi e una maggiore attenzione alla qualità dei bilanci. In questo contesto gli strategist ricordano che le prossime settimane saranno decisive per capire se la correzione resterà un fisiologico aggiustamento delle valutazioni o l’avvio di una fase più strutturale di risk-off. Molto farà la traiettoria dei rendimenti governativi e la capacità di Cina ed Eurozona di evitare un ulteriore rallentamento: solo segnali convincenti su crescita e prezzi potranno riportare fiducia stabile sui listini.