2020-06-28
Bologna trema: si teme il focolaio anche nel centro d’accoglienza
Nella struttura del corriere Bartolini 107 positivi. Due vengono dal vicino Cas, dove in 16 sono stati isolati. Le autorità erano state avvertite della pericolosità del luogo, che ospita 200 immigrati a stretto contatto.Uno dei nuovi focolai emiliani è il centro del corriere Bartolini (oggi Brt) nella zona industriale delle Roveri, alle porte di Bologna: i positivi sono 107 (79 sono dipendenti e 28 familiari o conoscenti), e 12 di loro hanno anche già presentato sintomi da coronavirus. Le condizioni di altri due hanno richiesto un ricovero in ospedale. I pazienti zero non sono ancora stati individuati. Ma una cosa è certa, due dei contagiati, ospiti del Centro di accoglienza per immigrati di via Mattei, il Cas da 200 posti, in cui i richiedenti asilo vivono ammassati, che ieri si è trasformato nel secondo potenziale focolaio, lavoravano nel magazzino di Brt. Ben 16 ospiti della struttura che hanno avuto contatti con i contagiati sono stati isolati e sottoposti a tampone. E da domani i controlli sanitari anti Covid verranno estesi a tutti e 200 gli stranieri ospitati dalla più grande struttura di accoglienza di Bologna. Molti immigrati lavorano saltuariamente nel settore della logistica e del facchinaggio. Lì pescano diverse aziende alla ricerca di manodopera a bassissimo costo. Molti lavorano uno accanto all'altro, notte e giorno, all'Interporto, dove in alcuni magazzini il lavoro, da quando è scoppiata l'emergenza per il coronavirus, è raddoppiato. La situazione potrebbe quindi essere esplosiva. E non è detto che i due lavoratori risultati positivi nelle settimane scorse non abbiano lavorato per altre aziende.I due ospiti positivi sono stati trasferiti in un hotel individuato dalla Regione per la quarantena dei pazienti Covid, mentre gli operatori della struttura al momento sono risultati negativi. L'Asl sta valutando la chiusura del centro, che potrebbe trasformarsi in una zona rossa.Anche se, al momento, le autorità sembrano stare alla finestra: «Faremo una valutazione del focolaio, se ci sono evidenze epidemiologiche e condizioni specifiche, potrebbe essere una strada da percorrere quella di proporre la sospensione», afferma il capo del Dipartimento regionale della Salute pubblica Paolo Pandolfi. E promette: «Se avremo la prova che i casi si sono estesi dal magazzino agli altri uffici dell'azienda interverremo». Ma potrebbe anche essere accaduto il contrario: ovvero che dal centro immigrati il Covid sia passato al magazzino Brt. Questo, almeno, le autorità sanitarie al momento non riescono a stabilirlo.Il governatore Stefano Bonaccini ha cercato di intestarsi l'intervento: «Grazie ai test sierologici siamo stati noi a scoprire il focolaio». Ma i sindacati sono stati netti: «Chiudiamo il sito, i lavoratori sono terrorizzati», sostiene Maurizio Lago della Uil. La stessa richiesta è arrivata da Cgil e Cobas. Il responsabile commerciale di Brt, Marco Zanazzi, è pronto a tutto: «Seguiremo le indicazioni dell'Asl». Ma a preoccupare davvero è il centro d'accoglienza: il Coordinamento migranti e una rete di associazioni, tra le quali Avvocato di strada e Asgi (Studi giuridici sull'immigrazione), già durante il lockdown erano state facili cassandre: avevano denunciato l'inadeguatezza della struttura, con bagni in comune e camerate che non permettevano il distanziamento. Prefettura, Regione e Comuni, ai quali si erano rivolte le associazioni, hanno fatto orecchie da mercante.Il Cas, d'altra parte, ospita più di 200 immigrati, suddivisi in camere da cinque o dieci posti letto. Alcune, senza finestre, hanno anche i letti a castello. E, comunque, anche nelle stanze più spaziose il distanziamento è difficile. Alcuni dormono addirittura in container di metallo impossibili da arieggiare. L'Asgi ha anche presentato un esposto in Tribunale, chiedendo, senza esito, l'immediato trasferimento degli immigrati. Pende un ricorso in appello con udienza fissata a Luglio. «Il centro di via Mattei rischia di diventare un nuovo focolaio di contagio. Tutti gli ospiti devono essere messi in quarantena obbligatoria e poi la struttura va dismessa, come diciamo da sempre», tuona la senatrice della Lega Lucia Borgonzoni, già rivale di Bonaccini nella corsa alla presidenza della Regione. «Non possiamo», aggiunge la leghista, «permetterci che si allarghino le aree di contagio, leggiamo che vogliono chiudere la Bartolini, come richiesto da parte del mondo sindacale e non solo. Non si sottovaluti la situazione all'hub di via Mattei». E infine Borgonzoni rintuzza Bonaccini: «La Regione si vanta di aver scoperto il focolaio, ora si adoperi anche per spegnerlo al meglio e non perda tempo».