2023-11-05
Bocciato il ricorso per salvare Indi. Il suo destino è nelle mani della Cedu
Nel riquadro la piccola Indi Gregory (iStock)
Per i giudici inglesi è inammissibile l’appello per trasferire la piccola al Bambino Gesù. Lunedì i genitori andranno alla Corte europea dei diritti dell’uomo. Nel pomeriggio è previsto il distacco del respiratore.Brutte notizie dal Regno Unito. Ieri la Corte d’appello di Londra, nelle persone dei giudici Eleanor King e Peter Jackson, ha dichiarato inammissibile l’appello che gli avvocati dei genitori di Indi Gregory - la bimba britannica di otto mesi affetta da una malattia del Dna mitocondriale i cui medici, nel suo «best interest», intendono togliere il respiratore che la tiene in vita - avevano depositato per chiedere il trasferimento in Italia della piccola.Nel verdetto i due giudici hanno affermato, «dopo aver letto tutte le prove e le argomentazioni», che l’appello «non avrebbe alcuna possibilità di successo», motivo per cui è stato dichiarato inammissibile. È così naufragato lo scenario dell’arrivo della piccola nel nostro Paese; uno scenario che si era aperto esattamente una settimana fa quando, sulla vicenda, era intervenuto un fattore nuovo e che pareva davvero in grado di cambiare il corso giudiziario della vicenda che dal 13 ottobre in poi - quando l’Alta corte inglese aveva dato il suo ok al distacco del respiratore alla bambina - era stato tristemente lineare: la disponibilità ad accogliere la bambina da parte dell’Italia.Più precisamente, era stato il presidente dell’ospedale Bambino Gesù di Roma, Tiziano Onesti, a rivolgersi così a Claire Staniforth e Dean Gregory, i genitori di Indi: «Scriviamo per confermare che siamo pronti ad accogliere e curare vostra figlia Indi Gregory». Con questa nuova opzione in mano, mai esplorata nei verdetti precedenti, il padre e la madre della bimba hanno subito tentato di farla volare in Italia. Solo che prima il giudice Robert Peel dell’Alta corte. giovedì, poi ieri la Corte d’appello, non ne hanno voluto sapere di dare il loro placet al trasferimento. In realtà, Peel aveva accettato di ascoltare in un’udienza durata quasi due ore gli avvocati dei Gregory, salvo poi confermare il suo verdetto iniziale («Sono inorridito», il commento di Dean Gregory) mentre, invece, ieri la Corte d’appello neppure ha considerato ammissibile il ricorso, come peraltro aveva già fatto scorso ottobre, quando aveva rigettato un’altra istanza dei genitori di Indi Gregory.Tutto ciò però non rende evidentemente meno amaro l’ultimo verdetto che, tuttavia, non segna una resa da parte dei genitori della bambina, già al lavoro in queste ore per giocarsi un’altra carta, forse l’ultima possibile: quella della Corte europea dei diritti dell’uomo di Strasburgo (Cedu). È pur vero che la Cedu è la stessa Corte che pochi giorni fa, prima che entrasse in campo l’ospedale Bambino Gesù di Roma, aveva già rifiutato di occuparsi del caso, ma in assenza di alternative è una via che i disperati genitori di Indi vogliono ritentare. Ne dà conferma alla Verità Simone Pillon, avvocato incaricato dalla famiglia Gregory di seguire gli interessi della bimba in Italia e che tiene i contatti col Bambino Gesù di Roma.«Stiamo lavorando in queste ore al ricorso alla Corte europea dei diritti dell’uomo», spiega il legale, aggiungendo d’aver «suggerito al collega che sta dirigendo lo staff di legali di toccare le norme del diritto alla vita, alla salute e ai trattamenti di cura e di riabilitazione, previsti agli articoli 6, 23 e 24 della Dichiarazione universale dei diritti del fanciullo». «Qui», aggiunge Pillon, «stiamo assistendo alla violazione di alcuni diritti fondamentali di una persona minore e, oltretutto, di una persona con disabilità, stabiliti dalla Convenzione Onu sui diritti dell’infanzia che pure l’Inghilterra ha recepito». «C’è, inoltre, da esplorare», conclude il legale, «la violazione del diritto dei genitori alla libera scelta del trattamento medico e della struttura cui affidare la loro bambina. Sono aspetti che io spero, stavolta, la Corte europea voglia prender in considerazione».Andrea Williams del Christian legal centre, che assiste la famiglia, ha invece dichiarato: «La legge esiste per proteggere la vita e i più vulnerabili nella nostra società». Il team di legali dei Gregory depositerà il ricorso ai giudici di Strasburgo lunedì mattina perché prima non è materialmente possibile e anche perché poi, purtroppo, rischia di essere troppo tardi, dato che alle 15 dello stesso giorno è fissata l’ora del distacco del respiratore alla bambina. Intanto domattina, davanti al Queen’s medical centre di Nottingham - dov’è ricoverata Indi Gregory -, sono previste manifestazioni di protesta da parte di associazioni pro life, i cui volantini recitano: «Ognuno merita di vivere».Una verità perfino banale, ma che da anni negli ospedali inglesi pare ignorata. Non resta, allora, che da sperare nella Cedu o in un colpo di scena, come per esempio un interessamento del governo Meloni che ha mostrato di seguire la vicenda, come prova la disponibilità data a sostener le spese delle cure di Indi Gregory in Italia. Diversamente, lunedì per la piccola potrebbe avvenire l’irreparabile.
«Haunted Hotel» (Netflix)
Dal creatore di Rick & Morty arriva su Netflix Haunted Hotel, disponibile dal 19 settembre. La serie racconta le vicende della famiglia Freeling tra legami familiari, fantasmi e mostri, unendo commedia e horror in un’animazione pensata per adulti.