2019-05-22
Boccia viene fermato sul Rubicone: il Nord fa fuori i suoi consiglieri
L'assemblea privata ha scelto i 20 che gestiranno l'elezione del nuovo presidente. Le territoriali settentrionali hanno bocciato i nomi vicini all'attuale vertice per dare discontinuità. Oggi l'evento pubblico con Luigi Di Maio.Confindustria volta pagina e chiude la stagione di Vincenzo Boccia? Forse troppo presto. Ma le prime avvisaglie di secessione si sono consumate ieri. Nell'assemblea privata di viale dell'Astronomia - che ha fatto ieri da preambolo a quella pubblica di oggi dove saranno presenti il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, il premier Giuseppe Conte e il vicepremier Luigi Di Maio - va in scena l'elezione del nuovo consiglio generale, l'organo direttivo e politico composto da 20 persone che accompagnerà la nomina del nuovo presidente, tra esattamente un anno, nel maggio 2020. Per capire l'importanza di queste nomine bisogna ricordare che il consiglio generale - oltre a seguire la prossima nomina del comitato dei saggi e la designazione nel marzo del 2020 del nuovo numero uno - sarà quello che designerà la prossima squadra di presidenza. A detta dei presenti si è consumata la prova di forza delle varie federazioni, in particolare quelle settentrionali, che, dato il peso economico sulla cassa, questa volta hanno chiesto discontinuità dopo una stagione di veleni, inchieste della magistratura e scelte politiche fallimentari, tra cui quella di aver appoggiato il referendum costituzionale dell'ex premier Matteo Renzi del 4 dicembre 2016: nei corridoi in tanti hanno chiesto un ricambio anche del direttore generale Marcella Panucci troppo legata ai palazzi di Roma. Non a caso i nuovi ingressi (parte dei consiglieri delle grandi imprese è stata confermato) arrivano soprattutto da Veneto, Lombardia e Piemonte. Rappresentano le piccole e medie imprese. Ci sono i nomi di Pierpaolo Antonioli (Unione industriali Torino), Antonio Calabrò (Assolombarda), Barbara Beltrame Giacomello (Confindustria Vicenza), Simone Miatton (Torino), Antonella Candiotto (Unindustria Treviso), Giuseppe Scarpa (Alto Milanese) e Alberto Marenghi (Confindustria Mantova). Quella di oggi sarà l'ultima assemblea pubblica dell'era Boccia e non è detto che gli interventi non possano già indicare la strada che avrà la prossima campagna elettorale. A quanto pare il presidente domani traccerà la nuova strada che l'associazione di industriali intende prendere nei prossimi vent'anni. Boccia avrebbe anche spiegato durante il dibattito di ieri di aver finalmente instaurato un dialogo con il governo, in particolare con i 5 stelle di Di Maio. Non a caso oggi mancherà in platea il ministro degli Interni Matteo Salvini. Dal punto di vista ufficiale la mancanza è dovuta agli impegni per la campagna elettorale, ma è noto che i rapporti tra gli industriali e il leader della Lega siano da tempo raffreddati, soprattutto a Nord, per alcuni provvedimenti dell'esecutivo che non sono ancora stati digeriti, come il reddito di cittadinanza e la mancata approvazione dei decreti sull'autonomia. Confindustria Vicenza pare non voler sentir parlare neppure di Di Maio. Tanto che Luciano Vescovi, il presidente, ha detto a Boccia di non aspettarsi applausi scroscianti nella giornata odierna. Anche per questo si temono contestazioni nei confronti del presidente del Consiglio Giuseppe Conte, a cui saranno affidati gli ultimi minuti in chiusura dell'assise. Dall'assemblea privata arriva anche l'intervento di Marco Bonometti, presidente di Confindustria Lombardia, da poco indagato dalla procura di Milano per corruzione nell'indagine della Dda di Milano (Direzione Distrettuale Antimafia) sul giro intorno al mullah di Varese Nino Caianiello. I magistrati gli contestano una consulenza di 30.000 euro all'europarlamentare Lara Comi. Bonometti ha spiegato «di non voler mollare» e anzi che ha intenzione di continuare il suo lavoro in Confindustria. «Sono innocente», ha detto di fronte agli associati, lasciando intendere che il suo nome potrebbe essere ancora spendibile come sostituto di Boccia. Con la nomina del nuovo consigli si apre così la campagna elettorale per la presidenza, più che mai aperta, anche se l'indicazione è che il prossimo presidente dovrà essere espressione del manufatturiero del Nord. Non mancheranno veleni e dossier. Ieri lo stesso Boccia ha ribadito che non c'è stato ritardo nel reagire alle inchieste che hanno travolto l'ex delegato per la legalità Antonello Montante, condannato la settimana scorsa a 14 anni di carcere per associazione a delinquere e corruzione. Nessun cenno invece è stato fatto alla vicenda del Sole 24 Ore, con l'ex direttore Roberto Napoletano in attesa di sapere se il giudice lo rinvierà a giudizio il prossimo 12 settembre. Non solo. Il 13 settembre si terrà a Napoli l'udienza del processo a carico del capo comunicazione Alfonso Ruffo, imputato per truffa ai danni dello Stato per i contributi pubblici all'editoria del giornale Il Denaro.
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