2025-06-10
Inutile il bailamme sul terzo mandato se la destra blocca 7 milioni di veicoli
Piemonte, Lombardia e Veneto a ottobre fermeranno gli Euro 5 diesel secondo i diktat green di Bruxelles. Si parla di ricandidabilità per i governatori popolari. Ma se non si oppongono a queste norme, perché votarli?Potrebbe essere un’idea: prendere i circa 7 milioni di automobilisti di Lombardia, Piemonte, Veneto ed Emilia-Romagna che si vedranno «sequestrare» l’auto dal primo ottobre e far fare a loro un video come quello che ha postato ieri Greta Thunberg: «Se vedete questo video è perché siamo stati intercettati e sequestrati dalle forze d’occupazione israeliane», grida la ex pasionaria ambientalista che è passata al gioco dei pacchi di aiuto per la popolazione di Gaza. Ecco i possessori di auto potrebbero fare la stessa cosa: «Se vedete questo video è perché siamo stati sequestrati da un diktat europeo a cui il centrodestra si è adeguato seguendo le invettive di Greta Thunberg». Non è uno scherzo.Dal primo ottobre e fino al 15 aprile in Piemonte, in Lombardia e in Emilia-Romagna scatterà il divieto di circolazione dal lunedì al venerdì dalle 7.30 alle 19.30 - anche se sono ammesse alcune variazioni di orario - per le auto Euro 5. Si tratta solo di quelle alimentate a gasolio, costruite tra 2011 e il 2015. Queste auto non possono circolare nei Comuni al di sopra del 30.000 abitanti. Le sanzioni sono pesanti: alla prima infrazione la multa sarà di 168 euro; in caso di recidiva in due anni, si pagheranno altri 168 euro con la sospensione della patente da 15 a 30 giorni. A queste tre Regioni si è aggiunto ora il Veneto che incurante dell’imminente campagna elettorale, visto che si discute ancora sul terzo mandato, ha deciso di bloccare i diesel euro 5 dal 20 ottobre nelle fasce orarie dei giorni lavorativi dalle 8 alle 18 fino al 15 aprile. Luca Zaia, su suggerimento dell’assessore all’Ambiente e al clima Giampaolo Bottaccin, che pure ha un approccio soft ai divieti ambientali, ha recepito la direttiva europea. Per la verità, è dal 2023 che l’Ue insiste con l’Italia perché si limiti in Pianura padana l’uso delle auto. Da questo punto di vista il sindaco di Milano, Beppe Sala, è il campione del divieto a prescindere ma il governo Meloni ha attivato delle proroghe invitando le Regioni a fare dei piani mobilità. Qualcosa hanno prodotto.Proprio Bottacin ha promosso il progetto Mov-In che ha coinvolto le altre tre Regioni padane: si tratta di montare nei veicoli più vecchiotti (dall’Euro 5 in giù), sborsando 30 euro, una scatola nera che registra i chilometri percorsi nelle Ztl. C’è un tetto che non si può sforare, ma non si è per forza costretti a cambiare l’auto o il furgone. Ma è un’agevolazione marginale. Scaduta la proroga chiesta dal governo all’Ue (sembra la storia delle licenze balneari), nel decreto Infrastrutture si recepisce il diktat di Bruxelles. Giorgia Meloni è andata in Ue a chiedere il rinvio delle multe ai costruttori di auto, lo slittamento dello stop ai motori endotermici previsto per il 2035 - previsione che ha distrutto l’industria dell’auto - e a pretendere l’inserimento del biodiesel tra i carburanti ammessi, ma sullo stop agli Euro 5 i risultati non ci sono. E passi che l’Emilia-Romagna, che aveva per assessore al Clima Elly Schlein, sia la più rigida contro le auto, ma che Attilio Fontana, leghista presidente della Lombardia, si metta a fare concorrenza a Beppe Sala sul green e che la stessa cosa faccia Alberto Cirio (Forza Italia) che guida il Piemonte seguendo la via verde di Luca Zaia si capisce meno. Sempreché l’incertezza sul terzo mandato non abbia convinto i presidenti che è meglio lasciare con coup de thétre accontentando Greta Thunberg piuttosto che assecondare gli elettori moderati.Se il centrodestra vuole contrastare le follie green di Bruxelles deve cominciare da dove governa. Perché è sicuro che l’Ue una retromarcia non la fa. Teresa Ribera, ex ministro socialista spagnolo e attuale vicepresidente della Commissione con delega al Green deal, è stata ultimativa: «Nessuna marcia indietro della Commissione Ue sullo stop ai motori diesel e benzina dal 2035». A metterci una pezza in Italia ci prova il segretario della Lega nonché vicepremier e ministro della Infrastrutture, Matteo Salvini che promette: «Siamo al lavoro per fermare il blocco delle auto con motore Euro 5. È una delle follie della Commissione Von der Leyen, che ha approvato quella fesseria economico-industriale che si chiama Green deal. La strada è un emendamento al decreto Infrastrutture».Va detto, però, che il percorso è tortuoso: se va bene, si riesce a varare una norma tampone a luglio cercando di far diventare legge alcune proposte che le Regioni del Nord hanno avanzato. Per ora rischiano lo stop 7 milioni e 609.000 veicoli considerando che, nei divieti, sono comprese anche le Euro 1 e 2 a benzina e tutti i diesel fino alle Euro 5. È il 44% dei veicoli circolanti nelle Regioni padane. Resta, però, l’interrogativo se questi blocchi servano davvero a qualcosa. La riprova si è avuta durante il lockdown causa Covid e Dpcm di Roberto Speranza- Giuseppe Conte. Azzerando, di fatto, il traffico si è avuta si una riduzione del monossido di azoto, compensata da un aumento dell’ozono (nocivo) e un effetto trascurabile sia sulla CO2 sia su Pm10 e Pm 25, le famigerate polveri sottili.Nel 2020 un gruppo di ricerca dell’Università di Birmingham ha preso in esame 11 città (Pechino, Wuhan, Milano, Roma, Madrid, Londra, Parigi, Berlino, New York, Los Angeles e Delhi) e ha concluso che «il calo di inquinanti tanto decantato non è stato così netto e non si è verificato ovunque». Ormai è acclarato che il traffico incide per circa l’10% dell’inquinamento. Ma il 10% dei voti, invece, incide assai sui governi regionali e almeno Matteo Salvini lo sa.
Giancarlo Fancel Country Manager e Ceo di Generali Italia
Rifugiati attraversano il confine dal Darfur, in Sudan, verso il Ciad (Getty Images)
Dopo 18 mesi d’assedio, i paramilitari di Hemeti hanno conquistato al Fasher, ultima roccaforte governativa del Darfur. Migliaia i civili uccisi e stupri di massa. L’Onu parla della peggior catastrofe umanitaria del pianeta.