2021-11-23
Il paladino dell’austerità favorito per l’ufficio parlamentare di bilancio
Pubblicato l'elenco dei 19 candidati, fra cui verranno selezionati i tre nuovi membri dell'organo che vigila sul rispetto del Patto di stabilità. In pole position Bordignon, membro dell'Efb, a favore del ritorno al rigore.Quando tra circa un anno, davanti alla legge di bilancio per il 2023, il Paese avrà ben chiaro il sentiero di austerità che dovrà percorrere negli anni successivi, almeno noi avremo la consolazione di averlo previsto con largo anticipo. Nel complesso processo che porterà all'avveramento di questo scenario, un ruolo non secondario potrebbe essere recitato dall'ufficio parlamentare di bilancio (Upb). Un nome che è sconosciuto al grande pubblico ma che dal 2014 è il guardiano dei conti pubblici e dell'osservanza delle regole del Patto di stabilità. Questo organo «indipendente» analizza, verifica e valuta tutto l'operato del governo sul fronte della finanza pubblica, inclusa la sostenibilità del debito. Insomma, è il mastino voluto da Bruxelles per presidiare la corretta applicazione di tutte le norme messe a punto dalla Ue tra 2012 e 2013 - six pack, two pack e Fiscal compact - per riformare il Patto di stabilità del 1997. Furono proprio quelle norme a imporre all'Italia quest'organo, istituito poi con la legge Giorgetti del dicembre 2013.Oltre a dare il «la» alle reprimende di Bruxelles sui nostri conti pubblici, l'Upb - qualora esprima valutazione significativamente divergenti rispetto a quelle del governo - può costringere quest'ultimo a conformarsi a quelle dell'Upb o indurlo a spiegare i motivi per cui ritiene di confermarle.Per fare tutte queste attività, a oggi c'è uno staff di 25 persone e un bilancio di 6 milioni annui, di cui 4,3 destinati al personale, con un costo medio per lo Stato di circa 170.000 euro per addetto.L'organo è composto da un consiglio di tre persone (il presidente Giuseppe Pisauro, Chiara Goretti e Alberto Zanardi), nominate congiuntamente - scegliendo tra economisti di spicco - dai presidenti delle Camere per una durata di sei anni. Allo scadere del primo termine, il 27 marzo 2020, è stato pubblicato l'avviso per presentare le candidature. Ebbene, dopo la scadenza del 10 maggio 2020 ci sono voluti 16 mesi per arrivare fino al 16 settembre scorso, quando finalmente il comitato paritetico tra commissioni Bilancio della Camera e del Senato è riuscito a pubblicare l'elenco dei 19 soggetti ammissibili, tra i quali le due commissioni bilancio dovranno votare separatamente, con maggioranza di due terzi, una lista finale di dieci candidati, tra i quali i presidenti delle Camere dovranno nominare i tre membri del Consiglio. Una fatica di Sisifo. Da allora il consiglio è in prorogatio e, da qualche mese, pure privo di un suo componente, perché la Goracci è finita a guidare la segreteria tecnica del Pnrr a Palazzo Chigi. Se ci sono voluti 16 mesi per verificare se le 31 candidature - una lista che abbiamo potuto consultare - avessero i requisiti formali per poter essere votate dalle commissioni (attività abbastanza routinaria), quanto tempo ci vorrà ora per scendere da 19 a 10 candidati (attività più discrezionale)?Perché si è bloccato tutto per un organo tecnico istituzionale che è uno snodo decisivo per la finanza pubblica del nostro Paese? Decisivo, perché noi ricordiamo che l'Upb si distinse nell'ottobre 2018 per la mancata validazione, per la prima volta dalla sua istituzione, del documento programmatico di bilancio inviato a Bruxelles dal primo governo Conte. Da lì partì una lunga disputa con la Commissione e conseguente fibrillazione sul mercato dei Btp, che terminò solo a inizio dicembre con il taglio del deficit previsto dal 2,4% al 2,04%. Per la cronaca, il deficit/Pil di quell'anno è stato pari al 1,6%. Se c'era un motivo per non validare le previsioni del governo, era solo quello dell'eccessivo pessimismo. Nel 2018 si scatenò il panico per sei settimane per correggere uno scostamento dello 0,36% per l'anno successivo; ad aprile 2021 è stata validata una previsione di deficit/Pil per lo stesso anno pari all'11,8%, salvo validarne un'altra a settembre pari al 9,4%, come se nulla fosse.Dopo questi due anni di sostanziale via libera a politiche di bilancio espansive, l'Upb potrebbe presto tornare a essere un decisivo crocevia per le valutazioni dei nostri conti pubblici a opera della Commissione. È quindi comprensibile lo stallo dei mesi precedenti che, secondo nostre fonti qualificate, è attribuibile allo scontro in atto tra Pd e M5s sulla lista dei dieci papabili e, in particolare, sul nome del candidato alla presidenza. Il nominativo ben visto dai primi e da tutta la filiera politica e istituzionale da sempre prona ai diktat di Bruxelles è quello del professor Massimo Bordignon, ordinario di scienza delle finanze alla Cattolica di Milano e membro del prestigioso European fiscal board (Efb), organo consultivo della Commissione Ue per le politiche di bilancio. Ma i grillini fanno muro perché lo considerano un paladino dell'austerità e di tutto la cassetta di preistorici attrezzi che hanno schiacciato la crescita del nostro Paese dal 2012 in poi. Ovviamente qui non di discute della persona, laureato in filosofia e con un lungo curriculum accademico in materie economiche e in finanza pubblica, ma del ruolo che tuttora recita nel sostenere quel vetusto strumentario che ha dato pessima prova di sé. Anche il cardinale Roberto Bellarmino era un insigne studioso, tuttavia considerava pericolosa la teoria eliocentrica.È infatti solo del 10 novembre il rapporto annuale dell'Efb in cui - sotto il guanto felpato dell'intento riformatore del Patto di stabilità - si cela il maglio che piegherà il nostro Paese: tasso di riduzione del debito pubblico mirato e differenziato per Paesi ad alto debito, rispetto della regola della spesa, clausola di salvaguardia attivabile sulla base di un'analisi indipendente e regola del 3% da mantenere come soglia per la procedura per debito eccessivo.Quali istituzioni vogliamo per la ripresa? Quelle il cui probabile vertice sottoscrive documenti che - mutatis mutandis - sostengono la teoria geocentrica?
Tedros Ghebreyesus (Ansa)
Giancarlo Tancredi (Ansa)