2024-07-05
I governatori danno l’appoggio a Biden ma cresce la fronda per sostituirlo
Un altro deputato chiede il suo ritiro. Sul tavolo le mini primarie. I giornalisti parlano di pressioni per farli tacere sul nodo salute.«Ho commesso un errore», ha ammesso ieri Joe Biden in un’intervista radiofonica preregistrata, riferendosi al dibattito della scorsa settimana. «Vinceremo queste elezioni», ha comunque aggiunto. Eppure, il fronte a lui favorevole nel Partito democratico continua a perdere pezzi. Mentre la moglie Jill e il figlio Hunter stanno cercando di evitare un suo siluramento, Raúl Grijalva è diventato il secondo deputato dem a chiedere esplicitamente il ritiro del presidente dalla campagna dopo il collega Lloyd Doggett. Un segnale preoccupante per Biden è arrivato anche dal potente deputato dem, James Clyburn, il quale ha aperto alla possibilità che si tengano delle «mini primarie» nel caso l’inquilino della Casa Bianca facesse un passo indietro. Come se non bastasse, Biden continua a subire il cannoneggiamento dell’entourage di Barack Obama che, al netto delle dichiarazioni di facciata, punta già da mesi a un cambio di cavallo in corsa. Mercoledì, l’ex advisor dello stesso Obama, Van Jones, ha detto che è in corso un dibattito tra i dem su «come» e non su «se» sostituire il presidente. Secondo Politico, ad auspicare il ritiro di Biden sarebbero anche alcuni dei delegati che prenderanno parte alla convention democratica di Chicago il mese prossimo. Lo stesso Trump, in un video carpito mentre si trovava su un campo da golf, ha detto di attendersi un passo indietro del presidente. «Come me la sono cavata con il dibattito l’altra sera? Ho dato un calcio a quel vecchio e malridotto mucchio di merda. Sta abbandonando la corsa», ha affermato il tycoon, il quale - fino alla settimana scorsa - si era invece detto convinto che Biden sarebbe rimasto il candidato dell’Asinello. E le cose, per Biden, non vanno meglio con i governatori dem. È vero: il presidente ha ufficialmente ottenuto il loro appoggio, dopo un incontro alla Casa Bianca avvenuto l’altro ieri. Tuttavia, pare proprio che, dietro le quinte, serpeggi parecchio malumore. Secondo Politico, Michelle L. Grisham e Janet Mills, rispettivamente governatrici del New Mexico e del Maine, hanno espresso serie preoccupazioni sulla capacità da parte di Biden di rivincere a novembre in questi due Stati. Il che è significativo: il New Mexico vota ininterrottamente per i dem alle presidenziali dal 2008, mentre il Maine addirittura dal 1992. Non solo. Politico ha anche rivelato che Biden, pur di tranquillizzare i governatori, avrebbe detto di essersi sottoposto a un check up nei giorni successivi al disastroso dibattito di giovedì scorso. Peccato che, sempre secondo la medesima testata, si sarebbe trattato soltanto di un banale controllo medico per il raffreddore di cui soffriva. Non parliamo quindi di analisi particolarmente approfondite. Ed è proprio il nodo della salute che potrebbe mettere nei guai Biden. Secondo Npr, gli esami medici finora svolti dal presidente - avvenuti nel 2021, nel 2023 e nel 2024 - non includevano alcun test cognitivo. Del resto, quando ad agosto 2020 un giornalista della Cbs gli aveva chiesto se si fosse sottoposto a un’analisi di quel tipo, Biden, all’epoca candidato dem, rispose piccato: «No, non ho fatto un test. Perché diavolo dovrei fare un test?». Ancora martedì scorso, la portavoce della Casa Bianca, Karine Jean-Pierre, ha detto che un test cognitivo per il presidente «non è necessario». Perché tutta questa opacità? Non basterebbe che Biden si sottoponesse finalmente a un simile esame per fugare i dubbi sulla sua lucidità?D’altronde, questa situazione è anche colpa di certa stampa. Diversi corrispondenti dalla Casa Bianca hanno infatti ammesso alla Cnn che la salute mentale del presidente avrebbe dovuto essere coperta con più attenzione dal punto di vista giornalistico. La cosa più preoccupante è che, sempre secondo la Cnn, questi giornalisti avrebbero minimizzato la questione cedendo di fatto alla narrativa della Casa Bianca, secondo cui il tema della salute di Biden veniva agitato dalla destra e non doveva quindi essere enfatizzato. Si tratta di un elemento inquietante, anche perché i primi segnali preoccupanti per la lucidità mentale dell’attuale presidente risalgono addirittura a maggio 2019, quando confuse Theresa May con Margaret Thatcher. Negli scorsi giorni si è tuttavia registrata una svolta. Il board editoriale del New York Times ha chiesto un passo indietro al presidente, mentre l’Economist ha appena pubblicato una copertina in cui si vede un deambulatore con lo stemma americano e la scritta «No way to run a country». Non si può quindi escludere che anche la grande stampa inizi (finalmente) a pretendere maggiore trasparenza sulla salute dell’inquilino della Casa Bianca. Magari invocando un test cognitivo per lui. Se la pressione dell’opinione pubblica dovesse aumentare su questo fronte, il presidente non potrebbe più sottrarsi. E, a quel punto, rischierebbe di ritrovarsi definitivamente in un vicolo cieco.
«Haunted Hotel» (Netflix)
Dal creatore di Rick & Morty arriva su Netflix Haunted Hotel, disponibile dal 19 settembre. La serie racconta le vicende della famiglia Freeling tra legami familiari, fantasmi e mostri, unendo commedia e horror in un’animazione pensata per adulti.