2025-04-09
Berlino se ne frega: stop all’accoglienza di bambini e malati. E l’Onu fa spallucce
La Germania, dove Cdu e Spd trattano per formare il governo, sospende le pratiche per l’asilo dei veri rifugiati. Unhcr muta.Mentre in Italia la sinistra, aggrappata al caravanserraglio giudiziario, porta avanti la sua crociata contro il Cpr in Albania, la Germania passa alle vie di fatto: il primo effetto dei negoziati per la formazione del nuovo governo, infatti, è che Berlino ha sospeso il programma Onu per l’accoglienza dei rifugiati.Non parliamo dei bengalesi e degli egiziani che, secondo le toghe di Roma, non si potrebbero spedire a Gjadër perché non provengono da Paesi del tutto sicuri. Quelli che i tedeschi stanno rifiutando già dalla metà di marzo - ma la notizia è stata confermata ufficialmente soltanto ieri - sono autentici bisognosi: vittime di tortura, malati e addirittura bambini. Deutsche Welle spiega: sono persone «che non possono rimanere nel Paese di primo approdo». Tuttavia, da quanto risulta alla Verità, nessuno è transitato dall’Italia. Si parla, invece, di migranti che beneficiano di corridoi umanitari gestiti dalle Nazioni Unite. E le cifre non sono trascurabili: l’agenzia stampa teutonica Dpa riporta che Berlino si era impegnata ad accogliere, tra il 2024 e il 2025, 13.100 rifugiati nell’ambito dell’iniziativa portata avanti dall’Unhcr, con il sostegno della Commissione europea, che ha destinato all’uopo dei fondi. Finora, ne sono entrati in media 5.000 l’anno, inclusi diversi siriani in fuga dal regime di Bashar al-Assad, soccorsi dall’Ue nel 2016.La Germania partecipa al progetto dal 2012 e, dopo Stati Uniti e Canada, è la nazione che ha aperto di più le porte. Oltre la metà dei vulnerabili ricevuti proviene, appunto, dalla Siria; gli altri arrivano da Iraq, Yemen, Sudan e Sud Sudan, Congo, Somalia, Eritrea. Posti incandescenti. Il ministero dell’Interno ha ammesso che, da un mese, il Paese ha sospeso le pratiche e sta ultimando soltanto quelle che si trovavano in «stadi avanzati». Il portavoce tedesco dell’Unhcr, Chris Melzer, ha collegato questo alt alle trattative politiche post elezioni, dando però per scontato che, quando sarà nominato il prossimo ministro, le procedure si riapriranno.La verità è che l’ondata di attentati nelle città ha convinto pure la Spd a promuovere una stretta. Dopo i rimpatri persino verso l’Afghanistan e il ripristino dei controlli ai confini, deciso dal cancelliere Olaf Scholz lo scorso settembre, nemmeno due settimane fa, mentre un aeroplano portava ad Hannover 82 donne e 92 uomini a rischio persecuzione da parte dei talebani, il dicastero dell’Interno faceva sapere che «non si stanno concedendo più permessi» agli stranieri. Ottenuta la storica modifica della Costituzione con la collaborazione di socialdemocratici e Verdi, che consentirà di spendere 1.000 miliardi in deficit per finanziare Difesa e infrastrutture, uno dei punti sul quale stanno convergendo Cdu-Csu e progressisti riguarda proprio la riforma del diritto d’asilo. Un giro di vite bocciato dal Bundestag prima delle ultime consultazioni, quando il leader conservatore, Friedrich Merz, era stato accusato di voler far approvare la sua proposta di legge con i voti di Alternative für Deutschland. Il blitz era saltato per la defezione di vari franchi tiratori cristiano-democratici, in disaccordo con l’idea di accettare la collaborazione dell’estrema destra. La quale, esclusa dal prossimo esecutivo nonostante abbia superato il 20% e sia andata ben oltre il 30% nei Länder orientali, adesso sta volando nei sondaggi: la Cdu è calata al 26%, lo schieramento di Alice Weidel è salito al 24%.Nel frattempo, come ha segnalato Politico, l’aspirante cancelliere sta fronteggiando pesanti critiche dalla base. A parere dei dissidenti e a dispetto della svolta in materia di immigrazione, che d’altronde è divenuta così popolare da aver convinto pure i socialdemocratici, Merz starebbe facendo troppe concessioni agli avversari, ancorché potenziali partner di governo. I giovani della Cdu di Colonia gli hanno indirizzato una lettera dai toni durissimi: «Signor Merz, abbiamo creduto nella sua leadership politica. Ci siamo fidati di lei. E abbiamo combattuto per lei. Ma ora ci poniamo una domanda: per cosa? Per una Cdu che si sottomette al mainstream di sinistra?». Ieri, nella capitale, il confronto tra i quadri di partito è proseguito e non è scontato che si arrivi a un accordo entro Pasqua.Ma mentre si attende che un complesso travaglio generi l’ennesima Groβße Koalition, un mega inciucione per neutralizzare il successo elettorale di Afd, la Germania continua comunque ad aggiustarsi i suoi comodi. Lo fa congelando l’accoglienza dei veri rifugiati, senza che l’Unhcr fiati e, anzi, con l’agenzia Onu che ne approfitta per attaccare ancora le politiche di Donald Trump sulle espulsioni; ma lo fa pure distribuendo a manetta aiuti di Stato alle aziende. La classifica più recente (2023), collocava Berlino a quota 50,59 miliardi. L’Italia ha speso meno della metà: 21,61 miliardi. La Francia 36,43. E ora, sulla scia dei massicci investimenti all’orizzonte, i tedeschi pianificano di realizzare, entro il 2029, un sistema nazionale di satelliti. Alla faccia della risposta dell’Europa unita a Elon Musk. Per dirla con Totò, c’è chi può e chi non può; loro può.
Ecco #DimmiLaVerità del 29 ottobre 2025. Ospite . L'argomento del giorno è: "La crisi del Pd e i tentativi di dar vita a un partito di centro alleato con la sinistra"
Cesare Parodi (Imagoeconomica)
(Ansa)
Il ministro della Giustizia Carlo Nordio: «Come si fa a parlare di attentato alla Costituzione, non si può fare attraverso una legge prevista dalla stessa Costituzione. Siamo alla schizofrenia». «Se la magistratura si aggrega alla politica in una lotta elettorale, sarà interpretata dalla cittadinanza come soggetto politico e perderebbe il connotato di imparzialità e indipendenza che un magistrato deve avere. Quando ho detto questo, mi è stato obiettato di aver paura di perdere il referendum, ma se vinciamo nella fisiologia della politica, la magistratura subirebbe una sconfitta politica che non è mai indolore».