2025-04-10
A Berlino c’è l’intesa per un altro inciucio. Il saluto dei tedeschi: Afd è primo partito
Friedrich Merz e Lars Klingbeil (Ansa)
Friedrich Merz cancelliere. La stretta sui migranti affidata alla Csu bavarese. I socialdemocratici: «Intoccabile il diritto d’asilo».A meno di due mesi dalle elezioni, e dopo circa un mese di trattative, è arrivata la fumata bianca: la Germania avrà un nuovo governo rossonero. Ossia una riedizione della «grande coalizione» composta dai due partiti dell’Unione (Cdu e Csu) e i socialdemocratici della Spd. In questa bella minestra riscaldata, il cancellierato spetterà al presidente della Cdu, Friedrich Merz, mentre la carica di vicecancelliere andrà alla Spd. Per quanto riguarda le quote di potere, le tre forze della nuova maggioranza si sono accordate su questa ripartizione dei ministeri: la Cdu si è presa i dicasteri di Economia, Esteri, Istruzione, Salute, Trasporti e Digitalizzazione, laddove la Spd esprimerà i ministri di Giustizia, Finanze, Lavoro, Difesa, Ambiente, Sviluppo economico e Urbanizzazione. Ai bavaresi della Csu, infine, sono toccati tre dicasteri: Interno, Ricerca e Agricoltura.Nella giornata di ieri, i leader dei tre partiti hanno presentato alla stampa il contratto di governo, un documento composto da 146 pagine e intitolato «Responsabilità per la Germania». «L’accordo è un segnale molto forte e chiaro ai cittadini del nostro Paese ed è anche un segnale chiaro ai nostri partner nell’Unione europea», ha commentato Merz ai microfoni. «La Germania», ha aggiunto, «avrà un governo forte e capace». Secondo alcune indiscrezioni, la nomina del cancelliere potrebbe aver luogo il prossimo 7 maggio.Per quanto riguarda i contenuti del contratto, l’immigrazione è senz’altro uno dei temi che più suscitano l’interesse dell’opinione pubblica. «Abbiamo intenzione di intraprendere un nuovo corso nella politica migratoria», ha affermato Merz in conferenza stampa. «Vogliamo porre fine all’immigrazione irregolare. Saranno effettuati controlli alle frontiere nazionali e le richieste di asilo saranno respinte. Lanceremo un grande programma per i rimpatri, porremo fine ai programmi di ammissione volontaria, sospenderemo i ricongiungimenti familiari e aumenteremo significativamente il numero dei Paesi di origine sicuri». Inoltre, ha aggiunto il cancelliere in pectore, «modificheremo ancora una volta la legge sulla cittadinanza: la naturalizzazione sarà nuovamente possibile solo dopo cinque anni (anziché tre, ndr). Vogliamo rafforzare la sicurezza interna della Germania». Anche Markus Söder, il capo della Csu bavarese, si è detto soddisfatto per il «chiaro cambio di direzione nella politica migratoria». Da parte sua, il copresidente della Spd, Lars Klingbeil, ha specificato che «nell’accordo di coalizione affermiamo molto chiaramente che la Germania è e rimane un Paese d’immigrazione. Vogliamo continuare a proteggere i diritti dei nostri concittadini di origine straniera, ma anche regolare e controllare i flussi migratori. Procederemo con ancora maggior decisione contro l’immigrazione irregolare, ma è sempre stato chiaro che il diritto fondamentale all’asilo resta inviolabile». Insomma, ha concluso Klingbeil, «talenti, ricercatori e imprenditori di tutto il mondo devono sapere che vale la pena di vivere e lavorare in Germania». In effetti, nonostante i buoni propositi e l’apparente concordia, rimane un tema aperto il modo in cui l’Unione e la Spd intenderanno armonizzare i respingimenti ai confini e la protezione dei richiedenti asilo, soprattutto nei casi in cui questi ultimi si presentano alla frontiera sprovvisti di documenti di identità. La lotta all’immigrazione clandestina, del resto, si gioca proprio su questo punto, che sarà un serio banco di prova per i tre partiti quando, dalle belle premesse, si dovrà passare ai fatti e alle leggi.Non è un caso, d’altronde, che l’inciucio rossonero - in particolare sull’immigrazione - abbia deluso una fetta consistente degli elettori dell’Unione. Un recente sondaggio di Ipsos, infatti, ha registrato una preoccupante flessione di Cdu e Csu (-4%), che adesso vengono dati al 24% e sono stati clamorosamente scavalcati da Alternativa per la Germania (Afd), che con un sorprendente 25% è diventata la prima forza della nazione: «Non era mai successo prima nella storia del nostro giovane partito», ha esultato su X la presidente dell’Afd, Alice Weidel. Che poi ha aggiunto: «I cittadini vogliono un vero cambiamento politico, e non l’ennesima coalizione tra Unione e Spd».Altro tema scottante per il governo rossonero è quello della ripresa economica, a cui ora è strettamente collegato il problema dei dazi voluti dagli Stati Uniti. In conferenza stampa, però, i leader dei tre partiti non si sono sbottonati sull’argomento. Un messaggio a Washington, comunque, Merz ha voluto mandarlo: «La Germania si è rimessa in carreggiata. Rispetteremo gli obblighi in termini di Difesa e siamo pronti a rafforzare la nostra competitività. E questo non riguarda solo la Germania, ma anche l’Europa». Di certo, in quanto esponente di un partito storicamente atlantista, Merz non poteva sfidare apertamente il presidente americano. Ma anche all’interno dell’Afd, ad esempio, il tema delle tariffe ha diviso il partito, a cominciare dai due copresidenti: se Tino Chrupalla si è mostrato comprensivo nei confronti della politica trumpiana, Alice Weidel ha invece dichiarato che i dazi non possono che nuocere al libero mercato. Per il resto, nel contratto di governo si parla anche di pensioni, il cui importo previdenziale sarà fissato al 48% fino al 2031. I tre partiti si sono accordati anche sul taglio delle tasse alle imprese e sugli sgravi fiscali a carico dei contribuenti: non è stata accolta, in sostanza, la richiesta della Spd di aumentare l’aliquota per i redditi medi e alti.
Erika Kirk, la moglie di Charlie (Ansa)