2024-03-08
        Il Bergognone in mostra a Lodi: la (ri)scoperta di un maestro del Rinascimento lombardo
    
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        Ambrogio da Fossano detto Bergognone, Presentazione al tempio, 1497-1500. Lodi, Tempio civico dell’Incoronata, cappella di San Paolo - Foto Antonio Mazza, Lodi
    
A 500 anni dalla morte, Lodi celebra con una piccola ma significativa mostra Ambrogio da Fossano, detto il Bergognone , fra gli artisti più interessanti del Rinascimento lombardo. Dislocata in due diverse sedi - la Fondazione Maria Cosway e il Tempio civico dell’Incoronata - l’esposizione (visitabile sino al 14 aprile 2024) rappresenta una tappa fondamentale nel più ampio progetto di rilancio culturale e turistico della città e del suo territorio.Origine romane e cuore medioevale, luogo ricco d’arte e di storia, entrato di diritto nel circuito turistico delle Città d’Arte della Pianura Padana, è Lodi - già sede di un’importante manifestazione fotografica e di arti visive, «Il festival della Fotografia Etica » - ad ospitare (sino al 14 aprile 2024) una mostra piccola, ma di grande valore culturale, dedicata ad Ambrogio da Fossano, più noto come il Bergognone (1453 circa/1523), che nella cittadina lombarda fu attivo agli inizi del XVI secolo, all’apice della sua carriera.Artista dalle origini piuttosto oscure (probabilmente nacque a Fossano, in Piemonte), di lui si sa con certezza che lavorò per quasi un decennio al cantiere della Certosa di Pavia (dove realizzò cicli di affreschi e pale d’altare, di cui due attualmente custodite alla National Gallery di Londra), che fu attivo a Milano - verosimilmente insieme al Bramante - e che, dal capoluogo lombardo, si spostò prima a Bergamo e poi, appunto, a Lodi. Di scuola foppesca (ricordiamoci che Lorenzo Foppa (1427/1515) è stato tra i principali esponenti del Rinascimento lombardo prima che Leonardo Da Vinci, nel 1482, arrivasse a Milano), molto vicino al gusto e alla cultura fiamminga, non immune dall’influenza di Leonardo (come tutti gli artisti che, nel Rinascimento, gravitarono su Milano…) e del già citato Bramante, fu proprio a Lodi, per la Chiesa dell’Incoronata, che il Bergognone realizzò quelle che sono considerate tra i suoi massimi capolavori, espressione somma della sua sensibilità e del suo tratto stilistico: le quattro pale con le Storie di Maria. Tutte e quattro di estrema bellezza, a colpire più delle altre sono forse l’Annunciazione, con quegli interni minuziosamente descritti di chiara derivazione fiamminga e la Visitazione, dove uno stemma della città di Lodi dipinto su una torre che fa da sfondo alle figure delle protagoniste(Maria e la cugina Elisabetta), vuole essere un omaggio del Bergognone alla committenza civica. La mostra e le due sedi espositive Ed è proprio la Chiesa dell’Incoronata (o, più precisamente, Il Tempio Civico della beata Vergine dell’Incoronata), straordinario gioiello del Rinascimento lombardo sorto a fine ‘400 su un postribolo e, sin dalle origini, proprietà del Comune (da qui il nome di Tempio Civico) e non della Diocesi , una delle due sedi espositive della mostra Religioso amore. Bergognone a Lodi, realizzata con la prestigiosa curatela di Alberto Cottino e Monja Faraoni, docente, critica e storica dell’arte che al Bergognone ha dedicato tante energie e buona parte dei suoi studi. L’altro polo, che nella prima sala ospita l’opera Cristo in pietà con angeli e un monaco inginocchiato (importante prestito proveniente dalla Collezione d’arte Cagnola di Gazzada Schianno, Varese) e, a seguire, una serie di bellissime formelle lignee scolpite da Giovanni Ambrogio e Giovanni Pietro Donati (che facevano parte dell’altare del Tempio), è il nuovo centro culturale Fondazione Maria Cosway (1760/1838), nobildonna di origini inglesi dalla vita intensa e straordinaria che a Lodi visse, fondò il Collegio della Beata Vergine delle Grazie ( destinato alle civil donzelle della nobiltà e dell'alta borghesia lombarda ed ora, appunto, trasformato in Fondazione) e qui morì nel 1838. Che si decida di partire dal Tempio dell’Incoronata o dalla Fondazione Cosway, il percorso espositivo di Religioso Amore - che è anche un viaggio alla scoperta della città e delle sue peculiarità – offre al visitatore un’occasione davvero unica per conoscere più da vicino il linguaggio artistico di uno dei più eccelsi talenti artistici del Rinascimento lombardo.
        Foto Pluralia
    
La XVIII edizione del Forum Economico Eurasiatico di Verona si terrà il 30 e 31 ottobre 2025 al Çırağan Palace di Istanbul. Tema: «Nuova energia per nuove realtà economiche». Attesi relatori internazionali per rafforzare la cooperazione tra Europa ed Eurasia.
Il Forum Economico Eurasiatico di Verona si sposta quest’anno a Istanbul, dove il 30 e 31 ottobre 2025 si terrà la sua diciottesima edizione al Çırağan Palace. L’evento, promosso dall’Associazione Conoscere Eurasia in collaborazione con la Roscongress Foundation, avrà come tema Nuova energia per nuove realtà economiche e riunirà rappresentanti del mondo politico, economico e imprenditoriale da decine di Paesi.
Dopo quattordici edizioni a Verona e tre tappe internazionali — a Baku, Samarcanda e Ras al-Khaimah — il Forum prosegue il suo percorso itinerante, scegliendo la Turchia come nuova sede di confronto tra Europa e spazio eurasiatico. L’obiettivo è favorire il dialogo e le opportunità di business in un contesto geopolitico sempre più complesso, rafforzando la cooperazione tra Occidente e Grande Eurasia.
Tra le novità di questa edizione, un’area collettiva dedicata alle imprese, pensata come piattaforma di incontro tra aziende italiane, turche e russe. Lo spazio offrirà l’occasione di presentare progetti, valorizzare il made in Italy, il made in Turkey e il made in Russia, e creare nuove partnership strategiche.
La Turchia, ponte tra Est e Ovest
Con un PIL di circa 1.320 miliardi di dollari nel 2024 e una crescita stimata al +3,1% nel 2025, la Turchia è oggi la 17ª economia mondiale e membro del G20 e dell’OCSE. Il Paese ha acquisito un ruolo crescente nella sicurezza e nell’economia globale, anche grazie alla sua industria della difesa e alla posizione strategica nel Mar Nero.
I rapporti con l’Italia restano solidi: nel 2024 l’interscambio commerciale tra i due Paesi ha toccato 29,7 miliardi di euro, con un saldo positivo per l’Italia di oltre 5,5 miliardi. L’Italia è il quarto mercato di destinazione per l’export turco e il decimo mercato di sbocco per quello italiano, con oltre 430 imprese italiane già attive in Turchia.
Nove sessioni per raccontare la nuova economia globale
Il programma del Forum si aprirà con una sessione dedicata al ruolo della Turchia nell’economia mondiale e proseguirà con nove panel tematici: energia e sostenibilità, cambiamento globale, rilancio del manifatturiero, trasporti e logistica, turismo, finanza e innovazione digitale, produzione alimentare e crescita sostenibile.
I lavori si svolgeranno in italiano, inglese, russo e turco, con partecipazione gratuita previa registrazione su forumverona.com, dove sarà disponibile anche la diretta streaming. Il percorso di avvicinamento all’evento sarà raccontato dal magazine Pluralia.
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        Matteo Del Fante, ad di Poste Italiane (Ansa)
    
«Non esiste al mondo un prodotto così diffuso e delle dimensioni del risparmio postale», ha dichiarato Matteo Del Fante, amministratore delegato di Poste Italiane, a margine dell’evento «Risparmio Postale: da 150 anni la forza che fa crescere l’Italia», a cui ha presenziato anche il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. «Come l’ha definito il Presidente della Repubblica, si tratta di un risparmio circolare: sono 27 milioni i risparmiatori postali», ha spiegato ai giornalisti Dario Scannapieco, amministratore delegato di Cassa Depositi e Prestiti.
        Donald Trump e Xi Jinping (Ansa)