2025-03-27
Per strada si spara e Sala insegue i gelatai
Il luogo della sparatoria del 26 marzo 2025 in zona corso Garibaldi a Milano. Nel riquadro, Beppe Sala (Ansa)
Le leggi anti movida del Comune di Milano bastonano chi vende cibo e bevande dopo le 22: di fatto, è un favore ai delinquenti E infatti, in uno dei quartieri milanesi interessati dalla norma, un cinese è appena stato ferito in un agguato con armi da fuoco È da tempo che sosteniamo che, ormai, Milano è una città neanche più per i ricchi, ma per i molto ricchi. Sentite questa. Dal 2021, in un’area della movida, è stato vietato di vendere cibo e bevande da asporto, inclusi il gelato e l’acqua, dopo le ventidue perché i cittadini, poveretti, hanno denunciato l’inquinamento acustico della movida. I ricchi denunciano, il Tar interviene, il Comune ordina la chiusura. Sentite quest’altra. Da decenni, almeno due, in periferia, soprattutto nelle case popolari, i cittadini non solo non possono uscire di casa, come è noto, ma denunciano l’inquinamento acustico che li tartassa giorno e notte per gruppi di teppisti che ne fanno di ogni, compreso un gran casino. Il Tar non interviene perché questi signori non hanno i soldi per pagarsi un avvocato. Protestano ma non li ascolta nessuno e tutto rimane come prima. Questa è la Milano del sindaco di sinistra, progressista, ambientalista, chic, ultimamodista, Beppe Sala. Questa sarebbe la Milano dell’equità di sinistra, del solidarismo che, ogni tanto, si ricorda di parlare dei poveri senza parlare con i poveri stessi. Questa è la Milano dei cento programmi di rigenerazione delle periferie che, nel frattempo, ha rigenerato qualche scantinato facendone dei palazzi. E tutti tacciono, centrodestra compreso. Chissà perché. Cominciò a dirlo la Confcommercio a fine anni Novanta, Sangalli presidente, che ogni vetrina che spegneva le luci, in periferia soprattutto, ma anche in centro, significava un’automatica diminuzione della sicurezza perché lo sa anche il gatto (non so se Sala ne possiede uno ma, comunque, basta che ne interroghi uno per strada e gli risponderà di sì) che dove c’è la luce è più difficile che ci sia la criminalità. Con la luce la criminalità non sparisce ma certamente diminuisce. Non si è mai visto un delinquente o un ladro che cerca una zona ben illuminata per compiere i suoi reati e si suoi delitti. Come direbbero i filosofi, queste sono cose che si mostrano, non si dimostrano perché, appunto, basta mostrarle e le capisce chiunque. L’ultima sparatoria in centro a Milano è avvenuta all’angolo tra corso Garibaldi e via Marsala, la zona interessata a quel provvedimento. Un cittadino cinese di 42 anni è finito in un agguato: gli hanno sparato al collo e al volto. Operato d’urgenza, se la caverà. Per carità, non possiamo stabilire un collegamento diretto tra quello che è successo e i provvedimenti che prevedono la chiusura alle ventidue dei negozi di cui abbiamo parlato. Anche perché, a differenza di Sala e del suo ex consulente Gabrielli, che sentenziarono immediatamente che i carabinieri avevano sbagliato l’inseguimento del povero Ramy, noi siamo abituati ad aspettare almeno le indagini e possibilmente le sentenze. Sta di fatto che pochi giorni fa Sala ha proclamato che lui sulla sicurezza ci mette la faccia. E comunque, non c’è dubbio che questa idea di far chiudere, in alcune zone, i battenti ai negozi per disturbo della quiete dei benestanti milanesi è un’idea sbagliata. Ci sono tanti modi per salvaguardare l’attività di questi negozi e il benessere dei cittadini che abitano nei palazzi ai piani superiori. Non si può avere la botte piena e la moglie ubriaca. Non si può avere una Milano tutta sbrilluccichii (à la page), la Milano chic, la Milano che attira i quattrini, la Milano della gente che piace alla gente che piace e poi chiudere tutto alle ventidue. Ve le immaginate Parigi o Londra dove chiudono i negozi lungo le vie alle ventidue? In quelle città alle ventidue si apre non si chiude. Non si può lasciare Piazza Gae Aulenti in preda alle baby gang (per carità di patria non citiamo le periferie) e poi chiudere delle attività assolutamente innocue come negozi dove si vendono cibi e bevande da asporto, tipo gelato e acqua, a meno che non si pensi che in quei gelati e in quelle acqua siano contenute droghe o siano finte bottiglie usate dai terroristi per le molotov. Tra l’altro, racconta uno che vende gelati che gli è stato applicato l’articolo 100 del Testo unico delle leggi di pubblica sicurezza che normalmente si usa per locali con problemi di ordine pubblico, risse o spaccio. Ma il signor Cassina vende gelati. Vedete, si tratta di buon senso e anche nel caso in cui il Tar intimi al Comune di prendere provvedimenti c’è modo e modo di prenderli. Non sta a noi indicare quali ma di certo quelli adottati sono sbagliati.
«Haunted Hotel» (Netflix)
Dal creatore di Rick & Morty arriva su Netflix Haunted Hotel, disponibile dal 19 settembre. La serie racconta le vicende della famiglia Freeling tra legami familiari, fantasmi e mostri, unendo commedia e horror in un’animazione pensata per adulti.