2023-01-20
Sala alza i biglietti e taglia le corse ma mancano colonnine per le auto
La Milano verde è un bluff, tant’è che latitano i punti di ricarica per vetture elettriche.Ma è veramente «green» Beppe Sala? Nel centro di Milano, poco distante dai grattacieli che svettano a Porta Nuova, c’è un grande e moderno parcheggio sotterraneo, con circa 300 box. Diversi proprietari, dal dicembre 2021, chiedono al Comune di essere dotati di punti di ricarica per auto elettriche. Visto l’impegno ecologico del sindaco e della sua giunta, si può pensare che siano stati accontentati in un batter d’occhi. Invece è trascorso più di un anno, ormai, ma alle legittime richieste di allacciamento dei proprietari di box non è mai pervenuta alcuna risposta. Possibile? Eppure, a ogni occasione, Sala esibisce il suo credo ambientalista. Lo scorso luglio, in nome dell’aria pulita, il sindaco ha deciso che il Comune stanziasse la bellezza di 5 milioni d’euro proprio per incentivare l’acquisto di auto elettriche: «Crediamo fortemente in questo tipo di mobilità», ha dichiarato Sala, «e il nostro primo obiettivo è agevolare il ricambio del parco privato». Sarà. Ma che senso ha regalare tanti soldi ai milanesi per l’acquisto di auto elettriche, se poi si nega il banale diritto a un punto di ricarica a chi legittimamente lo chiede?È un bel paradosso, per il sindaco più ecologista d’Italia. Anche se Milano è abituata ai paradossi ambientali di Sala, visto che dal 9 gennaio il biglietto dei mezzi pubblici è salito da 2 a 2,20 euro, ma con la fine del mese sarà tagliata buona parte delle corse di tram e autobus. In quale altra città l’utente paga una tariffa più alta del 10 per cento per avere contemporaneamente meno mezzi pubblici? E pensare che il «green» Sala nel 2021 aveva annunciato perfino la sua adesione ai Verdi europei. Del resto, negli ultimi anni il suo Comune ha dato il via libera a un numero imprecisato, ma impressionante, di monopattini elettrici (e non importa se il loro sconsiderato utilizzo provoca una media di due incidenti al dì con intervento di autoambulanza). E nelle strade del centro sono state tracciate piste ciclabili che in più punti risultano obiettivamente bislacche, ma Sala le ha sempre difese in nome del suo mantra ambientalista, lo stesso che ora sembra suggerirgli d’imporre a Milano anche il controverso limite a 30 km orari. Dal 1° ottobre, poi, il Comune ha introdotto il crudele, ma verdissimo, divieto per le auto a trazione diesel all’ingresso in area B, e Sala è stato irremovibile non solo di fronte alle proteste dei disperati proprietari di un’auto a gasolio (secondo l’Aci si tratta di 156.000 vetture se si contano i residenti a Milano, e di 483.000 se si considera l’hinterland), ma anche alle obiezioni del governatore Attilio Fontana, che gli suggeriva almeno un rinvio per non infierire sui cittadini, già in difficoltà per la crisi economica: «I rinvii non sono nel mio stile», gli ha risposto il sindaco.I rinvii non saranno nello stile di Sala, ma intanto da 13 mesi il suo Comune rinvia la risposta alle richieste - legittime ed ecologicamente utili -di chi nel grande garage di piazza XXV aprile vorrebbe avere nel box lo strumento per circolare a Milano con un’auto elettrica «non inquinante». Per cercare di accelerare la pratica, il 3 novembre il consigliere d’opposizione Enrico Marcora (Fratelli d’Italia) ha chiesto la convocazione urgente delle commissioni comunali competenti. «Nessuno ha risposto nemmeno alla mia domanda», dice: «Mi pare di capire ci sia qualche problema nelle pratiche urbanistiche, con rimpalli di responsabilità tra gli uffici». Il motivo starebbe tutto in una delicata questione di legittimità amministrativa: nel settembre 2012, ai tempi del sindaco Giuliano Pisapia, la convenzione tra Comune di Milano e la società Progetto XXV aprile, costruttrice del parcheggio, fu modificata dai funzionari comunali senza la preventiva (e obbligatoria) autorizzazione della giunta comunale, e i prezzi di vendita aumentarono del 30 per cento. Oggi sarebbe questa modifica, illegittima secondo alcuni proprietari di box, a creare scompiglio negli uffici municipali. Il risultato? Più che «green», Sala diventa «slow».