2024-04-19
Su Apple Tv la serie con Michael Douglas nei panni di Benjamin Franklin
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«Benjamin Franklin» (Apple Tv)
Benjamin Franklin, al debutto su Apple Tv+ venerdì 12 aprile, non è un prodotto originale, ma l’adattamento di un romanzo d’oro scritto da Stacy Schiff. A interpretare il ruolo del Padre Fondatore degli Stati Uniti l'attore due volte premio Oscar, che della serie ne è anche il produttore.I capelli sono lunghi, non più folti. Sono grigi e spenti, liberi, però, dalle parrucche dell’epoca, dal loro peso. Michael Douglas ha scelto di tenerli così, per sottrarsi alla schiavitù del trucco prostetico e, al contempo, essere riconoscibile: Douglas persona, non tramite di un personaggio. «Mi sono reso conto di essere una celebrità e, contestualmente, ho realizzato come anche Benjamin Franklin lo fosse. Di più. Credo che Franklin si sia trovato a interpretare un ruolo e lo abbia fatto sorprendentemente bene. Il suo è stato un lavoro spettacolare», ha detto l’attore, ricordando in un’intervista a Variety il Franklin patriota, Padre Fondatore di un’America che voleva l’indipendenza. È questo Franklin, altro volto di una medaglia scientifica, a essere protagonista della serie omonima.Benjamin Franklin, al debutto su Apple Tv+ venerdì 12 aprile, non è un prodotto originale, ma l’adattamento di un romanzo d’oro. A Great Improvisation: Franklin, France, and the Birth of America è stato pubblicato nel 2005. A scriverlo, è stata Stacy Schiff, autrice premio Pulitzer. «Ci sono pochi momenti nella storia in cui si può legittimamente dire che un uomo sia riuscito a dare ai fatti la propria forma, a piegarli ad una sua volontà», ha spiegato la Schiff, di professione biografa, dopo aver vinto il Washington Book Prize. Benjamin Franklin, nella sua narrazione, è stato uno fra i pochi: un eroe carismatico, giunto in Europa dopo «il viaggio in barca più violento e brutale della sua vita». Era il dicembre 1776, e Franklin, estraneo fino ad allora a qualunque tipo di operazione diplomatica, si è trovato investito di un compito delicato. Complesso. Avrebbe dovuto persuadere la monarchia francese, re Luigi XVI, ad appoggiare con armi e cannoni la rivolta delle colonie britanniche, decise a sancire con il sangue la propria indipendenza dalla madre patria. «Quella è stata la sua prima volta con la diplomazia. Benjamin Franklin aveva un grande senso dell’umorismo, ma era anche piuttosto promiscuo. Non avrei mai voluto essere sua moglie». Michael Douglas, che nella serie - di cui è anche produttore - ha preso in carico il ruolo principale, lo ha detto con una risata. Una risata di quelle che restituiscono stima e, pure, una piccola dose di invidia. Una risata complice, empatica. Nelle sue parole, Franklin non è mai stato l’inventore studioso ed eclettico che una conoscenza approssimativa della materia potrebbe indurre a credere. Piuttosto, è stato una rockstar: moderno, ammaliante, un eroe capace di affascinare chiunque incontrasse. Negli otto episodi della serie tv, dunque, non c’è la storia così come i libri la restituirebbero. C’è, come già nel libro della Schiff, la volontà di portare alla luce un racconto inedito di Benjamin Franklin, un racconto che - nella sua trasposizione televisiva - non ha bisogno d’altro all’infuori di sé. Douglas, perciò, ha scelto di ridurre all’essenziale gli orpelli. Nessun trucco prostetico, non oltre la fronte alta che le immagini dell’epoca attribuiscono al Padre Fondatore. Nessuna parrucca, nessuna gota dipinta di rosa. L’attore è rimasto fedele a se stesso, cercando di concentrare ogni sforzo interpretativo sulle sfumature caratteriali e le infinite doti di Benjamin Franklin, divo di quegli Stati la cui unione è stata (anche e soprattutto) merito suo.
Abiy Ahmed e Giorgia Meloni (Ansa)
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