L'ad di Generali Insurance asset management, Francesco Martorana: «Il credito societario è in salute e le banche non creano preoccupazioni. Lo stesso vale per assicurazioni e gestori di fondi e patrimoni sull'azionario. Turbolenze in arrivo sul fronte della politica internazionale».
L'ad di Generali Insurance asset management, Francesco Martorana: «Il credito societario è in salute e le banche non creano preoccupazioni. Lo stesso vale per assicurazioni e gestori di fondi e patrimoni sull'azionario. Turbolenze in arrivo sul fronte della politica internazionale».L'aumento dei contagi in Europa e le nuove restrizioni ci ricordano che la crisi pandemica non è finita. La ripresa economica ha basi solide anche se, dopo il rimbalzo del terzo trimestre, il suo slancio si attenuerà. La Verità ne ha parlato con Francesco Martorana, ad di Generali Insurance asset management. Francesco Martorana La Fed ha confermato una politica accomodante a lungo termine e la Bce tiene d'occhio i cambi. Qual è la vostra visione sul credito?«Guardiamo al credito con interesse, ma con cautela. Gli acquisti di obbligazioni societarie da parte delle banche centrali forniscono un supporto per gli emittenti investment grade, che si sono rifinanziati a tassi molto bassi. Un'ampia parte delle obbligazioni corporate è diventata di fatto strumento di politica monetaria e resterà prevedibilmente ancorata ai livelli attuali. Serve invece cautela per gli strumenti a minor merito creditizio».Lo spread Btp-Bund si sta restringendo e ritorna l'interesse verso il nostro reddito fisso. È possibile un ulteriore restringimento?«Dopo una serie di buone notizie, c'è poco che possa innescare un ulteriore restringimento significativo dello spread. Il verdetto delle agenzie di rating è ancora in sospeso: in questo senso i contenuti della Finanziaria 2021 saranno importanti». Siete tra i maggiori asset manager italiani, con un orizzonte di lungo termine e con un approccio attento al rischio. Come state orientando la vostra asset allocation?«Gli effetti del Covid e i rischi politici suggeriscono cautela. I mercati hanno corso molto, azzerando in molti casi le perdite rispetto ai minimi di marzo. Detto questo le politiche monetarie e fiscali espansive rimarranno in campo a lungo e incoraggiano l'assunzione di rischi». Con queste politiche fiscali e monetarie la certezza è quella di un debito sempre più alto. Temete ritorni dell'inflazione?«È un rischio remoto nel breve periodo. La Bce vuole portare l'inflazione verso l'obiettivo del 2%, ma non ci è riuscita in tutto l'ultimo decennio. Nel medio termine vi sono dei rischi legati alla deglobalizzazione, all'aumento del potere contrattuale dei lavoratori e a minore concorrenza, ma la domanda si riprenderà solo lentamente mantenendo sotto controllo i prezzi». Le monete riflettono molto più le distorsioni su tassi e politiche fiscali. Che previsioni avete sul dollaro?«Le prospettive a medio termine rimangono negative. Il suo valore è elevato rispetto ai fondamentali economici e il differenziale di rendimenti a favore degli Stati Uniti si sta riducendo. Il forte aumento del deficit fiscale Usa, con rendimenti compressi verso il basso, giustifica una svalutazione del dollaro. A breve termine, tuttavia, il calo potrebbe essere limitato».Quali profili di rischio derivano dalle prossime elezioni Usa?«Lo scenario più probabile è una vittoria di Joe Biden, con i repubblicani che mantengono il controllo del Senato. In questo caso, la capacità dei democratici di attuare riforme proposte, come l'aumento della tassazione e maggior regolamentazione, sarà limitata. Ci preoccupa il fatto che la proclamazione del presidente potrebbe avvenire dopo uno stallo derivante dal riconteggio dei voti e dal mancato riconoscimento del vincitore da parte di Donald Trump». Quali settori privilegiate? Ritenete che la tecnologia nonostante i picchi resterà protagonista?«Il comparto It ha evidenziato performance eccellenti, ma non crediamo vi sia una bolla. Tali valutazioni sono coerenti con il track record di ricavi e utili del settore. Tuttavia, è bene differenziare, favorendo società che beneficiano di temi strutturali come connectivity, Artificial intelligence e Fintech». Si parla molto delle difficoltà dei finanziari con i tassi bassi, ma l'Eba sembra voler aprire a regole meno stringenti sulle coperture ai crediti. Come valuta i titoli bancari e finanziari?«In questa crisi le banche non sono epicentro del problema, ma possono concorrere alla soluzione, come stabilizzatore dell'economia. Questo, e una patrimonializzazione elevata rispetto al passato, ha contribuito alla maggiore resilienza sulle obbligazioni rispetto alle precedenti crisi. Nell'azionario, siamo positivi su settori come asset e wealth manager e assicurazioni, cauti sulle banche tradizionali». Come sta andando Generali insurance Am e che obiettivi avete nel medio termine?«Giam sta proseguendo, nonostante la crisi che stiamo attraversando, nel percorso strategico volto a incrementare l'incidenza di investitori terzi rispetto al gruppo Generali, con focus su assicurazioni e fondi pensione. Per offrire valore ai clienti in un contesto di mercato sempre più sfidante abbiamo allargato l'universo di asset class e strategie che offriamo: un esempio sono i mandati vinti nel primo semestre con importanti fondi pensioni negoziali italiani. Stiamo inoltre investendo per potenziare aree quali investimenti Esg e automazione».
Nadia e Aimo Moroni
Prima puntata sulla vita di un gigante della cucina italiana, morto un mese fa a 91 anni. È da mamma Nunzia che apprende l’arte di riconoscere a occhio una gallina di qualità. Poi il lavoro a Milano, all’inizio come ambulante e successivamente come lavapiatti.
È mancato serenamente a 91 anni il mese scorso. Aimo Moroni si era ritirato oramai da un po’ di tempo dalla prima linea dei fornelli del locale da lui fondato nel 1962 con la sua Nadia, ovvero «Il luogo di Aimo e Nadia», ora affidato nelle salde mani della figlia Stefania e dei due bravi eredi Fabio Pisani e Alessandro Negrini, ma l’eredità che ha lasciato e la storia, per certi versi unica, del suo impegno e della passione dedicata a valorizzare la cucina italiana, i suoi prodotti e quel mondo di artigiani che, silenziosi, hanno sempre operato dietro le quinte, merita adeguato onore.
Franz Botrè (nel riquadro) e Francesco Florio
Il direttore di «Arbiter» Franz Botrè: «Il trofeo “Su misura” celebra la maestria artigiana e la bellezza del “fatto bene”. Il tema di quest’anno, Winter elegance, grazie alla partnership di Loro Piana porterà lo stile alle Olimpiadi».
C’è un’Italia che continua a credere nella bellezza del tempo speso bene, nel valore dei gesti sapienti e nella perfezione di un punto cucito a mano. È l’Italia della sartoria, un’eccellenza che Arbiter celebra da sempre come forma d’arte, cultura e stile di vita. In questo spirito nasce il «Su misura - Trofeo Arbiter», il premio ideato da Franz Botrè, direttore della storica rivista, giunto alla quinta edizione, vinta quest’anno da Francesco Florio della Sartoria Florio di Parigi mentre Hanna Bond, dell’atelier Norton & Sons di Londra, si è aggiudicata lo Spillo d’Oro, assegnato dagli studenti del Master in fashion & luxury management dell’università Bocconi. Un appuntamento, quello del trofeo, che riunisce i migliori maestri sarti italiani e internazionali, protagonisti di una competizione che è prima di tutto un omaggio al mestiere, alla passione e alla capacità di trasformare il tessuto in emozione. Il tema scelto per questa edizione, «Winter elegance», richiama l’eleganza invernale e rende tributo ai prossimi Giochi olimpici di Milano-Cortina 2026, unendo sport, stile e territorio in un’unica narrazione di eccellenza. A firmare la partnership, un nome che è sinonimo di qualità assoluta: Loro Piana, simbolo di lusso discreto e artigianalità senza tempo. Con Franz Botrè abbiamo parlato delle origini del premio, del significato profondo della sartoria su misura e di come, in un mondo dominato dalla velocità, l’abito del sarto resti l’emblema di un’eleganza autentica e duratura.
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A rischiare di cadere nella trappola dei «nuovi» vizi anche i bambini di dieci anni.
Dopo quattro anni dalla precedente edizione, che si era tenuta in forma ridotta a causa della pandemia Covid, si è svolta a Roma la VII Conferenza nazionale sulle dipendenze, che ha visto la numerosa partecipazione dei soggetti, pubblici e privati del terzo settore, che operano nel campo non solo delle tossicodipendenze da stupefacenti, ma anche nel campo di quelle che potremmo definire le «nuove dipendenze»: da condotte e comportamenti, legate all’abuso di internet, con giochi online (gaming), gioco d’azzardo patologico (gambling), che richiedono un’attenzione speciale per i comportamenti a rischio dei giovani e giovanissimi (10/13 anni!). In ordine alla tossicodipendenza, il messaggio unanime degli operatori sul campo è stato molto chiaro e forte: non esistono droghe leggere!
Messi in campo dell’esecutivo 165 milioni nella lotta agli stupefacenti. Meloni: «È una sfida prioritaria e un lavoro di squadra». Tra le misure varate, pure la possibilità di destinare l’8 per mille alle attività di prevenzione e recupero dei tossicodipendenti.
Il governo raddoppia sforzi e risorse nella lotta contro le dipendenze. «Dal 2024 al 2025 l’investimento economico è raddoppiato, toccando quota 165 milioni di euro» ha spiegato il premier Giorgia Meloni in occasione dell’apertura dei lavori del VII Conferenza nazionale sulle dipendenze organizzata dal Dipartimento delle politiche contro la droga e le altre dipendenze. Alla presenza del presidente della Repubblica Sergio Mattarella, a cui Meloni ha rivolto i suoi sentiti ringraziamenti, il premier ha spiegato che quella contro le dipendenze è una sfida che lo Stato italiano considera prioritaria». Lo dimostra il fatto che «in questi tre anni non ci siamo limitati a stanziare più risorse, ci siamo preoccupati di costruire un nuovo metodo di lavoro fondato sul confronto e sulla condivisione delle responsabilità. Lo abbiamo fatto perché siamo consapevoli che il lavoro riesce solo se è di squadra».





