2019-06-03
La bicicletta non è solo roba per gretini. Fa bene al cuore, ai muscoli e... all’amore
È stata il mezzo di trasporto per eccellenza di tanti italiani, aiuta a combattere l'ipertensione e a sviluppare la zona pelvica, fondamentale per l'attività sessuale. Con il traffico, portarla in città è un rischio, ma sono numerose le iniziative per rimetterla in pista. Rilanciando così pure il commercio.Ricordate quella canzone di Riccardo Cocciante? Si intitolava Passeggiando in bicicletta e il testo - c'era la mano di Mogol - diceva: «Passeggiando in bicicletta accanto a te, / pedalare senza fretta la domenica mattina, / fra i capelli una goccia di brina / ma che faccia rossa da bambina, / fai un fumetto respirando, / mentre mi sto innamorando... / Lungo i viali silenziosi accanto a te» e così via, in una narrazione canzonettistica di una nascente coppia ciclistica degna degli Amoureux dell'illustratore francese Peynet. Si tratta di una rara contestualizzazione musicale della bici in quanto mezzo di amena e romantica gita domenicale. Ciò che la bicicletta è ancora oggi, per i ciclisti della domenica sportivi come urbani: i primi macinano decine di chilometri fuori porta, i secondi qualche migliaio di metri in città, ma per entrambi la bicicletta è eccezione e non regola locomotoria. surrogato dell'auto?Accanto a questi, aumenta però il popolo che usa regolarmente la bicicletta come sostituto di qualsiasi strumento di locomozione, per motivazioni, innanzitutto, di militanza ecologista. E così entriamo in uno scenario distante anni luce da «viali silenziosi» e «domenica mattina»: la bici della mobilità che piacerebbe a Greta Thunberg, a meno che non si viva in un delizioso paesino, mentre si pedala trafelati verso il lavoro dal lunedì al sabato, sfreccia su viali afflitti dall'inquinamento atmosferico e acustico, fa slalom tra automobili, camion e mezzi pubblici, incagliandosi nelle rotaie del tram (ci si è inceppata anche la ruota della bici di Fabrizio Corona, rotolato a terra mesi fa, durante una story su Instagram nella quale pedalava su via Torino, a Milano, cantando Viva la libertà...). La bici come mezzo ecologico, economico e sportivo non presentava alcuna controindicazione fino a qualche decennio fa. Infatti, era il mezzo elettivo delle generazioni italiane passate, fino al dopoguerra compreso, prima del boom economico che iniziò a riempirci di automobili: lo raccontano film come Ladri di biciclette del 1948, nel quale il protagonista, con la sua bicicletta, lavora - fa l'attacchino. Oppure Pane amore e fantasia del 1953. In esso Vittorio De Sica, nei panni del maresciallo Carotenuto, trasporta sé stesso e pure la levatrice Annarella, di cui s'innamorerà, sulla sua bici Bianchi con motore Cucciolo, attualmente esposta al Museo del Sidecar di Cingoli insieme ad altri veicoli che hanno fatto la storia del cinema italiano. progetto ministerialeNel film I soliti ignoti del 1958, passata la nottata del fallito e comico furto, Capannelle e Peppe attirano l'attenzione di due carabinieri in bicicletta perché la sveglia - rubata - che uno dei due ha in tasca si mette a suonare. Allora, muoversi in bicicletta era la norma. Cancellata dall'automobile, la due ruote a pedali era rimasta in uso per il ciclismo sportivo, turistico o ricreativo, ma da un po' di tempo è ritornata in auge come mezzo di locomozione. Il 12 maggio scorso si è celebrata, per il nono anno consecutivo, la Giornata nazionale della bicicletta, istituita dal ministero dell'Ambiente. Quest'ultimo ha anche informato che, con altri dicasteri competenti, Regioni e Comuni sono già partiti più di ottanta progetti per le città volti a promuovere piste ciclabili, bike sharing e ciclovie. Il ministro, Sergio Costa, ha spiegato l'obiettivo: «Incentivare tutti i cittadini, cominciando dai più piccoli, a muoversi per le strade dei propri territori senza inquinare, facendo esercizio fisico, facendo bene a sé stessi, agli altri e all'ambiente. Sono stati approvati già dieci progetti di ciclovie, da quella degli Appennini a quella della Magna Grecia al Grab, percorsi sostenibili che legano l'Italia a emissioni zero e che permettono di preservare e rendere ancora più interessanti i parchi e le aree protette del nostro Paese». A Piacenza, è partita l'iniziativa Negozi amici della bicicletta. Pensata dalla sede piacentina della Federazione italiana ambiente e bicicletta, insieme con Unione commercianti e Confesercenti, vuole incentivare l'uso della bici per fare shopping, al posto dell'automobile, e riscoprire piccoli negozi o angoli cittadini dimenticati, del centro come della periferia. L'operazione è al centro di una vera e propria sinergia urbana. La Fiab auspica che sia di stimolo per realizzare nuovi parcheggi e depositi per bici nella cittadina e d'altronde alcuni studi, si legge su Il Piacenza, dimostrano come nei centri urbani che favoriscono pedoni e ciclisti, le attività commerciali abbiano incrementato il giro d'affari. Verrebbe da dire, parafrasando Franco Battiato, che ormai «tutto l'universo obbedisce alla bicicletta», la nuova, comprensibile ossessione di chi vuol trovare un compromesso tra contemporaneità e buon senso del passato. gli effetti sulla saluteIn effetti, da un punto di vista prettamente salutare, usare la bicicletta invece dell'automobile può fare soltanto bene. Andare in bicicletta, infatti, è uno sport intrinseco. Che fa bene anche se, semplicemente, si va e si torna dall'ufficio, dalla spesa o da un giro senza scopo pedalando. Pedalare è un'attività aerobica e basta farlo 20-30 minuti al giorno per usufruire dei benefici che apporta. Andando in bici 30 minuti al giorno, il cuore si fa più pesante e grande: contiene più volume di sangue, aumenta la capillarizzazione dei muscoli e si affatica meno per pompare, risultando più protetto e diminuendo il rischio di infarto come di problematiche circolatorie ipertensive. In quanto vero e proprio allenamento, muoversi in bicicletta tonifica i muscoli, soprattutto dalla cintola in giù (per potenziare l'esercizio sui glutei basta pedalare sollevandosi dal sellino), e riattiva la circolazione, penalizzata, invece, dalla vita sedentaria. I muscoli del fondoschiena e della zona pelvica, insieme a un sistema cardiovascolare ben funzionante, che garantisce un buon afflusso di sangue ai genitali, sono anche alla base di una buona attività sessuale, sia maschile sia femminile. La bicicletta aiuta anche il dimagrimento e il sonno, in modalità che non tutti conoscono e che non rispondono alla semplice conseguenza logica del dimagrire bruciando calorie con il movimento o dell'aver più sonno per stanchezza post attività fisica. Riguardo al dimagrimento, alcune ricerche pubblicate sul Journal of applied physiology mostrano come dopo due settimane di spostamenti in bicicletta, anche solo un giorno sì e uno no, il corpo aumenti la sua capacità di bruciare i grassi del 36%. Quanto al sonno, pedalando anche solo 20 o 30 minuti al giorno, studi condotti alla Facoltà di medicina dell'Università di Stanford hanno dimostrato che gli insonni ciclisti si addormentano in metà tempo e che il loro sonno aumenta di circa un'ora: il motivo parrebbe risiedere anche nel fatto che, andando in bici di giorno, si pedala sotto la luce naturale. Il Rensselaer Polytechnic Institute Lighting Research ha condotto uno studio su un campione di adolescenti, poi pubblicato su Neuroendocrinology Letters, che spiega meglio la connessione. Nello studio, sono stati fatti indossare ai ragazzi occhiali arancioni che filtravano la luce del mattino eliminando le lunghezze d'onda blu che presentano un effetto benefico nella regolazione del ritmo sonno-veglia. I ragazzi, ritardando l'insorgenza della melatonina a causa delle lenti arancioni, si addormentavano con 30 minuti di ritardo rispetto al solito. luce e luciditàEsporsi pienamente alla luce del giorno, e in bicicletta lo si fa (chiusi nell'abitacolo del bus o nel vagone della metropolitana no), stimola, dunque, una giusta produzione di melatonina. Pedalare fa poi bene all'efficienza mentale: l'allenamento fisico genera la produzione di nuove cellule nell'ippocampo, laddove esercitiamo la memoria. Uno studio dell'Università dell'Illinois ha evidenziato un miglioramento del 15% in test di prestanza intellettiva a seguito di un miglioramento della performance in bicicletta del 5%. Pedalare fa bene anche all'umore: l'attività fisica stimola la produzione di endorfine e poi anche l'autostima cresce, perché ci spostiamo in modalità meno passiva rispetto allo stare chiusi nell'auto imbottigliata nel traffico. Ci sono, poi, gli aspetti che riguardano un benessere, diciamo così, a noi esterno. Quello del portafogli: Forbes fece un'indagine sul costo annuale dell'auto e della bicicletta, parlando di 8.220 dollari necessari a muoversi in automobile contro 308. Quasi 27 volte di meno. Non è una rivelazione, la bicicletta costa meno di un'auto, non richiede carburante, la manutenzione è infinitamente meno onerosa, si può circolare senza spendere per bollo, assicurazione e parcheggio, tuttavia colpisce scoprire quanto, in effetti, si risparmi. Anche l'ambiente migliora il suo benessere, sia in termini di inquinamento dell'aria (la bici non ha alcuna emissione di Co2), sia in termini di inquinamento acustico. Va anche detto, però, che la motivazione ecologica non ha tanto senso se trova applicazione solo presso pochi. È vero che chi gira in bici non inquina, ma chi continua a girare in auto sì. Direttamente nel naso di chi circola in bici. Col che non stiamo dicendo che bisogna vietare la circolazione delle auto, ma che occorre prendere con le pinze la ragione ecologista riguardo al trasporto a pedali, perché non ha grosso impatto sull'inquinamento. Non è consigliabile - secondo noi - farsi prendere dal furore ecologista, se si vive in metropoli, dar fuoco all'automobile e andare a lavorare in bici: ci si può andare con i mezzi pubblici o l'automobile e poi usufruire dei benefici della pedalata andandosene a fare una bella mezz'ora sulle piste ciclabili o, meglio ancora, nei parchi. Far diventare la bicicletta l'unico mezzo della propria mobilità vuol dire girare soprattutto sulle carreggiate delle strade per le automobili, perché le grandi città italiane difettano in piste ciclabili, e questa è anche una delle ragioni che - dobbiamo rammentarlo - rende la bicicletta un mezzo di trasporto a due ruote più pericoloso di altri. L'ultimo, tragico episodio è quello dello scorso 19 maggio a Roma, sulla Tiburtina, a poca distanza dall'uscita del Raccordo anulare. Il cinquantaquattrenne Fulvio Di Simone è stato travolto da un camion. i pericoliMentre il ciclista spirava lì, sulla strada, un passante, approfittando del caos, ha rubato il portafogli caduto a terra. Lo sciacallo è stato fermato qualche giorno dopo: aveva effettuato due prelievi con il bancomat della vittima. Che per gli amanti dei pedali la strada sia un pericolo, lo confermano pure le statistiche. Gli infortuni per chi guida il motorino, infatti, si attestano sull'1,06%, quelli per chi viaggia in moto sull'1,96%. Quelli per chi sceglie la bicicletta salgono al 2,18%. <div class="rebellt-item col1" id="rebelltitem1" data-id="1" data-reload-ads="false" data-is-image="True" data-href="https://www.laverita.info/bello-pedalare-la-bicicletta-non-e-solo-roba-per-gretini-fa-bene-al-cuore-ai-muscoli-e-allamore-2638652709.html?rebelltitem=1#rebelltitem1" data-basename="particle-1" data-post-id="2638652709" data-published-at="1758064218" data-use-pagination="False"> Giphy