2024-04-28
Beffa per i danneggiati dal vaccino. Zero euro: il rimborso non è previsto
Orazio Schillaci (Imagoeconomica)
Nonostante ci siano dei pazienti in possesso di un certificato che attesta la correlazione tra patologie e iniezioni, non verranno dati indennizzi. Motivo? Il tabellario nazionale non include paresi né miocarditi.Il ministro della Salute Orazio Schillaci: «Una commissione ad hoc verificherà».Lo speciale contiene due articoli.Giorgia Meloni lo aveva promesso, giusto un mese fa, a Fuori dal coro: «Sugli effetti avversi dei vaccini il governo andrà avanti fino in fondo, perché lo Stato italiano si assuma le responsabilità che si deve assumere». Un impegno meritorio, visto che Roberto Speranza è sempre stato più preoccupato di mandare avanti la macchina delle punture che di valutarne le eventuali controindicazioni. Di fatto lo ha confermato lui stesso, a leggere le risposte che ha dato al tribunale dei ministri. Quello del premier, però, non dovrebbe rimanere soltanto un proclama. È una promessa che è urgente mantenere. Sì, perché mentre si aspetta il famoso miliardo che il centrodestra doveva inserire nel fondo per i risarcimenti alle vittime dei vaccini anti Covid, inizialmente dotato dall’esecutivo di Mario Draghi di 150 milioni, le regole in vigore continuano a generare ingiustizie.La Verità è in grado di darvi conto dei casi di due danneggiati dai farmaci a mRna, i quali si sono visti riconoscere, da un’apposita commissione medica, la correlazione delle loro patologie con le iniezioni, ma che non riceveranno alcun indennizzo. Già: non vedranno un centesimo. Lo Stato non si assumerà «le responsabilità che deve assumersi». Il motivo? La loro infermità non è contemplata dal tabellario nazionale, aggiornato - si fa per dire - al 1981. Esattamente quarant’anni prima che comparissero i medicinali per il Sars-Cov-2.Uno dei malcapitati è un ragazzo classe 2004, che nel 2021, subito dopo la seconda dose di Pfizer, iniziò ad avvertire dolore al torace e venne ricoverato in ospedale. Non risultava fosse stato infettato dal virus. Una decina di giorni dopo, fu dimesso con la seguente diagnosi: «Miocardite in paziente con recente vaccino Sars-Covid-2». Era ormai noto che, soprattutto nei giovani di sesso maschile, i preparati a mRna potessero provocare infiammazioni cardiache. Qualche mese dopo, la visita di controllo precisò che l’adolescente aveva sofferto di «miopericardite post vaccino anti Covid, risolta in assenza di reliquati», ossia senza postumi. Una conclusione troppo ottimistica: a gennaio 2023, il ragazzo fu di nuovo ricoverato e il referto attestò una «recidiva di miocardite con pregresso episodio correlato a vaccinazione per Sars-Cov-2». L’ultimo controllo, effettuato lo scorso dicembre, parlava di «buon compenso emodinamico».Ebbene: con verbale risalente alle fine di marzo - per una singolare coincidenza, lo stesso periodo in cui la Meloni interveniva nella trasmissione di Rete 4 - i medici legali hanno considerato «verosimile l’associazione causale tra la somministrazione di vaccino e l’infermità» riscontrata. E hanno espresso «parere favorevole alla concessione dei benefici previsti dalla legge 210/92 e successive integrazioni, ex articolo 20, comma 1, decreto legge 27 gennaio 2022, n. 4». Si tratta della disciplina normativa che, «ai soggetti danneggiati in modo irreversibile da vaccinazioni, trasfusioni e somministrazione di emoderivati infetti», riconoscere un indennizzo. O meglio, dovrebbe riconoscerlo. Il diavolo sta nei dettagli. Per accedere al contributo, infatti, bisogna che la malattia di cui si soffre rientri in una delle categorie elencate da una tabella, allegata al dpr n. 834 del 30 dicembre 1981. E indovinate a quale di esse è ascrivibile il disturbo del giovane colpito da miocardite? Nessuna. Sul foglio c’è scritto proprio così: «Nessuna categoria». E «nessuna categoria» significa nessun assegno. Zero euro.Un copione analogo si è ripetuto con una signora, piena di salute fino alla prima dose di Pfizer, ricevuta a giugno 2021. Da lì, era cominciato il calvario: accesso al pronto soccorso, visita oculistica, risonanze magnetiche. Fino al verdetto della commissione per l’accertamento dell’invalidità civile, datato 14 marzo 2023: la donna è andata incontro a una «riduzione permanente della capacità lavorativa» del 40%. Diagnosi: «Paralisi del nervo facciale, ipotiroidismo, cheratocono». Anche stavolta, i medici legali hanno ritenuto sussistente la correlazione col danno. E si sono pronunciati a favore dell’indennizzo. Che però non arriverà: la paresi non rientra nella famosa tabella A del 1981. Anche sul verbale della donna c’è scritto: «Nessuna categoria».Purtroppo, gli episodi come quelli che vi abbiamo raccontato non sono isolati. A quanto ci consta, ci sono anche altri casi simili.Adesso, per far valere le proprie ragioni, i danneggiati dovranno procedere con un’impugnazione - tramite i loro legali - al ministero della Salute. In ultima istanza, la signora potrebbe finire dinanzi al giudice del lavoro. Un’altra faticosa scalata per ottenere giustizia, una corsa tra gli ostacoli della burocrazia, qualora non fossero bastati i problemi patiti dalla vaccinazione in poi.Ecco: sono questi qui gli «invisibili» della pandemia. Quelli di cui non bisogna parlare, perché le loro sventure gettano un’ombra sulla presunta «storia di successo» che, secondo Speranza, dovremmo invece «rivendicare». Sono gli italiani che la stampa insulta, liquidandoli con l’etichetta di «no vax». Solo che loro non erano affatto contrari ai vaccini. Anzi, si erano vaccinati. Si erano fidati dello Stato. Ed è tempo che lo Stato, come ha ammesso la Meloni, si assuma le sue responsabilità. Basta poco in fondo: basta aggiornare una tabella che risale a più di quarant’anni fa. Ma soprattutto basterebbe riconoscere finalmente che i danneggiati esistono e che meritano attenzione. Che non sono visionari o esaltati, ma persone che vanno trattate con rispetto. Quel rispetto che finora nessuno ha dato loro.<div class="rebellt-item col1" id="rebelltitem1" data-id="1" data-reload-ads="false" data-is-image="False" data-href="https://www.laverita.info/beffa-per-danneggiati-vaccino-2667951594.html?rebelltitem=1#rebelltitem1" data-basename="schillaci-indagheremo-per-capire-cos-e-accaduto-sugli-effetti-avversi" data-post-id="2667951594" data-published-at="1714248940" data-use-pagination="False"> Schillaci: «Indagheremo per capire cos'è accaduto sugli effetti avversi» Durante la convention di Fdi a Pescara, il ministro della Salute, Orazio Schillaci, ha risposto alle domande della Verità: «Abbiamo detto di no in maniera chiara al green pass universale dell’Oms, e questo non danneggerà i cittadini italiani che hanno il fascicolo sanitario elettronico e dunque non avranno problemi all’estero», ha ricordato. «Proprio ieri, assieme ad altri quattro o cinque Paesi abbiamo preso una posizione molto critica sul nuovo trattato pandemico, non abbiamo alcuna intenzione di cedere sovranità, tanto più di cederla all’Oms. Quanto ai danneggiati dal vaccino», ha aggiunto Schillaci, «siamo sensibili al tema. Abbiamo anche incontrato una rappresentanza di danneggiati. Sui danneggiati dai farmaci in senso generale abbiamo una commissione specifica all’interno del ministero, che verrà potenziata in modo da andare a verificare puntualmente quanto accaduto con i vaccini Covid».
Ecco #DimmiLaVerità del 10 novembre 2025. Il deputato di Sud chiama Nord Francesco Gallo ci parla del progetto del Ponte sullo Stretto e di elezioni regionali.