
Il confronto tra il liceo romano e le famiglie, iniziato anche grazie alla Verità, si è concluso con un accordo esemplareQuando i genitori fanno valere le loro prerogative in campo educativo la scuola non può ignorarli. A Roma le associazioni pro family registrano una significativa vittoria del primato educativo delle famiglie al liceo linguistico Amaldi, periferia Est della capitale, dove, nel marzo scorso, durante l'orario mattutino curricolare, sono stati somministrati agli studenti di tutte le età questionari sulle loro esperienze e inclinazioni sessuali. Dalla masturbazione, al sexting sul Web, dall'uso di un lessico erotico alle preferenze in materia di partner sessuali, passando per la possibilità di «avere esperienze trasgressive» o «relazioni sessuali oltre a quella con il mio partner», dando quindi per scontata una vivace e disordinata vita sessuale anche in ragazzi di 14 e 15 anni. Sebbene la compilazione dei test sia avvenuta in pieno anonimato, l'istituto romano ha permesso a delle realtà esterne private (una delle quali animata da sessuologi noti alle cronache per la partecipazione al programma televisivo Sex therapy in onda su Sky) di scandagliare nell'intimità di minorenni, avvertendo le famiglie solo tramite una circolare sul sito della scuola che annunciava «una ricerca per finalità statistico sperimentali», senza fare alcun accenno alla sessualità.Anche grazie alla Verità, che per prima ha parlato del caso, da questa vicenda è nato un braccio di ferro tra la dirigenza del liceo e i genitori degli studenti, seguiti dall'associazione aderente al Family day «Non si tocca la famiglia», che chiedevano chiarimenti sugli obiettivi di questa ricerca che, ancora oggi, restano molto opachi. Il tira e molla si è concluso solamente questa settimana con il pieno riconoscimento del diritto dei genitori in merito alla scelta delle attività extra curricolari. In pratica la preside ha comunicato alle mamme e ai papà con cui si era aperto il confronto che da settembre, su tutti i temi sensibili come affettività, sessualità, educazione di genere, bullismo, che non rientrano nel curricolo obbligatorio delle discipline, verrà richiesta preventivamente ai genitori l'autorizzazione alla loro trattazione in classe.Non solo. Alla richiesta di adesione preventiva dovrà corrispondere un «sì» o un «no» esplicito da parte delle famiglie, e questo avverrà dopo che sarà stata allegata al nome del progetto una scheda tecnica dettagliata con cui rendere manifesto da chi sarà svolto il progetto, quando, con quali finalità, con quali strumenti didattici, se avrà luogo un dibattito e alla presenza di chi.Inoltre cade anche il principio del silenzio assenso. Infatti, se non giungesse risposta dalle famiglie il loro silenzio non sarà ritenuto un assenso ma il professore di riferimento del progetto avrà cura di verificare personalmente l'esplicito consenso o dissenso delle famiglie, per garantire la massima comunicazione ed eventualmente l'esonero da quei percorsi per i figli di chi avrà espresso parere negativo alla partecipazione. Infine, gli alunni esonerati potranno usufruire degli spazi dell'aula studio e della biblioteca, gli stessi locali in genere destinati agli studenti che non si avvalgono dell'ora di religione. «Ha vinto la Buona scuola, ha vinto il buon senso, ha vinto la superiorità di vedute di un dirigente scolastico che ha davvero concretizzato la volontà di rappresentare una scuola plurale e inclusiva», ha commentato il presidente di Non si tocca la famiglia Giusy D'Amico, che ora chiede che il «modello Amaldi» sia esportato in tutte le scuole: «Come associazione di famiglie educatori e docenti invitiamo a seguire, come buona prassi di democratica partecipazione, quanto è stato disposto dal dirigente scolastico dell'Amaldi che, riconosciute le inadempienze pregresse, ha avuto cura di ristabilire gli equilibri di un coinvolgimento attivo della componente attiva genitori». D'altra parte lo stesso questionario è stato distribuito in molte altre scuole di Roma, mentre al liceo Amaldi nelle giornate della somministrazione del test è stato anche proiettato un film sull'unione di due uomini. Titolo: Puoi baciare lo sposo. «Riteniamo che il tema in sé non rappresenti un problema se trattato in modo adeguato e condiviso con le famiglie», ha spiegato ancora la D'Amico. «Crediamo che i nostri ragazzi meritino molto più di un puro tecnicismo offerto da chi entra in classe senza neanche conoscerli». In altre parole, giovani assetati di bellezza e di verità non possono essere educati ad una sana affettività facendo loro domande sul sesso con sconosciuti o, come è successo in altre scuole, mostrandogli la tecnica per indossare un preservativo. Sotto il manto della lotta alle discriminazioni di genere e dell'educazione all'affettività spesso si annidano diverse colonizzazioni ideologiche. Per questo motivo il leader del Family day Massimo Gandolfini ha avviato un proficuo dialogo con il nuovo ministro dell'Istruzione Marco Bussetti, riprendendo il filo del discorso faticosamente intrapreso con l'ex ministro dell'Istruzione Valeria Fedeli, che non si era mai tradotto in un atto concreto. Il principio condiviso con l'attuale titolare di viale Trastevere è che la lotta alle discriminazioni si deve basare sull'articolo 3 della Costituzione. Niente a che vedere con l'ideologia gender.
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Giusi Bartolozzi (Ana)
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