
Proposta di legge di Fdi in favore della centralità della famiglia nelle scelte educative. A Napoli una circolare scolastica parla di «bambin*» per non fare «discriminazioni».Lezioni, seminari o attività al di fuori del percorso formativo scolastico che trattino argomenti legati a sessualità, educazione affettiva e relazioni interpersonali saranno offerti agli studenti minorenni solo se i genitori avranno dato il loro consenso informato.La proposta di legge, presentata dal capogruppo di Fdi in commissione Cultura alla Camera, Alessandro Amorese, ha come obiettivo «la trasparenza dell’offerta formativa» e riafferma la priorità della famiglia nel decidere in merito alle scelte educative dei figli. L’introduzione del consenso informato è un’esigenza più volte affermata da genitori, contrari a scelte imposte dagli istituti o fatte circolare nelle aule per iniziative esterne che hanno portato «storture culturali e contaminazioni ideologiche intollerabili all’interno del luogo deputato alla formazione del libero pensiero», ha osservato il deputato di Fdi. Didattiche gender, come il libro sul coniglietto gay Marlon Bundo che si voleva proporre nelle scuole elementari di Pavia, o sul peluche Thomas che voleva chiamarsi Tilly («Nel mio cuore ho sempre saputo di essere un orsacchiotto femmina, non maschio»), raccontato in alcune primarie di Piacenza, non possono essere autorizzate senza che i genitori si siano dichiarati d’accordo.«Risulta essenziale rispettare la libertà educativa delle famiglie evitando imposizioni culturali e indottrinamenti su temi di così grande e profonda sensibilità», sostiene Amorese, sottolineando che «la sensibilità culturale, etica e religiosa di ciascuna famiglia deve essere rispettata nel contesto educativo». Il primo dei tre articoli di cui si compone la proposta di legge stabilisce che «la partecipazione dello studente minorenne, delle scuole pubbliche e paritarie di ogni ordine e grado, alle attività comprese nel curricolo obbligatorio o nell’ampliamento della sfera formativa extra curricolare rientranti nella sfera sessuale, affettiva o etica, è subordinata alla manifestazione di consenso informato dell’esercente la potestà genitoriale o tutela legale». Il secondo articolo si occupa delle «modalità di attuazione della manifestazione del consenso attraverso un decreto del ministro dell’Istruzione e del merito», mentre il terzo contiene le disposizioni finanziarie, che non prevedono nuovi o maggiori oneri a carico delle casse pubbliche.L’istituto scolastico dovrà mettere a disposizione dei genitori, o di chi esercita potestà genitoriale, il materiale didattico utilizzato per le attività a contenuto sessuale, affettivo ed etico che si intendono proporre a studenti minorenni, così da «favorire la piena presa di coscienza del tema e per consentire la convinta maturazione del consenso informato […] La consultazione deve essere sempre consentita e riguardare la totalità del materiale didattico in uso, sia esso in formato analogico o digitale». Lo studente che non partecipa a simili attività non dovrà avere ripercussioni negative sul proprio percorso.Che ci sia bisogno di fermare la deriva inclusiva nelle scuole lo dimostra la vicenda accaduta in un plesso del Napoletano: l’istituto ha diffuso una circolare a genitori e alunni nella quale la parola «bambini» è stata sostituita da «bambin*», con l’asterisco finale. L’avvocato Angelo Pisani, coordinatore della Commissione diritto degli affetti dell’Ordine degli avvocati di Napoli, ha reso nota la storia, chiedendo l’intercendo del ministro Giuseppe Valditara: «I responsabili di questa iniziativa si devono dimettere, sottintendono che esistono scolaretti di sesso incerto e che questa è una cosa normale ma è fanatismo».
Antonio Scurati (Ansa)
Eccoli lì, tutti i «veri sapienti» progressisti che si riuniscono per chiedere all’Aie di bandire l’editore «Passaggio al bosco» dalla manifestazione «Più libri più liberi».
Sono tutti lì belli schierati in fila per la battaglia finale. L’ultima grande lotta in difesa del pensiero unico e dell’omologazione culturale: dovessero perderla, per la sinistra culturale sarebbe uno smacco difficilmente recuperabile. E dunque eccoli, uniti per chiedere alla Associazione italiana editori di cacciare il piccolo editore destrorso Passaggio al bosco dalla manifestazione letteraria Più libri più liberi. Motivo? Tale editore sarebbe neofascista, apologeta delle più turpi nefandezze novecentesche e via dicendo. In un appello rivolto all’Aie, 80 autori manifestano sdegno e irritazione. Si chiedono come sia possibile che Passaggio al bosco abbia trovato spazio nella fiera della piccola editoria, impugnano addirittura il regolamento che le case editrici devono accettare per la partecipazione: «Non c’è forse una norma - l’Articolo 24, osservanza di leggi e regolamenti - che impegna chiaramente gli espositori a aderire a tutti i valori espressi nella Costituzione italiana, nella Carta dei Diritti fondamentali dell’Unione europea e nella Dichiarazione universale dei diritti umani e in particolare a quelli relativi alla tutela della libertà di pensiero, di stampa, di rispetto della dignità umana? Poniamo quindi queste domande e preoccupazioni all’attenzione dell’Associazione italiana editori per aprire una riflessione sull’opportunità della presenza di tali contenuti in una fiera che dovrebbe promuovere cultura e valori democratici». Memorabile: invocano la libertà di pensiero per chiedere la censura.
Olivier Marleix (Ansa)
Pubblicato post mortem il saggio dell’esponente di spicco dei Républicains, trovato impiccato il 7 luglio scorso «Il presidente è un servitore del capitalismo illiberale. Ha fatto perdere credibilità alla Francia nel mondo».
Gli ingredienti per la spy story ci sono tutti. Anzi, visto che siamo in Francia, l’ambientazione è più quella di un noir vecchio stile. I fatti sono questi: un politico di lungo corso, che conosce bene i segreti del potere, scrive un libro contro il capo dello Stato. Quando è ormai nella fase dell’ultima revisione di bozze viene tuttavia trovato misteriosamente impiccato. Il volume esce comunque, postumo, e la data di pubblicazione finisce per coincidere con il decimo anniversario del più sanguinario attentato della storia francese, quasi fosse un messaggio in codice per qualcuno.
Roberto Gualtieri (Ansa)
Gualtieri avvia l’«accoglienza diffusa», ma i soldi andranno solo alla Ong.
Aiutiamoli a casa loro. Il problema è che loro, in questo caso, sono i cittadini romani. Ai quali toccherà di pagare vitto e alloggio ai migranti in duplice forma: volontariamente, cioè letteralmente ospitandoli e mantenendoli nella propria abitazione oppure involontariamente per decisione del Comune che ha stanziato 400.000 euro di soldi pubblici per l’accoglienza. Tempo fa La Verità aveva dato notizia del bando comunale con cui è stato istituito un servizio di accoglienza che sarà attivo dal 1° gennaio 2026 fino al 31 dicembre 2028. E ora sono arrivati i risultati. «A conclusione della procedura negoziata di affidamento del servizio di accoglienza in famiglia in favore di persone migranti singole e/o nuclei familiari o monogenitoriali, in possesso di regolare permesso di soggiorno, nonché neomaggiorenni in carico ai servizi sociali», si legge sul sito del Comune, «il dipartimento Politiche sociali e Salute comunica l’aggiudicazione del servizio. L’affidamento, relativo alla procedura è stato aggiudicato all’operatore economico Refugees Welcome Italia Ets».
2025-12-03
Pronto soccorso in affanno: la Simeu avverte il rischio di una crisi strutturale nel 2026
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iStock
Secondo l’indagine della Società italiana di medicina d’emergenza-urgenza, dal 2026 quasi sette pronto soccorso su dieci avranno organici medici sotto il fabbisogno. Tra contratti in scadenza, scarso turnover e condizioni di lavoro critiche, il sistema di emergenza-urgenza rischia una crisi profonda.
Il sistema di emergenza-urgenza italiano sta per affrontare una delle sue prove più dure: per molti pronto soccorso l’inizio del 2026 potrebbe segnare una crisi strutturale del personale medico. A metterne in evidenza la gravità è Alessandro Riccardi, presidente della Simeu - Società italiana di medicina d’emergenza-urgenza - al termine di un’indagine che fotografa uno scenario inquietante.






