2024-02-09
«Basta con i fondi pubblici al Who»
A Panama il contro-convegno della Taxpayers protection alliance chiede di tagliare i finanziamenti all’agenzia Onu per la sanità: «Paghiamo per farci togliere la libertà».Meno di un chilometro in linea d’aria separa i poliziotti buoni da quelli cattivi. God cop and bad cop. È il gioco di parole che tiene in piedi l’evento organizzato dall’associazione internazionale Taxpayers protection alliance. In pratica «cop» sta sia per poliziotto, sia per «Conference of parties», l’evento organizzato dall’Oms. Che nesso il tutto abbia con l’associazione guidata da 30 anni da David Williams è molto semplice. Due terzi dei fondi che sostengono l’Oms sono pubblici. E quindi provengono direttamente dalle tasche dei cittadini. Il messaggio di Williams è semplice. Togliere i fondi all’Organizzazione per interrompere il processo di appropriazione delle sovranità nazionali. «Lo schema parte da lontano, ma sta subendo una fortissima accelerazione», spiega Williams alla Verità. «Dopo il Covid, l’Oms ha spinto il piede sull’acceleratore della politica zero rischi. In queste ore si discute di tabacco. L’obiettivo è accantonare l’approccio che mira a sostenere i prodotti che riducono il rischio per imporre divieti e togliere ai cittadini la possibilità di scegliere. Oggi, dunque è il tabacco, poi dietro l’angolo l’alcol, la carne rossa e infine i social media». L’associazione a difesa dei contribuenti nel corso dell’evento organizzato in uno degli alberghi in stile coloniale nel cuore del Casco Viejo, il centro storico di Panama City, avanza un interessante quanto ormai palese parallelismo. «Non è difficile vedere arrivare i problemi. C’è un nesso tra quanto avviene in queste ore qui a Panama e la transizione green. Limitare le opportunità di scelta del contribuente è esattamente quanto comporta la transizione elettrica dell’auto e il divieto alle alternative al tabacco. Il cittadino americano e quello europeo vogliono solo poter scegliere», aggiunge Williams. «Vogliono un mercato libero. Mentre io desidererei che l’Oms aprisse la discussione anche a chi la pensa diversamente. Ogni anno i contribuenti Usa mandano all’Oms 400 milioni di dollari solo per farsi calpestare i loro diritti». Ancora più drastico è Christopher Snowdon, tra i più famosi libertari, autore del Nanny State index e di celebri libri come Euro puppet. Attualmente all’Institute of economic affairs si occupa di libertà sociali, divieti e policy regolatorie. «Credo che non ci sia più alcun modo per riformare l’Oms. Né da fuori né da dentro. L’Organizzazione ha dimostrato di autoalimentarsi e lavorare a doppio filo con una buona fetta di Stati per creare una finta opinione pubblica che sostenga le proprie decisioni e fingere così che ai cittadini siano cari i medesimi temi per poi metterli in cima all’agenda politica. In realtà è un falso basato sulla corruzione. Come minimo intellettuale». Il riferimento è al rapporto malsano e incestuoso che c’è con le Ong. Snowdon punta il dito. «I cittadini sostengono con la beneficenza le associazioni che aiutano i poveri e i bisognosi. Oppure quelle associazioni che difendono i propri diritti di consumatori o lavoratori. Nessuno finanzia associazioni che difendono i diritti altrui sulla base di divieti da applicare a terzi. Infatti, queste Ong sono finanziate dagli Stati o dall’Unione europea». Per Snowdon il circolo è tanto vizioso quanto semplice. Stati e Oms finanziano le Ong che creano una finta opinione pubblica, che a sua volta consente agli Stati e alle organizzazioni di chiedere al mondo accademico ricerche e studi che giustifichino le policy regolatorie. A ciò si aggiunge il ruolo di magnati come George Soros, Bill Gates e Michael Bloomberg. «Si intende», conclude Snowdon, «chiunque con i propri soldi può finanziare la causa che preferisce. È però nostro dovere intervenire quando il modello di regolamentazione spinge verso la progressiva disinformazione». Il riferimento è all’impianto censorio che si sta abbattendo sulle piattaforme digitali e sui social. «Oms, Unione europea e numerosi Stati come Canada, Australia e Brasile stanno cercando di bloccare le opzioni informative. Solo che senza informazione non ci sarà più libertà di scelta», conclude Snowdon, «L’Oms è un circolo di corruzione sociale. Va fermato, togliendo tutti i fondi pubblici».
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Il presidente e ad di Philip Morris Italia dal Forum Teha di Cernobbio: «La leva competitiva è cruciale per l'Italia e l'Europa».