2023-12-03
Coi proventi delle estrazioni la Basilicata investe sulle comunità energetiche
La Regione usa le royalties di gas e petrolio per aiutare le famiglie in difficoltà sulle bollette e ridisegnare il sistema dei consumi grazie a bonus e fonti rinnovabiliLa Basilicata è la più grande riserva petrolifera d’Italia. Si estraggono il 70,6% del petrolio e il 14% del gas italiano. Viggiano (Potenza) può essere definita la capitale del petrolio italiano, dato che nel Comune ricadono 20 dei 27 pozzi della Val d’Agri e il centro oli, dove il gas viene separato dalla parte liquida, lavorato e immesso nella rete distributiva. Essere la maggiore riserva petrolifera d’Italia ha i suoi vantaggi: stando ai dati di Eni, nel 2022 la Basilicata ha incassato dalle compagnie petrolifere circa 160 milioni di euro in royalty in qualità di compensazione per l’estrazione di greggio e gas. Soldi che la Regione ha deciso di spendere sviluppando una sua strategia energetica, focalizzata sullo sviluppo delle energie rinnovabili. Parliamo per esempio dei contributi a fondo perduto per l’installazione di impianti da fonti rinnovabili a servizio delle unità abitative non allacciate alla rete metano ricadenti nel territorio lucano. In questo modo, viene fornita ai cittadini la concessione di contributi a fondo perduto per un importo variabile tra i 5.000 e i 10.000 euro, in base al tipo di intervento realizzato. I fondi stanziati sono pari a quasi 90 milioni di euro e provengono proprio dalle compensazioni per le estrazioni petrolifere. A oggi, le istanze di prenotazione del contributo protocollate sono più di 6.250, per un ammontare di circa 40 milioni e mezzo di euro, mentre quelli già erogati ammontano a oltre 2 milioni di euro. La Regione ha anche pensato di fornire un bonus gas, sfruttando ancora una volta i benefici dell’attività petrolifera, per creare una misura concreta a vantaggio della comunità locale, a fronte di un contesto internazionale e di un’inflazione che stanno continuando a mettere a dura prova i bilanci familiari. Misura che ha permesso, in meno di un anno, di erogare a oltre 140.000 utenze residenziali contributi pari a circa 87 milioni di euro. Sempre restando in tema di energia non si possono poi non menzionare le comunità energetiche (Cer). Le Cer sono uno strumento fondamentale contro la povertà energetica. Fenomeno, secondo il rapporto 2023 pubblicato dall’Osservatorio italiano sulla povertà energetica, in crescita. Alla fine del 2021 la povertà energetica ha riguardato 2,2 milioni di famiglie, circa 125.000 nuclei in più rispetto al 2020. In termini percentuali il fenomeno colpisce l’8,5% delle famiglie italiane. La Puglia (16,4%) e il Molise (16%) sono le regioni più in difficoltà, seguite dalla Basilica con un 15% di famiglie in povertà energetica (numeri in calo dell’1,3% rispetto al 2020). Proprio per questo che le Cer rivestono un ruolo fondamentale, dato che sono strumenti strategici per l’autonomia energetica dei territori, con benefici rilevanti, in ambito sociale e ambientale. L’attivazione di questi schemi determina dunque vantaggi sia a livello di singolo membro coinvolto, dato che si va a creare un maggior coinvolgimento consapevole nell’uso della risorsa, sia perché ne derivano conseguenti bilanci energetici autonomi che creano essi stessi infrastrutture a favore della singola comunità Cer. Vista la rilevanza dello strumento e la povertà energetica, la Basilicata ha legiferato sul tema, approvando la legge regionale numero 12/2022, che promuove i gruppi di autoconsumo collettivo e le Cer, sia per i privati sia per gli enti locali, con l’obiettivo di sostenere la generazione di energia da fonte rinnovabile e il suo autoconsumo per «decarbonizzare» l’economia regionale. Uno dei principali target della politica energetica regionale è quello di costituire almeno una Cer in ciascuno dei 131 Comuni lucani. L’attività della Regione non si conclude però qui. Sfruttando le somme derivanti dagli accordi con le compagnie petrolifere, è infatti allo studio degli uffici competenti un progetto di efficientamento energetico e di transizione green a favore di Acquedotto Lucano spa, società in house della Basilicata, gestore del servizio idrico integrato di tutto il territorio lucano. Uno studio molto importante visto che parliamo di una Regione che, per la morfologia del suo territorio, si ritrova svantaggiata rispetto ad altre nel sostenere i costi di approvvigionamento. Il progetto punta a una consistente riduzione dei costi energetici, con ricadute dirette, non trascurabili, sulle bollette idriche.La strada che dunque sta intraprendendo la Basilica risulta essere particolarmente interessante. Da una parte si ha una Regione che indubbiamente rappresenta il principale hub nazionale per l’estrazione del petrolio e dall’altra una realtà che sta cercando, contemporaneamente, di fare scuola per quanto riguarda lo sviluppo di una politica energetica regionale focalizzata sull’energia pulita e la sostenibilità delle varie comunità locali. Un binomio particolare che per il momento sta portando dei risultati interessanti e che prevede uno sviluppo futuro sempre più strutturato. È infatti seguendo questa logica che deve essere letta la proposta dell’assessore all’Ambiente ed energia della Basilicata, Cosimo Latronico, che vorrebbe istituire un fondo per le compensazioni ambientali, come accade per le aree di coltivazione delle fonti fossili, che ha tra gli obiettivi garantire processi di sviluppo incentrati sul fabbisogno energetico del territorio.
Papa Leone XIV (Getty Images)
Sergio Mattarella con la mamma di Willy Monteiro Duarte (Ansa)
Duilio Poggiolini (Getty Images)
L'amministratore delegato di Mediobanca Alberto Nagel (Imagoeconomica)