2024-04-18
A Bari fumata nera sul campo largo. Se ne riparla per il secondo turno
I due esponenti del centrosinistra correranno da soli. Ma si sosterranno al ballottaggio.Il patto delle orecchiette è servito: a Bari i due candidati di centrosinistra, Vito Leccese sostenuto dal Pd e Michele Laforgia che ha l’appoggio anche del M5s, andranno al primo turno divisi, e chi dovesse andare al ballottaggio contro il candidato del centrodestra, il leghista Fabio Romito, godrà del sostegno di chi invece dovesse restare escluso dal secondo turno. Uno scenario che noi della Verità avevamo anticipato fin dal primo giorno di questa estenuante tarantella, e che ieri i due candidati hanno ufficializzato: «Vogliamo precisare», dichiarano Leccese e Laforgia in una nota congiunta, «che il dialogo fra noi non si è mai interrotto. Che entrambi abbiamo accettato la candidatura a sindaco allo scopo non di dividere, ma di unire le forze progressiste. Confermiamo, pertanto», aggiungono i due candidati, «la nostra volontà di restare entrambi in campo in vista dell’appuntamento elettorale dell’8 e 9 giugno. Nelle prossime ore proporremo p alle forze politiche che sostengono le nostre candidature un patto che preveda l’impegno comune a garantire la trasparenza di tutte le liste», concludono Leccese e Laforgia, «il sostegno reciproco in caso di ballottaggio e, qualora uno fra noi venga eletto sindaco, la disponibilità a costruire una squadra di governo che valorizzi le esperienze e le competenze di entrambi gli schieramenti». Trionfa il disinteresse: le ultime due righe sanciscono l’impegno, in caso di vittoria di uno dei due, a far entrare in giunta anche esponenti dell’altro schieramento (a questo punto è facile immaginare che il non detto dell’accordo sia che uno sarebbe vicesindaco dell’altro). Per quel che riguarda il «reciproco sostegno in caso di ballottaggio» siamo curiosi di verificare, se si andrà al secondo turno, se ci sarà un apparentamento formale: in questo caso, il 60% dei seggi in consiglio comunale che spettano alla coalizione del vincitore verrebbero divisi tra i due schieramenti di centrosinistra. Dipenderà dai risultati del primo turno, poiché a questo punto ai due potrebbe convenire non ufficializzare l’apparentamento, andando così a occupare anche una quota del 40% dei seggi che spettano alla opposizione. Sarà interessante anche capire se Laforgia e Leccese, in campagna elettorale, eviteranno di attaccarsi reciprocamente. «Abbiamo sempre lavorato per mantenere un’unità”» commenta Giuseppe Conte «ovviamente su presupposti di legalità, rinnovamento. Questa proposta dei candidati Larfogia e Leccese è una proposta che conoscevamo e appoggiamo». Intanto arrivano le dimissioni di Paolo Pate, presidente di Amiu Puglia, azienda municipalizzata che si occupa dell’igiene urbana, che ieri ha rimesso l’incarico nelle mani del sindaco di Bari, Antonio Decaro, dopo essere stato rinviato a giudizio nell’ambito di un procedimento per false comunicazioni sociali connesso alla sua attività professionale di commercialista. Altri grattacapi anche per Michele Emiliano: attraverso una nota congiunta, i tre consiglieri regionali di Azione, una nota congiunta, Fabiano Amati, Sergio Clemente e Ruggiero Mennea, dettano al presidente della Regione le condizioni per restare in maggioranza: I consiglieri chiedono «la rotazione simultanea e immediata di tutti i dirigenti di sezione e servizio, di tutti gli assessorati e in carica da più di tre anni; la rotazione simultanea e immediata di tutti i direttori dei dipartimenti; la rotazione simultanea e immediata dei Direttori generali delle Asl, anche perché già decaduti per sforamento della spesa farmaceutica». Altre dimissioni di peso, quelle del capogruppo in Consiglio regionale di «Con Emiliano», Giuseppe Tupputi, che lascia il gruppo: «Nessuna capacità di autodeterminazione», scrive Tupputi, «né di autonomia politico-amministrativa è stata raggiunta dal movimento che, al contrario, appare troppo spesso semplice strumento nelle mani di altri».
Palazzo Berlaymont, sede della Commissione europea (Getty Images)
Manfred Weber e Ursula von der Leyen (Ansa)
Il cancelliere tedesco Friedrich Merz (Ansa)
Ursula von der Leyen (Ansa)