2023-12-13
Barbera eletto a capo della Consulta. E Fassino esulta: «Premio politico»
L’ex esponente del Pci critica subito la maggioranza: «Non può occupare la Corte».Un anno di Barbera partito con il botto. L’ottantacinquenne costituzionalista è diventato presidente della Consulta ieri mattina e dopo poche ore metteva già in riga il governo Meloni: «Vari commentatori scrivono che ci sarà assalto all’indipendenza della Corte da parte della maggioranza. È un allarmismo di un costituzionalismo ansiogeno che non è in linea con le regole vigenti. Oggi non è possibile nessuna occupazione della Corte costituzionale». Già: la Corte può occuparla, anzi, «okkuparla», solo la sinistra. Altre stoccate sul malcostume dei maxiemendamenti, con messaggi sibillini sulla riforma costituzionale dell’autonomia differenziata. Poi, visto lo Zeitgeist, lo spirito dei tempi, Augusto Barbera ha chiesto alle donne che sono scese in piazza di «avere pazienza» e di non volere tutto subito dalla politica e dalla magistratura. Se l’avesse detto un giurista di centrodestra non l’avrebbe passata liscia. Ma Barbera, oltre alla carriera accademica, ha un lungo passato politico nella sinistra migliorista e quindi può permettersi di ragionare a voce alta senza beccarsi del maschilista tossico. Del resto, su questa nomina in salsa aurora è arrivato subito il bollino di garanzia di Piero Fassino, che su X, non richiesto, ne ha lodato «il generoso impegno politico» con uno di quegli autogol che hanno reso celebre l’ex sindaco di Torino. Barbera, siciliano di origine e bolognese di adozione, è stato eletto alla Camera dei deputati nelle liste del Pci e poi del Pds per cinque legislature, fra il 1976 e il 1994, ed è stato anche ministro per i Rapporti con il Parlamento nel governo Ciampi. Convinto sostenitore del sistema maggioritario, che tradizionalmente piace molto anche al mondo dell’economia e della finanza per come semplifica (e rende meno costosi) i rapporti con il potere politico di turno, il costituzionalista amico di Giorgio Napolitano e Giuliano Amato è stato promotore di tre referendum in tal senso nel 1991, nel 1993 e nel 1999. È stato eletto giudice costituzionale nel dicembre del 2015, su proposta del Pd di Matteo Renzi e ieri è stato eletto alla presidenza, che scadrà il 21 dicembre 2024. A proposito del preclaro statista di Rignano, va ricordato che Barbera ha appoggiato la sua riforma della Costituzione, poi sonoramente bocciata al referendum del 2016. Per uno scherzo del destino, lo stesso Barbera si era espresso anche sulla riforma costituzionale del 2001, appoggiando l’idea berlusconiana del premierato e bocciando un presunto eccesso di poteri della Consulta, perché «è un organismo non legittimato democraticamente». Ora la legittima lui. Fresco di nomina, ieri ha incontrato i giornalisti e ha fatto capire di che pasta è fatto. «La richiesta del voto di fiducia è espressione di una debolezza della maggioranza», primo botto. «I maxi emendamenti sono obbrobriosi perché raccolgono istanze, interessi e progettini che i parlamentari non riescono nemmeno a conoscere e su cui si chiede la fiducia», secondo botto, proprio in zona Manovra. E infine il monito, perché si sa che le alte cariche da noi hanno il monito nel sangue: «Stiamo attenti a non trasformare espressioni di debolezza dei governi in espressioni di prevaricazioni».Piccolo particolare: gli emendamenti caravanserraglio non sono certo un’invenzione del centrodestra, ma purtroppo fanno parte della tradizione della seconda e della serza Repubblica, grazie al mito del contingentamento dei tempi caro, per esempio, al compagno Luciano Violante che da presidente della Camera per primo l’auspicò. Barbera ha anche sfiorato il tema dell’Autonomia differenziata, buttando lì che «è una scelta tutta politica». E mentre Fassino twittava giulivo che siamo di fronte alla nomina non solo di un grande costituzionalista, ma anche di un uomo che ha dimostrato un «generoso impegno politico», il neopresidente osava ricordare che diritti come l’aborto, o l’abolizione di reati folli come l’adulterio (solo femminile) o il delitto d’onore, sono stati il frutto di un lungo cammino in cui la Consulta e il legislatore si sono spesso passati il testimone. E così, venendo al dibattito odierno, ha rivolto un appello alle donne: «Siate pazienti, non dimenticate i progressi fatti». Leggi e giudici delle leggi sono spesso in ritardo sulla società. Ma se non c’è accordo sull’analisi della società, è difficile stabilire chi è avanti e chi è indietro.
«Haunted Hotel» (Netflix)
Dal creatore di Rick & Morty arriva su Netflix Haunted Hotel, disponibile dal 19 settembre. La serie racconta le vicende della famiglia Freeling tra legami familiari, fantasmi e mostri, unendo commedia e horror in un’animazione pensata per adulti.