2023-07-27
Bankitalia riscrive la storia: «Se il Pil cala, la colpa è delle temperature elevate»
Surreale studio di Palazzo Koch, che esamina i cambiamenti del clima addirittura dal 1871. Archiviando decenni di politiche economiche flop con la scusa del caldo.Il gas serra e il caldo ad esso conseguente, secondo uno studio della Banca d’Italia, frenano il Pil che potrebbe arrivare a calare anche del 9,5% nel 2100 e, nell’arco di questo secolo, potrebbe arrivare a costare l’equivalente di tre Pnrr, 600 miliardi di euro. Gli esperti che hanno redatto lo studio hanno considerato un arco di tempo che va dal 1871 ad oggi e che analizza le relazioni tra le temperature delle singole regioni e l’economia del Paese. Secondo loro le temperature medie in Italia sono aumentate di circa 2 gradi dall’inizio del secolo scorso, e queste hanno avuto un impatto negativo sulla crescita del Pil pro capite concentratosi, alla fine del Novecento, nel periodo tra il 1981 e 2001; infine, stimano che il futuro prossimo vedrà un impatto del clima sull’economia ancora peggiore a causa di una crescita potenziale di altri 1,5 gradi da qui fino al 2100. Perché il clima inciderebbe così tanto sulla crescita del Pil? Per diversi fattori: catastrofi naturali, incremento della mortalità, deterioramento della salute, migrazioni. I gas serra prodotti dalle attività umane sono il principale motore del cambiamento climatico in atto. In particolare, nel settore agricolo, si fa notare come per l’attività economica i gradi dovrebbero essere intorno a 15, mentre emerge come la frequenza di giornate oltre i 28 abbia influito negativamente, specie negli ultimi 20 anni del Novecento, incidendo principalmente sul settore agricolo. A questo punto dobbiamo fare qualche considerazione.La prima. È evidente che la sede storica potrà avere anche un valore statistico, ma certo non ce l’ha nel merito. Nel 1871 non ci risultano esserci state particolari emissioni di CO2 perché salvo la seconda parte del secolo nella quale si intensificarono i trasporti ferroviari, notoriamente a carbone (con emissione di anidride carbonica), certamente non furono in grado di creare l’effetto serra. Questa osservazione è di una tale ovvietà e non sarebbe neanche necessario ripeterla ulteriormente, ma evidentemente non è così. A meno che non si voglia fare come nel caso dell’Europa odierna che ritiene che dobbiamo mangiare insetti in modo da eliminare le mucche che emettono flatulenze dannose per il clima ed estendere questo ragionamento ai cavalli che nell’Ottocento hanno trainato per larga parte le carrozze dei viaggiatori. Anche loro, soprattutto sotto sforzo, talora emettono flatulenze ma pensiamo che neanche esse possano aver provocato effetti serra nel corso dell’Ottocento. La seconda. Il calo del Pil tra gli anni Ottanta e la fine del secolo scorso, siamo proprio sicuri che sia legatO così strettamente alle questioni climatiche e non anche a delle politiche economiche sbagliate che ci portarono, nel 1992, a una crisi finanziaria affrontata con perdite dal famoso governo Ciampi e dal prelievo notturno sui conti correnti del professor Giuliano Amato? Le politiche economiche, e nessuno meglio di Bankitalia lo sa, hanno una qualche influenza sulla crescita o meno del Pil. Avranno avuto un’influenza anche in quegli anni, o no? Se non ricordo male fu fatta una finanziaria intorno ai 100 miliardi di lire che oggi sarebbero poco meno di 50 milioni di euro. E questo certamente non dipese - credo io - dal cambiamento climatico. A memoria io non ricordo che si parlò allora del cambiamento climatico come uno dei fattori della crisi. Non entrò nel dibattito pubblico sulla finanziaria il tema ambientale: c’entrò la svalutazione della lira, c’entrò la riforma sanitaria, c’entrarono i conti pubblici sull’orlo di una crisi piuttosto importante, anzi, molto importante.La terza. Io ho l’impressione che, oramai, ci sia una sorta di concentrazione totale sul cambiamento climatico come fonte primaria o unica di tutti i nostri problemi. Giova ricordare che la comunità scientifica internazionale ha in sé scienziati, tra i quali 100 premi Nobel, che dissentono, non sul fatto che ci sia un cambiamento climatico, bensì sul fatto che esso sia tutta colpa dell’uomo e sul fatto delle previsioni di dove esso possa portarci. La domanda è: si può essere persone che si rendono conto della portata e delle dimensioni del cambiamento climatico senza cadere in una sorta di parossismo da cambiamento climatico, di paranoia, di univocità dei pensieri? Io credo di sì, ma non so se ormai è ancora possibile riportare il dibattito entro dei termini che definirei semplicemente ragionevoli, cioè frutto di un ragionamento e non di una posizione ideologica per la quale quello che dicono gli ecologisti è vero, è un dogma, e tutto ciò che dicono gli altri è ciarpame.
«Haunted Hotel» (Netflix)
Dal creatore di Rick & Morty arriva su Netflix Haunted Hotel, disponibile dal 19 settembre. La serie racconta le vicende della famiglia Freeling tra legami familiari, fantasmi e mostri, unendo commedia e horror in un’animazione pensata per adulti.