2023-02-28
Bandiere pacifiste al posto degli elmetti: il nuovo Nazareno sarà meno filo Nato
Il cambio di leader non dovrebbe stravolgere la linea del Pd sulla guerra. Che potrebbe chiedere più protagonismo all’Ue.«La linea del Pd sull’invio delle armi a Kiev non cambierà, ma ci sarà molta più attenzione al tema del protagonismo dell’Europa, che era un po’ la posizione iniziale di Enrico Letta prima della sbandata filo Usa»: così alla Verità, uno dei big dei dem delinea quella che sarà la strategia sulla guerra in Ucraina della nuova segretaria, Elly Schlein. «Chiederemo all’Europa», aggiunge un nostro interlocutore, sostenitore della Schlein, «un ruolo più attivo, meno appiattito sugli Usa». Tema spinoso per la neo leader del Pd: i suoi avversari hanno già iniziato a far circolare veleni e veline, anonime e non, criticandola sul tema della guerra. Gli attacchi con nome e cognome, manco a dirlo, arrivano dall’ala filorenziana del Pd e dal Terzo polo, ovvero dagli ultras del filoamericanismo senza se e senza ma: «La Schlein», dice a La7 Giorgio Gori, sindaco Pd di Bergamo e sostenitore di Stefano Bonaccini, «deve avere capacità di ricucire le diverse energie che si ritrova dentro il partito. Dipenderà da lei, da come affronterà diversi nodi fondamentali, se terrà o non terrà il Pd nella sfera atlantica, se terrà o non terrà la posizione che Letta con grande determinazione ha tenuto sul tema della guerra e degli aiuti all’Ucraina»; «Bisognerà vedere come Schlein si muoverà politicamente», incalza il senatore di Italia viva Ivan Scalfarotto, «in primo luogo come scioglierà le sue evidenti ambiguità sull’Ucraina»; «Spiace non aver sentito fra l’elenco delle priorità della neoletta segreteria», attacca l’eurodeputato di Iv, componente del gruppo Renew Europe, Nicola Danti, «nessun riferimento al sostegno all’Ucraina. Spero sia solo una dimenticanza e non la premessa di una relazione speciale con il M5s di Giuseppe Conte». Arriva pure Rosy Bindi a dare alla Schlein lezioni di filo atlantismo: «Non mi piace», afferma la Bindi a Rai Radio 1, «il silenzio sulla guerra in Ucraina. Sarò molto attenta su questo tema. Dovrebbe dire parole chiare al riguardo, in gioco c’è un nuovo assetto mondiale». Immaginiamo che Elly Schlein sarà quanto mai preoccupata del fatto che la Bindi le riserverà tanta attenzione; intanto, però, le posizioni sulla guerra della neo segretaria dei dem non sono un mistero, ma fanno parte della sua mozione pubblicata sul suo sito: «Per proteggere le nostre democrazie», scrive Elly Schlein, «non possiamo girarci da un’altra parte di fronte ai popoli sempre più oppressi da regimi autoritari, violenti, che negano i diritti fondamentali e le libertà. Le donne e i giovani iraniani. Le donne afghane. Il popolo ucraino, che con la resistenza contro la guerra di aggressione di Vladimir Putin ha risvegliato le coscienze di tutto il mondo. Sosteniamo e sosterremo l’Ucraina con ogni forma di assistenza necessaria a difendersi», aggiunge la Schlein, «senza però rinunciare alla nostra convinzione che le armi non risolvano i conflitti. Serve un maggiore sforzo politico e diplomatico dell’Unione europea, insieme ai nostri alleati e in seno alla comunità internazionale, per creare le condizioni che portino a un cessate il fuoco e all’avvio di una conferenza di pace multilaterale che possa portare alla fine della guerra». La Schlein alla Camera ha votato a favore dell’invio di armi, e le parole scritte nella mozione non sembrano certo quelle di una estremista. Detto ciò, è facile prevedere che il Pd riequilibrerà la linea ultra atlantista tenuta da Letta, cercando in questo modo di intercettare la voglia di pace di gran parte dei cittadini e contendendo al M5s l’elettorato pacifista: «Conte avrebbe preferito Bonaccini», commenta la nostra fonte, «su questo non c’è dubbio». «Non può esistere una sinistra che non si mobilita per la pace», ha detto pochi giorni fa la Schlein al Manifesto, «non credo sia sbagliato aiutare l’Ucraina a difendersi, ma mi preoccupo di quello che è mancato: dobbiamo spingere l’Ue a un maggiore sforzo diplomatico e politico, perché Putin ha ancora alleati, occorre lavorare per arrivare a un cessate il fuoco e a una conferenza di pace. I conflitti non si risolvono con le armi. Siamo già impegnati per chiedere al governo e all’Ue un maggiore sforzo e lo faremo sempre più, in Parlamento e nel Paese». Ricordiamo che il nonno paterno di Elly, Harry Schlein, era emigrato negli Stati Uniti da una famiglia di origine ebraica, originario di Zolkiew, un villaggio vicino a Leopoli, in Ucraina. Tornando al prossimo futuro, è prevedibile che la Schlein, il cui motto fino a ora è stato «la pace non si fa con le armi», finirà con lo sfumare la posizione, per non correre il rischio di fornire agli avversari interni la scusa per lasciare il Pd. Detto questo, Elly non potrà nemmeno rinnegare quello che ha sempre sostenuto sulla guerra, col rischio di sentirsi dare della traditrice da chi l’ha sostenuta. Tutto già visto: una cosa è stare all’opposizione (in questo caso in minoranza in un partito), con la libertà di dire ciò che si pensa, e tutt’altra cosa è assumere un ruolo di leadership, con le responsabilità che ciò comporta.
«The Iris Affair» (Sky Atlantic)
La nuova serie The Iris Affair, in onda su Sky Atlantic, intreccia azione e riflessione sul potere dell’Intelligenza Artificiale. Niamh Algar interpreta Iris Nixon, una programmatrice in fuga dopo aver scoperto i pericoli nascosti del suo stesso lavoro.