Al piano nobile di Palazzo Cicogna, sede della Galleria Salamon, è possibile ammirare fino al 17 dicembre ben 20 dipinti su tavola di straordinario valore artistico, appartenenti a quell’affascinante periodo che va dal 1300 ai maestri del Tardo Gotico. Una vera chicca per collezionisti e studiosi, ma anche per semplici appassionati.
Al piano nobile di Palazzo Cicogna, sede della Galleria Salamon, è possibile ammirare fino al 17 dicembre ben 20 dipinti su tavola di straordinario valore artistico, appartenenti a quell’affascinante periodo che va dal 1300 ai maestri del Tardo Gotico. Una vera chicca per collezionisti e studiosi, ma anche per semplici appassionati.La mostra e i suoi capolavori«Bagliori Gotici. Dal Maestro del 1310 a Bartolomeo Vivarini » Questo il titolo della mostra allestita alla Galleria Salamon, prestigioso spazio espositivo in Via San Damiano, nel cuore di Milano, mostra che è il frutto dell’intenso lavoro di Matteo Salamon e del suo team di esperti che, in due anni di ricerche e studi, hanno riunito in questa esposizione opere significative dei cosiddetti «artisti primitivi», ossia quelli che hanno preceduto i Grandi Maestri, Michelangelo e Raffaello in primis: mi riferisco ad Agnolo Gaddi (nato in una famiglia di pittori ed architetti ed ultimo grande artista fiorentino stilisticamente influenzato da Giotto), Cenni di Francesco, Niccolò di Tommaso, ai fratelli veneziani Antonio e Bartolomeo Vivarini, autori di numerose polittici e pale d'altare.In un suggestivo percorso attraverso due secoli di pittura italiana, che prende il via da un’importante tavola dell’artista anonimo, fondatore della scuola pistoiese, noto come «Maestro del 1310», il visitatore è rapito e abbagliato dall’oro della Madonna col Bambino di Agnolo Gaddi, di certo uno dei punti di forza della mostra; dalla luce che emana il Giudizio finale di Niccolò di Tommaso, chiara testimonianza del carattere quasi «neobizantino» della pittura in Toscana dopo la peste del 1348; dal drammatico Cristo in pietà di Bartolomeo Vivarini; da due delicate Madonne di Lorenzo di Bicci , dall’incisiva tavola del senese Andrea di Bartolo raffigurante San Francesco che mostra le stimmate, dal Tabernacolo portatile di Cenni di Francesco. E poi, a chiudere la rassegna, la dolce Madonna col Bambino e quattro santi del fiorentino Ventura di Moro, tavola della metà del Quattrocento ma che ancora richiama l’attualità della tradizione artistica del secolo precedente. Tutte opere rare e preziose, alcune così straordinarie da aggiungere all’indubbio valore artistico e al forte impatto estetico, il privilegio di essere state riconosciute dal Ministero della Cultura «come degne di far parte delle maggiori collezioni museali italiane».Pur nel vasto e variegato panorama espositivo italiano, una mostra di questa portata - soprattutto perché allestita in una galleria privata - è davvero unica nel suo genere: ancora una volta quindi, come già in occasione di una precedente rassegna (Tabula picta dell’autunno 2018), la galleria di Matteo Salamon è stata capace di contraddistirsi per l’estremo rigore nella scelta delle opere e per il loro eccellente stato di conservazione, per l’assoluta correttezza delle attribuzioni (indicate dai più grandi specialisti di pittura italiana fra Trecento e Quattrocento) e per l’illustre provenienza da famose raccolte private.
- Alla vigilia delle elezioni in Cile, la sinistra radicale del presidente Gabriel Boric è in crisi. Osteggiato da Trump, il governo di Santiago ha fatto impennare il debito pubblico negli ultimi anni dopo essere stato per anni la guida del capitalismo sudamericano. E Pechino ha forti mire sulle terre rare che abbondano nel Paese.
- La saga della famiglia Alessandri. Il capostipite Pietro emigrò dalla Toscana dopo i moti del 1820-21, fondando una dinastia che diede al Cile due presidenti e dominò per decenni la politica nazionale.
Lo speciale contiene due articoli.
(Ansa)
L'ad di Cassa Depositi e Prestiti: «Intesa con Confindustria per far crescere le imprese italiane, anche le più piccole e anche all'estero». Presentato il roadshow per illustrare le opportunità di sostegno.
Carlo Nordio, Matteo Piantedosi, Alfredo Mantovano (Ansa)
Nella memoria inviata alla Giunta di Montecitorio, Carlo Nordio, Matteo Piantedosi e Alfredo Mantovano ricostruiscono gli allarmi dell’intelligence sull’incolumità di 500 nostri concittadini in Libia. Poi accusano il Tribunale: «È un processo alle intenzioni, che prescinde dai fatti».