2018-05-23
Avviso alle élite sul piede di guerra: così cadrete dalla padella alla brace
Lasciamo totalmente da parte il professor Giuseppe Conte e il suo ormai famigerato curriculum, tra gaffe vere o presunte e difese più o meno imbarazzate. C'è qualcosa di più profondo in gioco, che va molto al di là della sua sorte personale. «Conte sì» o «Conte no», comunque la pensiate, è certamente più importante alzare lo sguardo e ragionare a tutto campo. I destini dei leader politici, dei partiti, delle coalizioni, non sono mai solo e interamente nelle mani dei protagonisti: dipendono anche dal comportamento di antagonisti e interlocutori. Il terzo principio della dinamica vale anche in politica: ad ogni azione corrisponde una reazione uguale e contraria. Ed è per questo che un buon politico (qualunque sia la sua momentanea condizione, di opposizione o di maggioranza), come un bravo scacchista, dovrebbe sempre stare un paio di mosse avanti, e provare a considerare le conseguenze di secondo e terzo grado delle sue scelte.In queste ore, a torto o a ragione, diversi attori dei palazzi italiani e la grande stampa nazionale e straniera, insieme a molti osservatori internazionali, individuano i «piromani» nel campo populista, e si rammaricano per le difficoltà dei «pompieri». Ma forse, nel gioco delle azioni e delle reazioni, vale la pena di chiedersi chi sia - adesso - a maneggiare davvero fiammiferi e taniche di benzina.Certo, Matteo Salvini e Luigi Di Maio saranno chiamati a delle scelte. Ma altrettanto vale per il Quirinale, i grandi media, l'establishment italiano ed europeo: anche da loro dipende l'evoluzione della nuova maggioranza.Semplificando molto, si possono delineare due scenari alternativi. Il primo è quello più rassicurante: le élite ammettono che i cittadini hanno compiuto una scelta chiara, vengono a patti con la realtà, e incoraggiano la nuova maggioranza a realizzare le parti più ragionevoli del programma, ad avviare una seria e realistica rinegoziazione in Europa, a valorizzare le figure più assennate della nuova coalizione.Il secondo scenario - diametralmente opposto - è quello più incendiario. A partire dall'Europa, Lega e M5s vengono trasformati nel bersaglio di attacchi senza appello, tutto il loro programma viene respinto, anche le figure più autorevoli da loro proposte sono fatte oggetto di veti palesi e occulti. In questo caso, l'establishment potrebbe produrre un effetto ben diverso da quello che immagina: la nuova maggioranza, a quel punto, sarà di fatto spinta a estremizzare le sue posizioni, ad alzare i toni, a dire agli italiani che è colpa dell'Ue se il programma non si può realizzare, e - alla fine - a innescare inevitabilmente nuove elezioni, riscuotendo realisticamente un risultato ancora più largo ed eloquente.Descrivo questi scenari in modo asettico, senza assolvere o colpevolizzare nessuno, meno che mai a priori. Ma la politica, e la politica del rapporto diretto con gli elettori e con le loro emozioni, ha regole chiare, che dovrebbero indurre gli avversari ragionevoli di Lega e M5s a perseguire un esito costruttivo, anziché scatenare una guerra preventiva dagli esiti incerti.In uno dei film della saga di Batman, Il cavaliere oscuro (The dark knight), tocca al maggiordomo Alfred pronunciare una frase quasi filosofica: «Ci sono uomini che vogliono vedere il mondo in fiamme».È un monito per la nuova maggioranza, certo: ma anche per i suoi oppositori dell'establishment.
«Murdaugh: Morte in famiglia» (Disney+)
In Murdaugh: Morte in famiglia, Patricia Arquette guida il racconto di una saga reale di potere e tragedia. La serie Disney+ ricostruisce il crollo della famiglia che per generazioni ha dominato la giustizia nel Sud Carolina, fino all’omicidio e al processo mediatico.