2019-11-27
«Avvenire» serve ai bimbi le sardine rosse
L'inserto «Popotus» del giornale dei vescovi dipinge ai suoi piccoli lettori le piazze anti Salvini come «movimento spontaneo» Ma la bufala ha le gambe corte: a Milano le anime del movimento sono residuati del Leoncavallo oggi sodali di Piefrancesco Majorino e Leu.«Per favore non insultate Salvini». Il mantra percorre la rete, la parola d'ordine passa da sardina a sardina e arriva fino alla periferia del banco ma nessuno può garantire che non accadrà. Neppure Simona Regondi, portavoce e anima milanese del movimento, o Fabio Cavallo, l'attivista che sta organizzando il raduno di domenica in piazza Mercanti «senza bandiere, senza striscioni, senza slogan». Come se si potessero sterilizzare una vita e un'appartenenza. C'è qualcosa di deludente in questi cinquantenni che ordinano i baffi finti e il silenzio a cuori che pulsano a sinistra dall'adolescenza, ad happy few cresciuti con Siddartha e il poster del Che sopra il letto. El pueblo unido, pullover d'alpaca e nostalgia per gli Inti Illimani. Ma domenica non si grida per dissimulare l'equidistanza.Se l'eugenetica politica dei pesciolini è cosa nuova, il resto è vecchio come il mondo. I capi e lo staff che innerva le prime linee (e conduce per mano gli adepti innocenti) sono tutti di sinistra, tutti oltre le colonne d'Ercole di Nicola Zingaretti, tutti antirenziani, tutti con la patente movimentista e decine di cortei antifa, no global, arcobaleno sulle spalle. Perché le vite lasciano tracce, qualche volta insignificanti e qualche altra indelebili. E le loro raccontano tutto. Cavallo è un giovanotto di 50 anni che faceva il sindacalista, attivista della Rete antifascista italiana, e nella scorsa estate ha avuto un momento di notorietà per aver raccolto 400.000 euro su Facebook per coprire le spese legali di Carola Rackete che aveva speronato una motovedetta italiana con la Sea Watch. Cavallo ha due fari politici non propriamente anodini: Laura Boldrini in arrivo al Pd da Leu, e Pierfrancesco Majorino, l'ex assessore alle Politiche sociali del Comune di Milano, l'uomo che, aggregando movimenti rossi e centri sociali, tre anni fa ha portato a Beppe Sala i voti per diventare sindaco. Ogni manifestazione in città (gay pride, tavolate dei migranti, marcia dei Disobbedienti) è un dividendo politico staccato a suo favore. Coloro che si accodano a Cavallo per la sua presunta purezza ideologica, più che sardine sembrano boccaloni.Minniti «schiavista»«Detesto la parola integrazione, io uso inclusione» è il biglietto da visita della Regondi, assistente sociale di 49 anni legata alla sinistra movimentista (Sinistra per Milano, Articolo uno, Verdi, Campo progressista), esperta di militanza, anch'essa vicina al Majorino planet, attivista pro migranti che nel 2017 faceva proselitismo per la petizione a favore dello ius soli, cavallo di battaglia del Pd. Il padre era segretario di una sezione de Pci, lei ha un passato in Sel e un punto di riferimento giovanile nel centro sociale Leoncavallo. Ha un debole per Arci, Anpi e Cgil; dal 2010 al 2017 è stata responsabile Welfare e diritti del partito di Nichi Vendola e alle ultime regionali si è candidata (invano) con Lombardia progressista.Si fa rappresentare su Twitter da Mafalda, l'eroina del disegnatore Quino, mentre annuncia arruffata: «Oggi mordo». Anche travestita da squaw comanche faticherebbe a nascondere il suo profilo postmarxista. Due anni fa si scagliò contro il decreto sui richiedenti asilo firmato da Marco Minniti sostenendo che chiedere ai migranti di rendersi disponibili a lavori socialmente utili significava ridurli in schiavitù. E scriveva: «Se dobbiamo essere complici, lo saremo di chi queste politiche subisce e non di chi le promuove». Negli ultimi mesi del primo governo di Giuseppe Conte ha imbastito una polemica con il ministro della Giustizia, Alfonso Bonafede, che aveva annunciato una squadra speciale per combattere il sistema Bibbiano. Lei gli scrisse una lettera aperta molto critica.ippopotami e squalettiPiù si scende sotto il pelo dell'acqua alla ricerca di sardine, più ci si imbatte in tinche, lucci, carpe e qualche squaletto dalle squame cangianti con rosso dominante. Si fa largo una verità alternativa che va raccontata a beneficio di coloro che ingenuamente volessero farsi prendere all'amo dal richiamo del mare aperto. Del fenomeno parla ampiamente anche Popotus, l'inserto per gli under 12 di Avvenire, ma non coglie quest'ultimo aspetto. L'ippopotamo cronista che letteralmente «informa i bambini» dipinge le manifestazioni - a beneficio dei futuri girini - come nate da «un movimento politico spontaneo che si sta organizzando». E che ha un manifesto in cui si dice, per esempio: «Cari populisti la festa è finita». Un altro tassello, forse decisivo, per capire il posizionamento ittico di un mondo che galleggia nell'ambiguità. Paura di cosa? È tutto chiaro. Un insultino in più o in meno a Salvini è a somma zero.
Jose Mourinho (Getty Images)