2018-08-22
Autostrade fa la conta dei morti e si assolve
Con l'ennesima gaffe il colosso rivendica «un risparmio pesante di 300 vite all'anno con la privatizzazione». Un macabro calcolo smentito dall'Istat: su tutte le strade si muore meno rispetto a 20 anni fa. E c'entrano la crisi economica e la sicurezza. Quella vera.L'ultima trincea scavata dalla società Autostrade, per difendersi dall'accusa di negligenza nell'esecuzione dei lavori di manutenzione, è una lettera sottoscritta dai dirigenti del colosso controllato dalla famiglia Benetton. Mentre gli esponenti del clan di Ponzano Veneto continuano a essere impegnati in feste a Cortina e vacanze in yacht, e dunque non hanno nessuna voglia di mettere la faccia sulla tragedia di Genova in cui sono morte 43 persone, tocca ai manager schierarsi in prima fila come un sol uomo per sostenere l'immagine dell'azienda. Usati come scudi umani, i capi dei vari tronchi autostradali, uniti ai responsabili di servizio, hanno vergato una nota per rivendicare gli investimenti nel ramo sicurezza, investimenti che dalla privatizzazione a oggi avrebbero portato a una sensibile riduzione dei morti per incidenti stradali. «La società Autostrade», spiegano nel comunicato, «non ha attuato nessun freno agli investimenti per la sicurezza, nessun taglio alle spese di manutenzione da immolare sull'altare del profitto». A sostegno della tesi di un'azienda impegnata a investire pesantemente in sicurezza, per rafforzare livelli «che prima della privatizzazione erano drammaticamente inferiori», il gruppo di manager usa la contabilità dei morti. «Grazie a questo impegno», si legge, «con l'attuale gestione abbiamo raggiunto il risultato di far diminuire drasticamente le vittime degli incidenti registrati sulle tratte autostradali da noi gestite». Il confronto è fra i 420 morti del 1999, ultimo anno della gestione Iri, e i 119 del 2017, gestione Benetton. Conclusione: «Il risparmio pesante (testuale, ndr) conseguito da Autostrade in questi 18 anni di privatizzazione è il risparmio, ogni anno, di queste 300 vite». Premesso che tirare in ballo i morti e parlare di risparmio pesante non è il massimo dell'eleganza, la trincea scavata dai dirigenti della società amministrata da Giovanni Castellucci non sembra adatta a contenere le polemiche di questi giorni. Innanzitutto, perché dal 1999 a oggi su tutte le autostrade e strade statali il numero di vittime è diminuito «pesantemente». È sufficiente infatti prendere la serie storica rendicontata dall'Istat per accorgersi che da 2001 il numero di morti sulle strade si è più che dimezzato. Erano oltre 7.000 diciassette anni fa e se ne sono registrati 3.378 lo scorso anno. La riduzione delle vittime è un fenomeno che accompagna non solo l'Italia, ma anche tutti i Paesi europei e ovviamente ha una spiegazione. Tanto per cominciare, come illustra l'Istat nel suo rapporto, è diminuito il traffico a seguito della crisi economica. Meno soldi in tasca, meno gente che viaggia: si riducono i vacanzieri, si riducono i trasporti merci. Ma poi, a evitare l'aumento della mortalità, contribuisce la sicurezza delle vetture. Vent'anni fa le macchine dotate di airbag erano poche, oggi ce l'hanno anche le utilitarie. La sicurezza per le case automobilistiche è diventata prioritaria (per esempio sono stati introdotti i segnalatori per evitare il colpo di sonno o il cambio di corsia) e così si registrano meno morti, nonostante gli incidenti siano diminuiti meno velocemente (263.000 nel 2001, 175.000 nel 2017). Per non dire poi degli autovelox, che impongono alla maggioranza degli automobilisti maggior attenzione pena il pagamento di pesanti multe, e della patente a punti. Insomma, 20 anni fa, quando i Benetton comprarono Autostrade, era un'altra epoca che nulla ha a che fare con ciò che è successo a Genova. Intestarsi il risultato di una diminuzione dei morti in autostrada, offrendo un numero di vittime in calo per mettere a tacere la rabbia per quei 43 corpi sotto le macerie, appare dunque un'operazione un po' spregiudicata. Anche perché, come abbiamo scritto sabato, a parlare sono i numeri.Quanto fatturava Autostrade prima della privatizzazione? Meno di 2 miliardi di euro. E quanto spendeva in costi della produzione? Quasi 1,4 miliardi di euro. Il margine, dunque era inferiore ai 600 milioni, risultando più basso del 30 per cento sui ricavi. Qual è ora il fatturato di Autostrade? Poco meno di 4 miliardi. E quali sono i costi di produzione? Un po' di più di 1,4 miliardi. Il margine dunque sfiora i 2,5 miliardi, oltre il 60 per cento dei ricavi. Tradotto, dopo 20 anni Autostrade spende la stessa cifra che spendeva nel 1998, ma a essersi quadruplicato è il margine, che non finisce in investimenti per la sicurezza, ma direttamente in tasca agli azionisti. Ah, dimenticavo: gli investimenti operativi nel 2017 sono stati 556 milioni, circa 400 milioni in meno dell'anno precedente.Credo non ci sia altro da aggiungere, se non la richiesta di lasciare in pace i morti.
Tedros Ghebreyesus (Ansa)
Giancarlo Tancredi (Ansa)