2021-12-12
La filiera dell’auto chiede al governo un ripensamento sui veicoli verdi
Appello dell’Anfia. Lega contro il sì del Cite allo stop ai motori fossili. Anche il Mise frena.Continuano gli allarmi sull’auto elettrica. Ieri è stata la volta dell’Associazione nazionale filiera industria automobilistica (Anfia) che ha invocato l’intervento del governo per cercare di dare certezze al settore: «A nome di tutte le imprese della filiera, degli imprenditori italiani e dei lavoratori del settore automotive, auspichiamo un ripensamento, o comunque un chiarimento. E, soprattutto, chiediamo al governo italiano di fare quello che i governi degli altri Paesi hanno già fatto: dare delle certezze alla filiera e definire al più presto la road map italiana per la transizione produttiva e della mobilità sostenibile». La dichiarazione dell’Anfia arriva dopo quanto è stato deciso dal Cite (Comitato interministeriale per la transazione ecologica) che ha appoggiato la linea dell’Ue che vuole imporre dal 2035 esclusivamente la produzione di auto elettriche. E dunque lo stop per le ibride, diesel o benzina. Fonti vicine al ministero della Transizione ecologica hanno poi precisato che il Parlamento dovrà decidere su questa linea, ma i tempi del passaggio in Aula sono ancora da definire. La maggioranza si è spaccata. Il senatore della Lega Paolo Arrigoni ha infatti criticato quanto deciso dal comitato: «Il Fit for 55 non è un dogma! Una decisione di questo genere, se confermata, rappresenterebbe un’entrata a gamba tesa nell’economia del nostro Paese». Sulla stessa linea anche Gilberto Pichetto Fratin, viceministro al Mise: «L’annuncio del Cite, relativamente all’impegno di fermare entro il 2035 l’immatricolazione delle auto con motore endotermico, è un passaggio necessario al fine di garantire una Unione europea a impatto climatico zero. Tuttavia quando si prendono decisioni a livello globale bisogna farlo non solo da un punto di vista ideologico ma tenendo ben presenti gli interessi reali del Paese», sopratutto le ripercussioni sull’occupazione. Stando a un recente report di Pwc strategy& per la Clepa, l’European association of automotive suppliers, la transizione forzata verso l’auto elettrica comporterà una perdita di circa 501.000 occupati. Molti lavoratori diventeranno obsoleti se la tecnologia attuale verrà gradualmente eliminata a partire dal 2035. Di questi, meno della metà saranno riassorbiti dalle nuove opportunità che nasceranno nel settore della mobilità elettrica. Ma non solo, perché lo studio evidenzia anche come il 70% degli occupati nell’automotive (359.000) rischiano il loro posto già tra il 2030 e il 2035. E ribadisce inoltre la forte dipendenza delle auto green dalle batterie e dalla catena di approvvigionamento che fornisce i materiali per costruirle, controllate dalla Cina.
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Francesco Nicodemo (Imagoeconomica)
(Ansa)
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