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2019-01-06
Pensioni e reddito, decreto unico: sarà così
Ansa
Prende vita il decretone, che per tre quarti è dedicato al reddito di cittadinanza e per la rimanente parte sviluppa la riforma della Fornero: quota 100, riduzione dell'anzianità contributiva e ripristino del consiglio di amministrazione dell'Inps e dell'Inail. Sul reddito di cittadinanza, molti dettagli e indiscrezioni già trapelati vedono conferma nel testo. Spuntano però alcuni particolari che ne palesano da un lato l'ampiezza e dall'altro la futura difficoltà di applicazione. In pratica, il reddito partirà ad aprile e si potrà fare domanda attraverso gli uffici di consulenza fiscale (ad esempio i Caf). All'inizio sarà esclusivamente un sussidio: solo in un secondo momento diventerà un supporto per il rientro nel mondo del lavoro. Una volta validati i requisiti Isee e patrimoniali, il cittadino che ne ha diritto ottiene la carta del reddito di cittadinanza, con dentro i soldi. Poi, entro un mese, sarà convocato nei centri per l'impiego, dovrà partecipare ai corsi di formazione e a colloqui psicoattitudinali. Se rifiuterà tre offerte di lavoro, perderà il diritto al sussidio. Le offerte dovranno essere congrue. Che significa? Il ministero del Lavoro assieme all'Anpal, Agenzia nazionale per le politiche attive, dovrà stabilire che cosa significa congruo (idoneo al titolo di studio, distanza dal domicilio, eccetera). In pratica nei primi mesi, e secondo alcuni osservatori nei primi anni, molti centri per l'impiego non saranno in grado di fornire a ogni avente diritto tre proposte di lavoro. Qui sta il problema. Ma se questo governo dovesse vincere la sfida e riformare davvero le agenzie per il lavoro, farebbe qualcosa che in oltre un decennio nessuno ha mai voluto nemmeno affrontare.
Nel frattempo, il decreto inserisce alcuni paletti che servono chiaramente a ridurre la platea. Dopo le polemiche sulle famiglie di soli stranieri, il governo ha inserito la clausola dei dieci anni continui di residenza. Ma ciò significa che un italiano che rientra da una permanenza all'estero e non ha maturato il decennio perde automaticamente il diritto. Farà causa alla Corte costituzionale? Sì, e potrebbe vincere. Questo stratagemma nel frattempo dovrebbe però avere abbassato il numero delle famiglie di soli stranieri da 197.000 (prima versione) a forse meno di 90.000 (dato non confermato ). Esclusi anche quei nuclei in cui almeno un componente possieda un'auto di cilindrata superiore ai 1.600 cc o una moto sopra ai 250 cc, immatricolate non oltre due anni prima della richiesta del sussidio. Al contrario, chi ha a carico un figlio disabile o di età inferiore ai tre anni una volta ottenuto l'assegno potrà non presentarsi al centro per l'impiego, e godrà senza altro sforzo del sussidio.
Insomma, il decreto avrà bisogno di numerosi altri testi attuativi. È molto complicato e pieno di sfide. Ha il pregio di porre problemi finora ignorati. Vedremo le soluzioni.
Riscatto per i buchi contributivi
La bozza di riforma del decreto attuativo della riforma delle pensioni, che verrà approvata la prossima settimana dal Consiglio dei ministri, prevede un'importante novità per chi ha una carriera lavorativa discontinua: saranno infatti riscattabili i «buchi» contributivi fino a un periodo di cinque anni, e il costo del riscatto sarà detraibile per il 50% dall'Irpef. La novità, come ha scritto Italia Oggi, riguarda i lavoratori iscritti all'Inps, compresa la gestione separata (sono escluse le casse professionali) che rientrano in pieno nel regime contributivo di calcolo della pensione e che non hanno alcun contributo versato fino al 31 dicembre 1995. Si tratta di una buona notizia per chi ha iniziato a lavorare dopo il 1995 con carriere discontinue: sono moltissimi i giovani italiani che si trovano in questa situazione. Si introduce dunque una facoltà di riscatto senza altra causa se non quella del buco contributivo: periodi non coperti da contribuzione, comunque versata e accreditata, presso forme di previdenza obbligatoria. I periodi riscattabili saranno quelli compresi tra la data della prima iscrizione alla previdenza, obbligatoriamente successiva al 31 dicembre 1995, e l'ultimo contributo versato all'Inps. Il lavoratore può scegliere quali e quanti di questi periodi scoperti dal punto di vista contributivo riscattare, anche non continuativi.
La facoltà del riscatto è esercitata su domanda del lavoratore o anche dei suoi superstiti nel caso serva a raggiungere il minimo per una pensione di reversibilità, o dei suoi parenti e affini fino al secondo grado. Il calcolo dell'onere del riscatto dei buchi previdenziali si basa sugli stessi criteri del riscatto della laurea: si applica l'aliquota contributiva vigente nella gestione presso la quale è stata fatta domanda di riscatto a una retribuzione o reddito pari a quelli meno remoti rispetto alla data di presentazione della domanda di riscatto. Ad esempio, un co.co.co. con un compenso annuo di 20.000 euro dovrà versare 6.600 euro per riscattare un anno di contributi; 550 per un mese e 3.300 euro per sei mesi.
L'agevolazione fiscale, messa a punto dal ministero dell'Economia guidato da Giovanni Tria, prevede che l'onere del riscatto sia detraibile dall'imposta lorda in misura del 50%, con una ripartizione in cinque quote annuali costanti e dello stesso importo: in sostanza, la metà del costo del riscatto è pagata dallo Stato. Non solo: chi non può o non vuole versare il corrispettivo del riscatto in un'unica soluzione può pagare il dovuto in forma dilazionata, (massimo 60 rate mensili), ciascuna di pari importo non inferiore a 30 euro, ma senza l'applicazione di alcun interesse per la rateizzazione. Un lavoratore in possesso di 15 anni di contributi dal 1996, ad esempio, potrà riscattare i cinque anni che gli mancano per raggiungere il minimo dei 20 anni di contributi che occorrono per la pensione.
Carlo Tarallo
Isee sotto i 6.000 euro. Ma niente se ti licenzi
Per avere il reddito di cittadinanza la bozza del decreto spiega chiaramente quali siano i requisiti che bisogna avere. In primis, chi richiede il sussidio deve avere la cittadinanza italiana o quella di altri Paesi membri dell'Ue, oppure provenire nazioni che abbiano stretto accordi bilaterali con l'Italia o essere in possesso di un permesso di soggiorno di lungo periodo rilasciato dall'Ue.Il richiedente, che non deve essere in prigione o in istituti di lunga degenza, deve inoltre avere un Isee (l'indicatore della situazione economica equivalente) che non superi 9.360 euro annui. Oltre questo, però, si dovrà considerare anche il valore del reddito famigliare che dovrà essere inferiore ai 6.000 euro annui (per un single) incrementato secondo una scala di equivalenza (0,4 per ogni componente maggiorenne e 0,2 per ogni minore). Inoltre, non hanno diritto al reddita i nuclei famigliari che abbiano almeno un componente che si è dimesso nei 12 mesi precedenti alla domanda. Il sussidio è previsto anche per i nuclei famigliari in cui si sono verificati divorzi o separazioni, a patto che la coppia continui a vivere sotto lo stesso tetto. I figli a carico non possono avere più di 26 anni per far parte del nucleo che richiede il reddito di cittadinanza. In più il valore del patrimonio immobiliare (oltre all'abitazione principale) non deve superare i 30.000 euro. Allo stesso modo il patrimonio mobiliare non può essere superiore a 6.000 euro a cui si devono aggiungere 2.000 euro per ogni componente della famiglia fino ad un massimo di 10.000 euro.
Gianluca Baldini
A chi avvia la partita Iva vanno sei mesi di bonus
Sgravi contributivi alle imprese che assumono persone che beneficiano del reddito di cittadinanza. È quanto prevede il decreto che istituisce il reddito e quota 100 per le pensioni. Il provvedimento prevede che l'impresa che assume a tempo pieno e indeterminato un beneficiario del reddito di cittadinanza avrà un incentivo sotto forma di sgravio contributivo pari alla differenza tra 18 mensilità del reddito di cittadinanza e quello già goduto dal beneficiario stesso. Condizione per avere lo sgravio è che il lavoratore assunto non venga licenziato nei primi 24 mesi senza giusta causa. Lo sgravio a favore delle imprese è aumentato di una mensilità nei casi di assunzione di donne e persone svantaggiate e comunque non potrà essere inferiore a cinque mensilità. Nel caso in cui l'assunzione avvenga attraverso i soggetti privati accreditati lo sgravio contributivo sarà diviso equamente tra l'impresa e il soggetto privato. Coloro che nel triennio precedente all'assunzione del destinatario sono incappati in sanzioni o hanno violato le leggi di natura contributiva non incasseranno alcun beneficio. Una novità riguarda invece coloro i quali abbandoneranno il percorso di assistenza nei centri di formazione non perché diventeranno dipendenti ma perché avranno aperto una partita Iva o un'impresa individuale, entro i primi 12 mesi di fruizione del reddito di cittadinanza. A loro verrà riconosciuto un versamento pari a sei mesi di Rdc in una soluzione. Una sorta di incentivo alla start up e all'avvio all'attività lavorativa.
La cifra annua varia da 480 a 9.360 euro
Il calcolo per capire quanto potrà avere ogni richiedente del reddito di cittadinanza si basa su due variabili: una componente fino a 6.000 euro annui che va incrementata secondo una scala di equivalenza (0,4 per ogni componente maggiorenne e 0,2 per ogni minore) e un'altra legata all'eventuale affitto di un immobile. In base alla dichiarazione Isee, l'incremento può arrivare fino a 3.360 euro annui. Un aumento del sussidio fino a 1.800 euro è previsto anche per il nucleo famigliare che ha un mutuo in essere. Fatte salve queste indicazioni, la quota annua percepita non potrà essere inferiore ai 480 euro e superiore ai 9.360. Riguardo alle tempistiche, il sussidio non può essere erogato per più di 18 mesi ma può essere rinnovato. Tra un rinnovo e l'altro è previsto un mese di pausa. Questa condizione, però, non è prevista per la pensione di cittadinanza, il sussidio per chi ha più di 65 anni di età. L'ammontare verrà diviso in 12 mensilità annue e il primo sussidio arriverà un mese dopo l'accettazione della domanda da parte dell'Inps. In caso di assunzione come dipendente, il reddito di cittadinanza predeterminato verrà erogato all'80% fino allo scadere dei 18 mesi. Nel caso dell'inizio di un lavoro autonomo, il professionista dovrà comunicare l'avvio dell'attività all'Inps entro 30 giorni, pena la perdita del sussidio. Una volta avvenuta la comunicazione, a titolo di incentivo il beneficiario fruirà di due mensilità senza alcuna variazione. A ogni modo, il valore del beneficio verrà aggiornato ogni tre mesi in base alle condizioni reddituali del richiedente.
Vengono coinvolte pure le agenzie per il lavoro
Chi riceve il reddito di cittadinanza deve essere disposto a lavorare oppure a prestare servizi alla comunità. Un obbligo che riguarda tutti i componenti maggiorenni del nucleo famigliare (non già occupati o che non stanno frequentando un corso di formazione). I disabili, i pensionati o chi ha più di 65 anni di età non sono tenuti a rispettare questa regola. Vale lo stesso per chi ha persone a carico, come figli con meno di tre anni di età. Chi, invece, è idoneo a lavorare, entro 30 giorni dall'accettazione del sussidio, è tenuto a recarsi in un centro per l'impiego. Qui i richiedenti stipuleranno un «patto per il lavoro» e ogni richiedente sarà tenuto a collaborare con la redazione del bilancio delle competenze, registrarsi all'interno del sistema informativo per trovare lavoro, svolgere settimanalmente una ricerca attiva di una occupazione, sostenere colloqui psicoattitudinali e eventuali prove mirate all'assunzione e accettare almeno una di tre offerte di lavoro ritenute congrue. Nel caso in cui, dopo una valutazione preliminare, si certifichi un bisogno complesso da parte del richiedente del reddito, si potrà avviare un «patto di inclusione sociale» con uno specifico percorso di inserimento lavorativo. Se in 60 giorni dalla stipula del patto di lavoro il beneficiario non dovesse essere convocato dai centri per l'impiego, allora riceverà le credenziali personalizzate per accedere alla profilazione dell'Anpal. Nel frattempo riceverà un assegno di ricollocazione, cioè un importo da utilizzare presso i soggetti che forniscono servizi di assistenza intensiva alla ricerca di lavoro (agenzie per il lavoro accreditate).
Non frequenti i corsi? Addio alle mensilità
La domanda per ottenere il reddito di cittadinanza può essere fatta via internet oppure recandosi ai centri di assistenza fiscale convenzionati con l'Inps. Il modulo di domanda viene fornito dall'Istituto nazionale di previdenza. Ai fini della domanda, l'Inps controllerà in cinque giorni se ci sono i requisiti per ottenere il sussidio. Chi otterrà il via libera potrò godere anche delle tariffe elettriche agevolate riconosciute alle famiglie economicamente svantaggiate. L'organizzazione dei centri per l'impiego si basa due piattaforme informatiche. Quella legata alle politiche del lavoro e quella per i servizi sociali. Attraverso queste piattaforme l'Inps condividerà con le amministrazioni centrali e i servizi territoriali diverse informazioni tra cui dati sulla situazione patrimoniale e l'ammontare del beneficio economico percepito. Attraverso queste piattaforme, inoltre, è possibile capire se il patto per il lavoro è stato stipulato e se le offerte di lavoro ricevute erano idonee o meno. In più, le piattaforme saranno in grado anche di segnalare eventuali anomalie nei consumi e nei comportamenti di chi percepisce il reddito di cittadinanza. Ad esempio chi usa slot o altre macchinette da gioco. Chi fornisce informazioni false per ottenere il beneficio economico verrà punito con la reclusione da uno a sei anni, pena che vale anche per chi aiuta qualcuno a fornire dati scorretti. Chi invece non si presenta a una convocazione in assenza di un motivo valido perderà una mensilità in caso della prima mancata comparizione, due mensilità per la seconda mentre perderà interamente il beneficio se non si presenterà nemmeno la terza volta.
Con la carta prelievi fino a 100 euro al mese
Il reddito di cittadinanza sarà erogato attraverso un'apposita tessera che si potrà ritirare negli uffici postali e che funzionerà come una carta di credito o un bancomat. Potrà essere usata sia per fare direttamente acquisti, sia per prelievi in contanti di massimo 100 euro al mese per ogni individuo, moltiplicati per il numero di componenti della famiglia. In ogni caso, non si potranno superare i 210 euro al mese. I soldi non potranno essere spesi per le slot, come annunciato nei mesi scorsi, e chi verrà scoperto a giocare perderà il beneficio. Tutti i movimenti della carta saranno messi a disposizione delle piattaforme informatiche elettroniche create ad hoc per «finalità di analisi, monitoraggio, valutazione e controllo del programma del reddito di cittadinanza». Si tratta del Siulp, per il coordinamento dei centri per l'impiego, e del Siuss, per il coordinamento dei Comuni. Le piattaforme serviranno per condividere informazioni con le amministrazioni centrali e locali. Ai beneficiari del reddito di cittadinanza verranno garantite anche le agevolazioni relative alle tariffe elettriche riconosciute alle famiglie economicamente svantaggiate e quelle relative alla compensazione per la fornitura di gas. Al momento il bonus elettrico prevede uno sconto di circa 125 euro all'anno per le famiglie con uno o due componenti (184 euro per le famiglie oltre i quattro componenti) e di circa il 15% del costo del gas. Il beneficio finora era poco noto e ne usufruiva appena il 35% degli aventi diritto.
Emanuela Meucci
Per chi utilizza quota 100 nessun diritto di cumulo
Il decreto contiene undici articoli sull'abolizione della Fornero. Il primo è l'avvio di quota 100 (62 anni di età e 38 di contributi) con finestre trimestrali per i privati e semestrali per il settore pubblico. Il tutto per la durata di tre anni sperimentali. Unica penalizzazione: sarà fatto divieto di cumulo. Chi esce anticipatamente non potrà lavorare, fatto salvo per i 5.000 euro massimi di prestazioni occasionali. L'obiettivo è coinvolgere 350.000 persone e dal quarto anno dare la spallata alla Fornero, introducendo quota 41. Già da subito il decreto riduce «l'anzianità contributiva per accesso al pensionamento anticipato». Tradotto, il secondo punto della bozza taglia cinque mesi dalla Fornero. Viene poi confermata Opzione donna e pure l'Ape social, la possibilità (voluta dal governo Gentiloni) di andare in pensione con finestre anticipata per 15 categorie di lavoratori usuranti. Altri due capitoli confermano la pace contributiva e fissano nuovi termini di prescrizione dei contributi di previdenza per la Pa. Un capitolo veramente innovativo tocca coloro che non possono accedere a pensioni integrative e sono costretti a subire il massimale contributivo: viene abolito il massimale di 102.000 euro. È una novità sostanziale che fa il paio con il punto successivo: l'estensione dei fondi di solidarietà bilaterale a più categorie lavorative e la possibilità di utilizzarli per agevolare le uscite. Nel frattempo il governo ha chiesto all'Abi di venirgli incontro nel pagamento dei Tfs e dei Tfr pubblici. La banca anticipa con garanzia della Cdp. Lo Stato versa dopo tre anni e salda il fido.
Resta in vita la tassa sui biglietti aerei
La Lega era contraria, i 5 stelle favorevoli. La spuntano i secondi e nel decreto ritorna il fondo di solidarietà per gli esuberi del settore aereo. Nelle ultime settimane i sindacati hanno insistito per ottenere la proroga del Fondo di solidarietà del trasporto aereo (Fsta) che serve per finanziare i relativi ammortizzatori sociali. Tale Fondo è stato istituito nel 2004 e poi prorogato anno per anno e interviene in caso di crisi di aziende del settore del trasporto aereo, per erogare specifici trattamenti a favore di lavoratori. Il Fondo è stato così istituito per la crisi in Meridiana, ora diventata Air Italy. Ma anche per il personale Alitalia. Nel dettaglio il fondo eroga un'integrazione dei trattamenti di mobilità, cassa integrazione e guadagni straordinaria, cassa integrazione in deroga e solidarietà. I beneficiari dei trattamenti sono piloti e assistenti di volo e personale di terra, per un totale di circa 150.000 potenziali beneficiari. La somma stanziata è alimentata da un'addizionale comunale sui diritti di imbarco di circa 5 euro complessivi da applicare sul costo di ogni biglietto staccato per i passeggeri. I gialloblù hanno prorogato il prelievo per un altro anno ma senza alzarne l'importo. È stato infatti abrogato il comma del decreto del 2016 che ne prevedeva l'innalzamento di altri 32 centesimi. Una magra consolazione, avremmo preferito tornare a risparmiare quei 5 euro. Una tassa che per chi viaggia è proprio a fondo perduto.
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Con figli disabili o minori di 3 anni nessun obbligo di lavorare. Gli altri devono accettare almeno un'offerta congrua su tre. Ma il testo non definisce il termine.Riscatto per i buchi contributivi. La misura permette di recuperare fino a cinque anni di anzianità all'Inps. Riservata a chi ha iniziato a lavorare dal 1996. La cifra è detraibile al 50% dall'Irpef. I requisiti del nucleo familiare. Isee sotto i 6.000 euro. Ma niente se ti licenzi. Incentivi anche alle aziende. A chi avvia la partita Iva vanno sei mesi di bonus. 18 mesi rinnovabili. La cifra annua varia da 480 a 9.360 euro.Non solo centri per l'impiego. Vengono coinvolte pure le agenzie per il lavoro. Carcere a chi bara. Non frequenti i corsi?Addio alle mensilità. Simile a un bancomat. Con la carta prelievi fino a 100 euro al mese.Uscita anticipata. Per chi utilizza quota 100 nessun diritto di cumulo. Per i cassintegrati. Resta in vita la tassa sui biglietti aerei.Lo speciale contiene dieci articoli.Prende vita il decretone, che per tre quarti è dedicato al reddito di cittadinanza e per la rimanente parte sviluppa la riforma della Fornero: quota 100, riduzione dell'anzianità contributiva e ripristino del consiglio di amministrazione dell'Inps e dell'Inail. Sul reddito di cittadinanza, molti dettagli e indiscrezioni già trapelati vedono conferma nel testo. Spuntano però alcuni particolari che ne palesano da un lato l'ampiezza e dall'altro la futura difficoltà di applicazione. In pratica, il reddito partirà ad aprile e si potrà fare domanda attraverso gli uffici di consulenza fiscale (ad esempio i Caf). All'inizio sarà esclusivamente un sussidio: solo in un secondo momento diventerà un supporto per il rientro nel mondo del lavoro. Una volta validati i requisiti Isee e patrimoniali, il cittadino che ne ha diritto ottiene la carta del reddito di cittadinanza, con dentro i soldi. Poi, entro un mese, sarà convocato nei centri per l'impiego, dovrà partecipare ai corsi di formazione e a colloqui psicoattitudinali. Se rifiuterà tre offerte di lavoro, perderà il diritto al sussidio. Le offerte dovranno essere congrue. Che significa? Il ministero del Lavoro assieme all'Anpal, Agenzia nazionale per le politiche attive, dovrà stabilire che cosa significa congruo (idoneo al titolo di studio, distanza dal domicilio, eccetera). In pratica nei primi mesi, e secondo alcuni osservatori nei primi anni, molti centri per l'impiego non saranno in grado di fornire a ogni avente diritto tre proposte di lavoro. Qui sta il problema. Ma se questo governo dovesse vincere la sfida e riformare davvero le agenzie per il lavoro, farebbe qualcosa che in oltre un decennio nessuno ha mai voluto nemmeno affrontare. Nel frattempo, il decreto inserisce alcuni paletti che servono chiaramente a ridurre la platea. Dopo le polemiche sulle famiglie di soli stranieri, il governo ha inserito la clausola dei dieci anni continui di residenza. Ma ciò significa che un italiano che rientra da una permanenza all'estero e non ha maturato il decennio perde automaticamente il diritto. Farà causa alla Corte costituzionale? Sì, e potrebbe vincere. Questo stratagemma nel frattempo dovrebbe però avere abbassato il numero delle famiglie di soli stranieri da 197.000 (prima versione) a forse meno di 90.000 (dato non confermato ). Esclusi anche quei nuclei in cui almeno un componente possieda un'auto di cilindrata superiore ai 1.600 cc o una moto sopra ai 250 cc, immatricolate non oltre due anni prima della richiesta del sussidio. Al contrario, chi ha a carico un figlio disabile o di età inferiore ai tre anni una volta ottenuto l'assegno potrà non presentarsi al centro per l'impiego, e godrà senza altro sforzo del sussidio. Insomma, il decreto avrà bisogno di numerosi altri testi attuativi. È molto complicato e pieno di sfide. Ha il pregio di porre problemi finora ignorati. Vedremo le soluzioni.<div class="rebellt-item col1" id="rebelltitem1" data-id="1" data-reload-ads="false" data-is-image="False" data-href="https://www.laverita.info/auto-di-media-cilindrata-o-moto-sopra-i-250-cc-ce-la-tagliola-che-blocca-lassegno-di-cittadinanza-2625212362.html?rebelltitem=1#rebelltitem1" data-basename="riscatto-per-i-buchi-contributivi" data-post-id="2625212362" data-published-at="1764993663" data-use-pagination="False"> Riscatto per i buchi contributivi La bozza di riforma del decreto attuativo della riforma delle pensioni, che verrà approvata la prossima settimana dal Consiglio dei ministri, prevede un'importante novità per chi ha una carriera lavorativa discontinua: saranno infatti riscattabili i «buchi» contributivi fino a un periodo di cinque anni, e il costo del riscatto sarà detraibile per il 50% dall'Irpef. La novità, come ha scritto Italia Oggi, riguarda i lavoratori iscritti all'Inps, compresa la gestione separata (sono escluse le casse professionali) che rientrano in pieno nel regime contributivo di calcolo della pensione e che non hanno alcun contributo versato fino al 31 dicembre 1995. Si tratta di una buona notizia per chi ha iniziato a lavorare dopo il 1995 con carriere discontinue: sono moltissimi i giovani italiani che si trovano in questa situazione. Si introduce dunque una facoltà di riscatto senza altra causa se non quella del buco contributivo: periodi non coperti da contribuzione, comunque versata e accreditata, presso forme di previdenza obbligatoria. I periodi riscattabili saranno quelli compresi tra la data della prima iscrizione alla previdenza, obbligatoriamente successiva al 31 dicembre 1995, e l'ultimo contributo versato all'Inps. Il lavoratore può scegliere quali e quanti di questi periodi scoperti dal punto di vista contributivo riscattare, anche non continuativi. La facoltà del riscatto è esercitata su domanda del lavoratore o anche dei suoi superstiti nel caso serva a raggiungere il minimo per una pensione di reversibilità, o dei suoi parenti e affini fino al secondo grado. Il calcolo dell'onere del riscatto dei buchi previdenziali si basa sugli stessi criteri del riscatto della laurea: si applica l'aliquota contributiva vigente nella gestione presso la quale è stata fatta domanda di riscatto a una retribuzione o reddito pari a quelli meno remoti rispetto alla data di presentazione della domanda di riscatto. Ad esempio, un co.co.co. con un compenso annuo di 20.000 euro dovrà versare 6.600 euro per riscattare un anno di contributi; 550 per un mese e 3.300 euro per sei mesi. L'agevolazione fiscale, messa a punto dal ministero dell'Economia guidato da Giovanni Tria, prevede che l'onere del riscatto sia detraibile dall'imposta lorda in misura del 50%, con una ripartizione in cinque quote annuali costanti e dello stesso importo: in sostanza, la metà del costo del riscatto è pagata dallo Stato. Non solo: chi non può o non vuole versare il corrispettivo del riscatto in un'unica soluzione può pagare il dovuto in forma dilazionata, (massimo 60 rate mensili), ciascuna di pari importo non inferiore a 30 euro, ma senza l'applicazione di alcun interesse per la rateizzazione. Un lavoratore in possesso di 15 anni di contributi dal 1996, ad esempio, potrà riscattare i cinque anni che gli mancano per raggiungere il minimo dei 20 anni di contributi che occorrono per la pensione. Carlo Tarallo <div class="rebellt-item col1" id="rebelltitem4" data-id="4" data-reload-ads="false" data-is-image="False" data-href="https://www.laverita.info/auto-di-media-cilindrata-o-moto-sopra-i-250-cc-ce-la-tagliola-che-blocca-lassegno-di-cittadinanza-2625212362.html?rebelltitem=4#rebelltitem4" data-basename="isee-sotto-i-6-000-euro-ma-niente-se-ti-licenzi" data-post-id="2625212362" data-published-at="1764993663" data-use-pagination="False"> Isee sotto i 6.000 euro. Ma niente se ti licenzi Per avere il reddito di cittadinanza la bozza del decreto spiega chiaramente quali siano i requisiti che bisogna avere. In primis, chi richiede il sussidio deve avere la cittadinanza italiana o quella di altri Paesi membri dell'Ue, oppure provenire nazioni che abbiano stretto accordi bilaterali con l'Italia o essere in possesso di un permesso di soggiorno di lungo periodo rilasciato dall'Ue.Il richiedente, che non deve essere in prigione o in istituti di lunga degenza, deve inoltre avere un Isee (l'indicatore della situazione economica equivalente) che non superi 9.360 euro annui. Oltre questo, però, si dovrà considerare anche il valore del reddito famigliare che dovrà essere inferiore ai 6.000 euro annui (per un single) incrementato secondo una scala di equivalenza (0,4 per ogni componente maggiorenne e 0,2 per ogni minore). Inoltre, non hanno diritto al reddita i nuclei famigliari che abbiano almeno un componente che si è dimesso nei 12 mesi precedenti alla domanda. Il sussidio è previsto anche per i nuclei famigliari in cui si sono verificati divorzi o separazioni, a patto che la coppia continui a vivere sotto lo stesso tetto. I figli a carico non possono avere più di 26 anni per far parte del nucleo che richiede il reddito di cittadinanza. In più il valore del patrimonio immobiliare (oltre all'abitazione principale) non deve superare i 30.000 euro. Allo stesso modo il patrimonio mobiliare non può essere superiore a 6.000 euro a cui si devono aggiungere 2.000 euro per ogni componente della famiglia fino ad un massimo di 10.000 euro.Gianluca Baldini <div class="rebellt-item col1" id="rebelltitem3" data-id="3" data-reload-ads="false" data-is-image="False" data-href="https://www.laverita.info/auto-di-media-cilindrata-o-moto-sopra-i-250-cc-ce-la-tagliola-che-blocca-lassegno-di-cittadinanza-2625212362.html?rebelltitem=3#rebelltitem3" data-basename="a-chi-avvia-la-partita-iva-vanno-sei-mesi-di-bonus" data-post-id="2625212362" data-published-at="1764993663" data-use-pagination="False"> A chi avvia la partita Iva vanno sei mesi di bonus Sgravi contributivi alle imprese che assumono persone che beneficiano del reddito di cittadinanza. È quanto prevede il decreto che istituisce il reddito e quota 100 per le pensioni. Il provvedimento prevede che l'impresa che assume a tempo pieno e indeterminato un beneficiario del reddito di cittadinanza avrà un incentivo sotto forma di sgravio contributivo pari alla differenza tra 18 mensilità del reddito di cittadinanza e quello già goduto dal beneficiario stesso. Condizione per avere lo sgravio è che il lavoratore assunto non venga licenziato nei primi 24 mesi senza giusta causa. Lo sgravio a favore delle imprese è aumentato di una mensilità nei casi di assunzione di donne e persone svantaggiate e comunque non potrà essere inferiore a cinque mensilità. Nel caso in cui l'assunzione avvenga attraverso i soggetti privati accreditati lo sgravio contributivo sarà diviso equamente tra l'impresa e il soggetto privato. Coloro che nel triennio precedente all'assunzione del destinatario sono incappati in sanzioni o hanno violato le leggi di natura contributiva non incasseranno alcun beneficio. Una novità riguarda invece coloro i quali abbandoneranno il percorso di assistenza nei centri di formazione non perché diventeranno dipendenti ma perché avranno aperto una partita Iva o un'impresa individuale, entro i primi 12 mesi di fruizione del reddito di cittadinanza. A loro verrà riconosciuto un versamento pari a sei mesi di Rdc in una soluzione. Una sorta di incentivo alla start up e all'avvio all'attività lavorativa. <div class="rebellt-item col1" id="rebelltitem2" data-id="2" data-reload-ads="false" data-is-image="False" data-href="https://www.laverita.info/auto-di-media-cilindrata-o-moto-sopra-i-250-cc-ce-la-tagliola-che-blocca-lassegno-di-cittadinanza-2625212362.html?rebelltitem=2#rebelltitem2" data-basename="la-cifra-annua-varia-da-480-a-9-360-euro" data-post-id="2625212362" data-published-at="1764993663" data-use-pagination="False"> La cifra annua varia da 480 a 9.360 euro Il calcolo per capire quanto potrà avere ogni richiedente del reddito di cittadinanza si basa su due variabili: una componente fino a 6.000 euro annui che va incrementata secondo una scala di equivalenza (0,4 per ogni componente maggiorenne e 0,2 per ogni minore) e un'altra legata all'eventuale affitto di un immobile. In base alla dichiarazione Isee, l'incremento può arrivare fino a 3.360 euro annui. Un aumento del sussidio fino a 1.800 euro è previsto anche per il nucleo famigliare che ha un mutuo in essere. Fatte salve queste indicazioni, la quota annua percepita non potrà essere inferiore ai 480 euro e superiore ai 9.360. Riguardo alle tempistiche, il sussidio non può essere erogato per più di 18 mesi ma può essere rinnovato. Tra un rinnovo e l'altro è previsto un mese di pausa. Questa condizione, però, non è prevista per la pensione di cittadinanza, il sussidio per chi ha più di 65 anni di età. L'ammontare verrà diviso in 12 mensilità annue e il primo sussidio arriverà un mese dopo l'accettazione della domanda da parte dell'Inps. In caso di assunzione come dipendente, il reddito di cittadinanza predeterminato verrà erogato all'80% fino allo scadere dei 18 mesi. Nel caso dell'inizio di un lavoro autonomo, il professionista dovrà comunicare l'avvio dell'attività all'Inps entro 30 giorni, pena la perdita del sussidio. Una volta avvenuta la comunicazione, a titolo di incentivo il beneficiario fruirà di due mensilità senza alcuna variazione. A ogni modo, il valore del beneficio verrà aggiornato ogni tre mesi in base alle condizioni reddituali del richiedente. <div class="rebellt-item col1" id="rebelltitem8" data-id="8" data-reload-ads="false" data-is-image="False" data-href="https://www.laverita.info/auto-di-media-cilindrata-o-moto-sopra-i-250-cc-ce-la-tagliola-che-blocca-lassegno-di-cittadinanza-2625212362.html?rebelltitem=8#rebelltitem8" data-basename="vengono-coinvolte-pure-le-agenzie-per-il-lavoro" data-post-id="2625212362" data-published-at="1764993663" data-use-pagination="False"> Vengono coinvolte pure le agenzie per il lavoro Chi riceve il reddito di cittadinanza deve essere disposto a lavorare oppure a prestare servizi alla comunità. Un obbligo che riguarda tutti i componenti maggiorenni del nucleo famigliare (non già occupati o che non stanno frequentando un corso di formazione). I disabili, i pensionati o chi ha più di 65 anni di età non sono tenuti a rispettare questa regola. Vale lo stesso per chi ha persone a carico, come figli con meno di tre anni di età. Chi, invece, è idoneo a lavorare, entro 30 giorni dall'accettazione del sussidio, è tenuto a recarsi in un centro per l'impiego. Qui i richiedenti stipuleranno un «patto per il lavoro» e ogni richiedente sarà tenuto a collaborare con la redazione del bilancio delle competenze, registrarsi all'interno del sistema informativo per trovare lavoro, svolgere settimanalmente una ricerca attiva di una occupazione, sostenere colloqui psicoattitudinali e eventuali prove mirate all'assunzione e accettare almeno una di tre offerte di lavoro ritenute congrue. Nel caso in cui, dopo una valutazione preliminare, si certifichi un bisogno complesso da parte del richiedente del reddito, si potrà avviare un «patto di inclusione sociale» con uno specifico percorso di inserimento lavorativo. Se in 60 giorni dalla stipula del patto di lavoro il beneficiario non dovesse essere convocato dai centri per l'impiego, allora riceverà le credenziali personalizzate per accedere alla profilazione dell'Anpal. Nel frattempo riceverà un assegno di ricollocazione, cioè un importo da utilizzare presso i soggetti che forniscono servizi di assistenza intensiva alla ricerca di lavoro (agenzie per il lavoro accreditate). <div class="rebellt-item col1" id="rebelltitem7" data-id="7" data-reload-ads="false" data-is-image="False" data-href="https://www.laverita.info/auto-di-media-cilindrata-o-moto-sopra-i-250-cc-ce-la-tagliola-che-blocca-lassegno-di-cittadinanza-2625212362.html?rebelltitem=7#rebelltitem7" data-basename="non-frequenti-i-corsi-addio-alle-mensilita" data-post-id="2625212362" data-published-at="1764993663" data-use-pagination="False"> Non frequenti i corsi? Addio alle mensilità La domanda per ottenere il reddito di cittadinanza può essere fatta via internet oppure recandosi ai centri di assistenza fiscale convenzionati con l'Inps. Il modulo di domanda viene fornito dall'Istituto nazionale di previdenza. Ai fini della domanda, l'Inps controllerà in cinque giorni se ci sono i requisiti per ottenere il sussidio. Chi otterrà il via libera potrò godere anche delle tariffe elettriche agevolate riconosciute alle famiglie economicamente svantaggiate. L'organizzazione dei centri per l'impiego si basa due piattaforme informatiche. Quella legata alle politiche del lavoro e quella per i servizi sociali. Attraverso queste piattaforme l'Inps condividerà con le amministrazioni centrali e i servizi territoriali diverse informazioni tra cui dati sulla situazione patrimoniale e l'ammontare del beneficio economico percepito. Attraverso queste piattaforme, inoltre, è possibile capire se il patto per il lavoro è stato stipulato e se le offerte di lavoro ricevute erano idonee o meno. In più, le piattaforme saranno in grado anche di segnalare eventuali anomalie nei consumi e nei comportamenti di chi percepisce il reddito di cittadinanza. Ad esempio chi usa slot o altre macchinette da gioco. Chi fornisce informazioni false per ottenere il beneficio economico verrà punito con la reclusione da uno a sei anni, pena che vale anche per chi aiuta qualcuno a fornire dati scorretti. Chi invece non si presenta a una convocazione in assenza di un motivo valido perderà una mensilità in caso della prima mancata comparizione, due mensilità per la seconda mentre perderà interamente il beneficio se non si presenterà nemmeno la terza volta. <div class="rebellt-item col1" id="rebelltitem6" data-id="6" data-reload-ads="false" data-is-image="False" data-href="https://www.laverita.info/auto-di-media-cilindrata-o-moto-sopra-i-250-cc-ce-la-tagliola-che-blocca-lassegno-di-cittadinanza-2625212362.html?rebelltitem=6#rebelltitem6" data-basename="con-la-carta-prelievi-fino-a-100-euro-al-mese" data-post-id="2625212362" data-published-at="1764993663" data-use-pagination="False"> Con la carta prelievi fino a 100 euro al mese Il reddito di cittadinanza sarà erogato attraverso un'apposita tessera che si potrà ritirare negli uffici postali e che funzionerà come una carta di credito o un bancomat. Potrà essere usata sia per fare direttamente acquisti, sia per prelievi in contanti di massimo 100 euro al mese per ogni individuo, moltiplicati per il numero di componenti della famiglia. In ogni caso, non si potranno superare i 210 euro al mese. I soldi non potranno essere spesi per le slot, come annunciato nei mesi scorsi, e chi verrà scoperto a giocare perderà il beneficio. Tutti i movimenti della carta saranno messi a disposizione delle piattaforme informatiche elettroniche create ad hoc per «finalità di analisi, monitoraggio, valutazione e controllo del programma del reddito di cittadinanza». Si tratta del Siulp, per il coordinamento dei centri per l'impiego, e del Siuss, per il coordinamento dei Comuni. Le piattaforme serviranno per condividere informazioni con le amministrazioni centrali e locali. Ai beneficiari del reddito di cittadinanza verranno garantite anche le agevolazioni relative alle tariffe elettriche riconosciute alle famiglie economicamente svantaggiate e quelle relative alla compensazione per la fornitura di gas. Al momento il bonus elettrico prevede uno sconto di circa 125 euro all'anno per le famiglie con uno o due componenti (184 euro per le famiglie oltre i quattro componenti) e di circa il 15% del costo del gas. Il beneficio finora era poco noto e ne usufruiva appena il 35% degli aventi diritto.Emanuela Meucci <div class="rebellt-item col1" id="rebelltitem5" data-id="5" data-reload-ads="false" data-is-image="False" data-href="https://www.laverita.info/auto-di-media-cilindrata-o-moto-sopra-i-250-cc-ce-la-tagliola-che-blocca-lassegno-di-cittadinanza-2625212362.html?rebelltitem=5#rebelltitem5" data-basename="per-chi-utilizza-quota-100-nessun-diritto-di-cumulo" data-post-id="2625212362" data-published-at="1764993663" data-use-pagination="False"> Per chi utilizza quota 100 nessun diritto di cumulo Il decreto contiene undici articoli sull'abolizione della Fornero. Il primo è l'avvio di quota 100 (62 anni di età e 38 di contributi) con finestre trimestrali per i privati e semestrali per il settore pubblico. Il tutto per la durata di tre anni sperimentali. Unica penalizzazione: sarà fatto divieto di cumulo. Chi esce anticipatamente non potrà lavorare, fatto salvo per i 5.000 euro massimi di prestazioni occasionali. L'obiettivo è coinvolgere 350.000 persone e dal quarto anno dare la spallata alla Fornero, introducendo quota 41. Già da subito il decreto riduce «l'anzianità contributiva per accesso al pensionamento anticipato». Tradotto, il secondo punto della bozza taglia cinque mesi dalla Fornero. Viene poi confermata Opzione donna e pure l'Ape social, la possibilità (voluta dal governo Gentiloni) di andare in pensione con finestre anticipata per 15 categorie di lavoratori usuranti. Altri due capitoli confermano la pace contributiva e fissano nuovi termini di prescrizione dei contributi di previdenza per la Pa. Un capitolo veramente innovativo tocca coloro che non possono accedere a pensioni integrative e sono costretti a subire il massimale contributivo: viene abolito il massimale di 102.000 euro. È una novità sostanziale che fa il paio con il punto successivo: l'estensione dei fondi di solidarietà bilaterale a più categorie lavorative e la possibilità di utilizzarli per agevolare le uscite. Nel frattempo il governo ha chiesto all'Abi di venirgli incontro nel pagamento dei Tfs e dei Tfr pubblici. La banca anticipa con garanzia della Cdp. Lo Stato versa dopo tre anni e salda il fido. <div class="rebellt-item col1" id="rebelltitem9" data-id="9" data-reload-ads="false" data-is-image="False" data-href="https://www.laverita.info/auto-di-media-cilindrata-o-moto-sopra-i-250-cc-ce-la-tagliola-che-blocca-lassegno-di-cittadinanza-2625212362.html?rebelltitem=9#rebelltitem9" data-basename="resta-in-vita-la-tassa-sui-biglietti-aerei" data-post-id="2625212362" data-published-at="1764993663" data-use-pagination="False"> Resta in vita la tassa sui biglietti aerei La Lega era contraria, i 5 stelle favorevoli. La spuntano i secondi e nel decreto ritorna il fondo di solidarietà per gli esuberi del settore aereo. Nelle ultime settimane i sindacati hanno insistito per ottenere la proroga del Fondo di solidarietà del trasporto aereo (Fsta) che serve per finanziare i relativi ammortizzatori sociali. Tale Fondo è stato istituito nel 2004 e poi prorogato anno per anno e interviene in caso di crisi di aziende del settore del trasporto aereo, per erogare specifici trattamenti a favore di lavoratori. Il Fondo è stato così istituito per la crisi in Meridiana, ora diventata Air Italy. Ma anche per il personale Alitalia. Nel dettaglio il fondo eroga un'integrazione dei trattamenti di mobilità, cassa integrazione e guadagni straordinaria, cassa integrazione in deroga e solidarietà. I beneficiari dei trattamenti sono piloti e assistenti di volo e personale di terra, per un totale di circa 150.000 potenziali beneficiari. La somma stanziata è alimentata da un'addizionale comunale sui diritti di imbarco di circa 5 euro complessivi da applicare sul costo di ogni biglietto staccato per i passeggeri. I gialloblù hanno prorogato il prelievo per un altro anno ma senza alzarne l'importo. È stato infatti abrogato il comma del decreto del 2016 che ne prevedeva l'innalzamento di altri 32 centesimi. Una magra consolazione, avremmo preferito tornare a risparmiare quei 5 euro. Una tassa che per chi viaggia è proprio a fondo perduto.
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Di fronte a questa ondata di insicurezza, i labour propongono più telecamere nelle città più importanti del Paese, applicando così, in modo massiccio, il riconoscimento facciale dei criminali. Oltre 45 milioni di cittadini verranno riconosciuti attraverso la videosorveglianza. Secondo la proposta avanzata dai labour, la polizia potrà infatti utilizzare ogni tipo di videocamera. Non solo quelle pubbliche, ma anche quelle presenti sulle auto, le cosiddette dashcam, e pure quelle dei campanelli dei privati cittadini. Come riporta il Telegraph, «le proposte sono accompagnate da un’iniziativa volta a far sì che la polizia installi telecamere di riconoscimento facciale “live” che scansionino i sospetti ricercati nei punti caldi della criminalità in Inghilterra e in Galles. Anche altri enti pubblici, oltre alla polizia, e aziende private, come i rivenditori, potrebbero essere autorizzati a utilizzare la tecnologia di riconoscimento facciale nell’ambito del nuovo quadro giuridico».
Il motivo, almeno nelle intenzioni, è certamente nobile, come sempre in questi casi. E la paura è tanta. Eppure questa soluzione pone importanti interrogativi legati alla libertà della persone e, soprattutto, alla loro privacy. C’è infatti già un modello simile ed è quello applicato in Cina. Da tempo infatti Pechino utilizza le videocamere per controllare la popolazione in ogni suo minimo gesto. Dagli attraversamenti pedonali ai comportamenti più privati. E premia (oppure punisce) il singolo cittadino in base ad ogni sua singola azione. Si tratta del cosiddetto credito sociale, che non ha a che fare unicamente con la liquidità dei cittadini, ma anche con i loro comportamenti, le loro condanne giudiziarie, le violazioni amministrative gravi e i loro comportamenti più o meno affidabili.
Quella che sembrava una distopia lì è diventata una realtà. Del resto anche in Italia, durante il Covid, è stato applicato qualcosa di simile con il Green Pass. Eri un bravo cittadino - e quindi potevi accedere a tutti i servizi - solamente se ti vaccinavi, altrimenti venivi punito: non potevi mangiare al chiuso, anche se era inverno, oppure prendere i mezzi pubblici.
Per l’avvocato Silkie Carlo, a capo dell’organizzazione non governativa per i diritti civili Big Brother, «ogni ricerca in questa raccolta di nostre foto personali sottopone milioni di cittadini innocenti a un controllo di polizia senza la nostra conoscenza o il nostro consenso. Il governo di Sir Keir Starmer si sta impegnando in violazioni storiche della privacy dei britannici, che ci si aspetterebbe di vedere in Cina, ma non in una democrazia». Ed è proprio quello che sta accadendo nel Regno Unito e che può accadere anche da noi. Il sistema cinese, poi, sta potenziando ulteriormente le proprie capacità. Secondo uno studio pubblicato dall’Australian strategic policy institute, Pechino sta potenziando ulteriormente la sua rete di controllo sulla cittadinanza sfruttando l’intelligenza artificiale, soprattutto per quanto riguarda la censura online. Un pericolo non solo per i cinesi, ma anche per i Paesi occidentali visto che Pechino «è già il maggiore esportatore mondiale di tecnologie di sorveglianza basate sull’intelligenza artificiale». Come a dire: ciò che stanno sviluppando lì, arriverà anche da noi. E allora non saranno solamente i nostri Paesi a controllare le nostre azioni ma, in modo indiretto, anche Pechino.
C’è una frase di Benjamin Franklin che viene ripresa in Captain America e che racconta bene quest’ansia da controllo. Un’ansia che nasce dalla paura, spesso provocata da politiche fallaci. «Baratteranno la loro libertà per un po’ di sicurezza». Come sta succedendo nel Regno Unito, dopo anni di accoglienza indiscriminata. O come è successo anhe in Italia durante il Covid. Per anni, ci siamo lasciati intimorire, cedendo libertà e vita. Oggi lo scenario è peggiore, visto l’uso massiccio della tecnologia, che rende i Paesi occidentali sempre più simili alla Cina. E non è una bella notizia.
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Il ministro ha ricordato che il concorrente europeo Fcas (Future combat aircraft system) avanza a ritmo troppo lento per disaccordi tra Airbus (Francia-Germania) e Dassault (Francia) riguardanti i diritti e la titolarità delle tecnologie. «È fallito il programma franco-tedesco […], probabilmente la Germania potrebbe entrare a far parte in futuro di questo progetto [...]. Abbiamo avuto richieste da Canada, Arabia Saudita, e penso che l’Australia possa essere interessata. Più nazioni salgono più aumenta la massa critica che puoi investire e meno costerà ogni esemplare». Tutto vero, rimangono però perplessità su un possibile coinvolgimento dei sauditi per due ragioni. La prima: l’Arabia sta incrementando i rapporti industriali militari con la Cina, che così avrebbe accesso ai segreti del nuovo caccia. La seconda: l’Arabia Saudita aveva finanziato anche altri progetti e tra questi persino uno con la Turchia, nazione che, dopo essere stata espulsa dal programma F-35 durante il primo mandato presidenziale di Trump a causa dell’acquisto dei missili russi S-400, ora sta cercando di rientrarci trovando aperture dalla Casa Bianca. Anche perché lo stesso Trump ha risposto in modo possibilista alla richiesta di Riad di poter acquisire lo stesso caccia nonostante gli avvertimenti del Pentagono sulla presenza cinese.
Per l’Italia, sede della fabbrica Faco di Cameri (Novara) che gli F-35 li assembla, con la previsione di costruire parti del Gcap a Torino Caselle (dove oggi si fanno quelle degli Eurofighter Typhoon), significherebbe creare una ricaduta industriale per qualche decennio. Ma dall’altra parte delle Alpi la situazione Fcas è complicata: un incontro sul futuro caccia che si sarebbe dovuto tenere in ottobre è stato rinviato per i troppi ostacoli insorti nella proprietà intellettuale del progetto. Se dovesse fallire, Berlino potrebbe essere colpita molto più duramente di Parigi. Questo perché la Francia, con Dassault, avrebbe la capacità tecnica di portare avanti da sola il programma, come del resto ha fatto 30 anni fa abbandonando l’Eurofighter per fare il Rafale. Ma l’impegno finanziario sarebbe enorme. Non a caso il Ceo di Dassault, Eric Trappier, ha insistito sul fatto che, se l’azienda non verrà nominata «leader indiscusso» del programma, lo Fcas potrebbe fallire. Il vantaggio su Airbus è evidente: Dassault potrebbe aggiornare ancora i Rafale passando dalla versione F5 a una possibile F6 e farli durare fino al 2060, ovvero due decenni dalla prevista entrata in servizio del nostro Gcap. Ma se Berlino dovesse abbandonare il progetto, non è scontata l’adesione al Gcap come partner industriale, mentre resterebbe un possibile cliente. Non a caso i tedeschi avrebbero già chiesto di poter assumere lo status di osservatori del programma. Senza Fcas anche la Spagna si troverebbe davanti decisioni difficili: in agosto Madrid aveva dichiarato che non avrebbe acquistato gli F-35 ma gli Eurofighter Typhoon e poi i caccia Fcas. Un mese dopo il primo ministro Pedro Sánchez espresse solidarietà alla Germania in relazione alla controversia tra Airbus e Dassault. Dove però hanno le idee chiare: sarebbe un suicidio industriale condividere la tecnologia e l’esperienza maturata con i Rafale, creata da zero con soldi francesi, impiegata con l’aviazione francese e già esportata con successo in India, Grecia ed Emirati arabi.
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Guido Crosetto (Ansa)
Tornando alla leva, «mi consente», aggiunge Crosetto, «di avere un bacino formato che, in caso di crisi o anche calamità naturali, sia già pronto per intervenire e non sono solo professionalità militari. Non c’è una sola soluzione, vanno cambiati anche i requisiti: per la parte combat, ad esempio, servono requisiti fisici diversi rispetto alla parte cyber. Si tratta di un cambio di regole epocale, che dobbiamo condividere con il Parlamento». Crosetto immagina in sostanza un bacino di «riservisti» pronti a intervenire in caso ovviamente di un conflitto, ma anche di catastrofi naturali o comunque situazioni di emergenza. Va precisato che, per procedere con questo disegno, occorre prima di tutto superare la legge 244 del 2012, che ha ridotto il personale militare delle forze armate da 190.000 a 150.000 unità e il personale civile da 30.000 a 20.000. «La 244 va buttata via», sottolinea per l’appunto Crosetto, «perché costruita in tempi diversi e vanno aumentate le forze armate, la qualità, utilizzando professionalità che si trovano nel mercato».
Il progetto di Crosetto sembra in contrasto con quanto proposto pochi giorni fa dal leader della Lega e vicepremier Matteo Salvini: «Sulla leva», ha detto Salvini, «ci sono proposte della Lega ferme da anni, non per fare il militare come me nel '95. Io dico sei mesi per tutti, ragazzi e ragazze, non per imparare a sparare ma per il pronto soccorso, la protezione civile, il salvataggio in mare, lo spegnimento degli incendi, il volontariato e la donazione del sangue. Sei mesi dedicati alla comunità per tutte le ragazze e i ragazzi che siano una grande forma di educazione civica. Non lo farei volontario ma per tutti». Intanto, Crosetto lancia sul tavolo un altro tema: «Serve aumentare le forze armate professionali», dice il ministro della Difesa, «e in questo senso ho detto più volte che l’operazione Strade sicure andava lentamente riaffidata alle forze di polizia». Su questo punto è prevedibile un attrito con Salvini, considerato che la Lega ha più volte sottolineato di immaginare che le spese militari vadano anche in direzione della sicurezza interna. L’operazione Strade sicure è il più chiaro esempio dell’utilizzo delle forze armate per la sicurezza interna. Condotta dall’Esercito italiano ininterrottamente dal 4 agosto 2008, l’operazione Strade sicure viene messa in campo attraverso l’impiego di un contingente di personale militare delle Forze armate che agisce con le funzioni di agente di pubblica sicurezza a difesa della collettività, in concorso alle Forze di Polizia, per il presidio del territorio e delle principali aree metropolitane e la vigilanza dei punti sensibili. Tale operazione, che coinvolge circa 6.600 militari, è, a tutt'oggi, l’impegno più oneroso della Forza armata in termini di uomini, mezzi e materiali.
Alle parole, come sempre, seguiranno i fatti: vedremo quale sarà il punto di equilibrio che verrà raggiunto nel centrodestra su questi aspetti. Sul versante delle opposizioni, il M5s chiede maggiore trasparenza: «Abbiamo sottoposto al ministro Crosetto un problema di democrazia e trasparenza», scrivono in una nota i capigruppo pentastellati nelle commissioni Difesa di Camera e Senato, Arnaldo Lomuti e Bruno Marton, «il problema della segretezza dei target capacitivi concordati con la Nato sulla base dei quali la Difesa porta avanti la sua corsa al riarmo. Non è corretto che la Nato chieda al nostro Paese di spendere cifre folli senza che il Parlamento, che dovrebbe controllare queste spese, conosca quali siano le esigenze che motivano e guidano queste richieste. Il ministro ha risposto, in buona sostanza, che l’accesso a queste informazioni è impossibile e che quelle date dalla Difesa sono più che sufficienti. Non per noi».
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