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2019-01-06
Pensioni e reddito, decreto unico: sarà così
Ansa
Prende vita il decretone, che per tre quarti è dedicato al reddito di cittadinanza e per la rimanente parte sviluppa la riforma della Fornero: quota 100, riduzione dell'anzianità contributiva e ripristino del consiglio di amministrazione dell'Inps e dell'Inail. Sul reddito di cittadinanza, molti dettagli e indiscrezioni già trapelati vedono conferma nel testo. Spuntano però alcuni particolari che ne palesano da un lato l'ampiezza e dall'altro la futura difficoltà di applicazione. In pratica, il reddito partirà ad aprile e si potrà fare domanda attraverso gli uffici di consulenza fiscale (ad esempio i Caf). All'inizio sarà esclusivamente un sussidio: solo in un secondo momento diventerà un supporto per il rientro nel mondo del lavoro. Una volta validati i requisiti Isee e patrimoniali, il cittadino che ne ha diritto ottiene la carta del reddito di cittadinanza, con dentro i soldi. Poi, entro un mese, sarà convocato nei centri per l'impiego, dovrà partecipare ai corsi di formazione e a colloqui psicoattitudinali. Se rifiuterà tre offerte di lavoro, perderà il diritto al sussidio. Le offerte dovranno essere congrue. Che significa? Il ministero del Lavoro assieme all'Anpal, Agenzia nazionale per le politiche attive, dovrà stabilire che cosa significa congruo (idoneo al titolo di studio, distanza dal domicilio, eccetera). In pratica nei primi mesi, e secondo alcuni osservatori nei primi anni, molti centri per l'impiego non saranno in grado di fornire a ogni avente diritto tre proposte di lavoro. Qui sta il problema. Ma se questo governo dovesse vincere la sfida e riformare davvero le agenzie per il lavoro, farebbe qualcosa che in oltre un decennio nessuno ha mai voluto nemmeno affrontare.
Nel frattempo, il decreto inserisce alcuni paletti che servono chiaramente a ridurre la platea. Dopo le polemiche sulle famiglie di soli stranieri, il governo ha inserito la clausola dei dieci anni continui di residenza. Ma ciò significa che un italiano che rientra da una permanenza all'estero e non ha maturato il decennio perde automaticamente il diritto. Farà causa alla Corte costituzionale? Sì, e potrebbe vincere. Questo stratagemma nel frattempo dovrebbe però avere abbassato il numero delle famiglie di soli stranieri da 197.000 (prima versione) a forse meno di 90.000 (dato non confermato ). Esclusi anche quei nuclei in cui almeno un componente possieda un'auto di cilindrata superiore ai 1.600 cc o una moto sopra ai 250 cc, immatricolate non oltre due anni prima della richiesta del sussidio. Al contrario, chi ha a carico un figlio disabile o di età inferiore ai tre anni una volta ottenuto l'assegno potrà non presentarsi al centro per l'impiego, e godrà senza altro sforzo del sussidio.
Insomma, il decreto avrà bisogno di numerosi altri testi attuativi. È molto complicato e pieno di sfide. Ha il pregio di porre problemi finora ignorati. Vedremo le soluzioni.
Riscatto per i buchi contributivi
La bozza di riforma del decreto attuativo della riforma delle pensioni, che verrà approvata la prossima settimana dal Consiglio dei ministri, prevede un'importante novità per chi ha una carriera lavorativa discontinua: saranno infatti riscattabili i «buchi» contributivi fino a un periodo di cinque anni, e il costo del riscatto sarà detraibile per il 50% dall'Irpef. La novità, come ha scritto Italia Oggi, riguarda i lavoratori iscritti all'Inps, compresa la gestione separata (sono escluse le casse professionali) che rientrano in pieno nel regime contributivo di calcolo della pensione e che non hanno alcun contributo versato fino al 31 dicembre 1995. Si tratta di una buona notizia per chi ha iniziato a lavorare dopo il 1995 con carriere discontinue: sono moltissimi i giovani italiani che si trovano in questa situazione. Si introduce dunque una facoltà di riscatto senza altra causa se non quella del buco contributivo: periodi non coperti da contribuzione, comunque versata e accreditata, presso forme di previdenza obbligatoria. I periodi riscattabili saranno quelli compresi tra la data della prima iscrizione alla previdenza, obbligatoriamente successiva al 31 dicembre 1995, e l'ultimo contributo versato all'Inps. Il lavoratore può scegliere quali e quanti di questi periodi scoperti dal punto di vista contributivo riscattare, anche non continuativi.
La facoltà del riscatto è esercitata su domanda del lavoratore o anche dei suoi superstiti nel caso serva a raggiungere il minimo per una pensione di reversibilità, o dei suoi parenti e affini fino al secondo grado. Il calcolo dell'onere del riscatto dei buchi previdenziali si basa sugli stessi criteri del riscatto della laurea: si applica l'aliquota contributiva vigente nella gestione presso la quale è stata fatta domanda di riscatto a una retribuzione o reddito pari a quelli meno remoti rispetto alla data di presentazione della domanda di riscatto. Ad esempio, un co.co.co. con un compenso annuo di 20.000 euro dovrà versare 6.600 euro per riscattare un anno di contributi; 550 per un mese e 3.300 euro per sei mesi.
L'agevolazione fiscale, messa a punto dal ministero dell'Economia guidato da Giovanni Tria, prevede che l'onere del riscatto sia detraibile dall'imposta lorda in misura del 50%, con una ripartizione in cinque quote annuali costanti e dello stesso importo: in sostanza, la metà del costo del riscatto è pagata dallo Stato. Non solo: chi non può o non vuole versare il corrispettivo del riscatto in un'unica soluzione può pagare il dovuto in forma dilazionata, (massimo 60 rate mensili), ciascuna di pari importo non inferiore a 30 euro, ma senza l'applicazione di alcun interesse per la rateizzazione. Un lavoratore in possesso di 15 anni di contributi dal 1996, ad esempio, potrà riscattare i cinque anni che gli mancano per raggiungere il minimo dei 20 anni di contributi che occorrono per la pensione.
Carlo Tarallo
Isee sotto i 6.000 euro. Ma niente se ti licenzi
Per avere il reddito di cittadinanza la bozza del decreto spiega chiaramente quali siano i requisiti che bisogna avere. In primis, chi richiede il sussidio deve avere la cittadinanza italiana o quella di altri Paesi membri dell'Ue, oppure provenire nazioni che abbiano stretto accordi bilaterali con l'Italia o essere in possesso di un permesso di soggiorno di lungo periodo rilasciato dall'Ue.Il richiedente, che non deve essere in prigione o in istituti di lunga degenza, deve inoltre avere un Isee (l'indicatore della situazione economica equivalente) che non superi 9.360 euro annui. Oltre questo, però, si dovrà considerare anche il valore del reddito famigliare che dovrà essere inferiore ai 6.000 euro annui (per un single) incrementato secondo una scala di equivalenza (0,4 per ogni componente maggiorenne e 0,2 per ogni minore). Inoltre, non hanno diritto al reddita i nuclei famigliari che abbiano almeno un componente che si è dimesso nei 12 mesi precedenti alla domanda. Il sussidio è previsto anche per i nuclei famigliari in cui si sono verificati divorzi o separazioni, a patto che la coppia continui a vivere sotto lo stesso tetto. I figli a carico non possono avere più di 26 anni per far parte del nucleo che richiede il reddito di cittadinanza. In più il valore del patrimonio immobiliare (oltre all'abitazione principale) non deve superare i 30.000 euro. Allo stesso modo il patrimonio mobiliare non può essere superiore a 6.000 euro a cui si devono aggiungere 2.000 euro per ogni componente della famiglia fino ad un massimo di 10.000 euro.
Gianluca Baldini
A chi avvia la partita Iva vanno sei mesi di bonus
Sgravi contributivi alle imprese che assumono persone che beneficiano del reddito di cittadinanza. È quanto prevede il decreto che istituisce il reddito e quota 100 per le pensioni. Il provvedimento prevede che l'impresa che assume a tempo pieno e indeterminato un beneficiario del reddito di cittadinanza avrà un incentivo sotto forma di sgravio contributivo pari alla differenza tra 18 mensilità del reddito di cittadinanza e quello già goduto dal beneficiario stesso. Condizione per avere lo sgravio è che il lavoratore assunto non venga licenziato nei primi 24 mesi senza giusta causa. Lo sgravio a favore delle imprese è aumentato di una mensilità nei casi di assunzione di donne e persone svantaggiate e comunque non potrà essere inferiore a cinque mensilità. Nel caso in cui l'assunzione avvenga attraverso i soggetti privati accreditati lo sgravio contributivo sarà diviso equamente tra l'impresa e il soggetto privato. Coloro che nel triennio precedente all'assunzione del destinatario sono incappati in sanzioni o hanno violato le leggi di natura contributiva non incasseranno alcun beneficio. Una novità riguarda invece coloro i quali abbandoneranno il percorso di assistenza nei centri di formazione non perché diventeranno dipendenti ma perché avranno aperto una partita Iva o un'impresa individuale, entro i primi 12 mesi di fruizione del reddito di cittadinanza. A loro verrà riconosciuto un versamento pari a sei mesi di Rdc in una soluzione. Una sorta di incentivo alla start up e all'avvio all'attività lavorativa.
La cifra annua varia da 480 a 9.360 euro
Il calcolo per capire quanto potrà avere ogni richiedente del reddito di cittadinanza si basa su due variabili: una componente fino a 6.000 euro annui che va incrementata secondo una scala di equivalenza (0,4 per ogni componente maggiorenne e 0,2 per ogni minore) e un'altra legata all'eventuale affitto di un immobile. In base alla dichiarazione Isee, l'incremento può arrivare fino a 3.360 euro annui. Un aumento del sussidio fino a 1.800 euro è previsto anche per il nucleo famigliare che ha un mutuo in essere. Fatte salve queste indicazioni, la quota annua percepita non potrà essere inferiore ai 480 euro e superiore ai 9.360. Riguardo alle tempistiche, il sussidio non può essere erogato per più di 18 mesi ma può essere rinnovato. Tra un rinnovo e l'altro è previsto un mese di pausa. Questa condizione, però, non è prevista per la pensione di cittadinanza, il sussidio per chi ha più di 65 anni di età. L'ammontare verrà diviso in 12 mensilità annue e il primo sussidio arriverà un mese dopo l'accettazione della domanda da parte dell'Inps. In caso di assunzione come dipendente, il reddito di cittadinanza predeterminato verrà erogato all'80% fino allo scadere dei 18 mesi. Nel caso dell'inizio di un lavoro autonomo, il professionista dovrà comunicare l'avvio dell'attività all'Inps entro 30 giorni, pena la perdita del sussidio. Una volta avvenuta la comunicazione, a titolo di incentivo il beneficiario fruirà di due mensilità senza alcuna variazione. A ogni modo, il valore del beneficio verrà aggiornato ogni tre mesi in base alle condizioni reddituali del richiedente.
Vengono coinvolte pure le agenzie per il lavoro
Chi riceve il reddito di cittadinanza deve essere disposto a lavorare oppure a prestare servizi alla comunità. Un obbligo che riguarda tutti i componenti maggiorenni del nucleo famigliare (non già occupati o che non stanno frequentando un corso di formazione). I disabili, i pensionati o chi ha più di 65 anni di età non sono tenuti a rispettare questa regola. Vale lo stesso per chi ha persone a carico, come figli con meno di tre anni di età. Chi, invece, è idoneo a lavorare, entro 30 giorni dall'accettazione del sussidio, è tenuto a recarsi in un centro per l'impiego. Qui i richiedenti stipuleranno un «patto per il lavoro» e ogni richiedente sarà tenuto a collaborare con la redazione del bilancio delle competenze, registrarsi all'interno del sistema informativo per trovare lavoro, svolgere settimanalmente una ricerca attiva di una occupazione, sostenere colloqui psicoattitudinali e eventuali prove mirate all'assunzione e accettare almeno una di tre offerte di lavoro ritenute congrue. Nel caso in cui, dopo una valutazione preliminare, si certifichi un bisogno complesso da parte del richiedente del reddito, si potrà avviare un «patto di inclusione sociale» con uno specifico percorso di inserimento lavorativo. Se in 60 giorni dalla stipula del patto di lavoro il beneficiario non dovesse essere convocato dai centri per l'impiego, allora riceverà le credenziali personalizzate per accedere alla profilazione dell'Anpal. Nel frattempo riceverà un assegno di ricollocazione, cioè un importo da utilizzare presso i soggetti che forniscono servizi di assistenza intensiva alla ricerca di lavoro (agenzie per il lavoro accreditate).
Non frequenti i corsi? Addio alle mensilità
La domanda per ottenere il reddito di cittadinanza può essere fatta via internet oppure recandosi ai centri di assistenza fiscale convenzionati con l'Inps. Il modulo di domanda viene fornito dall'Istituto nazionale di previdenza. Ai fini della domanda, l'Inps controllerà in cinque giorni se ci sono i requisiti per ottenere il sussidio. Chi otterrà il via libera potrò godere anche delle tariffe elettriche agevolate riconosciute alle famiglie economicamente svantaggiate. L'organizzazione dei centri per l'impiego si basa due piattaforme informatiche. Quella legata alle politiche del lavoro e quella per i servizi sociali. Attraverso queste piattaforme l'Inps condividerà con le amministrazioni centrali e i servizi territoriali diverse informazioni tra cui dati sulla situazione patrimoniale e l'ammontare del beneficio economico percepito. Attraverso queste piattaforme, inoltre, è possibile capire se il patto per il lavoro è stato stipulato e se le offerte di lavoro ricevute erano idonee o meno. In più, le piattaforme saranno in grado anche di segnalare eventuali anomalie nei consumi e nei comportamenti di chi percepisce il reddito di cittadinanza. Ad esempio chi usa slot o altre macchinette da gioco. Chi fornisce informazioni false per ottenere il beneficio economico verrà punito con la reclusione da uno a sei anni, pena che vale anche per chi aiuta qualcuno a fornire dati scorretti. Chi invece non si presenta a una convocazione in assenza di un motivo valido perderà una mensilità in caso della prima mancata comparizione, due mensilità per la seconda mentre perderà interamente il beneficio se non si presenterà nemmeno la terza volta.
Con la carta prelievi fino a 100 euro al mese
Il reddito di cittadinanza sarà erogato attraverso un'apposita tessera che si potrà ritirare negli uffici postali e che funzionerà come una carta di credito o un bancomat. Potrà essere usata sia per fare direttamente acquisti, sia per prelievi in contanti di massimo 100 euro al mese per ogni individuo, moltiplicati per il numero di componenti della famiglia. In ogni caso, non si potranno superare i 210 euro al mese. I soldi non potranno essere spesi per le slot, come annunciato nei mesi scorsi, e chi verrà scoperto a giocare perderà il beneficio. Tutti i movimenti della carta saranno messi a disposizione delle piattaforme informatiche elettroniche create ad hoc per «finalità di analisi, monitoraggio, valutazione e controllo del programma del reddito di cittadinanza». Si tratta del Siulp, per il coordinamento dei centri per l'impiego, e del Siuss, per il coordinamento dei Comuni. Le piattaforme serviranno per condividere informazioni con le amministrazioni centrali e locali. Ai beneficiari del reddito di cittadinanza verranno garantite anche le agevolazioni relative alle tariffe elettriche riconosciute alle famiglie economicamente svantaggiate e quelle relative alla compensazione per la fornitura di gas. Al momento il bonus elettrico prevede uno sconto di circa 125 euro all'anno per le famiglie con uno o due componenti (184 euro per le famiglie oltre i quattro componenti) e di circa il 15% del costo del gas. Il beneficio finora era poco noto e ne usufruiva appena il 35% degli aventi diritto.
Emanuela Meucci
Per chi utilizza quota 100 nessun diritto di cumulo
Il decreto contiene undici articoli sull'abolizione della Fornero. Il primo è l'avvio di quota 100 (62 anni di età e 38 di contributi) con finestre trimestrali per i privati e semestrali per il settore pubblico. Il tutto per la durata di tre anni sperimentali. Unica penalizzazione: sarà fatto divieto di cumulo. Chi esce anticipatamente non potrà lavorare, fatto salvo per i 5.000 euro massimi di prestazioni occasionali. L'obiettivo è coinvolgere 350.000 persone e dal quarto anno dare la spallata alla Fornero, introducendo quota 41. Già da subito il decreto riduce «l'anzianità contributiva per accesso al pensionamento anticipato». Tradotto, il secondo punto della bozza taglia cinque mesi dalla Fornero. Viene poi confermata Opzione donna e pure l'Ape social, la possibilità (voluta dal governo Gentiloni) di andare in pensione con finestre anticipata per 15 categorie di lavoratori usuranti. Altri due capitoli confermano la pace contributiva e fissano nuovi termini di prescrizione dei contributi di previdenza per la Pa. Un capitolo veramente innovativo tocca coloro che non possono accedere a pensioni integrative e sono costretti a subire il massimale contributivo: viene abolito il massimale di 102.000 euro. È una novità sostanziale che fa il paio con il punto successivo: l'estensione dei fondi di solidarietà bilaterale a più categorie lavorative e la possibilità di utilizzarli per agevolare le uscite. Nel frattempo il governo ha chiesto all'Abi di venirgli incontro nel pagamento dei Tfs e dei Tfr pubblici. La banca anticipa con garanzia della Cdp. Lo Stato versa dopo tre anni e salda il fido.
Resta in vita la tassa sui biglietti aerei
La Lega era contraria, i 5 stelle favorevoli. La spuntano i secondi e nel decreto ritorna il fondo di solidarietà per gli esuberi del settore aereo. Nelle ultime settimane i sindacati hanno insistito per ottenere la proroga del Fondo di solidarietà del trasporto aereo (Fsta) che serve per finanziare i relativi ammortizzatori sociali. Tale Fondo è stato istituito nel 2004 e poi prorogato anno per anno e interviene in caso di crisi di aziende del settore del trasporto aereo, per erogare specifici trattamenti a favore di lavoratori. Il Fondo è stato così istituito per la crisi in Meridiana, ora diventata Air Italy. Ma anche per il personale Alitalia. Nel dettaglio il fondo eroga un'integrazione dei trattamenti di mobilità, cassa integrazione e guadagni straordinaria, cassa integrazione in deroga e solidarietà. I beneficiari dei trattamenti sono piloti e assistenti di volo e personale di terra, per un totale di circa 150.000 potenziali beneficiari. La somma stanziata è alimentata da un'addizionale comunale sui diritti di imbarco di circa 5 euro complessivi da applicare sul costo di ogni biglietto staccato per i passeggeri. I gialloblù hanno prorogato il prelievo per un altro anno ma senza alzarne l'importo. È stato infatti abrogato il comma del decreto del 2016 che ne prevedeva l'innalzamento di altri 32 centesimi. Una magra consolazione, avremmo preferito tornare a risparmiare quei 5 euro. Una tassa che per chi viaggia è proprio a fondo perduto.
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Con figli disabili o minori di 3 anni nessun obbligo di lavorare. Gli altri devono accettare almeno un'offerta congrua su tre. Ma il testo non definisce il termine.Riscatto per i buchi contributivi. La misura permette di recuperare fino a cinque anni di anzianità all'Inps. Riservata a chi ha iniziato a lavorare dal 1996. La cifra è detraibile al 50% dall'Irpef. I requisiti del nucleo familiare. Isee sotto i 6.000 euro. Ma niente se ti licenzi. Incentivi anche alle aziende. A chi avvia la partita Iva vanno sei mesi di bonus. 18 mesi rinnovabili. La cifra annua varia da 480 a 9.360 euro.Non solo centri per l'impiego. Vengono coinvolte pure le agenzie per il lavoro. Carcere a chi bara. Non frequenti i corsi?Addio alle mensilità. Simile a un bancomat. Con la carta prelievi fino a 100 euro al mese.Uscita anticipata. Per chi utilizza quota 100 nessun diritto di cumulo. Per i cassintegrati. Resta in vita la tassa sui biglietti aerei.Lo speciale contiene dieci articoli.Prende vita il decretone, che per tre quarti è dedicato al reddito di cittadinanza e per la rimanente parte sviluppa la riforma della Fornero: quota 100, riduzione dell'anzianità contributiva e ripristino del consiglio di amministrazione dell'Inps e dell'Inail. Sul reddito di cittadinanza, molti dettagli e indiscrezioni già trapelati vedono conferma nel testo. Spuntano però alcuni particolari che ne palesano da un lato l'ampiezza e dall'altro la futura difficoltà di applicazione. In pratica, il reddito partirà ad aprile e si potrà fare domanda attraverso gli uffici di consulenza fiscale (ad esempio i Caf). All'inizio sarà esclusivamente un sussidio: solo in un secondo momento diventerà un supporto per il rientro nel mondo del lavoro. Una volta validati i requisiti Isee e patrimoniali, il cittadino che ne ha diritto ottiene la carta del reddito di cittadinanza, con dentro i soldi. Poi, entro un mese, sarà convocato nei centri per l'impiego, dovrà partecipare ai corsi di formazione e a colloqui psicoattitudinali. Se rifiuterà tre offerte di lavoro, perderà il diritto al sussidio. Le offerte dovranno essere congrue. Che significa? Il ministero del Lavoro assieme all'Anpal, Agenzia nazionale per le politiche attive, dovrà stabilire che cosa significa congruo (idoneo al titolo di studio, distanza dal domicilio, eccetera). In pratica nei primi mesi, e secondo alcuni osservatori nei primi anni, molti centri per l'impiego non saranno in grado di fornire a ogni avente diritto tre proposte di lavoro. Qui sta il problema. Ma se questo governo dovesse vincere la sfida e riformare davvero le agenzie per il lavoro, farebbe qualcosa che in oltre un decennio nessuno ha mai voluto nemmeno affrontare. Nel frattempo, il decreto inserisce alcuni paletti che servono chiaramente a ridurre la platea. Dopo le polemiche sulle famiglie di soli stranieri, il governo ha inserito la clausola dei dieci anni continui di residenza. Ma ciò significa che un italiano che rientra da una permanenza all'estero e non ha maturato il decennio perde automaticamente il diritto. Farà causa alla Corte costituzionale? Sì, e potrebbe vincere. Questo stratagemma nel frattempo dovrebbe però avere abbassato il numero delle famiglie di soli stranieri da 197.000 (prima versione) a forse meno di 90.000 (dato non confermato ). Esclusi anche quei nuclei in cui almeno un componente possieda un'auto di cilindrata superiore ai 1.600 cc o una moto sopra ai 250 cc, immatricolate non oltre due anni prima della richiesta del sussidio. Al contrario, chi ha a carico un figlio disabile o di età inferiore ai tre anni una volta ottenuto l'assegno potrà non presentarsi al centro per l'impiego, e godrà senza altro sforzo del sussidio. Insomma, il decreto avrà bisogno di numerosi altri testi attuativi. È molto complicato e pieno di sfide. Ha il pregio di porre problemi finora ignorati. Vedremo le soluzioni.<div class="rebellt-item col1" id="rebelltitem1" data-id="1" data-reload-ads="false" data-is-image="False" data-href="https://www.laverita.info/auto-di-media-cilindrata-o-moto-sopra-i-250-cc-ce-la-tagliola-che-blocca-lassegno-di-cittadinanza-2625212362.html?rebelltitem=1#rebelltitem1" data-basename="riscatto-per-i-buchi-contributivi" data-post-id="2625212362" data-published-at="1765421249" data-use-pagination="False"> Riscatto per i buchi contributivi La bozza di riforma del decreto attuativo della riforma delle pensioni, che verrà approvata la prossima settimana dal Consiglio dei ministri, prevede un'importante novità per chi ha una carriera lavorativa discontinua: saranno infatti riscattabili i «buchi» contributivi fino a un periodo di cinque anni, e il costo del riscatto sarà detraibile per il 50% dall'Irpef. La novità, come ha scritto Italia Oggi, riguarda i lavoratori iscritti all'Inps, compresa la gestione separata (sono escluse le casse professionali) che rientrano in pieno nel regime contributivo di calcolo della pensione e che non hanno alcun contributo versato fino al 31 dicembre 1995. Si tratta di una buona notizia per chi ha iniziato a lavorare dopo il 1995 con carriere discontinue: sono moltissimi i giovani italiani che si trovano in questa situazione. Si introduce dunque una facoltà di riscatto senza altra causa se non quella del buco contributivo: periodi non coperti da contribuzione, comunque versata e accreditata, presso forme di previdenza obbligatoria. I periodi riscattabili saranno quelli compresi tra la data della prima iscrizione alla previdenza, obbligatoriamente successiva al 31 dicembre 1995, e l'ultimo contributo versato all'Inps. Il lavoratore può scegliere quali e quanti di questi periodi scoperti dal punto di vista contributivo riscattare, anche non continuativi. La facoltà del riscatto è esercitata su domanda del lavoratore o anche dei suoi superstiti nel caso serva a raggiungere il minimo per una pensione di reversibilità, o dei suoi parenti e affini fino al secondo grado. Il calcolo dell'onere del riscatto dei buchi previdenziali si basa sugli stessi criteri del riscatto della laurea: si applica l'aliquota contributiva vigente nella gestione presso la quale è stata fatta domanda di riscatto a una retribuzione o reddito pari a quelli meno remoti rispetto alla data di presentazione della domanda di riscatto. Ad esempio, un co.co.co. con un compenso annuo di 20.000 euro dovrà versare 6.600 euro per riscattare un anno di contributi; 550 per un mese e 3.300 euro per sei mesi. L'agevolazione fiscale, messa a punto dal ministero dell'Economia guidato da Giovanni Tria, prevede che l'onere del riscatto sia detraibile dall'imposta lorda in misura del 50%, con una ripartizione in cinque quote annuali costanti e dello stesso importo: in sostanza, la metà del costo del riscatto è pagata dallo Stato. Non solo: chi non può o non vuole versare il corrispettivo del riscatto in un'unica soluzione può pagare il dovuto in forma dilazionata, (massimo 60 rate mensili), ciascuna di pari importo non inferiore a 30 euro, ma senza l'applicazione di alcun interesse per la rateizzazione. Un lavoratore in possesso di 15 anni di contributi dal 1996, ad esempio, potrà riscattare i cinque anni che gli mancano per raggiungere il minimo dei 20 anni di contributi che occorrono per la pensione. Carlo Tarallo <div class="rebellt-item col1" id="rebelltitem4" data-id="4" data-reload-ads="false" data-is-image="False" data-href="https://www.laverita.info/auto-di-media-cilindrata-o-moto-sopra-i-250-cc-ce-la-tagliola-che-blocca-lassegno-di-cittadinanza-2625212362.html?rebelltitem=4#rebelltitem4" data-basename="isee-sotto-i-6-000-euro-ma-niente-se-ti-licenzi" data-post-id="2625212362" data-published-at="1765421249" data-use-pagination="False"> Isee sotto i 6.000 euro. Ma niente se ti licenzi Per avere il reddito di cittadinanza la bozza del decreto spiega chiaramente quali siano i requisiti che bisogna avere. In primis, chi richiede il sussidio deve avere la cittadinanza italiana o quella di altri Paesi membri dell'Ue, oppure provenire nazioni che abbiano stretto accordi bilaterali con l'Italia o essere in possesso di un permesso di soggiorno di lungo periodo rilasciato dall'Ue.Il richiedente, che non deve essere in prigione o in istituti di lunga degenza, deve inoltre avere un Isee (l'indicatore della situazione economica equivalente) che non superi 9.360 euro annui. Oltre questo, però, si dovrà considerare anche il valore del reddito famigliare che dovrà essere inferiore ai 6.000 euro annui (per un single) incrementato secondo una scala di equivalenza (0,4 per ogni componente maggiorenne e 0,2 per ogni minore). Inoltre, non hanno diritto al reddita i nuclei famigliari che abbiano almeno un componente che si è dimesso nei 12 mesi precedenti alla domanda. Il sussidio è previsto anche per i nuclei famigliari in cui si sono verificati divorzi o separazioni, a patto che la coppia continui a vivere sotto lo stesso tetto. I figli a carico non possono avere più di 26 anni per far parte del nucleo che richiede il reddito di cittadinanza. In più il valore del patrimonio immobiliare (oltre all'abitazione principale) non deve superare i 30.000 euro. Allo stesso modo il patrimonio mobiliare non può essere superiore a 6.000 euro a cui si devono aggiungere 2.000 euro per ogni componente della famiglia fino ad un massimo di 10.000 euro.Gianluca Baldini <div class="rebellt-item col1" id="rebelltitem3" data-id="3" data-reload-ads="false" data-is-image="False" data-href="https://www.laverita.info/auto-di-media-cilindrata-o-moto-sopra-i-250-cc-ce-la-tagliola-che-blocca-lassegno-di-cittadinanza-2625212362.html?rebelltitem=3#rebelltitem3" data-basename="a-chi-avvia-la-partita-iva-vanno-sei-mesi-di-bonus" data-post-id="2625212362" data-published-at="1765421249" data-use-pagination="False"> A chi avvia la partita Iva vanno sei mesi di bonus Sgravi contributivi alle imprese che assumono persone che beneficiano del reddito di cittadinanza. È quanto prevede il decreto che istituisce il reddito e quota 100 per le pensioni. Il provvedimento prevede che l'impresa che assume a tempo pieno e indeterminato un beneficiario del reddito di cittadinanza avrà un incentivo sotto forma di sgravio contributivo pari alla differenza tra 18 mensilità del reddito di cittadinanza e quello già goduto dal beneficiario stesso. Condizione per avere lo sgravio è che il lavoratore assunto non venga licenziato nei primi 24 mesi senza giusta causa. Lo sgravio a favore delle imprese è aumentato di una mensilità nei casi di assunzione di donne e persone svantaggiate e comunque non potrà essere inferiore a cinque mensilità. Nel caso in cui l'assunzione avvenga attraverso i soggetti privati accreditati lo sgravio contributivo sarà diviso equamente tra l'impresa e il soggetto privato. Coloro che nel triennio precedente all'assunzione del destinatario sono incappati in sanzioni o hanno violato le leggi di natura contributiva non incasseranno alcun beneficio. Una novità riguarda invece coloro i quali abbandoneranno il percorso di assistenza nei centri di formazione non perché diventeranno dipendenti ma perché avranno aperto una partita Iva o un'impresa individuale, entro i primi 12 mesi di fruizione del reddito di cittadinanza. A loro verrà riconosciuto un versamento pari a sei mesi di Rdc in una soluzione. Una sorta di incentivo alla start up e all'avvio all'attività lavorativa. <div class="rebellt-item col1" id="rebelltitem2" data-id="2" data-reload-ads="false" data-is-image="False" data-href="https://www.laverita.info/auto-di-media-cilindrata-o-moto-sopra-i-250-cc-ce-la-tagliola-che-blocca-lassegno-di-cittadinanza-2625212362.html?rebelltitem=2#rebelltitem2" data-basename="la-cifra-annua-varia-da-480-a-9-360-euro" data-post-id="2625212362" data-published-at="1765421249" data-use-pagination="False"> La cifra annua varia da 480 a 9.360 euro Il calcolo per capire quanto potrà avere ogni richiedente del reddito di cittadinanza si basa su due variabili: una componente fino a 6.000 euro annui che va incrementata secondo una scala di equivalenza (0,4 per ogni componente maggiorenne e 0,2 per ogni minore) e un'altra legata all'eventuale affitto di un immobile. In base alla dichiarazione Isee, l'incremento può arrivare fino a 3.360 euro annui. Un aumento del sussidio fino a 1.800 euro è previsto anche per il nucleo famigliare che ha un mutuo in essere. Fatte salve queste indicazioni, la quota annua percepita non potrà essere inferiore ai 480 euro e superiore ai 9.360. Riguardo alle tempistiche, il sussidio non può essere erogato per più di 18 mesi ma può essere rinnovato. Tra un rinnovo e l'altro è previsto un mese di pausa. Questa condizione, però, non è prevista per la pensione di cittadinanza, il sussidio per chi ha più di 65 anni di età. L'ammontare verrà diviso in 12 mensilità annue e il primo sussidio arriverà un mese dopo l'accettazione della domanda da parte dell'Inps. In caso di assunzione come dipendente, il reddito di cittadinanza predeterminato verrà erogato all'80% fino allo scadere dei 18 mesi. Nel caso dell'inizio di un lavoro autonomo, il professionista dovrà comunicare l'avvio dell'attività all'Inps entro 30 giorni, pena la perdita del sussidio. Una volta avvenuta la comunicazione, a titolo di incentivo il beneficiario fruirà di due mensilità senza alcuna variazione. A ogni modo, il valore del beneficio verrà aggiornato ogni tre mesi in base alle condizioni reddituali del richiedente. <div class="rebellt-item col1" id="rebelltitem8" data-id="8" data-reload-ads="false" data-is-image="False" data-href="https://www.laverita.info/auto-di-media-cilindrata-o-moto-sopra-i-250-cc-ce-la-tagliola-che-blocca-lassegno-di-cittadinanza-2625212362.html?rebelltitem=8#rebelltitem8" data-basename="vengono-coinvolte-pure-le-agenzie-per-il-lavoro" data-post-id="2625212362" data-published-at="1765421249" data-use-pagination="False"> Vengono coinvolte pure le agenzie per il lavoro Chi riceve il reddito di cittadinanza deve essere disposto a lavorare oppure a prestare servizi alla comunità. Un obbligo che riguarda tutti i componenti maggiorenni del nucleo famigliare (non già occupati o che non stanno frequentando un corso di formazione). I disabili, i pensionati o chi ha più di 65 anni di età non sono tenuti a rispettare questa regola. Vale lo stesso per chi ha persone a carico, come figli con meno di tre anni di età. Chi, invece, è idoneo a lavorare, entro 30 giorni dall'accettazione del sussidio, è tenuto a recarsi in un centro per l'impiego. Qui i richiedenti stipuleranno un «patto per il lavoro» e ogni richiedente sarà tenuto a collaborare con la redazione del bilancio delle competenze, registrarsi all'interno del sistema informativo per trovare lavoro, svolgere settimanalmente una ricerca attiva di una occupazione, sostenere colloqui psicoattitudinali e eventuali prove mirate all'assunzione e accettare almeno una di tre offerte di lavoro ritenute congrue. Nel caso in cui, dopo una valutazione preliminare, si certifichi un bisogno complesso da parte del richiedente del reddito, si potrà avviare un «patto di inclusione sociale» con uno specifico percorso di inserimento lavorativo. Se in 60 giorni dalla stipula del patto di lavoro il beneficiario non dovesse essere convocato dai centri per l'impiego, allora riceverà le credenziali personalizzate per accedere alla profilazione dell'Anpal. Nel frattempo riceverà un assegno di ricollocazione, cioè un importo da utilizzare presso i soggetti che forniscono servizi di assistenza intensiva alla ricerca di lavoro (agenzie per il lavoro accreditate). <div class="rebellt-item col1" id="rebelltitem7" data-id="7" data-reload-ads="false" data-is-image="False" data-href="https://www.laverita.info/auto-di-media-cilindrata-o-moto-sopra-i-250-cc-ce-la-tagliola-che-blocca-lassegno-di-cittadinanza-2625212362.html?rebelltitem=7#rebelltitem7" data-basename="non-frequenti-i-corsi-addio-alle-mensilita" data-post-id="2625212362" data-published-at="1765421249" data-use-pagination="False"> Non frequenti i corsi? Addio alle mensilità La domanda per ottenere il reddito di cittadinanza può essere fatta via internet oppure recandosi ai centri di assistenza fiscale convenzionati con l'Inps. Il modulo di domanda viene fornito dall'Istituto nazionale di previdenza. Ai fini della domanda, l'Inps controllerà in cinque giorni se ci sono i requisiti per ottenere il sussidio. Chi otterrà il via libera potrò godere anche delle tariffe elettriche agevolate riconosciute alle famiglie economicamente svantaggiate. L'organizzazione dei centri per l'impiego si basa due piattaforme informatiche. Quella legata alle politiche del lavoro e quella per i servizi sociali. Attraverso queste piattaforme l'Inps condividerà con le amministrazioni centrali e i servizi territoriali diverse informazioni tra cui dati sulla situazione patrimoniale e l'ammontare del beneficio economico percepito. Attraverso queste piattaforme, inoltre, è possibile capire se il patto per il lavoro è stato stipulato e se le offerte di lavoro ricevute erano idonee o meno. In più, le piattaforme saranno in grado anche di segnalare eventuali anomalie nei consumi e nei comportamenti di chi percepisce il reddito di cittadinanza. Ad esempio chi usa slot o altre macchinette da gioco. Chi fornisce informazioni false per ottenere il beneficio economico verrà punito con la reclusione da uno a sei anni, pena che vale anche per chi aiuta qualcuno a fornire dati scorretti. Chi invece non si presenta a una convocazione in assenza di un motivo valido perderà una mensilità in caso della prima mancata comparizione, due mensilità per la seconda mentre perderà interamente il beneficio se non si presenterà nemmeno la terza volta. <div class="rebellt-item col1" id="rebelltitem6" data-id="6" data-reload-ads="false" data-is-image="False" data-href="https://www.laverita.info/auto-di-media-cilindrata-o-moto-sopra-i-250-cc-ce-la-tagliola-che-blocca-lassegno-di-cittadinanza-2625212362.html?rebelltitem=6#rebelltitem6" data-basename="con-la-carta-prelievi-fino-a-100-euro-al-mese" data-post-id="2625212362" data-published-at="1765421249" data-use-pagination="False"> Con la carta prelievi fino a 100 euro al mese Il reddito di cittadinanza sarà erogato attraverso un'apposita tessera che si potrà ritirare negli uffici postali e che funzionerà come una carta di credito o un bancomat. Potrà essere usata sia per fare direttamente acquisti, sia per prelievi in contanti di massimo 100 euro al mese per ogni individuo, moltiplicati per il numero di componenti della famiglia. In ogni caso, non si potranno superare i 210 euro al mese. I soldi non potranno essere spesi per le slot, come annunciato nei mesi scorsi, e chi verrà scoperto a giocare perderà il beneficio. Tutti i movimenti della carta saranno messi a disposizione delle piattaforme informatiche elettroniche create ad hoc per «finalità di analisi, monitoraggio, valutazione e controllo del programma del reddito di cittadinanza». Si tratta del Siulp, per il coordinamento dei centri per l'impiego, e del Siuss, per il coordinamento dei Comuni. Le piattaforme serviranno per condividere informazioni con le amministrazioni centrali e locali. Ai beneficiari del reddito di cittadinanza verranno garantite anche le agevolazioni relative alle tariffe elettriche riconosciute alle famiglie economicamente svantaggiate e quelle relative alla compensazione per la fornitura di gas. Al momento il bonus elettrico prevede uno sconto di circa 125 euro all'anno per le famiglie con uno o due componenti (184 euro per le famiglie oltre i quattro componenti) e di circa il 15% del costo del gas. Il beneficio finora era poco noto e ne usufruiva appena il 35% degli aventi diritto.Emanuela Meucci <div class="rebellt-item col1" id="rebelltitem5" data-id="5" data-reload-ads="false" data-is-image="False" data-href="https://www.laverita.info/auto-di-media-cilindrata-o-moto-sopra-i-250-cc-ce-la-tagliola-che-blocca-lassegno-di-cittadinanza-2625212362.html?rebelltitem=5#rebelltitem5" data-basename="per-chi-utilizza-quota-100-nessun-diritto-di-cumulo" data-post-id="2625212362" data-published-at="1765421249" data-use-pagination="False"> Per chi utilizza quota 100 nessun diritto di cumulo Il decreto contiene undici articoli sull'abolizione della Fornero. Il primo è l'avvio di quota 100 (62 anni di età e 38 di contributi) con finestre trimestrali per i privati e semestrali per il settore pubblico. Il tutto per la durata di tre anni sperimentali. Unica penalizzazione: sarà fatto divieto di cumulo. Chi esce anticipatamente non potrà lavorare, fatto salvo per i 5.000 euro massimi di prestazioni occasionali. L'obiettivo è coinvolgere 350.000 persone e dal quarto anno dare la spallata alla Fornero, introducendo quota 41. Già da subito il decreto riduce «l'anzianità contributiva per accesso al pensionamento anticipato». Tradotto, il secondo punto della bozza taglia cinque mesi dalla Fornero. Viene poi confermata Opzione donna e pure l'Ape social, la possibilità (voluta dal governo Gentiloni) di andare in pensione con finestre anticipata per 15 categorie di lavoratori usuranti. Altri due capitoli confermano la pace contributiva e fissano nuovi termini di prescrizione dei contributi di previdenza per la Pa. Un capitolo veramente innovativo tocca coloro che non possono accedere a pensioni integrative e sono costretti a subire il massimale contributivo: viene abolito il massimale di 102.000 euro. È una novità sostanziale che fa il paio con il punto successivo: l'estensione dei fondi di solidarietà bilaterale a più categorie lavorative e la possibilità di utilizzarli per agevolare le uscite. Nel frattempo il governo ha chiesto all'Abi di venirgli incontro nel pagamento dei Tfs e dei Tfr pubblici. La banca anticipa con garanzia della Cdp. Lo Stato versa dopo tre anni e salda il fido. <div class="rebellt-item col1" id="rebelltitem9" data-id="9" data-reload-ads="false" data-is-image="False" data-href="https://www.laverita.info/auto-di-media-cilindrata-o-moto-sopra-i-250-cc-ce-la-tagliola-che-blocca-lassegno-di-cittadinanza-2625212362.html?rebelltitem=9#rebelltitem9" data-basename="resta-in-vita-la-tassa-sui-biglietti-aerei" data-post-id="2625212362" data-published-at="1765421249" data-use-pagination="False"> Resta in vita la tassa sui biglietti aerei La Lega era contraria, i 5 stelle favorevoli. La spuntano i secondi e nel decreto ritorna il fondo di solidarietà per gli esuberi del settore aereo. Nelle ultime settimane i sindacati hanno insistito per ottenere la proroga del Fondo di solidarietà del trasporto aereo (Fsta) che serve per finanziare i relativi ammortizzatori sociali. Tale Fondo è stato istituito nel 2004 e poi prorogato anno per anno e interviene in caso di crisi di aziende del settore del trasporto aereo, per erogare specifici trattamenti a favore di lavoratori. Il Fondo è stato così istituito per la crisi in Meridiana, ora diventata Air Italy. Ma anche per il personale Alitalia. Nel dettaglio il fondo eroga un'integrazione dei trattamenti di mobilità, cassa integrazione e guadagni straordinaria, cassa integrazione in deroga e solidarietà. I beneficiari dei trattamenti sono piloti e assistenti di volo e personale di terra, per un totale di circa 150.000 potenziali beneficiari. La somma stanziata è alimentata da un'addizionale comunale sui diritti di imbarco di circa 5 euro complessivi da applicare sul costo di ogni biglietto staccato per i passeggeri. I gialloblù hanno prorogato il prelievo per un altro anno ma senza alzarne l'importo. È stato infatti abrogato il comma del decreto del 2016 che ne prevedeva l'innalzamento di altri 32 centesimi. Una magra consolazione, avremmo preferito tornare a risparmiare quei 5 euro. Una tassa che per chi viaggia è proprio a fondo perduto.
Da sinistra: Bruno Migale, Ezio Simonelli, Vittorio Pisani, Luigi De Siervo, Diego Parente e Maurizio Improta
Questa mattina la Lega Serie A ha ricevuto il capo della Polizia, prefetto Vittorio Pisani, insieme ad altri vertici della Polizia, per un incontro dedicato alla sicurezza negli stadi e alla gestione dell’ordine pubblico. Obiettivo comune: sviluppare strumenti e iniziative per un calcio più sicuro, inclusivo e rispettoso.
Oggi, negli uffici milanesi della Lega Calcio Serie A, il mondo del calcio professionistico ha ospitato le istituzioni di pubblica sicurezza per un confronto diretto e costruttivo.
Il capo della Polizia, prefetto Vittorio Pisani, accompagnato da alcune delle figure chiave del dipartimento - il questore di Milano Bruno Migale, il dirigente generale di P.S. prefetto Diego Parente e il presidente dell’Osservatorio nazionale sulle manifestazioni sportive Maurizio Improta - ha incontrato i vertici della Lega, guidati dal presidente Ezio Simonelli, dall’amministratore delegato Luigi De Siervo e dall’head of competitions Andrea Butti.
Al centro dell’incontro, durato circa un’ora, temi di grande rilevanza per il calcio italiano: la sicurezza negli stadi e la gestione dell’ordine pubblico durante le partite di Serie A. Secondo quanto emerso, si è trattato di un momento di dialogo concreto, volto a rafforzare la collaborazione tra istituzioni e club, con l’obiettivo di rendere le competizioni sportive sempre più sicure per tifosi, giocatori e operatori.
Il confronto ha permesso di condividere esperienze, criticità e prospettive future, aprendo la strada a un percorso comune per sviluppare strumenti e iniziative capaci di garantire un ambiente rispettoso e inclusivo. La volontà di entrambe le parti è chiara: non solo prevenire episodi di violenza o disordine, ma anche favorire la cultura del rispetto, elemento indispensabile per la crescita del calcio italiano e per la tutela dei tifosi.
«L’incontro di oggi rappresenta un passo importante nella collaborazione tra Lega e Forze dell’Ordine», si sottolinea nella nota ufficiale diffusa al termine della visita dalla Lega Serie A. L’intenzione condivisa è quella di creare un dialogo costante, capace di tradursi in azioni concrete, procedure aggiornate e interventi mirati negli stadi di tutta Italia.
In un contesto sportivo sempre più complesso, dove la passione dei tifosi può trasformarsi rapidamente in tensione, il dialogo tra Lega e Polizia appare strategico. La sfida, spiegano i partecipanti, è costruire una rete di sicurezza che sia preventiva, reattiva e sostenibile, tutelando chi partecipa agli eventi senza compromettere l’atmosfera che caratterizza il calcio italiano.
L’appuntamento di Milano conferma come la sicurezza negli stadi non sia solo un tema operativo, ma un valore condiviso: la Serie A e le forze dell’ordine intendono camminare insieme, passo dopo passo, verso un calcio sempre più sicuro, inclusivo e rispettoso.
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Due bambini svaniti nel nulla. Mamma e papà non hanno potuto fargli neppure gli auguri di compleanno, qualche giorno fa, quando i due fratellini hanno compiuto 5 e 9 anni in comunità. Eppure una telefonata non si nega neanche al peggior delinquente. Dunque perché a questi genitori viene negato il diritto di vedere e sentire i loro figli? Qual è la grave colpa che avrebbero commesso visto che i bimbi stavano bene?
Un allontanamento che oggi mostra troppi lati oscuri. A partire dal modo in cui quel 16 ottobre i bimbi sono stati portati via con la forza, tra le urla strazianti. Alle ore 11.10, come denunciano le telecamere di sorveglianza della casa, i genitori vengono attirati fuori al cancello da due carabinieri. Alle 11.29 spuntano dal bosco una decina di agenti, armati di tutto punto e col giubbotto antiproiettile. E mentre gridano «Pigliali, pigliali tutti!» fanno irruzione nella casa, dove si trovano, da soli, i bambini. I due fratellini vengono portati fuori dagli agenti, il più piccolo messo a sedere, sulle scale, col pigiamino e senza scarpe. E solo quindici minuti dopo, alle 11,43, come registrano le telecamere, arrivano le assistenti sociali che portano via i bambini tra le urla disperate.
Una procedura al di fuori di ogni regola. Che però ottiene l’appoggio della giudice Nadia Todeschini, del Tribunale dei minori di Firenze. Come riferisce un ispettore ripreso dalle telecamere di sorveglianza della casa: «Ho telefonato alla giudice e le ho detto: “Dottoressa, l’operazione è andata bene. I bambini sono con i carabinieri. E adesso sono arrivati gli assistenti sociali”. E la giudice ha risposto: “Non so come ringraziarvi!”».
Dunque, chi ha dato l’ordine di agire in questo modo? E che trauma è stato inferto a questi bambini? Giriamo la domanda a Marina Terragni, Garante per l’infanzia e l’adolescenza. «Per la nostra Costituzione un bambino non può essere prelevato con la forza», conferma, «per di più se non è in borghese. Ci sono delle sentenze della Cassazione. Queste modalità non sono conformi allo Stato di diritto. Se il bambino non vuole andare, i servizi sociali si debbono fermare. Purtroppo ci stiamo abituando a qualcosa che è fuori legge».
Proviamo a chiedere spiegazioni ai servizi sociali dell’unione Montana dei comuni Valtiberina, ma l’accoglienza non è delle migliori. Prima minacciano di chiamare i carabinieri. Poi, la più giovane ci chiude la porta in faccia con un calcio. È Veronica Savignani, che quella mattina, come mostrano le telecamere, afferra il bimbo come un pacco. E mentre lui scalcia e grida disperato - «Aiuto! Lasciatemi andare» - lei lo rimprovera: «Ma perché urli?». Dopo un po’ i toni cambiano. Esce a parlarci Sara Spaterna. C’era anche lei quel giorno, con la collega Roberta Agostini, per portare via i bambini. Ma l’unica cosa di cui si preoccupa è che «è stata rovinata la sua immagine». E alle nostre domande ripete come una cantilena: «Non posso rispondere». Anche la responsabile dei servizi, Francesca Meazzini, contattata al telefono, si trincera dietro un «non posso dirle nulla».
Al Tribunale dei Minoridi Firenze, invece, parte lo scarica barile. La presidente, Silvia Chiarantini, dice che «l’allontanamento è avvenuto secondo le regole di legge». E ci conferma che i genitori possono vedere i figli in incontri protetti. E allora perché da due mesi a mamma e papà non è stata concessa neppure una telefonata? E chi pagherà per il trauma fatto a questi bambini?
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Il premier: «Il governo ci ha creduto fin dall’inizio, impulso decisivo per nuovi traguardi».
«Il governo ha creduto fin dall’inizio in questa sfida e ha fatto la sua parte per raggiungere questo traguardo. Ringrazio i ministri Lollobrigida e Giuli che hanno seguito il dossier, ma è stata una partita che non abbiamo giocato da soli: abbiamo vinto questa sfida insieme al popolo italiano. Questo riconoscimento imprimerà al sistema Italia un impulso decisivo per raggiungere nuovi traguardi».
Lo ha detto la premier Giorgia Meloni in un videomessaggio celebrando l’entrata della cucina italiana nei patrimoni culturali immateriali dell’umanità. È la prima cucina al mondo a essere riconosciuta nella sua interezza. A deliberarlo, all’unanimità, è stato il Comitato intergovernativo dell’Unesco, riunito a New Delhi, in India.
Ansa
I vaccini a Rna messaggero contro il Covid favoriscono e velocizzano, se a dosi ripetute, la crescita di piccoli tumori già presenti nell’organismo e velocizzano la crescita di metastasi. È quanto emerge dalla letteratura scientifica e, in particolare, dagli esperimenti fatti in vitro sulle cellule e quelli sui topi, così come viene esposto nello studio pubblicato lo scorso 2 dicembre sulla rivista Mdpi da Ciro Isidoro, biologo, medico, patologo e oncologo sperimentale, nonché professore ordinario di patologia generale all’Università del Piemonte orientale di Novara. Lo studio è una review, ovvero una sintesi critica dei lavori scientifici pubblicati finora sull’argomento, e le conclusioni a cui arriva sono assai preoccupanti. Dai dati scientifici emerge che sia il vaccino a mRna contro il Covid sia lo stesso virus possono favorire la crescita di tumori e metastasi già esistenti. Inoltre, alla luce dei dati clinici a disposizione, emerge sempre più chiaramente che a questo rischio di tumori e metastasi «accelerati» appaiono più esposti i vaccinati con più dosi. Fa notare Isidoro: «Proprio a causa delle ripetute vaccinazioni i vaccinati sono più soggetti a contagiarsi e dunque - sebbene sia vero che il vaccino li protegge, ma temporaneamente, dal Covid grave - queste persone si ritrovano nella condizione di poter subire contemporaneamente i rischi oncologici provocati da vaccino e virus naturale messi insieme».
Sono diversi i meccanismi cellulari attraverso cui il vaccino può velocizzare l’andamento del cancro analizzati negli studi citati nella review di Isidoro, intitolata «Sars-Cov2 e vaccini anti-Covid-19 a mRna: Esiste un plausibile legame meccanicistico con il cancro?». Tra questi studi, alcuni rilevano che, in conseguenza della vaccinazione anti-Covid a mRna - e anche in conseguenza del Covid -, «si riduce Ace 2», enzima convertitore di una molecola chiamata angiotensina II, favorendo il permanere di questa molecola che favorisce a sua volta la proliferazione dei tumori. Altri dati analizzati nella review dimostrano inoltre che sia il virus che i vaccini di nuova generazione portano ad attivazione di geni e dunque all’attivazione di cellule tumorali. Altri dati ancora mostrano come sia il virus che il vaccino inibiscano l’espressione di proteine che proteggono dalle mutazioni del Dna.
Insomma, il vaccino anti-Covid, così come il virus, interferisce nei meccanismi cellulari di protezione dal cancro esponendo a maggiori rischi chi ha già una predisposizione genetica alla formazione di cellule tumorali e i malati oncologici con tumori dormienti, spiega Isidoro, facendo notare come i vaccinati con tre o più dosi si sono rivelati più esposti al contagio «perché il sistema immunitario in qualche modo viene ingannato e si adatta alla spike e dunque rende queste persone più suscettibili ad infettarsi».
Nella review anche alcune conferme agli esperimenti in vitro che arrivano dal mondo reale, come uno studio retrospettivo basato su un’ampia coorte di individui non vaccinati (595.007) e vaccinati (2.380.028) a Seul, che ha rilevato un’associazione tra vaccinazione e aumento del rischio di cancro alla tiroide, allo stomaco, al colon-retto, al polmone, al seno e alla prostata. «Questi dati se considerati nel loro insieme», spiega Isidoro, «convergono alla stessa conclusione: dovrebbero suscitare sospetti e stimolare una discussione nella comunità scientifica».
D’altra parte, anche Katalin Karikó, la biochimica vincitrice nel 2023 del Nobel per la Medicina proprio in virtù dei suoi studi sull’Rna applicati ai vaccini anti Covid, aveva parlato di questi possibili effetti collaterali di «acceleratore di tumori già esistenti». In particolare, in un’intervista rilasciata a Die Welt lo scorso gennaio, la ricercatrice ungherese aveva riferito della conversazione con una donna sulla quale, due giorni dopo l’inoculazione, era comparso «un grosso nodulo al seno». La signora aveva attribuito l’insorgenza del cancro al vaccino, mentre la scienziata lo escludeva ma tuttavia forniva una spiegazione del fenomeno: «Il cancro c’era già», spiegava Karikó, «e la vaccinazione ha dato una spinta in più al sistema immunitario, così che le cellule di difesa immunitaria si sono precipitate in gran numero sul nemico», sostenendo, infine, che il vaccino avrebbe consentito alla malcapitata di «scoprire più velocemente il cancro», affermazione che ha lasciato e ancor di più oggi lascia - alla luce di questo studio di Isidoro - irrisolti tanti interrogativi, soprattutto di fronte all’incremento in numero dei cosiddetti turbo-cancri e alla riattivazione di metastasi in malati oncologici, tutti eventi che si sono manifestati post vaccinazione anti- Covid e non hanno trovato altro tipo di plausibilità biologica diversa da una possibile correlazione con i preparati a mRna.
«Marginale il gabinetto di Speranza»
Mentre eravamo chiusi in casa durante il lockdown, il più lungo di tutti i Paesi occidentali, ognuno di noi era certo in cuor suo che i decisori che apparecchiavano ogni giorno alle 18 il tragico rito della lettura dei contagi e dei decessi sapessero ciò che stavano facendo. In realtà, al netto di un accettabile margine di impreparazione vista l’emergenza del tutto nuova, nelle tante stanze dei bottoni che il governo Pd-M5S di allora, guidato da Giuseppe Conte, aveva istituito, andavano tutti in ordine sparso. E l’audizione in commissione Covid del proctologo del San Raffaele Pierpaolo Sileri, allora viceministro alla Salute in quota 5 stelle, ha reso ancor più tangibile il livello d’improvvisazione e sciatteria di chi allora prese le decisioni e oggi è impegnato in tripli salti carpiati pur di rinnegarne la paternità. È il caso, ad esempio, del senatore Francesco Boccia del Pd, che ieri è intervenuto con zelante sollecitudine rivolgendo a Sileri alcune domande che son suonate più come ingannevoli asseverazioni. Una per tutte: «Io penso che il gabinetto del ministero della salute (guidato da Roberto Speranza, ndr) fosse assolutamente marginale, decidevano Protezione civile e coordinamento dei ministri». Il senso dell’intervento di Boccia non è difficile da cogliere: minimizzare le responsabilità del primo imputato della malagestione pandemica, Speranza, collega di partito di Boccia, e rovesciare gli oneri ora sul Cts, ora sulla Protezione civile, eventualmente sul governo ma in senso collegiale. «Puoi chiarire questi aspetti così li mettiamo a verbale?», ha chiesto Boccia a Sileri. L’ex sottosegretario alla salute, però, non ha dato la risposta desiderata: «Il mio ruolo era marginale», ha dichiarato Sileri, impegnato a sua volta a liberarsi del peso degli errori e delle omissioni in nome di un malcelato «io non c’ero, e se c’ero dormivo», «il Cts faceva la valutazione scientifica e la dava alla politica. Era il governo che poi decideva». Quello stesso governo dove Speranza, per forza di cose, allora era il componente più rilevante. Sileri ha dichiarato di essere stato isolato dai funzionari del ministero: «Alle riunioni non credo aver preso parte se non una volta» e «i Dpcm li ricevevo direttamente in aula, non ne avevo nemmeno una copia». Che questo racconto sia funzionale all’obiettivo di scaricare le responsabilità su altri, è un dato di fatto, ma l’immagine che ne esce è quella di decisori «inadeguati e tragicomici», come ebbe già ad ammettere l’altro sottosegretario Sandra Zampa (Pd).Anche sull’adozione dell’antiscientifica «terapia» a base di paracetamolo (Tachipirina) e vigile attesa, Sileri ha dichiarato di essere totalmente estraneo alla decisione: «Non so chi ha redatto la circolare del 30 novembre 2020 che dava agli antinfiammatori un ruolo marginale, ne ho scoperto l’esistenza soltanto dopo che era già uscita». Certo, ha ammesso, a novembre poteva essere dato maggiore spazio ai Fans perché «da marzo avevamo capito che non erano poi così malvagi». Bontà sua. Per Alice Buonguerrieri (Fdi) «è la conferma che la gestione del Covid affogasse nella confusione più assoluta». Boccia è tornato all’attacco anche sul piano pandemico: «Alcuni virologi hanno ribadito che era scientificamente impossibile averlo su Sars Cov-2, confermi?». «L'impatto era inatteso, ma ovviamente avere un piano pandemico aggiornato avrebbe fatto grosse differenze», ha replicato Sileri, che nel corso dell’audizione ha anche preso le distanze dalle misure suggerite dall’Oms che «aveva un grosso peso politico da parte dalla Cina». «I burocrati nominati da Speranza sono stati lasciati spadroneggiare per coprire le scelte errate dei vertici politici», è il commento di Antonella Zedda, vicepresidente dei senatori di Fratelli d’Italia, alla «chicca» emersa in commissione: un messaggio di fuoco che l’allora capo di gabinetto del ministero Goffredo Zaccardi indirizzò a Sileri («Stai buono o tiro fuori i dossier che ho nel cassetto», avrebbe scritto).In che mani siamo stati.
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