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2019-01-06
Pensioni e reddito, decreto unico: sarà così
Ansa
Prende vita il decretone, che per tre quarti è dedicato al reddito di cittadinanza e per la rimanente parte sviluppa la riforma della Fornero: quota 100, riduzione dell'anzianità contributiva e ripristino del consiglio di amministrazione dell'Inps e dell'Inail. Sul reddito di cittadinanza, molti dettagli e indiscrezioni già trapelati vedono conferma nel testo. Spuntano però alcuni particolari che ne palesano da un lato l'ampiezza e dall'altro la futura difficoltà di applicazione. In pratica, il reddito partirà ad aprile e si potrà fare domanda attraverso gli uffici di consulenza fiscale (ad esempio i Caf). All'inizio sarà esclusivamente un sussidio: solo in un secondo momento diventerà un supporto per il rientro nel mondo del lavoro. Una volta validati i requisiti Isee e patrimoniali, il cittadino che ne ha diritto ottiene la carta del reddito di cittadinanza, con dentro i soldi. Poi, entro un mese, sarà convocato nei centri per l'impiego, dovrà partecipare ai corsi di formazione e a colloqui psicoattitudinali. Se rifiuterà tre offerte di lavoro, perderà il diritto al sussidio. Le offerte dovranno essere congrue. Che significa? Il ministero del Lavoro assieme all'Anpal, Agenzia nazionale per le politiche attive, dovrà stabilire che cosa significa congruo (idoneo al titolo di studio, distanza dal domicilio, eccetera). In pratica nei primi mesi, e secondo alcuni osservatori nei primi anni, molti centri per l'impiego non saranno in grado di fornire a ogni avente diritto tre proposte di lavoro. Qui sta il problema. Ma se questo governo dovesse vincere la sfida e riformare davvero le agenzie per il lavoro, farebbe qualcosa che in oltre un decennio nessuno ha mai voluto nemmeno affrontare.
Nel frattempo, il decreto inserisce alcuni paletti che servono chiaramente a ridurre la platea. Dopo le polemiche sulle famiglie di soli stranieri, il governo ha inserito la clausola dei dieci anni continui di residenza. Ma ciò significa che un italiano che rientra da una permanenza all'estero e non ha maturato il decennio perde automaticamente il diritto. Farà causa alla Corte costituzionale? Sì, e potrebbe vincere. Questo stratagemma nel frattempo dovrebbe però avere abbassato il numero delle famiglie di soli stranieri da 197.000 (prima versione) a forse meno di 90.000 (dato non confermato ). Esclusi anche quei nuclei in cui almeno un componente possieda un'auto di cilindrata superiore ai 1.600 cc o una moto sopra ai 250 cc, immatricolate non oltre due anni prima della richiesta del sussidio. Al contrario, chi ha a carico un figlio disabile o di età inferiore ai tre anni una volta ottenuto l'assegno potrà non presentarsi al centro per l'impiego, e godrà senza altro sforzo del sussidio.
Insomma, il decreto avrà bisogno di numerosi altri testi attuativi. È molto complicato e pieno di sfide. Ha il pregio di porre problemi finora ignorati. Vedremo le soluzioni.
Riscatto per i buchi contributivi
La bozza di riforma del decreto attuativo della riforma delle pensioni, che verrà approvata la prossima settimana dal Consiglio dei ministri, prevede un'importante novità per chi ha una carriera lavorativa discontinua: saranno infatti riscattabili i «buchi» contributivi fino a un periodo di cinque anni, e il costo del riscatto sarà detraibile per il 50% dall'Irpef. La novità, come ha scritto Italia Oggi, riguarda i lavoratori iscritti all'Inps, compresa la gestione separata (sono escluse le casse professionali) che rientrano in pieno nel regime contributivo di calcolo della pensione e che non hanno alcun contributo versato fino al 31 dicembre 1995. Si tratta di una buona notizia per chi ha iniziato a lavorare dopo il 1995 con carriere discontinue: sono moltissimi i giovani italiani che si trovano in questa situazione. Si introduce dunque una facoltà di riscatto senza altra causa se non quella del buco contributivo: periodi non coperti da contribuzione, comunque versata e accreditata, presso forme di previdenza obbligatoria. I periodi riscattabili saranno quelli compresi tra la data della prima iscrizione alla previdenza, obbligatoriamente successiva al 31 dicembre 1995, e l'ultimo contributo versato all'Inps. Il lavoratore può scegliere quali e quanti di questi periodi scoperti dal punto di vista contributivo riscattare, anche non continuativi.
La facoltà del riscatto è esercitata su domanda del lavoratore o anche dei suoi superstiti nel caso serva a raggiungere il minimo per una pensione di reversibilità, o dei suoi parenti e affini fino al secondo grado. Il calcolo dell'onere del riscatto dei buchi previdenziali si basa sugli stessi criteri del riscatto della laurea: si applica l'aliquota contributiva vigente nella gestione presso la quale è stata fatta domanda di riscatto a una retribuzione o reddito pari a quelli meno remoti rispetto alla data di presentazione della domanda di riscatto. Ad esempio, un co.co.co. con un compenso annuo di 20.000 euro dovrà versare 6.600 euro per riscattare un anno di contributi; 550 per un mese e 3.300 euro per sei mesi.
L'agevolazione fiscale, messa a punto dal ministero dell'Economia guidato da Giovanni Tria, prevede che l'onere del riscatto sia detraibile dall'imposta lorda in misura del 50%, con una ripartizione in cinque quote annuali costanti e dello stesso importo: in sostanza, la metà del costo del riscatto è pagata dallo Stato. Non solo: chi non può o non vuole versare il corrispettivo del riscatto in un'unica soluzione può pagare il dovuto in forma dilazionata, (massimo 60 rate mensili), ciascuna di pari importo non inferiore a 30 euro, ma senza l'applicazione di alcun interesse per la rateizzazione. Un lavoratore in possesso di 15 anni di contributi dal 1996, ad esempio, potrà riscattare i cinque anni che gli mancano per raggiungere il minimo dei 20 anni di contributi che occorrono per la pensione.
Carlo Tarallo
Isee sotto i 6.000 euro. Ma niente se ti licenzi
Per avere il reddito di cittadinanza la bozza del decreto spiega chiaramente quali siano i requisiti che bisogna avere. In primis, chi richiede il sussidio deve avere la cittadinanza italiana o quella di altri Paesi membri dell'Ue, oppure provenire nazioni che abbiano stretto accordi bilaterali con l'Italia o essere in possesso di un permesso di soggiorno di lungo periodo rilasciato dall'Ue.Il richiedente, che non deve essere in prigione o in istituti di lunga degenza, deve inoltre avere un Isee (l'indicatore della situazione economica equivalente) che non superi 9.360 euro annui. Oltre questo, però, si dovrà considerare anche il valore del reddito famigliare che dovrà essere inferiore ai 6.000 euro annui (per un single) incrementato secondo una scala di equivalenza (0,4 per ogni componente maggiorenne e 0,2 per ogni minore). Inoltre, non hanno diritto al reddita i nuclei famigliari che abbiano almeno un componente che si è dimesso nei 12 mesi precedenti alla domanda. Il sussidio è previsto anche per i nuclei famigliari in cui si sono verificati divorzi o separazioni, a patto che la coppia continui a vivere sotto lo stesso tetto. I figli a carico non possono avere più di 26 anni per far parte del nucleo che richiede il reddito di cittadinanza. In più il valore del patrimonio immobiliare (oltre all'abitazione principale) non deve superare i 30.000 euro. Allo stesso modo il patrimonio mobiliare non può essere superiore a 6.000 euro a cui si devono aggiungere 2.000 euro per ogni componente della famiglia fino ad un massimo di 10.000 euro.
Gianluca Baldini
A chi avvia la partita Iva vanno sei mesi di bonus
Sgravi contributivi alle imprese che assumono persone che beneficiano del reddito di cittadinanza. È quanto prevede il decreto che istituisce il reddito e quota 100 per le pensioni. Il provvedimento prevede che l'impresa che assume a tempo pieno e indeterminato un beneficiario del reddito di cittadinanza avrà un incentivo sotto forma di sgravio contributivo pari alla differenza tra 18 mensilità del reddito di cittadinanza e quello già goduto dal beneficiario stesso. Condizione per avere lo sgravio è che il lavoratore assunto non venga licenziato nei primi 24 mesi senza giusta causa. Lo sgravio a favore delle imprese è aumentato di una mensilità nei casi di assunzione di donne e persone svantaggiate e comunque non potrà essere inferiore a cinque mensilità. Nel caso in cui l'assunzione avvenga attraverso i soggetti privati accreditati lo sgravio contributivo sarà diviso equamente tra l'impresa e il soggetto privato. Coloro che nel triennio precedente all'assunzione del destinatario sono incappati in sanzioni o hanno violato le leggi di natura contributiva non incasseranno alcun beneficio. Una novità riguarda invece coloro i quali abbandoneranno il percorso di assistenza nei centri di formazione non perché diventeranno dipendenti ma perché avranno aperto una partita Iva o un'impresa individuale, entro i primi 12 mesi di fruizione del reddito di cittadinanza. A loro verrà riconosciuto un versamento pari a sei mesi di Rdc in una soluzione. Una sorta di incentivo alla start up e all'avvio all'attività lavorativa.
La cifra annua varia da 480 a 9.360 euro
Il calcolo per capire quanto potrà avere ogni richiedente del reddito di cittadinanza si basa su due variabili: una componente fino a 6.000 euro annui che va incrementata secondo una scala di equivalenza (0,4 per ogni componente maggiorenne e 0,2 per ogni minore) e un'altra legata all'eventuale affitto di un immobile. In base alla dichiarazione Isee, l'incremento può arrivare fino a 3.360 euro annui. Un aumento del sussidio fino a 1.800 euro è previsto anche per il nucleo famigliare che ha un mutuo in essere. Fatte salve queste indicazioni, la quota annua percepita non potrà essere inferiore ai 480 euro e superiore ai 9.360. Riguardo alle tempistiche, il sussidio non può essere erogato per più di 18 mesi ma può essere rinnovato. Tra un rinnovo e l'altro è previsto un mese di pausa. Questa condizione, però, non è prevista per la pensione di cittadinanza, il sussidio per chi ha più di 65 anni di età. L'ammontare verrà diviso in 12 mensilità annue e il primo sussidio arriverà un mese dopo l'accettazione della domanda da parte dell'Inps. In caso di assunzione come dipendente, il reddito di cittadinanza predeterminato verrà erogato all'80% fino allo scadere dei 18 mesi. Nel caso dell'inizio di un lavoro autonomo, il professionista dovrà comunicare l'avvio dell'attività all'Inps entro 30 giorni, pena la perdita del sussidio. Una volta avvenuta la comunicazione, a titolo di incentivo il beneficiario fruirà di due mensilità senza alcuna variazione. A ogni modo, il valore del beneficio verrà aggiornato ogni tre mesi in base alle condizioni reddituali del richiedente.
Vengono coinvolte pure le agenzie per il lavoro
Chi riceve il reddito di cittadinanza deve essere disposto a lavorare oppure a prestare servizi alla comunità. Un obbligo che riguarda tutti i componenti maggiorenni del nucleo famigliare (non già occupati o che non stanno frequentando un corso di formazione). I disabili, i pensionati o chi ha più di 65 anni di età non sono tenuti a rispettare questa regola. Vale lo stesso per chi ha persone a carico, come figli con meno di tre anni di età. Chi, invece, è idoneo a lavorare, entro 30 giorni dall'accettazione del sussidio, è tenuto a recarsi in un centro per l'impiego. Qui i richiedenti stipuleranno un «patto per il lavoro» e ogni richiedente sarà tenuto a collaborare con la redazione del bilancio delle competenze, registrarsi all'interno del sistema informativo per trovare lavoro, svolgere settimanalmente una ricerca attiva di una occupazione, sostenere colloqui psicoattitudinali e eventuali prove mirate all'assunzione e accettare almeno una di tre offerte di lavoro ritenute congrue. Nel caso in cui, dopo una valutazione preliminare, si certifichi un bisogno complesso da parte del richiedente del reddito, si potrà avviare un «patto di inclusione sociale» con uno specifico percorso di inserimento lavorativo. Se in 60 giorni dalla stipula del patto di lavoro il beneficiario non dovesse essere convocato dai centri per l'impiego, allora riceverà le credenziali personalizzate per accedere alla profilazione dell'Anpal. Nel frattempo riceverà un assegno di ricollocazione, cioè un importo da utilizzare presso i soggetti che forniscono servizi di assistenza intensiva alla ricerca di lavoro (agenzie per il lavoro accreditate).
Non frequenti i corsi? Addio alle mensilità
La domanda per ottenere il reddito di cittadinanza può essere fatta via internet oppure recandosi ai centri di assistenza fiscale convenzionati con l'Inps. Il modulo di domanda viene fornito dall'Istituto nazionale di previdenza. Ai fini della domanda, l'Inps controllerà in cinque giorni se ci sono i requisiti per ottenere il sussidio. Chi otterrà il via libera potrò godere anche delle tariffe elettriche agevolate riconosciute alle famiglie economicamente svantaggiate. L'organizzazione dei centri per l'impiego si basa due piattaforme informatiche. Quella legata alle politiche del lavoro e quella per i servizi sociali. Attraverso queste piattaforme l'Inps condividerà con le amministrazioni centrali e i servizi territoriali diverse informazioni tra cui dati sulla situazione patrimoniale e l'ammontare del beneficio economico percepito. Attraverso queste piattaforme, inoltre, è possibile capire se il patto per il lavoro è stato stipulato e se le offerte di lavoro ricevute erano idonee o meno. In più, le piattaforme saranno in grado anche di segnalare eventuali anomalie nei consumi e nei comportamenti di chi percepisce il reddito di cittadinanza. Ad esempio chi usa slot o altre macchinette da gioco. Chi fornisce informazioni false per ottenere il beneficio economico verrà punito con la reclusione da uno a sei anni, pena che vale anche per chi aiuta qualcuno a fornire dati scorretti. Chi invece non si presenta a una convocazione in assenza di un motivo valido perderà una mensilità in caso della prima mancata comparizione, due mensilità per la seconda mentre perderà interamente il beneficio se non si presenterà nemmeno la terza volta.
Con la carta prelievi fino a 100 euro al mese
Il reddito di cittadinanza sarà erogato attraverso un'apposita tessera che si potrà ritirare negli uffici postali e che funzionerà come una carta di credito o un bancomat. Potrà essere usata sia per fare direttamente acquisti, sia per prelievi in contanti di massimo 100 euro al mese per ogni individuo, moltiplicati per il numero di componenti della famiglia. In ogni caso, non si potranno superare i 210 euro al mese. I soldi non potranno essere spesi per le slot, come annunciato nei mesi scorsi, e chi verrà scoperto a giocare perderà il beneficio. Tutti i movimenti della carta saranno messi a disposizione delle piattaforme informatiche elettroniche create ad hoc per «finalità di analisi, monitoraggio, valutazione e controllo del programma del reddito di cittadinanza». Si tratta del Siulp, per il coordinamento dei centri per l'impiego, e del Siuss, per il coordinamento dei Comuni. Le piattaforme serviranno per condividere informazioni con le amministrazioni centrali e locali. Ai beneficiari del reddito di cittadinanza verranno garantite anche le agevolazioni relative alle tariffe elettriche riconosciute alle famiglie economicamente svantaggiate e quelle relative alla compensazione per la fornitura di gas. Al momento il bonus elettrico prevede uno sconto di circa 125 euro all'anno per le famiglie con uno o due componenti (184 euro per le famiglie oltre i quattro componenti) e di circa il 15% del costo del gas. Il beneficio finora era poco noto e ne usufruiva appena il 35% degli aventi diritto.
Emanuela Meucci
Per chi utilizza quota 100 nessun diritto di cumulo
Il decreto contiene undici articoli sull'abolizione della Fornero. Il primo è l'avvio di quota 100 (62 anni di età e 38 di contributi) con finestre trimestrali per i privati e semestrali per il settore pubblico. Il tutto per la durata di tre anni sperimentali. Unica penalizzazione: sarà fatto divieto di cumulo. Chi esce anticipatamente non potrà lavorare, fatto salvo per i 5.000 euro massimi di prestazioni occasionali. L'obiettivo è coinvolgere 350.000 persone e dal quarto anno dare la spallata alla Fornero, introducendo quota 41. Già da subito il decreto riduce «l'anzianità contributiva per accesso al pensionamento anticipato». Tradotto, il secondo punto della bozza taglia cinque mesi dalla Fornero. Viene poi confermata Opzione donna e pure l'Ape social, la possibilità (voluta dal governo Gentiloni) di andare in pensione con finestre anticipata per 15 categorie di lavoratori usuranti. Altri due capitoli confermano la pace contributiva e fissano nuovi termini di prescrizione dei contributi di previdenza per la Pa. Un capitolo veramente innovativo tocca coloro che non possono accedere a pensioni integrative e sono costretti a subire il massimale contributivo: viene abolito il massimale di 102.000 euro. È una novità sostanziale che fa il paio con il punto successivo: l'estensione dei fondi di solidarietà bilaterale a più categorie lavorative e la possibilità di utilizzarli per agevolare le uscite. Nel frattempo il governo ha chiesto all'Abi di venirgli incontro nel pagamento dei Tfs e dei Tfr pubblici. La banca anticipa con garanzia della Cdp. Lo Stato versa dopo tre anni e salda il fido.
Resta in vita la tassa sui biglietti aerei
La Lega era contraria, i 5 stelle favorevoli. La spuntano i secondi e nel decreto ritorna il fondo di solidarietà per gli esuberi del settore aereo. Nelle ultime settimane i sindacati hanno insistito per ottenere la proroga del Fondo di solidarietà del trasporto aereo (Fsta) che serve per finanziare i relativi ammortizzatori sociali. Tale Fondo è stato istituito nel 2004 e poi prorogato anno per anno e interviene in caso di crisi di aziende del settore del trasporto aereo, per erogare specifici trattamenti a favore di lavoratori. Il Fondo è stato così istituito per la crisi in Meridiana, ora diventata Air Italy. Ma anche per il personale Alitalia. Nel dettaglio il fondo eroga un'integrazione dei trattamenti di mobilità, cassa integrazione e guadagni straordinaria, cassa integrazione in deroga e solidarietà. I beneficiari dei trattamenti sono piloti e assistenti di volo e personale di terra, per un totale di circa 150.000 potenziali beneficiari. La somma stanziata è alimentata da un'addizionale comunale sui diritti di imbarco di circa 5 euro complessivi da applicare sul costo di ogni biglietto staccato per i passeggeri. I gialloblù hanno prorogato il prelievo per un altro anno ma senza alzarne l'importo. È stato infatti abrogato il comma del decreto del 2016 che ne prevedeva l'innalzamento di altri 32 centesimi. Una magra consolazione, avremmo preferito tornare a risparmiare quei 5 euro. Una tassa che per chi viaggia è proprio a fondo perduto.
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Con figli disabili o minori di 3 anni nessun obbligo di lavorare. Gli altri devono accettare almeno un'offerta congrua su tre. Ma il testo non definisce il termine.Riscatto per i buchi contributivi. La misura permette di recuperare fino a cinque anni di anzianità all'Inps. Riservata a chi ha iniziato a lavorare dal 1996. La cifra è detraibile al 50% dall'Irpef. I requisiti del nucleo familiare. Isee sotto i 6.000 euro. Ma niente se ti licenzi. Incentivi anche alle aziende. A chi avvia la partita Iva vanno sei mesi di bonus. 18 mesi rinnovabili. La cifra annua varia da 480 a 9.360 euro.Non solo centri per l'impiego. Vengono coinvolte pure le agenzie per il lavoro. Carcere a chi bara. Non frequenti i corsi?Addio alle mensilità. Simile a un bancomat. Con la carta prelievi fino a 100 euro al mese.Uscita anticipata. Per chi utilizza quota 100 nessun diritto di cumulo. Per i cassintegrati. Resta in vita la tassa sui biglietti aerei.Lo speciale contiene dieci articoli.Prende vita il decretone, che per tre quarti è dedicato al reddito di cittadinanza e per la rimanente parte sviluppa la riforma della Fornero: quota 100, riduzione dell'anzianità contributiva e ripristino del consiglio di amministrazione dell'Inps e dell'Inail. Sul reddito di cittadinanza, molti dettagli e indiscrezioni già trapelati vedono conferma nel testo. Spuntano però alcuni particolari che ne palesano da un lato l'ampiezza e dall'altro la futura difficoltà di applicazione. In pratica, il reddito partirà ad aprile e si potrà fare domanda attraverso gli uffici di consulenza fiscale (ad esempio i Caf). All'inizio sarà esclusivamente un sussidio: solo in un secondo momento diventerà un supporto per il rientro nel mondo del lavoro. Una volta validati i requisiti Isee e patrimoniali, il cittadino che ne ha diritto ottiene la carta del reddito di cittadinanza, con dentro i soldi. Poi, entro un mese, sarà convocato nei centri per l'impiego, dovrà partecipare ai corsi di formazione e a colloqui psicoattitudinali. Se rifiuterà tre offerte di lavoro, perderà il diritto al sussidio. Le offerte dovranno essere congrue. Che significa? Il ministero del Lavoro assieme all'Anpal, Agenzia nazionale per le politiche attive, dovrà stabilire che cosa significa congruo (idoneo al titolo di studio, distanza dal domicilio, eccetera). In pratica nei primi mesi, e secondo alcuni osservatori nei primi anni, molti centri per l'impiego non saranno in grado di fornire a ogni avente diritto tre proposte di lavoro. Qui sta il problema. Ma se questo governo dovesse vincere la sfida e riformare davvero le agenzie per il lavoro, farebbe qualcosa che in oltre un decennio nessuno ha mai voluto nemmeno affrontare. Nel frattempo, il decreto inserisce alcuni paletti che servono chiaramente a ridurre la platea. Dopo le polemiche sulle famiglie di soli stranieri, il governo ha inserito la clausola dei dieci anni continui di residenza. Ma ciò significa che un italiano che rientra da una permanenza all'estero e non ha maturato il decennio perde automaticamente il diritto. Farà causa alla Corte costituzionale? Sì, e potrebbe vincere. Questo stratagemma nel frattempo dovrebbe però avere abbassato il numero delle famiglie di soli stranieri da 197.000 (prima versione) a forse meno di 90.000 (dato non confermato ). Esclusi anche quei nuclei in cui almeno un componente possieda un'auto di cilindrata superiore ai 1.600 cc o una moto sopra ai 250 cc, immatricolate non oltre due anni prima della richiesta del sussidio. Al contrario, chi ha a carico un figlio disabile o di età inferiore ai tre anni una volta ottenuto l'assegno potrà non presentarsi al centro per l'impiego, e godrà senza altro sforzo del sussidio. Insomma, il decreto avrà bisogno di numerosi altri testi attuativi. È molto complicato e pieno di sfide. Ha il pregio di porre problemi finora ignorati. Vedremo le soluzioni.<div class="rebellt-item col1" id="rebelltitem1" data-id="1" data-reload-ads="false" data-is-image="False" data-href="https://www.laverita.info/auto-di-media-cilindrata-o-moto-sopra-i-250-cc-ce-la-tagliola-che-blocca-lassegno-di-cittadinanza-2625212362.html?rebelltitem=1#rebelltitem1" data-basename="riscatto-per-i-buchi-contributivi" data-post-id="2625212362" data-published-at="1766857559" data-use-pagination="False"> Riscatto per i buchi contributivi La bozza di riforma del decreto attuativo della riforma delle pensioni, che verrà approvata la prossima settimana dal Consiglio dei ministri, prevede un'importante novità per chi ha una carriera lavorativa discontinua: saranno infatti riscattabili i «buchi» contributivi fino a un periodo di cinque anni, e il costo del riscatto sarà detraibile per il 50% dall'Irpef. La novità, come ha scritto Italia Oggi, riguarda i lavoratori iscritti all'Inps, compresa la gestione separata (sono escluse le casse professionali) che rientrano in pieno nel regime contributivo di calcolo della pensione e che non hanno alcun contributo versato fino al 31 dicembre 1995. Si tratta di una buona notizia per chi ha iniziato a lavorare dopo il 1995 con carriere discontinue: sono moltissimi i giovani italiani che si trovano in questa situazione. Si introduce dunque una facoltà di riscatto senza altra causa se non quella del buco contributivo: periodi non coperti da contribuzione, comunque versata e accreditata, presso forme di previdenza obbligatoria. I periodi riscattabili saranno quelli compresi tra la data della prima iscrizione alla previdenza, obbligatoriamente successiva al 31 dicembre 1995, e l'ultimo contributo versato all'Inps. Il lavoratore può scegliere quali e quanti di questi periodi scoperti dal punto di vista contributivo riscattare, anche non continuativi. La facoltà del riscatto è esercitata su domanda del lavoratore o anche dei suoi superstiti nel caso serva a raggiungere il minimo per una pensione di reversibilità, o dei suoi parenti e affini fino al secondo grado. Il calcolo dell'onere del riscatto dei buchi previdenziali si basa sugli stessi criteri del riscatto della laurea: si applica l'aliquota contributiva vigente nella gestione presso la quale è stata fatta domanda di riscatto a una retribuzione o reddito pari a quelli meno remoti rispetto alla data di presentazione della domanda di riscatto. Ad esempio, un co.co.co. con un compenso annuo di 20.000 euro dovrà versare 6.600 euro per riscattare un anno di contributi; 550 per un mese e 3.300 euro per sei mesi. L'agevolazione fiscale, messa a punto dal ministero dell'Economia guidato da Giovanni Tria, prevede che l'onere del riscatto sia detraibile dall'imposta lorda in misura del 50%, con una ripartizione in cinque quote annuali costanti e dello stesso importo: in sostanza, la metà del costo del riscatto è pagata dallo Stato. Non solo: chi non può o non vuole versare il corrispettivo del riscatto in un'unica soluzione può pagare il dovuto in forma dilazionata, (massimo 60 rate mensili), ciascuna di pari importo non inferiore a 30 euro, ma senza l'applicazione di alcun interesse per la rateizzazione. Un lavoratore in possesso di 15 anni di contributi dal 1996, ad esempio, potrà riscattare i cinque anni che gli mancano per raggiungere il minimo dei 20 anni di contributi che occorrono per la pensione. Carlo Tarallo <div class="rebellt-item col1" id="rebelltitem4" data-id="4" data-reload-ads="false" data-is-image="False" data-href="https://www.laverita.info/auto-di-media-cilindrata-o-moto-sopra-i-250-cc-ce-la-tagliola-che-blocca-lassegno-di-cittadinanza-2625212362.html?rebelltitem=4#rebelltitem4" data-basename="isee-sotto-i-6-000-euro-ma-niente-se-ti-licenzi" data-post-id="2625212362" data-published-at="1766857559" data-use-pagination="False"> Isee sotto i 6.000 euro. Ma niente se ti licenzi Per avere il reddito di cittadinanza la bozza del decreto spiega chiaramente quali siano i requisiti che bisogna avere. In primis, chi richiede il sussidio deve avere la cittadinanza italiana o quella di altri Paesi membri dell'Ue, oppure provenire nazioni che abbiano stretto accordi bilaterali con l'Italia o essere in possesso di un permesso di soggiorno di lungo periodo rilasciato dall'Ue.Il richiedente, che non deve essere in prigione o in istituti di lunga degenza, deve inoltre avere un Isee (l'indicatore della situazione economica equivalente) che non superi 9.360 euro annui. Oltre questo, però, si dovrà considerare anche il valore del reddito famigliare che dovrà essere inferiore ai 6.000 euro annui (per un single) incrementato secondo una scala di equivalenza (0,4 per ogni componente maggiorenne e 0,2 per ogni minore). Inoltre, non hanno diritto al reddita i nuclei famigliari che abbiano almeno un componente che si è dimesso nei 12 mesi precedenti alla domanda. Il sussidio è previsto anche per i nuclei famigliari in cui si sono verificati divorzi o separazioni, a patto che la coppia continui a vivere sotto lo stesso tetto. I figli a carico non possono avere più di 26 anni per far parte del nucleo che richiede il reddito di cittadinanza. In più il valore del patrimonio immobiliare (oltre all'abitazione principale) non deve superare i 30.000 euro. Allo stesso modo il patrimonio mobiliare non può essere superiore a 6.000 euro a cui si devono aggiungere 2.000 euro per ogni componente della famiglia fino ad un massimo di 10.000 euro.Gianluca Baldini <div class="rebellt-item col1" id="rebelltitem3" data-id="3" data-reload-ads="false" data-is-image="False" data-href="https://www.laverita.info/auto-di-media-cilindrata-o-moto-sopra-i-250-cc-ce-la-tagliola-che-blocca-lassegno-di-cittadinanza-2625212362.html?rebelltitem=3#rebelltitem3" data-basename="a-chi-avvia-la-partita-iva-vanno-sei-mesi-di-bonus" data-post-id="2625212362" data-published-at="1766857559" data-use-pagination="False"> A chi avvia la partita Iva vanno sei mesi di bonus Sgravi contributivi alle imprese che assumono persone che beneficiano del reddito di cittadinanza. È quanto prevede il decreto che istituisce il reddito e quota 100 per le pensioni. Il provvedimento prevede che l'impresa che assume a tempo pieno e indeterminato un beneficiario del reddito di cittadinanza avrà un incentivo sotto forma di sgravio contributivo pari alla differenza tra 18 mensilità del reddito di cittadinanza e quello già goduto dal beneficiario stesso. Condizione per avere lo sgravio è che il lavoratore assunto non venga licenziato nei primi 24 mesi senza giusta causa. Lo sgravio a favore delle imprese è aumentato di una mensilità nei casi di assunzione di donne e persone svantaggiate e comunque non potrà essere inferiore a cinque mensilità. Nel caso in cui l'assunzione avvenga attraverso i soggetti privati accreditati lo sgravio contributivo sarà diviso equamente tra l'impresa e il soggetto privato. Coloro che nel triennio precedente all'assunzione del destinatario sono incappati in sanzioni o hanno violato le leggi di natura contributiva non incasseranno alcun beneficio. Una novità riguarda invece coloro i quali abbandoneranno il percorso di assistenza nei centri di formazione non perché diventeranno dipendenti ma perché avranno aperto una partita Iva o un'impresa individuale, entro i primi 12 mesi di fruizione del reddito di cittadinanza. A loro verrà riconosciuto un versamento pari a sei mesi di Rdc in una soluzione. Una sorta di incentivo alla start up e all'avvio all'attività lavorativa. <div class="rebellt-item col1" id="rebelltitem2" data-id="2" data-reload-ads="false" data-is-image="False" data-href="https://www.laverita.info/auto-di-media-cilindrata-o-moto-sopra-i-250-cc-ce-la-tagliola-che-blocca-lassegno-di-cittadinanza-2625212362.html?rebelltitem=2#rebelltitem2" data-basename="la-cifra-annua-varia-da-480-a-9-360-euro" data-post-id="2625212362" data-published-at="1766857559" data-use-pagination="False"> La cifra annua varia da 480 a 9.360 euro Il calcolo per capire quanto potrà avere ogni richiedente del reddito di cittadinanza si basa su due variabili: una componente fino a 6.000 euro annui che va incrementata secondo una scala di equivalenza (0,4 per ogni componente maggiorenne e 0,2 per ogni minore) e un'altra legata all'eventuale affitto di un immobile. In base alla dichiarazione Isee, l'incremento può arrivare fino a 3.360 euro annui. Un aumento del sussidio fino a 1.800 euro è previsto anche per il nucleo famigliare che ha un mutuo in essere. Fatte salve queste indicazioni, la quota annua percepita non potrà essere inferiore ai 480 euro e superiore ai 9.360. Riguardo alle tempistiche, il sussidio non può essere erogato per più di 18 mesi ma può essere rinnovato. Tra un rinnovo e l'altro è previsto un mese di pausa. Questa condizione, però, non è prevista per la pensione di cittadinanza, il sussidio per chi ha più di 65 anni di età. L'ammontare verrà diviso in 12 mensilità annue e il primo sussidio arriverà un mese dopo l'accettazione della domanda da parte dell'Inps. In caso di assunzione come dipendente, il reddito di cittadinanza predeterminato verrà erogato all'80% fino allo scadere dei 18 mesi. Nel caso dell'inizio di un lavoro autonomo, il professionista dovrà comunicare l'avvio dell'attività all'Inps entro 30 giorni, pena la perdita del sussidio. Una volta avvenuta la comunicazione, a titolo di incentivo il beneficiario fruirà di due mensilità senza alcuna variazione. A ogni modo, il valore del beneficio verrà aggiornato ogni tre mesi in base alle condizioni reddituali del richiedente. <div class="rebellt-item col1" id="rebelltitem8" data-id="8" data-reload-ads="false" data-is-image="False" data-href="https://www.laverita.info/auto-di-media-cilindrata-o-moto-sopra-i-250-cc-ce-la-tagliola-che-blocca-lassegno-di-cittadinanza-2625212362.html?rebelltitem=8#rebelltitem8" data-basename="vengono-coinvolte-pure-le-agenzie-per-il-lavoro" data-post-id="2625212362" data-published-at="1766857559" data-use-pagination="False"> Vengono coinvolte pure le agenzie per il lavoro Chi riceve il reddito di cittadinanza deve essere disposto a lavorare oppure a prestare servizi alla comunità. Un obbligo che riguarda tutti i componenti maggiorenni del nucleo famigliare (non già occupati o che non stanno frequentando un corso di formazione). I disabili, i pensionati o chi ha più di 65 anni di età non sono tenuti a rispettare questa regola. Vale lo stesso per chi ha persone a carico, come figli con meno di tre anni di età. Chi, invece, è idoneo a lavorare, entro 30 giorni dall'accettazione del sussidio, è tenuto a recarsi in un centro per l'impiego. Qui i richiedenti stipuleranno un «patto per il lavoro» e ogni richiedente sarà tenuto a collaborare con la redazione del bilancio delle competenze, registrarsi all'interno del sistema informativo per trovare lavoro, svolgere settimanalmente una ricerca attiva di una occupazione, sostenere colloqui psicoattitudinali e eventuali prove mirate all'assunzione e accettare almeno una di tre offerte di lavoro ritenute congrue. Nel caso in cui, dopo una valutazione preliminare, si certifichi un bisogno complesso da parte del richiedente del reddito, si potrà avviare un «patto di inclusione sociale» con uno specifico percorso di inserimento lavorativo. Se in 60 giorni dalla stipula del patto di lavoro il beneficiario non dovesse essere convocato dai centri per l'impiego, allora riceverà le credenziali personalizzate per accedere alla profilazione dell'Anpal. Nel frattempo riceverà un assegno di ricollocazione, cioè un importo da utilizzare presso i soggetti che forniscono servizi di assistenza intensiva alla ricerca di lavoro (agenzie per il lavoro accreditate). <div class="rebellt-item col1" id="rebelltitem7" data-id="7" data-reload-ads="false" data-is-image="False" data-href="https://www.laverita.info/auto-di-media-cilindrata-o-moto-sopra-i-250-cc-ce-la-tagliola-che-blocca-lassegno-di-cittadinanza-2625212362.html?rebelltitem=7#rebelltitem7" data-basename="non-frequenti-i-corsi-addio-alle-mensilita" data-post-id="2625212362" data-published-at="1766857559" data-use-pagination="False"> Non frequenti i corsi? Addio alle mensilità La domanda per ottenere il reddito di cittadinanza può essere fatta via internet oppure recandosi ai centri di assistenza fiscale convenzionati con l'Inps. Il modulo di domanda viene fornito dall'Istituto nazionale di previdenza. Ai fini della domanda, l'Inps controllerà in cinque giorni se ci sono i requisiti per ottenere il sussidio. Chi otterrà il via libera potrò godere anche delle tariffe elettriche agevolate riconosciute alle famiglie economicamente svantaggiate. L'organizzazione dei centri per l'impiego si basa due piattaforme informatiche. Quella legata alle politiche del lavoro e quella per i servizi sociali. Attraverso queste piattaforme l'Inps condividerà con le amministrazioni centrali e i servizi territoriali diverse informazioni tra cui dati sulla situazione patrimoniale e l'ammontare del beneficio economico percepito. Attraverso queste piattaforme, inoltre, è possibile capire se il patto per il lavoro è stato stipulato e se le offerte di lavoro ricevute erano idonee o meno. In più, le piattaforme saranno in grado anche di segnalare eventuali anomalie nei consumi e nei comportamenti di chi percepisce il reddito di cittadinanza. Ad esempio chi usa slot o altre macchinette da gioco. Chi fornisce informazioni false per ottenere il beneficio economico verrà punito con la reclusione da uno a sei anni, pena che vale anche per chi aiuta qualcuno a fornire dati scorretti. Chi invece non si presenta a una convocazione in assenza di un motivo valido perderà una mensilità in caso della prima mancata comparizione, due mensilità per la seconda mentre perderà interamente il beneficio se non si presenterà nemmeno la terza volta. <div class="rebellt-item col1" id="rebelltitem6" data-id="6" data-reload-ads="false" data-is-image="False" data-href="https://www.laverita.info/auto-di-media-cilindrata-o-moto-sopra-i-250-cc-ce-la-tagliola-che-blocca-lassegno-di-cittadinanza-2625212362.html?rebelltitem=6#rebelltitem6" data-basename="con-la-carta-prelievi-fino-a-100-euro-al-mese" data-post-id="2625212362" data-published-at="1766857559" data-use-pagination="False"> Con la carta prelievi fino a 100 euro al mese Il reddito di cittadinanza sarà erogato attraverso un'apposita tessera che si potrà ritirare negli uffici postali e che funzionerà come una carta di credito o un bancomat. Potrà essere usata sia per fare direttamente acquisti, sia per prelievi in contanti di massimo 100 euro al mese per ogni individuo, moltiplicati per il numero di componenti della famiglia. In ogni caso, non si potranno superare i 210 euro al mese. I soldi non potranno essere spesi per le slot, come annunciato nei mesi scorsi, e chi verrà scoperto a giocare perderà il beneficio. Tutti i movimenti della carta saranno messi a disposizione delle piattaforme informatiche elettroniche create ad hoc per «finalità di analisi, monitoraggio, valutazione e controllo del programma del reddito di cittadinanza». Si tratta del Siulp, per il coordinamento dei centri per l'impiego, e del Siuss, per il coordinamento dei Comuni. Le piattaforme serviranno per condividere informazioni con le amministrazioni centrali e locali. Ai beneficiari del reddito di cittadinanza verranno garantite anche le agevolazioni relative alle tariffe elettriche riconosciute alle famiglie economicamente svantaggiate e quelle relative alla compensazione per la fornitura di gas. Al momento il bonus elettrico prevede uno sconto di circa 125 euro all'anno per le famiglie con uno o due componenti (184 euro per le famiglie oltre i quattro componenti) e di circa il 15% del costo del gas. Il beneficio finora era poco noto e ne usufruiva appena il 35% degli aventi diritto.Emanuela Meucci <div class="rebellt-item col1" id="rebelltitem5" data-id="5" data-reload-ads="false" data-is-image="False" data-href="https://www.laverita.info/auto-di-media-cilindrata-o-moto-sopra-i-250-cc-ce-la-tagliola-che-blocca-lassegno-di-cittadinanza-2625212362.html?rebelltitem=5#rebelltitem5" data-basename="per-chi-utilizza-quota-100-nessun-diritto-di-cumulo" data-post-id="2625212362" data-published-at="1766857559" data-use-pagination="False"> Per chi utilizza quota 100 nessun diritto di cumulo Il decreto contiene undici articoli sull'abolizione della Fornero. Il primo è l'avvio di quota 100 (62 anni di età e 38 di contributi) con finestre trimestrali per i privati e semestrali per il settore pubblico. Il tutto per la durata di tre anni sperimentali. Unica penalizzazione: sarà fatto divieto di cumulo. Chi esce anticipatamente non potrà lavorare, fatto salvo per i 5.000 euro massimi di prestazioni occasionali. L'obiettivo è coinvolgere 350.000 persone e dal quarto anno dare la spallata alla Fornero, introducendo quota 41. Già da subito il decreto riduce «l'anzianità contributiva per accesso al pensionamento anticipato». Tradotto, il secondo punto della bozza taglia cinque mesi dalla Fornero. Viene poi confermata Opzione donna e pure l'Ape social, la possibilità (voluta dal governo Gentiloni) di andare in pensione con finestre anticipata per 15 categorie di lavoratori usuranti. Altri due capitoli confermano la pace contributiva e fissano nuovi termini di prescrizione dei contributi di previdenza per la Pa. Un capitolo veramente innovativo tocca coloro che non possono accedere a pensioni integrative e sono costretti a subire il massimale contributivo: viene abolito il massimale di 102.000 euro. È una novità sostanziale che fa il paio con il punto successivo: l'estensione dei fondi di solidarietà bilaterale a più categorie lavorative e la possibilità di utilizzarli per agevolare le uscite. Nel frattempo il governo ha chiesto all'Abi di venirgli incontro nel pagamento dei Tfs e dei Tfr pubblici. La banca anticipa con garanzia della Cdp. Lo Stato versa dopo tre anni e salda il fido. <div class="rebellt-item col1" id="rebelltitem9" data-id="9" data-reload-ads="false" data-is-image="False" data-href="https://www.laverita.info/auto-di-media-cilindrata-o-moto-sopra-i-250-cc-ce-la-tagliola-che-blocca-lassegno-di-cittadinanza-2625212362.html?rebelltitem=9#rebelltitem9" data-basename="resta-in-vita-la-tassa-sui-biglietti-aerei" data-post-id="2625212362" data-published-at="1766857559" data-use-pagination="False"> Resta in vita la tassa sui biglietti aerei La Lega era contraria, i 5 stelle favorevoli. La spuntano i secondi e nel decreto ritorna il fondo di solidarietà per gli esuberi del settore aereo. Nelle ultime settimane i sindacati hanno insistito per ottenere la proroga del Fondo di solidarietà del trasporto aereo (Fsta) che serve per finanziare i relativi ammortizzatori sociali. Tale Fondo è stato istituito nel 2004 e poi prorogato anno per anno e interviene in caso di crisi di aziende del settore del trasporto aereo, per erogare specifici trattamenti a favore di lavoratori. Il Fondo è stato così istituito per la crisi in Meridiana, ora diventata Air Italy. Ma anche per il personale Alitalia. Nel dettaglio il fondo eroga un'integrazione dei trattamenti di mobilità, cassa integrazione e guadagni straordinaria, cassa integrazione in deroga e solidarietà. I beneficiari dei trattamenti sono piloti e assistenti di volo e personale di terra, per un totale di circa 150.000 potenziali beneficiari. La somma stanziata è alimentata da un'addizionale comunale sui diritti di imbarco di circa 5 euro complessivi da applicare sul costo di ogni biglietto staccato per i passeggeri. I gialloblù hanno prorogato il prelievo per un altro anno ma senza alzarne l'importo. È stato infatti abrogato il comma del decreto del 2016 che ne prevedeva l'innalzamento di altri 32 centesimi. Una magra consolazione, avremmo preferito tornare a risparmiare quei 5 euro. Una tassa che per chi viaggia è proprio a fondo perduto.
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A far risuonare le sirene d’allarme in Italia un po’ tutti i settori produttivi, che disegnando scenari apocalittici sono corsi a chiedere aiuti pubblici. Niente di nuovo sotto il sole, verrebbe da dire, senonché questa narrazione è stata smentita dai fatti, passati in sordina.
A fare un bilancio degli effetti dei dazi americani sul tessuto produttivo è uno studio della Banca d’Italia: «Gli effetti dei dazi statunitensi sulle imprese italiane: una valutazione ex ante a livello micro» (Questioni di Economia e Finanza n. 994, dicembre 2025). Un punto innovativo del report riguarda il rischio che i prodotti cinesi, esclusi dal mercato statunitense dai dazi, vengano «dirottati» verso altri mercati internazionali (inclusa l’Europa), aumentando la concorrenza per le imprese italiane in quei territori.
Dall’analisi di Bankitalia emerge che, contrariamente a scenari catastrofici, l’impatto medio è, per ora, contenuto ma eterogeneo. Prima dello choc, gli esportatori verso gli Usa avevano un margine medio di profitto del 10,1%. Si stima che i dazi portino a una riduzione dei margini di circa 0,3 punti percentuali per la maggior parte delle imprese (circa il 75%). Questa fluttuazione è considerata gestibile, poiché rientra nelle normali variazioni cicliche del decennio scorso. Vale in linea generale ma si evidenzia anche che una serie di imprese (circa il 6,4% in più rispetto al normale) potrebbe subire perdite severe, nel caso di dazi più alti o con durata maggiore. Si tratta di aziende che vivono in una situazione particolare, ovvero i cui ricavi dipendono in modo massiccio dal mercato americano (il 6-7% che vive di solo export Usa, con margini ridotti) e che operano in settori con bassa elasticità di sostituzione o dove non è possibile trasferire l’aumento dei costi sui prezzi finali.
I tecnici di Bankitalia mettono in evidenza un altro aspetto del sistema di imprese italiane: oltre la metà dell’esposizione italiana agli Usa è di tipo indiretto. Molte Pmi (piccole e medie imprese) che non compaiono nelle statistiche dell’export sono in realtà vulnerabili perché producono componenti per i grandi gruppi esportatori. L’analisi mostra che i legami di «primo livello» (fornitore diretto dell’esportatore) sono i più colpiti, mentre l’effetto si diluisce risalendo ulteriormente la catena di produzione.
Si stanno verificando due comportamenti delle imprese a cominciare dal «pricing to market». Ovvero tante aziende scelgono di non aumentare i prezzi di vendita negli Stati Uniti per non perdere quote di mercato e preferiscono assorbire il costo del dazio riducendo i propri guadagni. Poi, per i prodotti di alta qualità, il made in Italy d’eccellenza, i consumatori americani sono disposti a pagare un prezzo più alto, permettendo all’impresa di trasferire parte del dazio sul prezzo finale senza crolli nelle vendite.
Lo studio offre una prospettiva interessante sulla distribuzione geografica e settoriale dell’effetto dei dazi. Anche se l’impatto è definito «marginale» in termini di punti percentuali sui profitti, il Nord Italia è l’area più esposta. Nell’asse Lombardia-Emilia-Romagna si concentra la maggior parte degli esportatori di macchinari e componentistica, e siccome le filiere sono molto lunghe, un calo della domanda negli Usa rimbalza sui subfornitori locali. Il settore automotive, dovendo competere con i produttori americani che non pagano i dazi, è quello che soffre di più dell’erosione dei margini. Nel Sud l’esposizione è minore in termini di volumi totali.
Un elemento di preoccupazione non trascurabile è la pressione competitiva asiatica. Gli Usa, chiudendo le porte alla Cina, inducono Pechino a spostare la sua offerta verso i mercati terzi. Lo studio avverte che i settori italiani che non esportano negli Usa potrebbero comunque soffrire a causa di un’ondata di prodotti cinesi a basso costo nei mercati europei o emergenti, erodendo le quote di mercato italiane.
Bankitalia sottolinea, nel report, che il sistema produttivo italiano possiede una discreta resilienza complessiva. Le principali indicazioni per il futuro includono la necessità di diversificare i mercati di sbocco e l’attenzione alle dinamiche di dumping o eccesso di offerta derivanti dalla diversione dei flussi commerciali globali.
Questo studio si affianca al precedente rapporto che integra queste analisi con dati derivanti da sondaggi diretti presso le imprese, confermando che circa il 20% delle aziende italiane ha già percepito un impatto negativo, seppur moderato, nella prima parte dell’anno.
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Il punto è che l’argento ha trovato il modo perfetto per piacere a tutti. Agli investitori spaventati dal debito mondiale fuori controllo che potrebbe incenerire il valore delle monete, ai gestori che temono la stagflazione (il mostro fatto da inflazione e recessione), a chi guarda con sospetto al dollaro e all’indipendenza della Fed. Ma anche - ed è qui la vera svolta - all’economia reale che corre verso l’elettrificazione, la digitalizzazione e l’Intelligenza artificiale. Un metallo bipartisan, potremmo dire: piace ai falchi e alle colombe, ai trader e agli ingegneri.
Dietro il rally non c’è solo la solita corsa al riparo mentre i tassi Usa scendono fra le prudenze di Powell e le intemperanze di Trump. Il debito globale fa il giro del mondo senza mai fermarsi. C’è soprattutto una domanda industriale che cresce come l’appetito di un adolescente davanti a una pizza maxi. L’argento ha proprietà di conducibilità elettrica e termica che lo rendono insostituibile in una lunga serie di tecnologie chiave. E così, mentre il mondo si elettrifica, si digitalizza e si affida sempre più agli algoritmi, il metallo lucente diventa il filo conduttore - letteralmente - della nuova economia.
Prendiamo il fotovoltaico. Nel 2014 assorbiva appena l’11% della domanda industriale di argento. Dieci anni dopo siamo al 29%. Certo, i produttori di pannelli sono diventati più efficienti e riescono a usare meno metallo per modulo. Ma dall’altra parte della bilancia ci sono obiettivi sempre più ambiziosi: l’Unione europea punta ad almeno 700 gigawatt di capacità solare entro il 2030. Tradotto: anche con celle più parsimoniose, di argento ne servirà comunque a palate.
Poi ci sono le auto elettriche, che di sobrio hanno solo il rumore del motore. Ogni veicolo elettrico consuma tra il 67% e il 79% di argento in più rispetto a un’auto a combustione interna. Dai sistemi di gestione delle batterie all’elettronica di potenza, fino alle colonnine di ricarica, l’argento è ovunque. Oxford Economics stima che già entro il 2027 i veicoli a batteria supereranno le auto tradizionali come principale fonte di domanda di argento nel settore automotive. E nel 2031 rappresenteranno il 59% del mercato. Altro che rottamazione: qui è l’argento che prende il volante.
Capitolo data center e Intelligenza artificiale. Qui i numeri fanno girare la testa: la capacità energetica globale dell’IT è passata da meno di 1 gigawatt nel 2000 a quasi 50 gigawatt nel 2025. Un aumento del 5.252%. Ogni server, ogni chip, ogni infrastruttura che alimenta l’Intelligenza artificiale ha bisogno di metalli critici. E indovinate chi c’è sempre, silenzioso ma indispensabile? Esatto, l’argento. I governi lo hanno capito e trattano ormai i data center come infrastrutture strategiche, tra incentivi fiscali e corsie preferenziali. Il risultato è una domanda strutturale destinata a durare ben oltre l’ennesimo ciclo speculativo.
Intanto, sul fronte dell’offerta, la musica è tutt’altro che allegra. La produzione globale cresce a passo di lumaca, il riciclo aumenta ma non basta e il mercato è in deficit per il quinto anno consecutivo. Dal 2021 al 2025 il buco cumulato sfiora le 820 milioni di once (circa 26.000 tonnellate). Un dettaglio che aiuta a spiegare perché, nonostante qualche correzione, i prezzi restino ostinatamente alti e la liquidità sia spesso sotto pressione, con tassi di locazione da record e consegne massicce nei depositi del Chicago Mercantile Exchange, il più importante listino del settore.
Nel frattempo gli investitori votano con il portafoglio. Gli scambi sui derivati dell’argento sono saliti del 18% in pochi mesi. Il rapporto oro-argento è sceso, segnale che anche gli istituzionali iniziano a guardare al metallo bianco con occhi diversi. Non più solo assicurazione contro il caos, ma scommessa sulla trasformazione dell’economia globale.
Ecco perché l’argento oggi non si limita a brillare: racconta una storia. Quella di un mondo che cambia, che consuma più elettricità, più dati, più tecnologia. Un mondo che ha bisogno di metalli «di nuova generazione», come li definisce Oxford Economics. L’oro resta il re dei ben rifugio, ma l’argento si è preso il ruolo più ambizioso: essere il ponte tra la paura del presente e la scommessa sul futuro. E a giudicare dai prezzi, il mercato ha già deciso da che parte stare.
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