2025-01-07
Austria, incaricata la destra. Per l’Fpö di Herbert Kickl è arrivata l’ora del governo
Flop del tavolo per un esecutivo centrista: il presidente dà una chance ai vincitori delle urne. Addio al «cordone sanitario». Ora possibili nuovi equilibri anche in Ue.Il presidente della Repubblica austriaca, Alexander Van der Bellen (ex leader dei Verdi austriaci), ha incaricato ieri il leader dell’Fpö, Herbert Kickl, di formare un nuovo governo, dopo che sono andati a vuoto i negoziati per la formazione di una coalizione di centro da parte del popolare Karl Nehammer (Ovp). Il cancelliere conservatore ha cercato di formare una maggioranza di governo senza il Partito della libertà (Fpö), che aveva vinto le elezioni dello scorso settembre con il 29% dei voti, coinvolgendo i socialdemocratici e i liberali di Neos. Dopo tre mesi di trattative e tentativi, Nehammer ha gettato la spugna sabato sera e ha rimesso il mandato nelle mani del presidente della Repubblica. Il quale, preso atto della situazione, non ha potuto fare altro che affidare l’incarico al vincitore delle elezioni. «Gli ho affidato l’incarico di avviare i colloqui con il partito popolare Ovp per formare un governo», ha detto Van der Bellen, aggiungendo: «Non ho preso questa decisione alla leggera». C’è da credergli: l’eventualità di un ritorno alle urne è stata infatti esclusa dopo che i sondaggi hanno mostrato come, se si tornasse a votare oggi, Fpö avrebbe addirittura il 37% dei voti, mentre Ovp scenderebbe al 21%, dal 26% attuale. Ora, l’incarico affidato a Kickl può portare a un governo a due, con Fpö e Ovp che conterebbero su 108 parlamentari rispetto a un totale di 183. Christian Stocker, segretario dell’Ovp, ha dichiarato di essere stato nominato nuovo leader del partito e di essere disposto ad avviare trattative con il Partito della libertà, sottolineando che le circostanze sono cambiate e che tutti i tentativi di formare un governo senza Fpö sono falliti. Definito euroscettico, filorusso, complottista e xenofobo, all’uscita dal suo incontro con il presidente, Kickl è stato accolto da decine di manifestanti, con fischi e slogan tipo «Fuori i nazisti». Van der Bellen, dal canto suo, aveva fatto infuriare Fpö non incaricando Kickl di formare il governo subito dopo le elezioni.Se i due partiti non dovessero trovare un accordo, si tornerebbe alle urne, dove però Fpö otterrebbe ancora più seggi e il più moderato Ovp scenderebbe ancora. I due partiti hanno una visione simile su questioni come l’immigrazione, anche se il tema principale in Austria resta la legge di bilancio, con la necessità di trovare una ventina di miliardi per far quadrare i conti, come richiesto da Bruxelles. L’economia è ferma da due anni e nel 2025 non andrà meglio. Vi è poi la questione Ucraina, poiché Kickl è contro gli aiuti a Kiev. Il fallimento del tentativo di formare una coalizione con l’esclusione del partito di destra è un altro esempio di quanto già sta accadendo altrove in Europa, in Francia e Germania segnatamente.Per indicare la pratica di escludere i partiti di destra dall’accesso alle istituzioni è invalso in Europa l’uso dell’eufemismo medico «cordone sanitario», a sottolineare come i partiti di destra vengano considerati alla stregua di virus da tenere lontani. Questa narrazione però non regge più. I successi elettorali dei partiti di destra in tutta Europa rendono sempre più difficile argomentare che all’improvviso un terzo e più della popolazione sia diventata fascista, nazista e filorussa. Dalla Francia all’Austria, passando per la Germania, l’onda di voti che si rovescia sulla destra è in realtà il risultato delle dissennate politiche europee su immigrazione, fisco, industria, energia, agricoltura, che hanno impoverito le masse e provocato rabbia e risentimento. La crescita delle diseguaglianze e il calo del tenore di vita sperimentato dalle masse è precisamente il risultato della globalizzazione, portata avanti scientemente dall’Unione europea. La reazione dell’elettorato è una rivendicazione di identità e di senso, che la globalizzazione ha spazzato via.Con un governo a guida Fpö in Austria anche gli equilibri in Europa a questo punto cambiano. Le elezioni europee dello scorso giugno non sono state sufficienti a cambiare radicalmente il panorama politico, come dimostra il fatto che Ursula von der Leyen è stata riconfermata a capo della Commissione europea. Al Parlamento europeo Fpö è parte del gruppo Patrioti per l’Europa, che comprende il Rassemblement national di Marine Le Pen e la Lega di Matteo Salvini.Ma è soprattutto in seno al Consiglio che le cose possono cambiare. Lì infatti contano i voti dei governi, e gli assetti possono evolvere in maniera interessante. È il Consiglio che dà l’indirizzo politico all’Ue e a questo punto nuove maggioranze su immigrazione, green e regole fiscali sarebbero quantomeno possibili. Nel frattempo, tra poco più di un mese si vota in Germania, dove Afd è accreditato di un 19% a livello nazionale e la Cdu al 30%, ma in calo.
Tedros Ghebreyesus (Ansa)
Giancarlo Tancredi (Ansa)