
Si stanno facendo sempre più turbolente le relazioni tra Somalia ed Etiopia. Giovedì, il governo di Mogadiscio ha infatti annunciato l’espulsione dell’ambasciatore di Addis Abeba. «La chiara ingerenza del governo etiope negli affari interni della Somalia è una violazione dell'indipendenza e della sovranità della Somalia», ha dichiarato l’ufficio del primo ministro somalo. «La Somalia rimane ferma sulla sua sovranità», ha aggiunto il ministro degli Esteri di Mogadiscio, Ali Omar. «La nostra determinazione nel proteggere il nostro territorio è ferma», ha proseguito. «Mogadiscio», ha inoltre riportato Al Jazeera, «sta anche chiudendo i consolati dell'Etiopia ad Hargeisa, la città più grande nonché la capitale del Somaliland, e a Garowe, la capitale della regione semi-autonoma del Puntland».Che cosa sta succedendo? È presto detto. A gennaio, l’Etiopia, che è un Paese senza sbocco sul mare, ha firmato un memorandum d’intesa, per prendere in affitto una parte della costa del Somaliland. In particolare, oltre a essere spinta da ragioni di natura commerciale, Addis Abeba ha reso noto di voler creare una base navale in quell’area. In tal senso, ha aperto alla possibilità di riconoscere formalmente il Somaliland: una prospettiva che irritato notevolmente il governo di Mogadiscio, che considera lo stesso Somaliland, de facto autonomo dal 1991, come parte del proprio territorio. «L’Etiopia sta fuorviando il mondo sostenendo che ha bisogno di un accesso al mare», ha tuonato a febbraio il presidente somalo, Hassan Sheikh Mohamud. «La questione non è l’accesso al mare. La questione è come l’Etiopia vuole l’accesso al mare», ha continuato. In quella stessa occasione, Mohamud accusò l’Etiopia di voler annettere parte del territorio somalo. «Finora gli etiopi non sono entrati in Somalia. Se lo faranno, allora sarà un problema a un livello diverso», aveva inoltre detto il presidente somalo a fine gennaio. «Questo è un pezzo di terra che appartiene alla Somalia e [noi] non cederemo mai a qualunque pressione venga esercitata su di esso», aveva proseguito. Insomma, la tensione tra Mogadiscio e Addis Abeba sta salendo sempre di più. E si teme, in particolar modo, che questa crisi politico-diplomatica possa prima o poi sfociare in un conflitto armato. D’altronde, la questione ha una rilevanza di carattere internazionale. Già a gennaio, il segretario generale della Lega araba, Ahmed Aboul Gheit, si era schierato con Mogadiscio nella disputa etiope: una presa di posizione che, ben accolta dalle autorità somale, era stata invece rigettata da quelle di Addis Abeba. Segno, questo, che la crisi in corso potrebbe avere delle ripercussioni più o meno pesanti anche per il già complicatissimo quadrante mediorientale. Per questa ragione, è doveroso mantenere alta l’attenzione. Presto potrebbe infatti esplodere una nuova fonte di instabilità dal punto di vista geopolitico.
Leone XIV (Ansa)
Nella sua prima intervista, il Papa si conferma non etichettabile: parla di disuguaglianze e cita l’esempio di Musk, ma per rimarcare come la perdita del senso della vita porti all’idolatria del denaro. E chiarisce: il sinodo non deve diventare il parlamento del clero.
«Haunted Hotel» (Netflix)
Dal creatore di Rick & Morty arriva su Netflix Haunted Hotel, disponibile dal 19 settembre. La serie racconta le vicende della famiglia Freeling tra legami familiari, fantasmi e mostri, unendo commedia e horror in un’animazione pensata per adulti.
Ansa
Dopo il doppio disastro nella corsa alle rinnovabili e lo stop al gas russo, la Commissione avvia consultazioni sulle regole per garantire l’approvvigionamento. È una mossa tardiva che non contempla nessuna autocritica.