2024-02-26
L'attentato in Burkina Faso è un sintomo dell'instabilità del Sahel
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Messa in una chiesa del Burkina Faso (Getty Images)
Grave attentato in Burkina Faso. Domenica, la comunità cattolica di Essakane è stata attaccata dai terroristi durante la celebrazione della messa. “Il bilancio provvisorio è di 15 fedeli uccisi, dei quali dodici morti sul posto e tre nel Centro sanitario a causa delle ferite”, ha reso noto il vescovo della diocesi di Dori, monsignor Laurent B. Dabire. “Preghiamo per la conversione di coloro che continuano a seminare morte nel nostro Paese”, ha proseguito. «Orrore per il vile attacco terroristico contro fedeli cattolici durante una S. Messa a Essakane. Il mio cordoglio alle famiglie delle vittime e massima solidarietà ai feriti, ha commentato il titolare della Farnesina, Antonio Tajani. Che la locale Chiesa cattolica sia in una situazione di crescente pericolo, non è purtroppo una novità. “Il 18 febbraio la Conferenza episcopale cattolica del Burkina-Niger ha denunciato ‘una situazione di persistente insicurezza’ in Burkina e ha osservato che l'impatto sulla vita delle chiese locali è stato estremamente dannoso”, ha riportato sabato la testata Crux. “Complessivamente, una trentina di parrocchie e strutture ad esse associate (presbiteri, comunità religiose, strutture sanitarie ed educative, ecc.) restano chiuse o inaccessibili”, si legge inoltre nel comunicato della Conferenza episcopale. “Il corollario di ciò è il declino delle opere socioeconomiche in alcune località, la precarizzazione degli operatori pastorali, l’impoverimento della popolazione, soprattutto nelle zone colpite, e il continuo fenomeno degli sfollati interni, che sta causando sconvolgimenti in un clima sociale nocivo”, prosegue la nota. Insomma, la tensione continua a rivelarsi particolarmente alta in Burkina Faso. Ricordiamo che dal 2012 vaste aree del Sahel sono funestate dal terrorismo jihadista. A complicare la situazione sta anche il fatto che, nel corso degli ultimi due anni, Burkina Faso e Mali sono entrati stabilmente nell’orbita della Russia. Stesso discorso vale per il Niger che, a settembre dell’anno scorso, ha firmato con questi due Paesi un patto militare di mutua assistenza: una mossa che, in termini geopolitici, va letta come uno schiaffo in piena regola alla Francia e all’Ecowas. Non dimentichiamo d’altronde che di recente è de facto naufragato anche il G5 Sahel, in quello che va considerato come un ulteriore colpo all’influenza di Parigi sulla regione.E attenzione: anche l’Iran, che è uno dei principali alleati mediorientali di Mosca, sta consolidando la propria longa manus sul Sahel e, in particolare, sullo stesso Burkina Faso. Lo scorso settembre, il ministro degli Esteri iraniano Hossein Amirabdollahian ha avuto un incontro con l’omologa di Ouagadougou, Olivia Rouamba. Nell’occasione, i due hanno dichiarato di voler espandere i legami bilaterali. La crescente influenza iraniana sulla regione è problematica anche alla luce della crisi in corso nel Mar Rosso, dove gli Huthi, storicamente spalleggiati dal regime khomeinista, hanno da tempo preso di mira le navi in transito. Il fronte meridionale della Nato dovrebbe essere urgentemente rilanciato anche per questo: cercare di stabilizzare l'area, riducendo l'influenza russo-iraniana e proteggendo maggiormente la locale popolazione cristiana.
Eugenia Roccella (Getty Images)
Carlotta Vagnoli (Getty Images)