2020-05-23
Atlantia minaccia cause al governo
Il cda lamenta di dover mettere mano al portafogli per colpa dei ritardi del ministero sulle concessioni e pensa di querelare Stefano Buffagni perché vuole negare le garanzie di Sace.Incredibile ma vero, Atlantia, la holding che controlla Autostrade per l'Italia, minaccia azioni legali, annuncia lo stop agli investimenti e si mette anche a criticare le considerazioni di un esponente del governo italiano. Ieri sera il gruppo controllato dalla famiglia Benetton ha diffuso una nota dai toni durissimi: «Il consiglio di amministrazione di Atlantia», recita il comunicato, «riunitosi in seduta straordinaria, ha analizzato la situazione complessiva della propria controllata Autostrade per l'Italia (Aspi). Il cda ha preso atto che, ad oggi, non è ancora pervenuta alcuna risposta alla proposta formale inviata da Aspi al ministero delle Infrastrutture e trasporti lo scorso 5 marzo, al fine di trovare una soluzione condivisa relativamente al procedimento di contestazione in corso ormai da quasi due anni. Mentre Aspi sta sostenendo tutti gli oneri per la costruzione del nuovo ponte di Genova (ormai completato) e ha immediatamente attivato i risarcimenti a persone e imprese», prosegue la nota, «la situazione di incertezza continua purtroppo a protrarsi, pur avendo autorevoli esponenti dell'esecutivo manifestato pubblicamente, fin dallo scorso febbraio, la propria disponibilità a valutare le proposte di Aspi e dichiarato inoltre, a fine aprile, l'avvenuta conclusione dell'analisi del dossier». Autostrade per l'Italia sottolinea di aver sostenuto gli oneri della costruzione del ponte, il cui crollo, il 14 agosto 2018, ha provocato 43 morti: un passaggio che lascia sconcertati. «La società controllata», aggiunge la nota diffusa da Atlantia, «ha inoltre avviato l'istruttoria con alcuni istituti di credito per poter accedere a un prestito garantito da Sace, così come previsto dal decreto Liquidità per supportare le imprese in difficoltà finanziaria a causa dell'emergenza coronavirus. In questo contesto, il cda di Atlantia ha espresso forte preoccupazione per le dichiarazioni rilasciate mercoledì 20 maggio da un esponente del governo, secondo le quali alla controllata Aspi dovrebbe essere precluso l'accesso alla garanzia pubblica. Affermazioni peraltro contrastanti con lo spirito e il dettato del decreto e basate piuttosto su valutazioni e criteri di natura ampiamente discrezionale e soggettiva».Il riferimento è a quanto ha scritto tre giorni fa su Facebook il viceministro allo Sviluppo Economico, Stefano Buffagni, del M5s, che ha pubblicato un articolo con il titolo «Benetton, le società del gruppo verso la richiesta di prestiti garantiti per 2 miliardi di euro» e ha commentato: «Domandare è lecito, rispondere è cortesia: no grazie». Non si comprende con quale spirito una holding si prenda la briga di bacchettare un esponente di governo che ha espresso una posizione politica, all'interno di una nota che annuncia il blocco degli investimenti. «Il cda di Atlantia», conclude infatti il comunicato, «non ha potuto che deliberare di dare indicazione alla propria controllata Aspi di utilizzare il finanziamento di Atlantia di 900 milioni di euro per garantire manutenzioni e investimenti per la sicurezza della rete, nel rispetto di tutti gli obblighi esistenti, rinviando di conseguenza la realizzazione di altri investimenti una volta rinvenute le necessarie dotazioni finanziarie; di dare mandato ai propri legali di valutare tutte le iniziative necessarie per la tutela della società e del gruppo, visti i gravi danni». Dunque, stop a quegli investimenti per 14,5 miliardi che Atlantia aveva garantito di effettuare dopo il crollo del ponte Morandi, e minaccia di azioni legali. Ci vuole veramente un bel coraggio…
Giancarlo Tancredi (Ansa)
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Francesco Nicodemo (Imagoeconomica)