2021-03-16
L’asse del Pacifico permette agli Usa di produrre in India 1 miliardo di dosi
Accordo tra J&J e Biological E. Altri 250 milioni di fiale vanno alla giapponese Takeda, che coinvolgerà pure un sito tedesco.Mentre l'Europa piomba nel caos vaccini e alza il tiro politico contro la Gran Bretagna, il resto del mondo non sta certo fermo a guardare. La Russia ha un vaccino e cerca Paesi disposti a contribuire alla produzione. La Cina prosegue nella sua campagna anti Covid estremamente efficace dentro i confini, ma di difficile esportazione. Chi a breve rischia di doppiare le altre nazioni sono invece gli Stati Uniti. Non solo hanno steso un piano vaccini che ha consentito lo scorso week end di raggiungere il record di 4,1 milioni di cittadini immunizzati in poco più di 30 ore, ma si prepararono a mettere due piedi in tutta l'area del Pacifico. Nella notte è stato firmato un accordo con l'indiana Biological E per produrre entro il 2022 addirittura un miliardo di dosi di vaccino. Il partner dotato di brevetto sarà Johnson & Johnson. L'importante novità non spunta certo dal cappello a cilindro ma è frutto del rilancio in chiave pandemica di un progetto a base militare appunto di matrice quadrilaterale. L'accordo Quad datato 2017 fu a sua volta l'evoluzione di una partneship tra Usa e India a cui si aggiunsero Giappone e Australia. La scorsa settimana, in occasione di un meeting, Joe Biden ha dato il via con un primo budget di 600 milioni a una collaborazione strategica per inondare l'Asia di vaccini e al tempo stesso creare un cordone sanitario attorno alla Cina. Non a caso in queste ore è stato anche annunciato un viaggio diplomatico in Asia del segretario di Stato Antony Blinken e il capo del Pentagono, Lloyd Austin. Andranno in Giappone e in Corea del Sud. Il segretario alla Difesa farà un'ulteriore tappa in India nel fine settimana mentre giovedì Blinken e il consigliere per la sicurezza nazionale, Jake Sullivan, saranno ad Anchorage (Alaska) per un incontro con i capi della diplomazia cinese, il primo di alto livello dell'era Biden. I due ministri americani saranno ricevuti martedì a Tokyo dai loro omologhi e poi dal premier giapponese, Yoshihide Suga, che dovrebbe essere il primo leader straniero a essere accolto da Biden alla Casa Bianca, il mese prossimo: un segnale di come il contenimento del Dragone sia una priorità della nuova amministrazione Usa. Nell'agenda del viaggio anche la tensioni sinogiapponesi sulle isole disabitate Senkaku (Diaoyu per Pechino), amministrate da Tokyo ma rivendicate dalla Cina. Nella tappa sudcoreana, invece, resta sul tappeto la minaccia nucleare di Pyongyang, che da un mese non risponde ai vari tentativi del governo americano di stabilire dei contatti, anche dietro le quinte. Blinken e Austin hanno spiegato in un intervento sul Washington Post che lo scopo del loro viaggio è «rivitalizzare i nostri legami con amici e partner, sia nella relazioni bilaterali che nelle istituzioni multilaterali» e «ribadire il nostro impegno verso obiettivi, valori e responsabilità comuni», come la sicurezza, la prosperità, la democrazia, i diritti civili, il clima. «Se non agiamo con determinazione e non guidiamo, lo farà Pechino», avvisano, ricordando che la sfida in corso è «tra democrazia e autocrazia». Il modo migliore in questo momento è presidiare oltre i mari anche la salute. E la diplomazia vaccinale a stelle e strisce non può prescindere dall'India. Per tre motivi. Il primo è perché il sub continente ha raggiunto in numerose zone l'immunità di gregge, grazie alla giovane età media e, forse, alla capacità di affrontare i virus. Secondo per via dell'industria indiana estremamente avanzata e già pronta a portare su scala internazionale lotti miliardari di dosi. Basti pensare che in Europa si discute da giorni di Sputnik. Ottima cosa ma al massimo porterà 50 milioni di dosi aggiuntive. Mettere sul mercato un miliardo di vaccini permetterà agli Usa di riprendersi pezzi di economia asiatica intromettendosi nella politica di vicinato di Pechino e all'India di guadagnarsi un posto sul podio delle potenze locali. E qui si sviluppa il terzo motivo: India e Cina sono da tempo in lotta tra di loro. C'è infine un quarto vantaggio che va oltre al rapporto bilaterale con Nuova Delhi. Il gioco di sponda con l'Asia per entrare nel caos vaccinale europeo. Sempre ieri nell'ambito del programma Quad la Takeda pharmaceutical ha annunciato l'aggiornamento di un accordo con la tedesca Idt Biologika e la relativa riconversione dello stabilimento di Dessau dove in questo momento si sviluppano vaccino per la Dengue. Per tre mesi sarà utilizzato per produrre fiale dell'americana Johnson & Johnson. Non certo un caso. Bensì un messaggio chiaro della potenza di fuoco americana e della capacità che la Casa Bianca sta dimostrando di giocare di sponda. Una mossa che consentirà alla Takeda di portare la propria capacità produttiva del vaccino americano a 250 milioni di dosi. Un quarto di miliardo che si aggiunge alla massa critica che uscirà dagli stabilimenti indiani.