2024-12-22
«L’assassino di Magdeburgo ce l’aveva con la Germania perché maltratta i rifugiati»
Fiori e candele accanto al mercatino di Natale di Magdeburgo (Ansa). Nel riquadro il documento di Taleb Al Abdulmohsen
Il pm trova un movente «progressista». In un video il saudita si definiva «di sinistra». Riad lo aveva segnalato a Berlino, che ha ignorato un post: «Massacrare i tedeschi».Tra le vittime, un bimbo di 9 anni. Il ministero italiano: più controlli durante le feste.Lo speciale contiene due articoli.Su Elon Musk, Taleb Al Abdulmohsen ha pubblicato contenuti grotteschi. Tipo un video generato con l’Ia, in cui compare un bot parlante con le sembianze del fondatore di Tesla. «Tutto ciò che dicono Robinson (Tommy, attivista britannico, ndr), Musk, Alex Jones (complottista americano, ndr), o chiunque sia descritto dai media tradizionali come un radicale o estremista di destra», recita il post citato dallo Spiegel, «è la verità». È un oceano di prediche su religione e geopolitica il profilo X del presunto attentatore di Magdeburgo, 50 anni, psichiatra impiegato nelle carceri di Bernburg, dove non si recava da fine ottobre. Non aveva preso ferie o malattia. Origini saudite, era in Germania dal 2006. L’hanno arrestato subito dopo la strage e, ieri, lo hanno sottoposto a test fisici e mentali. Non aveva complici.Ogni tanto, elogiava il nazionalista olandese Geert Wilders e retwittava Donald Trump, lodandolo paradossalmente per il sostegno a cause progressiste: la difesa dei diritti dei gay in Arabia, la protezione della minoranza cristiana in Medio Oriente. Nella sua ultima intervista alla Rair Foundation, il sospettato condensava così la sua filosofia: «Ciò che ho scoperto come persona di sinistra è che le persone di sinistra sono i peggiori criminali su questo pianeta». Lui compreso, a quanto pare.Bisognerà orientarsi in questo labirinto di contraddizioni, per comprendere un profilo psicologico complesso, capace di sconcertare l’esperto di terrorismo sentito da Associated press, Peter Neumann: «Dopo 25 anni in questo campo pensi che nulla possa più sorprenderti. Ma un cinquantenne saudita ex musulmano che vive in Germania Est, ama Afd e vuole punire la Germania per la sua tolleranza nei confronti degli islamisti, davvero non me lo aspettavo». È dai dettagli della sua biografia che forse emerge la vera radice della tragedia di venerdì sera, compiuta mentre Taleb era sotto effetto di droghe: un fallimento dell’immigrazione e dell’integrazione. Primo: se al medico saudita non fossero state spalancate le porte, non avrebbe potuto mettersi alla guida della sua Bmw e uccidere cinque persone, tra cui un bimbo di 9 anni. Banale dato di fatto.Secondo: la rabbia dell’assalitore è cresciuta proprio negli anni in cui si è impegnato per i diritti dei rifugiati. Si era convinto che chi aveva ripudiato la fede musulmana e, perciò, aveva davvero bisogno di protezione internazionale, non fosse abbastanza tutelato dalle prepotenze degli islamici radicali. Persino all’interno della Germania laica, democratica, accogliente. Non è una nostra elucubrazione. Lo sostiene il procuratore capo di Magdeburgo, Horst Walter Nopens, titolare dell’inchiesta. Ieri, il magistrato ha dichiarato che il movente dell’attacco sarebbe «l’insoddisfazione per il modo in cui i rifugiati sauditi vengono trattati in Germania». Bastava leggere la pagina X dell’indagato: «La Germania», scrive, «insegue le saudite richiedenti asilo», che lui supportava, «per distruggere le loro vite». Nella sua ultima intervista, blaterava ancora di una fantomatica «operazione sotto copertura» dei tedeschi «per dare la caccia agli ex musulmani e distruggere le loro vite».Come i neonazi, dunque, Taleb era terrorizzato dall’islamizzazione. Si definiva «il maggior critico dell’islam». Il 5 dicembre, su X, ha denunciato il «progetto criminale segreto di Merkel per islamizzare l’Europa», aggiungendo che l’ex cancelliera «meriterebbe di essere uccisa». Il ministro dell’Interno, Nancy Fraser, lo ha definito un «islamofobo», precisando anche che questo è l’unico elemento certo sul presunto autore dell’attacco: il resto - Musk, Afd - sono suggestioni. In fondo, a differenza dell’alt right, il saudita non voleva serrare le frontiere; semmai, spalancarle ai rifugiati «meritevoli».Avendo acquisito una certa notorietà per il sito che aveva aperto, wearesaudis.net, con cui sperava di aiutare chi scappava dalle dittature islamiche a farsi accogliere in Germania, ebbe modo di discutere la questione con la Faz, nel 2019: «I musulmani qui trattano le persone come me, che hanno un background islamico ma non sono più credenti, senza comprensione né tolleranza. Quando diciamo che abbiamo lasciato l’islam, perdiamo i nostri amici. Anche dopo aver presentato domanda di asilo, ho notato che molti dei richiedenti asilo musulmani che aiuto volontariamente in Germania pensano che io sia una cattiva persona perché non sono più credente». La furia di un incompreso? Al Abdulmohsen era riuscito a finire ai ferri corti (e alle vie legali) anche con l’associazione Atheist refugee relief, Ong di Colonia che si occupa dei diritti delle persone atee o che abbiano rinnegato la propria appartenenza religiosa. Dopodiché, c’è la sottovalutazione del pericolo. Riad aveva lanciato quattro avvertimenti alle autorità tedesche riguardo Taleb. Ne aveva pure chiesto invano l’estradizione, per reati legati al terrorismo e al traffico di ragazze minorenni. Ieri, il capo della polizia di Magdeburgo ha dovuto ammettere che l’attentatore era giunto all’attenzione delle forze dell’ordine un anno fa. Bell’attenzione... «Si era tentato di effettuare colloqui di avvertimento per le persone a rischio». Bel tentativo... Ad agosto, un inquietante post premonitore su X, ovviamente ignorato: «Esiste una via per la giustizia in Germania senza bombardare un’ambasciata tedesca o massacrare cittadini tedeschi indiscriminatamente?». Ciliegina sulla torta: 24 ore prima dell’assalto ai mercatini, Al Abdulmohsen, sotto indagine per «eccesso di chiamate d’emergenza», era atteso in tribunale a Berlino. Non si è presentato. Nessuno s’è allarmato. Colpa di Elon Musk?<div class="rebellt-item col1" id="rebelltitem1" data-id="1" data-reload-ads="false" data-is-image="False" data-href="https://www.laverita.info/assassino-magdeburgo-contro-germania-2670660275.html?rebelltitem=1#rebelltitem1" data-basename="il-bilancio-cinque-morti-200-feriti-il-viminale-vigila-sui-mercatini" data-post-id="2670660275" data-published-at="1734843060" data-use-pagination="False"> Il bilancio: cinque morti, 200 feriti. Il Viminale vigila sui mercatini Quattro alert, uno dopo l’altro, erano partiti da Riad: l’intelligence saudita aveva messo in guardia Berlino su quell’uomo che sembrava essere pronto a colpire già a partire dal novembre 2023. L’ultimo avviso è dello scorso settembre. Per i servizi segreti di Riad, Taleb Al Abdulmohsen, rappresentava una minaccia per i diplomatici dell’Arabia Saudita in Germania. Inoltre, la monarchia del Golfo aveva sollecitato l’estrazione dell’uomo. Ma ogni tentativo è stato vano. Berlino, stando al Wall Street Journal, avrebbe interpretato l’attenzione dedicata ad Al Abdulmohsen dai sauditi come un accanimento di matrice politica nei suoi confronti. Finché davvero lo psichiatra che odiava l’islam non si è messo alla guida della Bmw che è sfrecciata nel cuore dei mercatini di Natale del Vecchio Mercato di Magdeburgo, seminando terrore. Stando alla ricostruzione della dinamica, avrebbe imboccato una strada chiusa al traffico muovendosi con una precisione spietata, zigzagando tra le famiglie, i bambini, i venditori. Un’azione impressa nelle immagini di una telecamera di sicurezza. L’auto avanza come un ariete, puntando a colpire quante più persone possibili. In pochi minuti, cinque vite sono spezzate, tra cui9nove anni. Oltre 200 i feriti, 41 in condizioni critiche. Gli inquirenti hanno accertato che l’auto era stata noleggiata a Bernburg poche ore prima, un modello compatto, scelto per muoversi agilmente tra le bancarelle. Segno che sarebbe stato tutto pianificato. Quando l’auto viene fermata lungo Ernst-Reuter-Allee, il paraurti è danneggiato e gli agenti trovano il conducente pronto ad arrendersi. Un poliziotto gli punta la pistola contro. Lui esce dall’abitacolo con calma e si stende sull’asfalto con le mani in vista. L’attentato ha scatenato una valanga di reazioni politiche e diplomatiche. E ha riacceso il terrore in Europa. C’è molta preoccupazione anche in Italia. Il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha inviato un messaggio al presidente della Repubblica federale tedesca, Frank Walter Steinmeier, esprimendo orrore e condanna: «La Germania, unita all’Italia da indissolubili vincoli di amicizia e solidarietà, può contare sul nostro impegno nel contrasto al terrorismo e nella difesa della convivenza pacifica, fondamento della comune identità europea». Il ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, ha immediatamente convocato il Comitato di analisi strategica antiterrorismo: «È necessario rafforzare la vigilanza su tutti i luoghi di aggregazione, soprattutto durante le festività natalizie». E il Viminale ha diramato una circolare con la quale ha disposto di implementare «le attività info-investigative» e quelle di «vigilanza e controllo» nei mercatini di Natale, nei villaggi a tema natalizio e nelle principali aree turistiche, nelle grandi città come nei centri medi e piccoli. Piazza Walther, a Bolzano, e piazza Fiera, a Trento, sono già state blindate: barriere di cemento, forze dell’ordine in divisa e in borghese presidiano ogni angolo. La preoccupazione degli apparati sono il rischio emulazione e l’attivazione di un lupo solitario, in assenza di evidenze di pianificazioni ostili contro obiettivi italiani. «Per quello che sta accadendo nel mondo e per quello che accaduto in Siria, conto e sono sicuro che il governo italiano aumenterà i livelli di sicurezza in tutte le piazze italiane, in tutte le manifestazioni per Natale per Capodanno per renderlo più tranquillo possibile», ha commentato il vicepremier e leader della Lega, Matteo Salvini, che poi ha aggiunto: «Uno che investe dei bambini o degli anziani o chiunque nei giorni di festa è un criminale, un folle, un delinquente, qualunque sia la sua pseudoidea. Ho letto che che aveva fatto domanda d’asilo. Questo non vuol dire, per fortuna, che tutti quelli che ottengono asilo politico vanno in giro a sterminare. Però farei estrema attenzione».
«Haunted Hotel» (Netflix)
Dal creatore di Rick & Morty arriva su Netflix Haunted Hotel, disponibile dal 19 settembre. La serie racconta le vicende della famiglia Freeling tra legami familiari, fantasmi e mostri, unendo commedia e horror in un’animazione pensata per adulti.