2025-02-04
L’aspirante «superpm» in quota Md finito nelle chat con Luca Palamara
Pietro Gaeta (Imagoeconomica)
Pietro Gaeta s’appoggiò all’ex capo Anm per diventare Avvocato generale. Poi lo rimosse.Il futuro procuratore generale della Cassazione rischia di doversi «auto indagare». Il Csm si appresta a nominare il nuovo pg di piazza Cavour, incarico fra i più prestigiosi e importanti in quanto, insieme al ministro della Giustizia, è il titolare dell’azione disciplinare nei confronti delle toghe. Il candidato in pectore, dopo il passo indietro degli altri aspiranti, è Pietro Gaeta, esponente storico di Magistratura democratica e, quindi, della sinistra giudiziaria, noto per aver chiesto e ottenuto la rimozione con disonore di Luca Palamara dopo lo scandalo dell’hotel Champagne con l’accusa di aver «interferito» sull’attività del Csm. La strada di Gaeta, che ieri è stato audito al Csm, è però in salita. Come risulta dalle chat sequestrate all’epoca dalla Procura di Perugia nel telefono di Palamara, e pubblicate in esclusiva su questo giornale, tramite la collega Pina Casella, Gaeta aveva cercato sponda proprio nel suo futuro imputato per ottenere la promozione ad Avvocato generale, incarico poi ottenuto e che gli ha consentito di presentare la domanda per concorrere a pg della Cassazione. Il nome di Gaeta ricorre molte volte nella chat tra Palamara e Casella. Il 26 aprile 2018 la magistrata scrive a Palamara: «Ciao Luca, sono in ufficio con Piero (il suo soprannome, ndr) Gaeta che vorrebbe salutarti come già sai. Io ritorno a Roma il 2. Riesci quella settimana a passare dalle nostre parti per un caffè??». Immediata la risposta di Palamara: «Sì, assolutamente sì, con piacere». Casella: «Ok allora ti chiamo il 2 e organizziamo». Come da programma, il 2 maggio 2018 si fa viva Casella: «Ciao Luca. Quando puoi sentiamoci un attimo. Baci». Risposta di Palamara: «Assolutamente sì». Ancora Casella: «Ti chiamo fra un’oretta ok?». E Palamara: «Ok». Il 3 maggio 2018 Casella scrive ancora: «Alle 17 Piero deve andare via. A questo punto rimandiamo». Palamara non risponde. Casella non demorde e il 9 maggio scrive: «Ciao Luca. Rimandiamo il tuo appuntamento di domani con Piero Gaeta alla prossima settimana? Io questa non ci sono e mi fa piacere partecipare. Ti chiamo lunedì per accordi precisi. Ok?? Baci». Palamara: «Ok va bene un bacio». Con uno zelo non comune, il 14 maggio Casella scrive per l’ennesima volta a Palamara: «Buon inizio settimana. Quando ci si vede? P». Palamara risponde: «Mercoledì pomeriggio caffè? buon inizio settimana anche a te!!». Ribatte in tempo reale Casella: «Perfetto. Ti chiamo in mattinata e mi dai l’orario esatto». Puntualissima, mercoledì 16 maggio 2018 Casella scrive: «Ciao caro. Confermato il caffè? A che ora?». Risposta di Palamara: «Ok per le 15 ti confermo orario preciso appena finiamo plenum». Casella: «Perfetto». Sempre il 16 maggio, ore 14.23, Casella scrive: «Siamo a pranzo al francese (ristorante di prelibatezze transalpine vicino alla Cassazione, ndr). Ti aspettiamo per il caffè come d’intesa». Risposta di Palamara: «Alle 15.15 sono da voi». E Casella: «Bravo....». Alle 15.18 Palamara scrive: «Sto arrivando». Ancora Casella: «Siamo qui». Finalmente, dopo giorni di pressing incessante, si concretizza il tanto auspicato incontro con il riottoso Palamara che evidentemente non ne poteva più delle solite questue. Cosa si siano detti quel giorno Casella, Gaeta e Palamara, non è noto. Il 6 febbraio 2019, però, pur non essendo più consigliere del Csm, Palamara scrive a Casella: «Mi mandi numero di Piero Gaeta? Noi ci vediamo venerdì?». Risposta: «Certo. Baci», girando poi il numero di Gaeta. La storia ha un lieto fine in quanto quest’ultimo, dopo qualche giorno, viene nominato all’unanimità Avvocato generale. La Cassazione, nella sentenza con cui ad agosto del 2021 ha sancito la definitiva rimozione di Palamara, scrisse che le «autopromozioni» e le «eteropromozioni» costituiscono un illecito disciplinare per i magistrati, trattandosi di grave scorrettezza. Concetto ribadito l’anno dopo. «In tema di illecito disciplinare le interlocuzioni tra magistrati e componenti del Csm aventi ad oggetto le valutazioni per il conferimento di incarichi direttivi e semidirettivi costituiscono “comportamenti abitualmente o gravemente scorretti”, dovendo ritenersi imposto ad ogni magistrato il dovere di astenersi da qualsiasi intervento». Tale giurisprudenza, che non lascia spazi ad interpretazioni, deve essere evidentemente ignota a Gaeta.
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Donald Trump (Getty Images)
Donald Trump (Getty Images)
Andrea Crisanti (Imagoeconomica)